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Autore: sara_twd    16/10/2016    1 recensioni
“Non urlare! Sono certa che sono di là e ci stanno ascoltando! L’importante è che tu stia bene! Ho avuto così paura quando ti hanno colpito!”
“Sto bene, non preoccuparti.”
“A quanto pare l’intero universo sta pianificando di ucciderci: i vaganti, il governatore, ora i wolves..”
“Ehi, guardami!”
Beth alzò gli occhi dal pavimento, cercando di guardarlo ,anche se la poca luce lasciava molto all’immaginazione.
“Non glielo permetterò.”
Puntata 4x13- Beth non è scappata con la macchina in seguito all'attacco della mandria di erranti, ma cosa sarà successo? Scopritelo se anche voi shippavate immensamente la coppia Bethyl.
Spero che la mia prima fan-fiction possa piacervi e spero proseguiate nella lettura e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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capitolo 11

Capitolo 11 –  Fear the pain

 
Beth’s POV

Ognuno nella vita, prima o poi, affronta un periodo buio: ti senti inutile, impotente e l’unica cosa che riesci a percepire è il dolore. Il dolore che ti pervade, si impossessa di te e ti rende uno stupido guscio vuoto, incapace di provare emozioni.
Ecco, questa sono io.
E fa schifo.
Sono diventata il mio stesso alter-ego, devo accettare il fatto che forse non lo rivedrò più, e se prima amavo parlare e confrontarmi con le altre persone, ora lo detesto, non mi importa più di niente e di nessuno. Sto perdendo la speranza.
Voglio solo ritornare indietro a quando abbiamo bruciato la casa insieme, quando siamo andati a caccia, quando condividevo le mie giornate e le mie notti con lui, quando tutto era migliore grazie a Daryl.
Mio padre mi diceva che non ci accorgiamo di ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo: aveva dannatamente ragione.

