The Tournament
Epilogo
I legami che ci
vincolano a
volte sono impossibili da spiegare,
ci uniscono
anche quando sembra che si
debbano spezzare…
Certi
legami sfidano le distanze, il tempo e la logica,
perché
alcuni sono semplicemente destinati ad esistere
Sabato 20 Giugno
“Anderson,
Scarlett.”
Dopo le parole della
donna alta e dai
caopelli scuri raccolti il silenzio più totale
calò nella grande stanza
circolare, anche se nelle orecchie di Scarlett rimbombava di continuo
il
battito cardiaco notevolmente accelerato rispetto al normale.
Dopo aver esitato per
un attimo la
ragazzina mosse qualche passo avanti, districandosi tra i suoi coetanei
per
raggiungere l’insegnante al centro della stanza senza
emettere un fiato,
maledicendo mentalmente il suo cognome: ma perché la prima
doveva essere proprio
lei? Nessuno le aveva mai parlato di Ilvermorny fino a pochi mesi
prima, e non
aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare… Sua madre non era
rimasta abbastanza a lungo
da dirle cosa significasse essere una strega.
Guardò dal
basso la donna che ricambiò il suo
sguardo con cipiglio leggermente incuriosito, prima di accennare col
capo in
direzione dei quattro grandi intagli che rappresentavano quattro
animali e
quindi le quattro Casate.
Scarlett non
osò aprire bocca, spostando i
grandi occhi chiarissimi sui quattro intagli: non aveva capito cosa
sarebbe
successo, ma sperava che di qualunque cosa si trattasse, finisse in
fretta. Non
le piaceva per niente l’idea di essere sotto gli occhi di
tutta la scuola,
probabilmente la sua faccia di solito pallida era diventata molto
più simile al
suo colore di capelli.
Scarlett
guardò i quattro animali,
aspettando e pregando che qualcuno si illuminasse…
Non è che
non mi sceglie nessuno, vero?
Dopo qualche istante
in cui non successe assolutamente
nulla la preoccupazione di rimanere in piedi per ore la invase,
portandola a
tormentarsi nervosamente le piccole mani.
Tirò quasi
un sospiro di sollievo quando,
poco dopo, la pietra incastonata sulla testa del serpente
s’illuminò proprio
mentre lo strano uccello sbatteva le ali, animandosi di colpo per poi
tornare
subito immobile.
“Tuonoalato
e Serpecorno… devi scegliere
Scarlett, dove vuoi andare?”
Non ne ho idea, come
faccio a saperlo? Non
so niente di tutto questo!
Scarlett
alzò lo sguardo sulla Holland,
sbattendo le palpebre prima di parlare con tono incerto:
“Io…”
*
Le labbra di Scarlett Andersen si
incurvarono in un debole sorriso mentre ricordava il suo
Smistamento, le
braccia appoggiate alla ringhiera di legno come aveva fatto molte altre
volte
mentre guardava l’Ingresso sotto di lei.
Il ricordo venne
però interrotto da una voca che la riportò alla
realtà, proprio mentre sentiva
due braccia circondarle la vita da dietro:
“Che ci fai
qui?”
“Niente…
pensavo
al nostro Smistamento. Te lo ricordi?”
Scarlett si
voltò leggermente
verso Jake, che sorrise di rimando mentre appoggiava la testa sulla sua
spalla,
annuendo:
“Certo…
Tu hai
dovuto scegliere tra Serpecorno e Tuonoalato, io tra Tuonoalato e
Wampus.”
“Già…
a volte mi
sono chiesta che cosa sarebbe successo se avessi scelto
Serpecorno… secondo te
le cose sarebbero diverse?”
“Non lo so,
immagino che nessuno possa dirlo con certezza… Ma credo che
scegliendo un’altra
Casa saremmo entrambi persone diverse, chi lo sa. E poi magari se non
fossimo
stati Smistati nella stessa Casa ora non staremmo insieme, visto che io
non
avrei dovuto minacciarti per anni per tifare per noi alle
partite…”
La risata di
Scarlett riempì la sala deserta e la ragazza
annuì, sorridendo nel ricordare
tutte le partite in cui lei aveva tifato per Hailey o Nova e il
Capotano
l’aveva sempre presa parecchio sul personale.
