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Autore: sognatrice errante 92    10/10/2016    0 recensioni
Quando la più grande minaccia mai esistita minaccia la vita stessa del Dottore e l'intero equilibrio dello spazio e del tempo, l'unico modo per riportare la pace è formare la migliore squadra di sempre, anche al costo di peggiorare ulteriormente le cose. Quando il Dottore inizia ad avvertire il pericolo ed una misteriosa ragazza lo rapisce per avvisarlo, passato e presente iniziano a scontrarsi per una nuova grande avventura. UN DOTTORE... SEI CUORI... ED UNA SOLA AVVENTURA
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - Altro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LONDRA 2016

I Rumori del traffico iniziarono a farsi strada nella sua testa. Si rendeva vagamente conto di essere seduto su una scomoda sedia, e di avere le mani legate. Si sentiva stordito, mentre cercava di rimettere insieme i pezzi. Dove si trovava?. Mentre riprendeva conoscenza il Dottore, cercava di mettere ordine nella sua testa, l’ultima cosa che ricordava era di essere insieme a Bill su Vixit20082, per un’escursione nei loro canyon di cristallo, e poi avevano fatto ritorno al TARDIS, “un viaggio stranamente tranquillo” avevano detto ridendo, ma dopo aver attraversato la porta del TARDIS, il buio lo avvolse.

Riaprendo gli occhi si rese conto di essere in un’aula scolastica, era notte e dalle finestre riusciva a vedere le stelle. “Londra” pensò, dopo aver analizzato la loro posizione. Si guardò intorno. Era seduto al centro della stanza, Solo una luce tremolante ad illuminare ciò che lo circondava. I muri bianchi, pieni di dipinti di vecchi autori, una libreria in cui spiccavano i volumi di Jane Austen, il suo TARDIS in un angolo. Tutti i banchi erano sparsi lungo i muri, solo la cattedra era al suo posto, e seduta dietro di essa, dandogli le spalle, una ragazza. – Non so cosa stia succedendo, ma ti conviene dirmi perché mi hai portato qui prima di ritrovarti in grossi guai – le disse fermo il Dottore, ma lei non rispose, si limitò ad alzarsi per fissare la cartina della Gran Bretagna alle sue spalle. Quel silenzio lo fece irritare, ma mantenne il controllo.

- Chi sei?. Dove siamo? - - Coal Hill School – rispose lei finalmente, aveva un tono calmo, non c’era traccia di ostilità nella sua voce. La sua voce… perché era così familiare?. – Perché mi hai portato qui? Come hai…? - - Inibitore neurale posizionato sulla porta del TARDIS – lo interruppe lei rispondendo in automatico alla sua domanda, - E’ entrato in funzione non appena l’hai oltrepassata – continuò lei, confondendolo del tutto. – Come hai fatto a posizionarlo. La porta era chiusa – disse sicuro, - Basta schioccare le dita – rispose lei con un pizzico di divertimento, che non fece altro che farlo irritare ancora di più. – Basta schioccare le MIE dita – disse il Dottore quasi infuriato – Non funziona con tutti -. La ragazza rimase in silenzio per qualche istante – Chiamiamola intesa Dottore. Il TARDIS si fida di me – disse finalmente con una strana dolcezza nella voce.
- Si fida di te? – riprese lui - Mi hai drogato e legato! - - Tecnicamente stordito e legato – rispose pronta la ragazza facendolo irritare ancor di più. – Senti questo gioco è durato abbastanza - - Pensavo ti piacesse giocare intelligentone, forse stai davvero invecchiando -. Non l’aveva ancora vista in faccia, gli aveva dato le spalle per tutto il tempo da quando aveva ripreso conoscenza, ma c’era qualcosa di familiare in lei. L’aveva già vista, ne era sicuro.