Mentre sto camminando lungo le vie di Alexandria per raggiungere l’armeria, tengo la testa bassa e, approfittando del vento gelido, mi tiro su il cappuccio della felpa, così da attirare meno attenzione possibile.
Arrivata nell’edificio, entro ammirando la grande raccolta di armi che gli alexandrini hanno accumulato e procedo verso la stanza secondaria.
Rispetto alla prima non ci sono scaffali pieni di mitragliatrici, asce o proiettili ma solo delle enormi parabole collegate ad una centralina: ci sono milioni di spie accese, e un ragazzo di schiena con delle cuffie tipiche da dj, che sta collegando dei fili tra loro, fischiettando. Immagino che questo sia Jesse, il ragazzo di cui mi ha parlato Maggie.
Non voglio distrarlo, ma sembra non essersi in nessun modo accorto della mia presenza, quindi mi avvicino e tendo la mano verso la sua spalla.
Sto quasi per toccarlo, quando lui si gira di scatto e mi vede: si spaventa, quindi indietreggia velocemente e nel farlo inciampa in un cavo, finendo con un tonfo seduto sul pavimento.
E io per la prima volta, dopo tanti giorni, ho voglia di ridere.
La scena è stata incredibilmente divertente, come quelle gaffe che succedono nelle commedie, ma allo stesso tempo mi dispiace per quello che ho combinato e quindi mi avvicino al ragazzo per aiutarlo a rimetterlo in piedi, con un sacco di imbarazzo.
“Scusami, avrei dovuto bussare o farti capire che ero qui, davvero scusa, ti sei fatto male?”
“Dio santo, ho perso quarant’anni di vita. Comunque no, non mi sono fatto niente.” dice tirandosi su e sorridendomi. “Penso di non averti mai vista, sei nuova?”
“Sì, ciao, piacere io sono Beth” dico tendendo la mano “la sorella di Maggie. Tu invece sei Jesse, giusto?”
Lui me la stringe calorosamente “È un piacere Beth. Si, io sono Jesse” mi sorride “E questa è il mio umile, ehm, ufficio, prego mettiti comoda!” e continua indicandomi una poltrona che prima non avevo neanche visto.
“Allora Beth sorella di Maggie, cosa mi racconti? Ti piace qui?”
“Sì, è veramente bello. Mi piace molto.”
Non ho voglia di parlare, voglio solo sapere se il gruppo in missione sta bene, voglio sapere se lui sta bene e quindi evito di perdermi in chiacchere inutili anche se Jesse è molto cordiale:
“Jesse, so che tu ricevi tutte le radio segnalazioni dai vari gruppi che sono in missione.”
“Sì, esattamente!” mi risponde sodisfatto
“Hai notizie del gruppo di Rick, sono partiti stamattina ma non sappiamo ancora nulla e io sto iniziando a preoccuparmi. Stanno bene?” chiedo mantenendo sempre un tono cortese
“Per adesso non ho ricevuto nessuna notizia. Devi sapere che la faccenda è un po' più complicata: Lo vedi questo?” mi interroga indicando quello che penso sia un ricevitore
“Ah-ah”
“Ecco, questo lo hanno portato dei ragazzi da una missione e proviene da una centrale di polizia quindi è molto potente e ha una copertura molto estesa, ma siamo in possesso di 15 walkie-talkie che hanno una batteria con autonomia molto limitata, quindi i leader della missione lo usano poco, spesso lo utilizzano tra di loro e invece ci inviano segnalazioni solo quando sono in pericolo, annullano o aumentano i giorni di missione o ci avvertono che stanno per tornare.”
“Ah, ho capito, quindi non sai molto neanche tu..” affermo delusa
“No, infatti. Però mi piace stare qui, sto cercando di migliorare sempre più l’area comunicazioni ma le risorse sono quelle che sono. Mi dispiace.”
Mi sembra quasi arrabbiato dal fatto che non sia riuscito ad aiutarmi e improvvisamente mi accorgo di essere stata troppo fredda, quindi cerco di rimediare, lui non centra niente.
“Ehi, tranquillo, non fa niente!” gli dico nel tono più carino possibile “Nessun problema, si vede che ci tieni molto a tutto questo. Lavoravi nel settore informatico di qualche azienda prima?”
“Nono, io prima studiavo ingegneria informatica all’università” dice soffocando un po' di tristezza
“Ero solo al secondo anno, ma ehi pensavo in grande e volevo anche di specializzarmi.” Continua guardando fuori dalla finestra
“E tu invece, Beth sorella di Maggie cosa facevi?”
“Io..”
“Aspetta, aspetta! Voglio indovinare! Mmmh, allora fammi pensare…carina, occhi azzurri, capelli biondi…studiavi lettere moderne?”
“Ehm, no.”
“Allora…psicologia?”
“No, sbagliato ancora!” dico divertita
“Mhhh, difficile…ho capito! Facevi la modella!” dice lui continuando a sorridere
Io scoppio in una risata fragorosa, come potevo fare la modella? Che cosa assurda!
“Già, dovevo immaginarlo, sei troppo bassa.” Mi dice Jesse sghignazzando
“Ehi! Ti assicuro che essere bassi non è così divertente!” continuo io tra le risate