“Si,
può darsi… Ma
col senno di poi sono felice della mia scelta, anche perché
se fossi finita tra
i Serpecorno avrei dovuto vedere la faccia di Andrew Derex a tutte le
ore, ma
si può?”
“Preferisco
non
esprimermi, chiedi piuttosto alla tua amica come faceva a
piacerle…”
Jake si strinse
nelle spalle prima di darle un bacio su una guancia, mentre Scarlett
sfoggiava
una lieve smorfia: si, se lo chiedeva spesso in effetti… Ma fortunatamente ormai
era acqua passata per
tutti.
“E tu Jake,
sei
contento della tua scelta o avresti preferito finire a
Wampus?”
“No, credo
che sia
stato giusto così… anche perché non
riesco ad immaginare la mia vita ad
Ilvermorny senza una piccola folletta dai capelli rossi che mi
rimprovera
perché ho combinato disastri a destra e a
sinistra.”
Jake
sfoggiò il
suo sorrisetto beffardo e Scarlett probabilmente gli avrebbe intimato
di smetterla
di paragonarla a d’un folletto, ma una voce altrettanto la
familiare distolse
da lui la sua attenzione, facendole di nuovo guardare in basso:
“Ehy, voi
due! Mi
duole interrompere le vostre smancerie, ma credo che ci attendano in
Sala da
Pranzo, anche se non ci metterei la mano sul fuoco.”
Jake sbuffò
appena, borbottando qualcosa di incomprensibile mentre invece Scarlett
sorrideva in direzione della sua migliore amica, che li guardava dal
centro
della stanza con aria divertita:
“Arriviamo
Ley… Carina,
la “toga”.”
“Simpatica,
vediamo come sta a te piuttosto!”
Sbuffando Hailey lanciò all’amica la
tunica rossa che teneva in mano,
che fluttuò fino alla Caposcuola grazie al suo Incantesimo
di Appello.
Infilandosela la
ragazza sfoggiò una smorfia, guardando con aria contrariata
l’acceso rosso
mirtillo che sembrava perseguitarla.
“Ma ce
l’hanno
proprio con questo dannato rosso! Da domani non lo indosserò
mai più, mi si
vede dallo spazio con questi capelli!”
Jake
sghignazzò e
Scarlett potè giurare di sentire ridacchiare anche Hailey
mentre si rigiurava
più e più volte le maniche, fin troppo lunghe per
lei:
“Dai Rossa,
andiamo… Non vorrai perderti la consegna dei Diplomi,
spero!”
Jake sorrise,
mettendo una mano sulla spalla della ragazza e conducendola verso le
scale per
scendere nell’Ingresso e raggiungere Hailey.
“Ovvio che
no,
vista la fatica che ho fatto durante gli ultimi anni… Ma non
trovo giusto il
fatto che voi maschi abbiate la tunica blu, non è che
possiamo fare a cambio?”
“Neanche per
sogno,
il blu mi dona molto…”
“Il solito
vanesio.”
*
Quando la Holland
si fermò davanti a lui Jake sfoggiò un sorriso,
mentre invece la donna rimase
impassibile mentre lo osservava attentamente, porgendogli il Diploma
arrotolato
e chiuso da un nastro rosso:
“Tieni,
Miller.”
“Molte
grazie.” Jake
sorrise, prendendo la
pergamena che gli porgeva la donna, guardandolo come se quasi faticasse
a
credere che quel giorno fosse arrivato:
“Credo che
sentirò
ancora parlare di te, cerca solo di non lasciarci un tuo ricordo anche
oggi...
Buona fortuna, Jake.”
Lo guardò
come se
temesse che potesse uscirsene con una delle sue malefatte anche quel
giorno, ma
il sorriso del ragazzo le fece capire che se ne sarebbe stato buono:
l’aveva
promesso a Scarlett, dopotutto.