- Chi sei posso saperlo? – chiese finalmente il Dottore. – Domanda sbagliata – rispose semplicemente la ragazza. – Cosa significa “domanda sbagliata” ? – - Altra domanda sbagliata – rispose pronta di nuovo. – E quale sarebbe la domanda giusta? - - Ora cominciamo a ragionare – disse, e finalmente si voltò a guardarlo, facendolo rimanere di sasso. La cameriera, la cameriera che era sparita con l’intera tavola calda il giorno in cui si era ritrovato spaesato nel mezzo di un deserto, la cameriera che aveva ascoltato la sua storia su Clara, la misteriosa ragazza che in teoria gli aveva dato assistenza in America quando si era risvegliato confuso, e di cui ancora non aveva scoperto nulla. Quei pensieri lo distrassero per qualche secondo, come lo distraevano ormai da mesi, fino a quando la misteriosa cameriera non iniziò ad avvicinarsi a lui. Mentre il Dottore la guardava venire verso di lui si soffermò sui dettagli che al loro primo incontro non aveva notato. Era giovane, ma intelligente pensò guardando i suoi occhi. Di statura piccola, i capelli corti le arrivavano poco sopra le spalle, una giacca di pelle nera a far contrasto con la sua pelle chiara.

Avrebbe voluto dire tante cose, ma per la prima volta da che ne avesse memoria, si ritrovava senza parole, e nemmeno per lei sembrava essere diverso. Rimasero fermi, a guardarsi negli occhi, per momenti eterni, finché un dettaglio alle spalle della ragazza non distolse la sua attenzione da lei. - Perché non si sveglia? – disse indicando con un cenno della testa Bill, stesa su una brandina in fondo all’aula, - Sta bene non preoccuparti – disse mentre posizionava una sedia di fronte a lui, - Ma ho bisogno della tua piena concentrazione. Così è più facile – disse con un sorrisetto che lo sorprese. – Chi sei? – chiese ancora il Dottore, - E’ stato chiaro sin da quando sei sparita con l’intera tavola calda che non eri una semplice cameriera. Quindi chi sei? -. Non poteva dirlo con piena sicurezza, ma al Dottore parve di vedere qualcosa negli occhi di quella ragazza scattare quando porse quella domanda, qualcosa che celava tristezza, dolore. – Era un TARDIS vero?. Hai un TARDIS – continuò lui – Sei… - - Non pensarlo neanche – lo interruppe lei. – Non ho niente da spartire con i Signori del Tempo. Anzi la mia presenza qui non gli piacerà per niente. Ma non ho scelta -.

Lentamente prese posto di fronte a lui, chiuse gli occhi per un momento. – So che tutto questo ti sembra assurdo. So che odi non sapere cosa sta succedendo. Ma so anche che hai percepito che qualcosa nell’universo si sta muovendo, qualcosa di pericoloso -. Non c’era stato un solo tentennamento nella sua voce, parlava con assoluta sicurezza. Lo conosceva, ma come?. La ragazza riaprì gli occhi e incrociò i suoi, - Posso spiegarti ogni cosa Dottore – disse dolcemente – Ma non posso farlo se tu non sblocchi la tua memoria -.

- Cosa significa sbloccare la mia memoria? – disse di slancio, - C’è qualcosa che devi ricordare Dottore – disse la ragazza – Qualcosa che hai dimenticato -. Senza controllo una sonora risata invase il dottore, che si abbandonò allo schienale della sua sedia per qualche minuto prima di riprendere il controllo di se.
- Almeno ora so che hai detto la verità su una cosa – disse il Dottore quando riprese il controllo di se, - Se tu fossi un Signore del Tempo, sapresti che la nostra memoria è perfetta, non dimentichiamo mai nulla - - Tranne quando non avete scelta – rispose pronta la ragazza con voce, pensò il dottore, rotta a causa di un ricordo doloroso. Il tono della sua voce lo fece tornare serio all’istante; rivolse ancora lo sguardo a quella ragazza, non riusciva ad identificare ciò ce provava stando di fronte a lei, si sentiva spaesato, anche la prima volta che l’aveva vista aveva avuto un accenno di quella sensazione, ma perché?.

- Va bene ascolta. Non abbiamo più molto tempo – disse lei interrompendo il filo dei suoi pensieri – Devi concentrarti -. La ragazza lo incatenò con lo sguardo e per quanto desiderasse farlo, il Dottore non riuscì a distogliere il suo da lei. – Dottore… - iniziò lei quasi sussurrando – Guardami negli occhi. Cosa vedi? -. – Cosa dovrei vedere? – chiese lui innervosendosi, odiava non sapere cosa stava succedendo, e in qualche modo sapeva che colei che si trovava di fronte non era una ragazza come le altre.

