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Autore: ThorinOakenshield    10/10/2016    4 recensioni
Thorin e Bilba erano come il fuoco e l’acqua: il primo passionale e travolgente, la seconda più delicata a pacata. Eppure erano complementari. Lei non lo spegneva, anzi, lo faceva divampare sempre di più.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: Lemon, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Benvenuto Thrain
 

Nove mesi dopo…
 
Il vento sferzava gli alberi, coinvolgendoli in una danza frenetica e aggressiva. La pioggia fitta cadeva duramente su ogni cosa o ogni persona che avesse avuto la malasorte di trovarsi all’aperto con un tempo del genere. I fulmini squarciavano il cielo, parendo delle ferite che si diramavano nella volta celeste.
La tempesta che infuriava fuori, era completamente in contrasto con la quiete che regnava a Erebor, nella casa del Re e della Regina sotto la Montagna.
Bilba Baggins si trovava seduta comodamente sulla sedia a dondolo, mentre le sue mani erano impegnate a lavorare a maglia, intente a realizzare un grazioso maglione per il pargolo che ben presto sarebbe venuto al mondo. La hobbit sorrise tra sé e sé: ormai mancava poco.
Il sorriso della giovane si accentuò non appena sentì la porta al piano di sotto chiudersi, seguita da una voce che conosceva benissimo e che amava con tutta se stessa.
In poco tempo, Thorin la raggiunse in camera loro. Le maniche della camicia erano arrotolate fino ai gomiti, mettendo in mostra gli avanbracci muscolosi e riscaldati da una serie di peli neri. Il suo volto era scurito e sudato per via della forgia. Paradossalmente, Bilba lo trovava più desiderabile in quelle condizioni, piuttosto di quando si vestiva elegante per occasioni importanti.
Dopo essersi terso la fronte, il nano si avvicinò dolcemente alla sua compagna. Si accucciò dinanzi a lei, dopodiché posò delicatamente la mano sul ventre ormai bello tondo della hobbit. “Come state?” le domandò rocamente, prima di depositare un dolce bacio sul pancione.
Bilba Baggins chiuse gli occhi e sorrise, beandosi delle attenzioni del marito. Fino a qualche mese fa, mai avrebbe pensato che quel nano fosse capace di elargire simili gesti, soprattutto con lei, che l’aveva sempre trattata con freddezza, l’aveva sempre vista come un essere inutile, un impiastro, gli sembrava assurdo che Gandalf avesse voluto assumere una donna nella compagnia.
Dopo aver riflettuto brevemente sul passato, ella rispose: “Stiamo bene, da quando sei arrivato tu.”
Proprio come la fanciulla aveva sperato, sul viso del marito nacque un altro bellissimo sorriso, uno di quei sorrisi a cui proprio non riusciva a resistere.
La hobbit avrebbe ricambiato il sorriso, se solo un fortissimo malessere allo stomaco non l’avesse improvvisamente spinta ad emettere un gemito e a posare la mano sul ventre.
Repentinamente, lo sguardo del Re sotto la Montagna si fece serio. Non ebbe bisogno di chiederle cosa stesse succedendo, non era stupido, aveva capito da solo.
Bilba non ebbe neanche il tempo di dire alcunché, che Thorin la prese in braccio e si affrettò più veloce che poté fuori di casa.
Le acque si erano rotte.
 