“Grazie
professoressa…
Non si preoccupi, credo di aver già lasciato abbastanza
segni in questa
scuola.”
La donna non disse
nulla prima di spostarsi per continuare a consegnare i Diplomi, ma Jake
fu
sicuro di aver colto una frase ben precisa nel suo sguardo:
Su questo siamo
d’accordo, Miller
Quando la
Vicepreside si fu allontanata il ragazzo si voltò, cercando
Scarlett con lo sguardo.
La vide qualche fila più indietro rispetto a lui, intenta a
sorridere e a
parlare insieme ad Hailey.
Sentendosi
osservata la Rossa si voltò verso di lui, sorridendogli e
accennando al Diploma
quasi come a volergli dire:
Ce l’hai
fatta, nonostante tutto
Si, alla fine ce
l’aveva fatta, il percorso ad Ilvermorny era finito anche per
lui… ora
cominciava la vita reale, ma la prospettiva di cambiare non lo
spaventava
affatto.
Sorrise, annuendo
e strizzandole l’occhio:
Chi
l’avrebbe mai detto, eh? Mio padre no
di certo…
Forse lui no, ma io
sì… L’ho sempre saputo
*
“Alek, mi
stai
pestando un piede!”
“Scusa, ma
se non
ci stringiamo non ci entriamo tutti e tre!”
Alek
sbuffò,
mettendo un braccio intorno alle spalle di Marlena e stringendola a se
mentre
Markus se la rideva, in piedi accanto all’amica sul piazzale
davanti alla
scuola.
Intorno a loro
c’era un gran via vai di studenti che salutavano amici e
raccoglievano bagagli,
mentre i genitori li aspettavano per tornare a casa… Dafne
Bauer invece
guardava “i suoi tre ragazzi” con aria divertita e
quasi malinconica allo stesso
tempo, tenendo in mano la Polaroid che aveva regalato al figlio tre
anni prima.
Aveva scattato foto
su quello stesso luogo per anni… era quasi triste pensare
che quella fosse
l’ultima.
“Andiamo
ragazzi,
vi siete appena Diplomati ufficialmente…
sorridete!”
Dafne
sfoggiò un
sorriso allegro in direzione dei tre diciottenni con cui non aveva
alcun legame
di sangue ma che aveva praticamente adottato ad uno ad uno, guardandoli
ridere
e discutere leggermente mentre si stringevano per riuscire ad entrare
nella
foto, con il vento che spettinava loro i capelli.
Dopo aver scattato
la foto Dafne la guardò, sorridendo con tenerezza
nell’osservare i sorrisi
allegri dipinti su quei tre volti, con Lena posta come sempre in mezzo
ai due
ragazzi.
“Bene, ora
che
abbiamo la nostra foto possiamo andare… Grazie
mamma.” Markus
sorrise, avvicinandosi alla madre per
abbracciarla e prenderle la foto dalle mani, osservandola con aria
soddisfatta.
“Benissimo,
allora
tutti a casa di Markus a mangiare lo strudel della Signora
Bauer!”
“Aleksandur,
ti ho
già detto milioni di volte di non chiamarmi
così.”
La donna sospirò, guardando il ragazzo
rivolgerle un sorriso carico di scuse mentre circondava le spalle di
Marlena
con un braccio, avvicinandosi insieme a lei.
Guardandoli
parlare a bassa voce la donna si voltò verso il figlio,
inarcando un
sopracciglio con aria inquisitoria:
“Dimmi un
po’
tesoro… è successo qualcosa tra Alek e
Marlena?”
“In effetti
sì… ho
parecchie cose da raccontarti mamma.”
“Non ne
dubito…
Tanto per cominciare, come sta Hailey?”
Dafne sorrise
allegramente, prendendo il figlio sottobraccio e trascinandolo verso il
marito
che li aspettava sulle scale, con Alek e Marlena subito dietro di loro
intenti
a salutarsi prima che la ragazza si Smaterializzasse a casa sua per
rivedere la
famiglia.