- Concentrati Dottore. Guardami negli occhi. Cosa vedi? – Era seria, aveva lo sguardo fisso su di lui, era concentrata, era decisa. – Dimmi cosa sta succedendo – disse fermo il Dottore, ma lei non si mosse, non batté ciglio. – Cosa vedi? – disse ancora, questa volta più lentamente. Voleva dire qualcosa, ma c’era qualcosa in quegli occhi che bloccava i suoi pensieri, qualcosa che non gli permetteva di distogliere lo sguardo. Chi era quella ragazza? Quella domanda lo stava facendo impazzire.

- Cosa vedi Dottore? – disse di nuovo, questa volta più forte. C’era qualcosa che scattava in lui ogni volta che lo ripeteva, qualcosa che era alla distanza di un battito ma che non riusciva ad afferrare, cosa stava succedendo?. – Niente – disse, con voce tremante, senza rendersene conto. – Non è vero – disse ancora lei – Concentrati. Dottore. Concentrati. Cosa vedi?-.
- Chi sei? – chiese lui quasi con rabbia, ma lei non si scompose – Lo sai – rispose ferma – Sai chi sono. Devi solo trovarmi. Trovami Dottore -. – Cosa significa tutto questo. DIMMELO – stava gridando, senza volerlo, stava perdendo il controllo. – CONCENTRATI – disse anche lei gridando – GUARDAMI NEGLI OCCHI. COSA VEDI? -. Ed in quel momento, un flash, solo un flash, lo bloccò del tutto.

La ragazza dovette rendersi conto che qualcosa in lui era scattato per qualche secondo, e gli si avvicinò di qualche centimetro tenendo sempre gli occhi fissi sui suoi. – Dottore… - disse lentamente – Cosa vedi? -. Non sapeva come rispondere, non lo sapeva, ma senza rendersene conto una parola uscì dalle sue labbra, - L’Impossibile – disse piano il Dottore – Vedo l’Impossibile -. A quelle parole la ragazza sorrise, mentre i suoi occhi, notò il Dottore, si riempirono di lacrime che cercava in ogni modo di controllare.

- Cosa sta succedendo? – chiese ancora il Dottore, questa volta in tono quasi implorante, - Dimmelo -. La ragazza non rispose; lentamente sollevò una mano e la posò dolcemente sul suo volto. Quel tocco. Quel tocco così gentile, così dolce, così familiare, lo pietrificò del tutto. Non sapeva come spiegarlo, ma desiderava che durasse in eterno.

- Non parlare - disse lei senza smettere di sorridere, senza smettere di accarezzarlo, - Non fermarti – continuò implorante. – Concentrati. Guardami negli occhi. – continuò avvicinandosi a lui ancora un po’, - Cosa vedi? -. E in quel momento accadde. Si perse negli occhi scuri di quella ragazza, e accadde. Tutto velocemente, e prima di rendersene conto, sembrò che entrambi i suoi cuori ripartissero dopo una lunga pausa.

- Clara Oswald – sussurrò il Dottore chiudendo gli occhi, non voleva riaprirli. Dietro quelle palpebre chiuse c’era un mondo intero da riscoprire. Un mondo di avventure passate, un mondo di abbracci, un mondo di sorrisi, un mondo di lacrime, un mondo che aveva dovuto lasciar andare, un mondo che nemmeno sapeva di rivolere indietro con ogni fibra del suo essere.

- Clara… - sussurrò ancora, e questa volta una carezza, la sua carezza, lo riportò in quell’aula. Lentamente riaprì gli occhi, quasi come se avesse paura che fosse stato tutto un sogno, ma per una volta la realtà era anche migliore, perché lei era la. Clara Oswald era di fronte a lui, con un sorriso rigato di lacrime che le spiccava sul volto. Clara Oswald sempre loquace, che ora non emetteva un fiato, perché i suoi occhi parlavano per lei. Clara Oswald a cui aveva dovuto dire addio per ben due volte. Clara Oswald per la quale aveva sfidato il tempo e lo spazio. Clara Oswald a cui ora si rendeva conto di aver spezzato il cuore quel giorno nel deserto. Clara Oswald la ragazza impossibile. Clara Oswald, la sua Clara Oswald.

   
 
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