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Autore: Nightmare998    22/09/2016    1 recensioni
[Yandere Simulator]
Lei lo vuole, ma non nello stesso modo in cui lo voglio io.
Non potrà MAI apprezzarlo nel modo in cui lo faccio io.
Lei non lo merita.
Lui appartiene SOLO a me.
Lei mi ha insegnato una nuova emozione … la rabbia.
Voglio fermarla.
Voglio farle male.
Voglio UCCIDERLA.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non posso sentire niente.

Da quando ne ho memoria, non sono mai stata in grado di sentire emozioni.

Fingo di essere normale con le altre persone, ma dentro, non sento niente.

Non è brutto come sembra. So di essere sbagliata, ma non mi importa.

Per me è normale.

Ma cambiò tutto quando lo incontrai ...

il mio Senpai.

 

Per la prima volta ho sentito qualcosa. Un forte desiderio. Un'aspirazione. Un sogno. Una fiamma.

Ora capisco finalmente cosa voglia dire essere umani. Essere vivi.

Sono dipendente dal modo in cui mi fa sentire. Non mi interessa di niente, o di nessun altro.

Lui è TUTTO per me.

E ora … ora qualcuno sta cercando di portarmelo via.

 

Lei lo vuole, ma non nello stesso modo in cui lo voglio io.

Non potrà MAI apprezzarlo nel modo in cui lo faccio io.

Lei non lo merita.

Lui appartiene SOLO a me.

Lei mi ha insegnato una nuova emozione … la rabbia.

Voglio fermarla.

Voglio farle male.

Voglio UCCIDERLA.

 

Non c'è NIENTE che non farei per il mio Senpai.

Non lascerò che qualcuno si metta tra di noi.

Non mi importa cosa dovrò fare.

Non mi importa il sangue di chi dovrò versare.

Non lascerò che NESSUNO lo porti via da me.

Nient'altro importa, NESSUN'ALTRO importa.

Il Senpai sarà … mio …

 

lui NON HA SCELTA.


 

Ayano Aishi fissava interessata lo schermo del suo telefono da circa dieci minuti muovendo velocemente le dita per massaggiare.

O meglio fingeva.

In realtà la sua attenzione era tutta rivolta verso l'aula nel corridoio a fianco.

Il Club dell'Occulto.

Erano le 3:30, l'orario scolastico era finito da pochissimo e i vari alunni si dirigevano a casa o verso i rispettivi club.

E lei stava aspettando proprio questo.

Stava aspettando proprio lei.

Aprì la casella dei messaggi e scorrendo velocemente trovò ciò che le serviva.

Le informazioni e la foto di una ragazza comparvero sullo schermo.

Oka Ruto. Capelli neri, occhi viola scuro, leader del Club dell'Occulto.

Innamorata del Senpai.

Del suo Senpai.

Sentì la rabbia ribollirle nelle vene.

Una rabbia spaventosa.

Un odio incontrollabile.

Una follia omicida.

Strinse il cellulare con forza.

I suoi occhi divennero vacui e una scintilla di pazzia prese il posto della fredda compostezza che era solita mostrare agli altri.

Ayano chiuse il cellulare di scatto.

Non poteva perdere il controllo.

Non ancora, almeno.

Erano quasi le 3:45 quando i primi membri del club entrano nell'aula.

Ma non c'era traccia del suo bersaglio.

“Respira, Ayano” si disse.

“Come farai a salvare il tuo Senpai se perdi la calma proprio adesso?” si chiese.

Sorrise.

Il solo pensare a lui la faceva sentire serena, in pace, viva.

Lui le aveva donato la vita, la possibilità di sentire qualcosa di così perfetto e puro come l'amore incondizionato laddove fino ad allora c'era stato solo un freddo e solitario vuoto.

Non poteva tornare a vivere così.

Non le bastava più sopravvivere.

Lei voleva vivere.

Vivere con il suo Senpai.

Proteggerlo, apprezzarlo, amarlo.

Non avrebbe permesso a nessuno di mettersi in mezzo.

Non c'era posto per Oka Ruto nel suo futuro con lui.

Lei doveva sparire.

Come l'altra.

“Kokona” un piccolo sorriso increspò le labbra di Ayano quando ricordò quel nome.