Sapendo che la
donna l’avrebbe a dir poco tartassato
sull’argomento il ragazzo sospirò con
aria grave, guardandola con aria implorante:
“Mamma, per
favore…”
“Per favore
un bel
niente, sputa il rospo! Sono tua madre, perciò ho il dovere
e il diritto di
impicciarmi nella tua vita privata.”
*
“Maledizione,
lo
sapevo! Era tutto troppo perfetto per essere vero!”
Abigail
sbuffò
mentre, insieme alla sua migliore amica, correva sulle scale per
raggiungere la
Sala Grande che di certo era già gremita di studenti per la
consegna del
Diploma.
Marlene invece non
sembrava affatto nervosa o preoccupata, limitandosi a ridacchiare di
fronte al
nervosismo dell’amica:
“Rilassati
Abby...
ormai siamo diplomate, più di sgridarci di certo non possono
fare!”
“E’
vero, ma non
mi dispiacerebbe concludere la nostra vita qui senza beccarci una
strigliata!”
La Tassorosso
roteò gli occhi mentre quasi rischiava di ruzzolare dalla
Scalinata Principale
da quanto andava di corsa. Marlene la seguì con maggiore
calma, probabilmente
eprchè temeva di scivolare e concludere in grande stile la
sua permanenza al
castello.
Le due raggiunsero
le porte aperte della Sala Grande, affacciandosi prima di sgattaiolare
dentro e
avvicinarsi a Luke: per loro fortuna era talmente alto da risultare
impossibile
da individuare.
“Ciao
ragazze…
cominciavo a pensare che non vi sareste presentate.”
Lucas sorrise nel
vedere le due ragazze comparire accanto a lui, guardandole con cipiglio
visibilmente divertito.
Marlene fece
spallucce e Abby roteò gli occhi, limitandosi a borbottare
qualcosa riguardo
alla sua divisa che ci aveva messo parecchio a farsi trovare.
“Pazienza,
noi
arrivavamo spesso in ritardo… un ciclo si è
concluso nel modo più giusto,
direi. Ci manca solo una bella caduta di Len tutto sarà come
dovrebbe essere!”
“Grazie
tante
Wallaby, se dovessi scivolare saprò a chi dare la colpa
oggi.”
Marlene
sbuffò,
rivolgendo un’occhiata torva al ragazzo che invece sorrise.
Il biondo fece
anche per dire qualcosa ma un’occhiata a dir poco raggelante
di Emily Burke, la
Corvonero Caposcuola.
Luke le rivolse
un’occhiata
un po’ torva, come a dirle di farsi gli affari
suoi… d’altra parte però
l’idea
di non doverla più sentire zittirli lo rincuorava parecchio.
Marlene e Abigail
sembrarono pensarla allo stresso modo perché rivolsero in
direzione della
ragazza un sorrisetto beffardo, ignorando bellamente il discorso del
Preside
come molti dei genitori presenti e dei loro compagni: avevano tutti la
testa
altrove per concentrarsi sulle sua parole… e molti degli
studenti dell’ultimo
anno preferivano scambiare le ultime chiacchiere con i compagni invece
di
ascoltare l’ennesimo, anche se ultimo, discorso.
“Beh…
e così ci
siamo. E’ davvero tutto finito…”
Il mormorio di
Abby fece annuire Luke, che osservò il Preside parlare quasi
con aria
malinconica:
“Già…
onestamente
non credevo che ci saremmo mai arrivati. Sogni una cosa e la immagini
per così
tanto tempo che poi, quando finalmente arriva, non sai se essere felice
o se
rattristarti, perché l’obbiettivo che avevi
è stato raggiunto.”
“E’
vero, ma tutti
noi abbiamo continuamente degli obbiettivi Luke, piccoli o grandi che
siano… Si
chiude una porta e si aprì un portone, no? Sono certa che
quello che ci aspetta
fuori da queste mura sarà altrettanto fantastico, anche se
di sicuro questi
anni resteranno indelebili.”