Quando torniamo seri, Jesse mi chiede ancora cosa facevo prima dell’apocalisse.
“Ho sempre adorato i bambini. Di qualsiasi età. Quest’anno mi sarei diplomata e poi avrei cercato lavoro in un asilo o in una scuola elementare.”
“Wow!”
“Che c’è? Troppo strana come idea?”
“No è solo che per badare a dei bambini devi avere una forza di sopportazione infinita, pazienza, essere gentile. Io dopo cinque minuti scapperei urlando!” afferma divertito Jesse
“E io invece impazzirei con tutti questi cavi” dico indicando i fili che penzolano
“È questo il bello delle persone, Beth. Ognuno ha qualcosa che gli interessa, e sempre qualcosa da offrire.”
“Già..”
“A proposito, lo vuoi un caffè?” dice cercando  di rimanere serio mentre io mi ritrovo a ridere come una matta per la seconda volta. Questo Jesse è proprio simpatico.
“Sì, grazie, volentieri.” Rispondo cortesemente
Lui si allontana per andare nell’angolo della stanza e avviare la macchina del caffè.
Quest’ultima inizia a gorgogliare e dopo poco Jesse torna a sedersi alla sua postazione, allungandomi il bicchiere di plastica caldo.
“Tante volte devo stare qui anche di notte, così Deanna ha pensato bene di sostenermi almeno con una macchina per il caffè.”
“Gentile, da parte sua.”
“Gran donna Deanna. Anche dopo la morte di suo marito, non si è fermata, non si è arresa, ha continuato a lottare”
Mentre pensa, il ragazzo fissa il suo bicchiere di caffè. Io lo imito e cala il silenzio. Ripenso alle parole che Jesse ha appena detto, sul “continuare a lottare” e per l’ennesima volta voglio scappare, correre lontana, ritrovarlo.
Di scatto Jesse tira su la testa e mi fissa “Sono-Un-Completo-Idiota”
Io lo guardo confusa “Perché?”
“Beth, mi sono dimenticato che anche noi possiamo contattare le squadre! Girati, sulla parete c’è affisso un walkie-talkie, lo vedi?
“È questo?” dico io, prendendo in mano la radiolina
“Sì perfetto, ora passamelo un secondo che provo a mettermi in comunicazione con Rick.”
Dopo avergli passato quell’aggeggio, Jesse ricomincia a toccare pulsanti, a girare strane manopole e a collegare fili, concentratissimo.
Continuo ad osservalo e mi rendo conto che questo ragazzo oltre che essere simpatico, è molto carino. Occhi marroni, capelli castani acconciati in un ciuffo un po' disordinato.
Il tipico universitario con felpa, t-shirt e fisico snello.
“Ecco fatto! Ora i ragazzi riceveranno il nostro segnale solo se un walkie è accesso, quindi non preoccuparti se all’inizio magari non rispondono. Vuoi farlo tu?” mi dice porgendomi la radiolina
“Ehm, si credo di sì” rispondo quasi spaventata
“Va bene, è semplicissimo: basta che premi il pulsante sul lato destro e inizi a parlare.”
“Ok. Dammi solo un secondo.” Dico io e la paura ricomincia: Voglio veramente sapere cosa sta succedendo?  
Respiro profondamente, premo il pulsante del walkie, mentre Jesse continua a guardarmi paziente
“Rick?”
Nessuna risposta. Ci riprovo.
“Rick? Ci sei?”
Il nulla. Nessun rumore, nessuna voce e io inizio ad agitarmi.
Jesse interviene dicendomi che i remote saranno spenti ma io non ce la faccio a restare calma, così mi alzo in piedi e inizio ad urlare nella radiolina con la speranza che qualcuno mi rispondi.
“Rick?! Glenn?! Abraham? Qualcuno riesce a sentirmi?! Per favore rispondete!”
“Beth, tranquilla avranno i walkie spenti non…” mi dice Jesse ma io non lo ascolto neanche e continuo, continuo a parlare nel walkie- talkie
“Mi sentite? C’è qualcuno che mi sente?”
Aspetto una risposta invano e poi cercando di trattenermi sussurro “Daryl, stai bene?”
Ma poi Jesse, che so per certo essersi accorto di quanto sono instabile e di quanto io sembra pazza cercando di contattare il mio gruppo, gentilmente mi prende il walkie e mi fa sedere sulla poltrona, e appoggiandosi sul bracciolo mi appoggia una mano dietro alla schiena, sperando di farmi calmare.
“Beth, ehi, stai calma, non è successo niente, Rick e gli altri stanno bene. Capito?”
“Cosa pensavo che mi avrebbero risposto subito? Stanno andando nella tana dei wolves e io mi preoccupo che mi rispondano!”
“Beth, sei solo scossa, ti serve tempo per rilassarti e tornare ad una vita più “normale” qui ad Alexandria, è normale che tu reagisca così.”
Non ho più nemmeno le forze di piangere, ma vorrei tanto farlo.
Jesse si inginocchia per terra, davanti alla mia poltrona e mi porge un bicchiere d’acqua. Io butto giù un sorso, ma non dico nulla.
“Va un po' meglio?” mi chiede premuroso Jesse
“Si, e scusami per la scenata di prima.” Gli rispondo dispiaciuta
“Non hai nulla di cui scusarti. Starò qui anche stanotte e se i ragazzi dovrebbero inviarmi qualche segnalazione, sarai la prima a saperlo, d’accordo?”
Annuisco e gli sorrido, poi lo aiuto per un po' a fare l’inventario in armeria: Jesse cerca di distrarmi in tutti i modi e parliamo di cose molto leggere e ovviamente trova sempre il modo di inserire qualche battuta per strapparmi un sorriso.
Sto contando uno per uno quanti sono i proiettili per le mitragliatrici quando arriva Carol.
Per primo vede Jesse, che la accoglie calorosamente “Ehilà, ciao Carol! Tutto bene? Ti servono ancora dei proiettili per la glock 42?”
“Ciao Jesse, nono sono apposto, sono venuta a portarti i tuoi biscotti preferiti! “gli dice lei sorridendo e estraendo dalla borsa un tupper pieno zeppo di cookies. Quando la donna mi vede mi sorride e mi saluta calorosamente.
“Davvero? Tutti quelli sono per me?” dice Jesse sorpreso e mentre apre la scatola chiede “Ma sono per caso quelli che hai fatto l’altra volta con le nocciole che hai trovato nel bosco?”
“Mhm, mhm sono proprio come quelli dell’altra volta” dice Carol soddisfatta e Jesse senza perdere un secondo di più si caccia un biscotto in bocca.
“Carol, come al solito sono squisiti!” e poi la abbraccia “Grazie! Li hai già portati hai bambini?”
“Sisi, mi manca solo Tobin e poi ho finito il giro. Hai notizie di Rick?”
Jesse sta per rispondergli, ma io sono più rapida e gli spiego che abbiamo provato a contattarli ma nessuno ci aveva ancora risposto
“Ah, capisco. Beh se sai qualcosa fammelo sapere, ok?” dice Carol a Jesse e poi si rivolge direttamente a me “Beth, stasera ho preparato la pasta al forno, che ne dici di venire da me a mangiare? Ci sono anche Carl e Judith che non vedono l’ora di vederti!”
Judith. Non ero ancora andata a riabbracciarla. Avevo così tanta voglia di vederla! Sì, ci sarei andata, almeno mi sarei distratta dai brutti pensieri.
“Ma certo! Per che ora posso venire?”
“Quando vuoi, nessun problema. Jesse vieni anche tu?” dice Carol
“Sai che non direi mai di no alla tua pasta al forno ma devo rimanere qui a monitorare la situazione.”
“Ah, giusto, giusto. Beh, in tal caso goditi i biscotti e Beth ci vediamo dopo!”
Io e Jesse la salutiamo entrambi calorosamente e poi continuiamo l’inventario.
Riusciamo a finire in poco tempo e quindi prima di lasciare Jesse mi sento in dovere di ringraziarlo per tutto quello che ha fatto.
“Jesse, io ora vado, sei stato gentilissimo e grazie per tutto quello che hai fatto. Te ne sono molto grata. Domani è un problema se vengo a trovarti ancora per sapere se ci sono delle novità?”
“Assolutamente no! Anzi visto che ci sei vedi di portarmi un po' di pasta al forno di Carol, sai tutta questa informatica mette una gran fame!”
Rido ancora, realizzando che anche Jesse riuscirebbe a far ridere la persona più scontrosa di tutti e poi esco dall’armeria, per andare da Carol.

