Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: eldarion    14/10/2016    4 recensioni
Genzo ormai non trova più spazio nell’Amburgo e ha deciso di unirsi alla nazionale giapponese per conquistare la qualificazione olimpica. Questa partenza, secondo me, ha sempre avuto il sapore dell'addio per Genzo. Il S.G.G.K. saluta definitivamente la sua prima squadra professionistica: io ho cercato di dare a questo addio una luce di speranza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer

I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

Ringrazio tutti coloro che dedicheranno del tempo alla lettura della mia storia e coloro che avranno la pazienza di recensirla.

Buona lettura!

 

Genzo che aspetti?

 

Ora sono qui in un angolo.

Da tempo ormai sono stato relegato nell’ombra.

L’inizio è stato molto diverso però, chi l’avrebbe detto che finiva così? 

Sembra ieri, lo ricordo bene: avevo solo 15 anni, molte speranze e mille promesse…

Ed ora? 

Ora che accade? 

Beh…Ora si torna a casa e non vorrei, non così: così è troppo amaro.

Ha il sapore dell’addio questo ritorno ed è triste anche se non è una resa e io lo so bene che non lo è.

Sono arrivato in Germania ed ero solamente un ragazzino.

E adesso?

Adesso è tutto così lontano e le speranze mi sembrano pezzi di un sogno infranto.

Devo starmene lì e non mi basta!

No, non mi basta starmene lì, seduto in panchina, a guardare. 

Senza rimpianti scrivo la parola fine.

Ho giocato il tutto per tutto, ho lasciato quella maledetta porta e ho perduto la partita, la fiducia dell’allenatore, la carriera.

Ho tentato, dovevo farlo: io detesto i pareggi ma ora non posso più, non posso resistere oltre.

Le mie gambe vogliono correre ancora e le mie mani vogliono disperatamente afferrare di nuovo il pallone. 

Anche la testa e gli occhi lo vogliono.

Voglio correre e sognare ancora.

Si torna a casa e non ho sprecato il mio talento. 

Seguirò il mio nuovo cammino e nessuno, nessuno, potrà fermarmi. 

Ci sono le qualificazioni olimpiche.

E poi? 

Lascerò tutto?

No, so che non lo farò, perché amo troppo il calcio.

Resterò in Giappone?

Forse potrei, per qualche anno magari, ma poi…

Poi mi annoierei perché non è in Giappone che ho perduto tutto e a me non piace lasciare conti in sospeso. 

Che farò? 

Mi brucia ancora: non è chiusa la partita con la Germania che mi volta le spalle.

“Calmati Genzo!" 

Mi dico con un filo di voce mentre stringo i pugni.

Chiudo gli occhi.

Vorrei stare calmo e poter ascoltare il battito del mio cuore: ecco, lo sento. 

Batte e posso ascoltarlo ancora; l’ho fatto tante volte mentre, fermo tra i pali, aspettavo.

Il mio cuore batte e torno a casa.

Torno semplicemente per me stesso, per inseguire di nuovo il mio sogno, per ascoltare di nuovo quel battito che non mi lasciava mai solo. 

La vita che avevo è sparita per sempre.

Torno nella mia terra.

Lascerò che il tempo passi e giocherò. 

Ritroverò i volti e i nomi del passato per imprimerli nella mente e nel cuore, prima che scoloriscano, e li terrò con me. 

Rimetterò i piedi nell’erba del campo.

I miei amici lo leggeranno in me questo nodo alla gola ma non diranno una parola perché sapranno quello so io: ho guardato il calcio dalla panchina a denti stretti e coi crampi allo stomaco e per me è stata un impresa!

Ora viene il bello o forse il brutto: tornare a casa, svuotare il cuore dall’ingiustizia e dalla delusione per riempirlo di nuovo.

Ci vorrà tempo, certo, per abbandonare le persone che conosco e ritrovarne altre, riscoprirò un vecchio sogno e lo troverò ancora più bello.

Guardo fuori, il cielo è azzurro.

“Genzo, che aspetti? …Esci dall’ombra!”

Lo dico a voce alta questa volta, come se parlassi ad un vecchio amico ma forse ho solo bisogno di parlare con me.

Alzo gli occhi ed esco dall’ombra della stanza.

Sì, è il momento!

Rifaccio la valigia: ora so come deve essere fatta. 

Apro la porta.

Vado via!

So bene com’è fatto il mondo, è disumano a volte.

“Non me ne vado perché ho perduto!”

Urlo così al vento che soffia e mi sento più leggero… Devo andare perché sono io e non mi arrendo.

Io sono Genzo: il ragazzino quindicenne col suo sogno.

Io sono ancora Genzo e torno a casa perché lo so che c’è, ce l’ho ancora il mio sogno da inseguire!


N.B. Ciao! Come vedete la mia Genzomania continua...Forse questo Genzo, solo con i suoi pensieri, è un po' troppo amaro ma è venuto così da sè...spero di averlo interpretato bene.



 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: eldarion