Libri > Storia di una ladra di libri
Ricorda la storia  |      
Autore: Pennellinalapallina    22/09/2016    0 recensioni
Tratto dalla storia:
"Quel giorno ero di cattivo umore, gli umani stavano mettendo a dura prova la mia pazienza ed io non ne potevo più dei loro complessi di onnipotenza: tutto ha un limite.
Ero praticamente a metà del mio solito giro di perlustrazione e stavo passando sopra la Himmelstrasse quando una cosa che non vedevo da secoli attirò il mio sguardo: un colore.
Forse non era un colore acceso e quindi nessun’altro, oltre me, ci avrebbe mai fatto caso, ma vi assicuro che per chi non vede mai i colori anche un rosa pallido come quello spicca come bianco su nero."
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Unα sτοrια ιn βιαncο ε nεrο

La piazza era gremita di gente:

dall’alto, si vedevano tante macchioline bianche e nere muoversi freneticamente.

Dai palazzi che attorniavano la piazza sporgevano altre macchioline, e ce n’era una in particolare che stava ruotando su se stessa vorticosamente, creando un particolare effetto visivo.

Mi aveva sempre affascinato guardare la Terra da lontano, senza sentirmi troppo coinvolto, osservandola come si osserva un bel dipinto.

C’erano state ovviamente volte in cui ero stato costretto a farmi trasportare dal turbinio della vita di qualcuno.

E’ successo poche volte, se devo dire la verità:

di solito, il mio compito è quello di salvaguardare.

“cosa?” vi chiederete voi, ma ci sono cose che, come questa, non potrò mai spiegarvi.

Quindi, non ponetevi troppi problemi a riguardo.

Ritornando a quanto stavo dicendo prima, poche volte sono stato coinvolto nelle vicende umane, giusto tre o quattro in più di duemila anni di storia.

Quella che vi voglio raccontare, è una storia in cui sono stato praticamente costretto a lasciarmi trascinare…. In effetti, se ci penso, non lo faccio mai di mia spontanea volontà: lasciarsi coinvolgere vuol dire anche mettersi in gioco, affezionarsi in un certo senso, a cose effimere come gli esseri umani, che durano un battito di ciglia e poi scompaiono.

E’ molto meno doloroso osservare tutto da lontano.

In ogni caso, quel giorno ero di cattivo umore, gli umani stavano mettendo a dura prova la mia pazienza ed io non ne potevo più dei loro complessi di onnipotenza: tutto ha un limite.

Ero praticamente a metà del mio solito giro di perlustrazione e stavo passando sopra la Himmelstrasse quando una cosa che non vedevo da secoli attirò il mio sguardo: un colore.

Forse non era un colore acceso e quindi nessun’altro, oltre me, ci avrebbe mai fatto caso, ma vi assicuro che per chi non vede mai i colori anche un rosa pallido come quello spicca come bianco su nero.

Provate a immaginare:

Una folla di macchie bianche, nere, alcune grigie, che si spostano per il mondo e poi così, all’improvviso, una macchiolina rosa, timida e innocente, che brucia come fuoco.

Non potevo far finta di niente.

Mi buttai praticamente sulla terra, sperando di non perdere di vista il puntino.

Più mi avvicinavo, e più quel puntino rosa pallido prendeva la forma umana fino a quando non mi trovai davanti una bambina.

Ad osservarla, non vi era niente in lei che potesse spiegare il perché fosse così colorata.

-anche tu qui, vedo- sussurrò una voce che conoscevo bene.

-Morte- pronunciai lieto.

-Da quanto è che non ci vediamo? Saranno passati secoli ormai- affermai pensieroso.

Morte era una piacevole compagnia per me…non potevamo vederci troppo spesso, anzi, era meglio per tutti che io non la incontrassi nelle sue vesti ufficiali, ma così, informalmente, era un gradevole diversivo.

-Esattamente dalla rivoluzione francese- mi ricordò lei.

-Giusto- confermai.

Poi lo sguardo di entrambi si fissò sulla bambina.

-Sei qui per lei?- mormorai io.

Morte annuì.

-E sai perché?- chiesi ancora.

Morte scosse la testa.

-Neanche io……-

Perché, perché eravamo così attratti da quella bimba? Che cosa aveva di speciale?

Perché aveva i colori?

Scrutai a fondo l’animo della bimba, che intanto si era fermata a chiacchierare con un ragazzino bianchissimo, cercando di trovare una soluzione a quel dilemma, ma più il suo rosa sembrava limpido e pulito, più per me diventava misterioso.

-Si chiama Liesel Meminger- m’informò Morte.

Rimasi in silenzio, continuando a osservare la piccola.

Alla fine –Devo andare, comunque- mormorò Morte.

-Arrivederci- la salutai.

Morte se ne andò, con la sua scia arcobaleno in mezzo a quel mondo in bianco e nero.

Ritornai con lo sguardo sulla piccola Liesel, ma più la guardavo più non capivo.

A un certo punto, però, la ragazzina puntò gli occhi su di me.

Avete capito bene: su di me!

O almeno, così mi sembrava.

Mi fissò negli occhi per parecchi secondi, mentre io venivo attraversato da qualcosa paragonabile alla corrente elettrica.

Poi girò lo sguardo, e ritornò a parlare con il suo amico.

Chi sei, Liesel Meminger?                                                                                           

. . .

Inutile dire che dopo quell’episodio io m’intestardii ancora di più su di lei.

E più il tempo passava, più io mi accorgevo che anche il suo colore cambiava.

Ogni volta che veniva a contatto con una nuova storia, il rosa pallido veniva arricchito da nuove sfumature.

Alla sua morte, il suo colore era un miscuglio di tutti i colori dell’arcobaleno.

Non avevo mai visto niente di più magnifico e maestoso.

Un’immagine che mi ricorderò sempre.

Non ho mai capito, comunque, perché Liesel Meminger avesse i colori…ma infondo è proprio questo, il bello, no?

 

P.S. Ma voi l’avete capito perché Liesel era così colorata?

 

N.D.A.

Ciao!

Ebbene questa è solo la seconda one-shot che scrivo (la seconda storia in generale) e sono abbastanza dubbiosa. Insomma, non ha né capo né coda!

Non ha senso!

Ma comunque….insomma, spero che vi sia piaciuta e spero in qualche buona personcina che mi faccia sapere cosa ne pensa.

Grazie, comunque, anche solo se avete letto…J

Un abbraccio

Pennellinalapallina

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Storia di una ladra di libri / Vai alla pagina dell'autore: Pennellinalapallina