Lei era stata la prima.

Altri due membri aprirono le porte del club che si richiusero alle loro spalle.

Ayano poggiò la testa al muro e guardò il soffitto.

Sembrava passata una vita da quando quella ragazza si era messa in mezzo.

Anche lei voleva il Senpai.

Voleva portarle via ciò che era suo.

Era stata fortunata ad ascoltare quella conversazione tra Kokona e la sua migliore amica. La ragazza aveva detto qualcosa riguardo degli abusi domestici.

E lei era stata abbastanza brava da sfruttare la situazione.

L'aveva attirata su un tetto con una lettera, poche righe, per chiederle di incontrarla.

Sentì una strana eccitazione pervaderla mentre ricordava ciò che era successo dopo.

Kokona era salita sul tetto all'ora stabilita e si era affacciata al parapetto.

Ayano aveva la scena impressa a fuoco nella mente.

L'attimo in cui la vide.

L'istante in cui si la sollevò.

Lei che scalciava.

Il momento in cui la spinse giù.

Il suo urlo disperato.

E l'esplosione di gioia assoluta. Ayano era sicura di non aver mai provato una felicità tanto grande se non vicino al Senpai, una realizzazione così appagante, un sollievo così liberatorio.

Ricordava di essersi affacciata al parapetto e di aver visto il corpo della ragazza.

Le membra contorte, il collo spezzato, un lago di sangue.

Ayano non aveva potuto trattenere una risata isterica a quella vista.

Aveva vinto.

Aveva liberato il Senpai.

Avevano di nuovo un futuro insieme.

Era stata brava, bravissima.

E ora l'avrebbe fatto ancora.

Ne era sicura.

Gli ultimi membri del club entrarono seguiti da Oka Ruto.

Erano sei in totale.

Tre maschi e tre femmine.

Nessuno di loro avrebbe avvertito la polizia, lo sapeva.

Ma sapeva anche che nessuno di loro avrebbe avuto la possibilità di farlo.

Trattenne a stento un sorriso.

Uscì a prendere la mazza da baseball nascosta tra i cespugli vicino al labirinto della scuola.

Nessuno vi si addentrava mai per questo lei nascondeva tutto lì con tranquillità.

Andrò davanti alla porta del club e fece un lungo respiro.

Doveva occuparsi prima di quelli vicino alle porte.

Se fosse stata abbastanza veloce nessuno sarebbe riuscito a scapparle.

Fece un altro respiro.

Doveva eliminare cinque persone nel minor tempo possibile. Poi avrebbe potuto occuparsi della persona che realmente le interessava.

Posò una mano sulla porta.

Era ora.

Entrò velocemente richiudendosi la porta alla spalle.

La ragazza vicino alla porta non ebbe nemmeno il tempo di alzare lo sguardo.

La mazza si abbatté con violenza sul suo cranio producendo un rumore di ossa rotte.

Il sangue schizzò sul viso di Ayano e imbrattò la punta della mazza.

Gli altri ragazzi urlarono.

Ayano si slanciò velocemente contro quello seduto tra le due porte e lo colpì alla gamba.

Il ragazzo urlò crollando al suolo, la mano premuta sul ginocchio, l'osso che spuntava bianco dal retro dell'arto spezzato.

Ayano sollevò la mazza e colpì il ragazzo alla testa con forza.

“Me ne mancano quattro” pensò ravviandosi i capelli intrisi di sangue.

Il ragazzo sulla sua destra si diresse velocemente verso la porta cercando di aprirla in panico.

Ayano lo prese per i capelli e gli cinse il collo.

Strinse con forza.

Il ragazzo scalciò per pochi istanti prima di rimanere inerme e senza vita.

“Solo tre”.

Le ragazze rimaste si erano ammassate tutte in un angolo lontano da lei.

La pregavano di risparmiarle. Che non avrebbero detto nulla a nessuno. Di loro si poteva fidare.

Spaccò il cranio a quella più vicina.

La seconda cercò di sgattaiolare via urlando.

Ayano le spaccò la gamba e pose fine alla sua esistenza con un altro colpo deciso alla nuca.

Oka Ruto cadde in ginocchio in lacrime.

Ayano la guardò.