Le persone reagiscono in modi diversi davanti ad esso. Lo accettano, lo elaborano, lo ignorano.
Non ci sono soluzioni, devi solo aspettare che il dolore si nasconda da qualche altra parte. Oggi per me si è attenuato quando ho passato un po' di tempo con Jesse e anche se molte volte il dolore può essere sopportabile, questa volta mi rendo conto che mi ha afferrato e che non vuole lasciarmi in pace. La verità è che con il dolore devi conviverci perché la vita, soprattutto adesso, me ne porterà sempre dell’altro.

 












N.A.: Buonasera a tutti! Sono tornata, nell’ultimo periodo mi sentivo ispirata e quindi ho buttato giù questo nuovo capitolo. Che dire, mi dispiace di essermi soffermata solo sul POV di Beth e di essere in una fase di stallo ma volevo concentrarmi bene sull’introduzione del nuovo personaggio ovvero Jesse.
Che dire su Jesse, come avete potuto leggere è molto carino e spiritoso quindi speriamo che riesca a sollevare un’ po' l’animo della dolce Beth che sta combattendo contro il dolore di aver “perso” il nostro arciere preferito. Ho concluso con un finale abbastanza deprimente proprio per farvi capire che la ragazza d'oro sembra aver perso la sua più grande arma ovvero la speranza.
Nel prossimo capitolo vedremo come procede il salvataggio e ovviamente ci sarà anche il POV di Daryl. Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate di Jesse, della storia in generale, insomma di quello che vi passa per la testa XD.
Tra poco più di una settimana torna TWD con la settima stagione! Alleluia! Siete pronti a conoscere meglio Negan? E volete davvero sapere chi è stato colpito da Lucille? Io in entrambi i casi no, ma sono comunque curiosa e non vedo l’ora che sia il 24.
Vi ho annoiato già abbastanza, quindi vi saluto e vi abbraccio, grazie per aver letto anche stavolta la mia ff. :-*

Sara

 

 

 

 

 

   
 
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