“Avanti vostra altezza, spingete!”
La hobbit spinse più forte che poté, dimentica del dolore. Ormai era fatta: il bambino stava per nascere. La Regina sotto la Montagna non vedeva l’ora di stringere suo figlio fra le braccia, dentro di lei non avvertiva altro che un forte impulso. Si era dimenticata del dispiacere di prima, di quando suo marito era stato sbattuto fuori dalla camera perché gli uomini non potevano assistere al parto, mentre lei avrebbe voluto averlo al suo fianco in quel momento. Ora, l’unica cosa che le importava, l’unico pensiero che le martellava nella mente era solo uno: spingere.
La fronte di Bilba era sudata, le lenzuola zuppe di sangue, l’ostetrica in fermento.
Ci siamo, pensò la fanciulla, sta uscendo. Lo sento.
Ancor prima di quanto la neomamma avesse pensato, nell’aria si avvertì un fragoroso pianto.
I muscoli di Bilba si rilassarono, mentre il viso sudato dell’ostetrica si increspò in un sorriso soddisfatto e dolce.
Il pargolo era gremito di sangue, ma questo non impedì alla hobbit di vedere quanto fosse bello, quanto fosse perfetto, quanto fosse meraviglioso. Ciò non le impedì di notare i suoi brillanti occhi azzurri, quegli occhi azzurri che le ricordavano tanto quelli di Thorin.
La nana stava cullando il figlio della regina, mentre questo piangeva e si dimenava. Probabilmente tutta Erebor l’aveva sentito; era appena uscito dal grembo di sua madre e aveva già dato mostra di avere un bel caratterino.
Chissà da chi avrà preso… pensò Bilba, sorridendo divertita.
“Credo proprio che voglia stare fra le braccia di sua madre.” L’ostetrica glielo passò con delicatezza, come se fosse stato una reliquia preziosa, di cristallo, facile alla rottura.
Non appena il bambino si ritrovò vicino a sua madre, smise di piangere e allungò le manine verso di lei.
“Ciao tesoro, ciao piccolo mio” sussurrò con dolcezza la regina, con la voce tremante dal pianto. Ma le sue non erano lacrime di tristezza, bensì di gioia.
La porta si aprì, e sull’uscio comparve la figura alta – per un nano – e maestosa del Re sotto la Montagna.
L’ostetrica, dopo essersi esibita in un breve inchino, si rivolse a Thorin Scudodiquercia: “Congratulazioni, vostra maestà! È un bel maschietto.”
L’espressione di Thorin, solitamente così dura e severa, in quel momento era incredibilmente bonaria e intenerita, la levatrice non l’aveva mai visto così.
Il Re dei Nani si avvicinò al letto dove sua moglie si trovava seduta, impegnata a coccolare loro figlio. Si sedette accanto a lei e le cinse le spalle con il suo braccio forte e muscoloso, invitandola a posare il capo sul suo petto.
La levatrice prese la saggia decisione di lasciarli soli, di lasciare quel magico momento di intimità tutto per loro.
In ogni caso, il Re e la Regina erano talmente presi da loro figlio, che non si sarebbero neanche accorti della presenza della nana. Tutto era magicamente sparito, c’erano solo un letto, un nano, una hobbit e un bambino, il frutto del loro amore.
“Come lo chiamiamo?”
“Thrain” rispose Thorin senza neanche pensarci un po’ su, prendendo l’infante fra le sue braccia vigorose. Era talmente felice che non era stato colto dalla solita sensazione di mestizia che lo invadeva ogni volta che nominava suo padre.
“Thrain” ripeté Bilba guardando dinanzi a sé. “Mi piace” aggiunse subito dopo, sorridendo convinta. Eru benedica il giorno in cui sono uscita da casa mia! Pensò piena di gioia. Guai se non lo avessi fatto!
 

L’Antro di Lucri:
 
THRAIN E’ NATO AMIGOSSSSSSSS! =DDDDD
Siete felici? Stasera andrete ad ubriacarvi al Drago Verde per festeggiare? Beh, nel caso decideste di andare, sappiate che mi troverete lì insieme a Thorin, a rendere Bilba cornuta come un'alce a primavera *sguardo malvagio*.
Ovviamente scherzo, mia dolce Bilbina, non ti farei mai questo, ti amo troppo <3.
Va bene, ora giuro che la pianto di sclerare.
Allora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ditemi pure cosa ne pensate, eccetera eccetera.
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo: vi avevo avvertiti che questa storia sarebbe stata breve :P.
Un bacione e grazie per aver letto!
 
Lucri

 

 
 
   
 
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