Gli occhi spenti, resi vivi solo dalla follia che la spingeva a continuare la sua opera.

La ragazza cercò di strisciare via singhiozzando.

Ayano la prese per i capelli e la trascinò al centro della stanza.

Le strappò la fascia rossa che aveva legata al braccio che simboleggiava la sua leadership sul gruppo.

Le mise i piedi sulle braccia per impedirle di muoversi e le spinse in bocca il pezzetto di stoffa.

-Adesso ci divertiamo- le sussurrò Ayano con voce suadente.

Sollevò la mazza e la fece ricadere con violenza sul braccio di Oka.

L'urlo della ragazza vene attutito dalla fascia.

Ayano fu grata del fatto che il club fosse stato costruito nell'ala più remota della scuola.

Sollevò la mazza e distrusse l'altro braccio.

Lo scricchiolio delle ossa rotte e dei suoi lamenti la estasiava.

Non riusciva a fermarsi.

Era in preda alla follia più totale.

Colpì un ginocchio e poi l'altro.

Ayano non riusciva più a ragionare.

Voleva sentirla urlare.

Voleva che si pentisse di aver desiderato il Senpai.

Doveva soffrire.

Doveva pagarla.

Ayano gettò la mazza da baseball di lato.

Si guardò intorno.

La stanza violetta era piena di sangue e corpi.

Oka gemeva immobile.

Ayano rivolse la sua attenzione all'altare davanti a lei.

Lo raggiunse schiacciando il braccio della sua vittima che urlò per il dolore.

C'era un coltello dalla lama ondulata con l'impugnatura d'oro decorata da una pietra verde.

Lo prese.

Aveva un debole per i coltelli e ora poteva usarne uno.

La ragazza guardò Oka Ruto stesa inerme a terra e le si avvicinò.

-Meno male che non hai perso i sensi- le sussurrò- sono così felice.

Le sfiorò con la lama il viso lasciandole un solco sanguinolento.

Oka mosse velocemente la testa sbattendola sul pavimento.

Ayano la prese per i capelli e le tolse il bavaglio.

-Perchè … mi stai facendo questo?- le chiese in un sussurrò.

-Perchè?- rispose Ayano con un tremito nella voce- perchè tu esisti- si strinse il coltello al petto- e la tua esistenza è d'intralcio al mio futuro- aggiunse con voce stridula e isterica.

La mano della ragazza si abbatté violentemente e velocemente sul petto di Oka.

1 ...

2 …

3 …

Ayano non aveva più un briciolo di controllo. La follia e l'oscurità l'avevano inghiottita completamente.

4 ...

5 …

6 …

La pazzia la stava consumando. Doveva fermarsi

7 …

8 …

9 …

Il sangue le schizzava sul viso. Il pensiero che fosse morta la sfiorava, ma l'impulso a continuare era troppo forte. Voleva ridurla a pezzi.

10 …

11 …

12 …

Ayano si fermò di colpo ansimando.

C'era un solco rosso e profondo sul petto di Oka.

Si guardò le mani.

Erano piene di sangue.

Gli occhi di Oka erano vuoti, vitrei, privi di vita.

Ayano lasciò cadere il coltello e si strinse le braccia al petto.

Tremava.

Sorrise.

Una risata isterica scaturì dalle sue labbra.

Come quella volta.

No, stavolta era diverso.

Era più forte della prima, più isterica, più inquietante.

Ce l'aveva fatta.

Aveva salvato il suo futuro.

Aveva protetto il suo sogno.

Il Senpai era ancora suo.

Rideva.

Nessuno poteva fermarla.

Nessuno poteva portarle via il Senpai.

NESSUNO.

Mai lo avrebbe permesso.

MAI.

Avrebbe ucciso chiunque si sarebbe messo in mezzo.

Non importava chi.

Ne era capace.

Adesso lo sapeva.

L'avrebbe fatto ancora e ancora e ancora e ancora … finché tutti non avrebbero smesso di intralciarli.

Lui sarebbe stato suo.

Ayano smise di ridere e raccolse le armi.

Doveva nascondere tutto in fretta.

Ce l'avrebbe fatta.

Ce l'avrebbe fatta sempre.

Era felice.

Il Senpai l'avrebbe amata.

Lui non aveva scelta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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