Marlene sorrise al
ragazzo, appoggiandogli una mano sul braccio quasi con fare
consolatorio mentre
Lucas abbassava lo sguardo su di lei, sorridendole dolcemente:
“Lo spero
Lennie…
Di certo però avendo una nanetta imbranata e dagli occhioni
da cerbiatta intorno
le cose non potranno andare male.”
“Credo che
sorvolerò sui primi due aggettivi e mi limiterò a
sentire l’ultima parte, Lucas
Wallaby… o meglio, spilungone con tanto di
fossette.”
Lucas
soffocò una
risata per evitare di venire ripreso davanti a tutta la scuola,
sorridendo alla
ragazza con aria divertita prima di spettinarle leggermente i capelli
scuri,
provocando qualche protesta sommessa.
“Piantala,
ci ho
messo un’ora a farmi i boccoli!”
Mentre Len
sgridava il ragazzo Abby rideva sotto i baffi, lo sguardo puntato sul
Preside
anche se non si stava perdendo neanche una sillaba della conversazione
tra i
suoi migliori amici: era davvero strano pensare che fossero passati
sette anni
da quando avevano iniziato a studiare ad Hogwarts e si erano
conosciuti… di
certo erano cambiati in tutto quel tempo e il legame che li univa si
era
evoluto parecchio, ma infondo erano sempre gli stessi e la Tassorosso
non poteva
che sperare ardentemente che quell’aspetto non cambiasse mai,
non del tutto
almeno.
Probabilmente mentirei dicendo che sono tristissima e disperata all'idea di aver concluso questa storia, mi posso invece definire quasi sollevata anche se mi mancherà molto insieme ai suoi fantastici personaggi, che mi tengono compagnia da Luglio.
Quando l'ho iniziata non ero sicurissima che l'avrei portata a termine, quindi posso definirmi soddisfatta di esserci riuscita, anche perchè tra quelle che ho scritto questa è la più lunga, che mi ha impiegato più tempo e di cui sono maggiormente soddisfatta.
Grazie a tutte per aver partecpato, non avete neanche idea di quanto mi sia divertota a gestire questi OC a dir poco spassosi... mi mancheranno moltissimo Hailey, Jake e la Rossa, la Cupida Abby insieme al formidabile duo Spilungone-Nanetta e ovviamente i Magnifici Tre, Lena la Santa, Markus Cupido improvvisato e il tenerissimo Alek. Grazie per avermeli affidati, spero davvero di aver fatto un buon lavoro ai vostri occhi.
Grazie a tutti quelli che l'hanno messa nelle Preferite, Seguite e Ricordate, e a chi a solo letto e ovviamente a Nene_92, Shiori Lily Chiara, Inazumiana01, Moontastic, Slytherin2806 e vas_happening_girl per aver partecipato affidandomi i loro personaggi e sopportandomi per tutta la durata della storia!
Infine un grazie speciale a:
HadleyTheImpossibleGirl, che per qualche arcano motivo ha partecipato ad ogni mia Interattiva, recensendo praticamente ogni singolo capitolo... Ormai è da un anno che mi sopporti quindi complimenti per la pazienza e grazie per avermi affidato Della, Richard, William, Hydra, Norah, Aida, Arthur, Thomas, Abigail, Maximilian, Lyanna, Caius, Faye e ovviamente Markus, che è di certo uno dei tuoi OC che ho preferito.
Sesilia Black, che non so per quale motivo ha deciso di leggere questa storia e di commentarla pure, oltre ad aver preso parte a praticamente tutte le mie altre storie... grazie carissima per il supporto e per spingermi spesso a scrivere anche quando non ho idee sensate in testa.
Non mi dilungo oltre con i sentimentalismi perchè, come ormai avrete capito, scriverò il sequel formato da OS... anzi, se avete idee per il titolo sono molto ben accette visto che io sono in crisi.
Di sicuro non dovrete aspettare molto per leggere le prime visto che ho già diverse idee in testa...
La vostra masochista per eccellenza,
Signorina Granger