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Autore: roxy_black    10/05/2009    3 recensioni
STORIA IN VIA DI GRANDI MODIFICHE, NUOVO LOOK, NUOVI SCENARI!
1. capitolo aggiornato!
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Capitolo 3
“Ehi, aspetta, volevo ringraziarti, avrei fatto una brutta
fine se non mi avessi spinta via, grazie”
Fu un attimo: “Di niente”, rispose. Poi
risalì sulla sua scopa e ripartì.
Chi l’avrebbe mai detto? Scorpius Malfoy. Anche lui dietro le
apparenze aveva un cuore tenero?
Cap 10
“Si va bene, l’hai scoperto, e allora? Vuoi dirlo a
tutta Hogwarts? Ma cosa ci guadagneresti poi?”.
“Se vuoi tenerlo nascosto non sarò certo io ad
andare contro al tuo volere, per adesso, ma…”
sogghignò.
“Lo sapevo, sarebbe stato troppo bello, qual è la
condizione?!” gli chiese con furore. Se c’era un
modo, almeno uno, per cavarsela l’avrebbe affrontato.
“Dovrai essere la mia ragazza”
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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NOTE AUTRICE
Sto rivedendo questa storia, correggendo dove ritengo necessario o reintegrando con nuovi scenari. Anche se la storia rimane pressoché la stessa, gli scenari possono mutare..
Vi chiedo fiducia per una fan fiction che anni fa mi ha appassionato come non mai.

***

Stazione di King's Cross, binario 9 ¾

Non era agitata, entusiasta oppure disperata, era abbastanza tranquilla in confronto a tutti gli altri ragazzini nella stazione. Erano in ritardo però. La maggior parte degli studenti erano già saliti sul treno, tranne alcuni ritardatari, come una bambina che sorrideva alla madre per rincuorarla e per trasmetterle fiducia, perchè non era un addio ma solo un inizio di un viaggio. La donna fissava quel treno con una morsa allo stomaco, non conosceva Hogwarts poteva solo attenersi ai racconti che aveva sentito o letto nei libri, non voleva lasciare la sua unica figlia sola, non l'aveva mai lasciata, c'era sempre stata per lei ed era come se un piccolo pezzo del suo cuore se ne andasse con quel treno. Dopo aver stretto tra le braccia la figlia un'ultima volta, la donna guardò la sua bambina salire nella carrozza e delle silenziose lacrime scesero a bagnarle il volto, la sua bambina stava crescendo.

Tutti gli scompartimenti erano occupati. Se fosse partita prima avrebbe trovato di sicuro posto, ma la madre quella mattina era stata poco collaborativa, come se non volesse lasciarla andare e forse quella era la verità effettiva. Sbuffando la ragazzina continuò a procedere con il bagaglio appresso, era quasi arrivata alla fine del vagone quando individuò una cabina.

Ecco, lì c’è uno scompartimento non del tutto occupato: c'è un posto libero per fortuna! Pensò entrando.

“Posso?”, chiese con un sorriso stampato sulle labbra: aveva imparato che se una persona faceva una buona impressione al primo colpo poi tutto era discesa.

“Certo, siediti pure”, rispose un ragazzo ricambiando il sorriso e invitandola a mettersi comoda.

In quello scompartimento, compresa lei, erano in sei. Il ragazzino che le aveva risposto, era seduto proprio accanto a lei. Era alto e doveva avere qualche anno in più della ragazza, i suoi capelli erano neri, lunghi quasi fino alle spalle e tenuti indietro in modo da lasciar scoperta la fronte. Tutto sommato era molto affascinate e il suo sguardo era ancor più fosco della chioma nera.
Di fronte a lei, c'era una ragazza di sicuro più grande, molto bella: alta e magra, con capelli voluminosi e di un biondo brillante. La ragazzina notò subito l'espressione ostile che le stava dedicando, ma non considerandola una potenziale minaccia non indagò oltre. La giovane non poteva sapere che quella bellissima ragazza era gelosa di lei, solo per il sorriso che il moro le aveva rivolto all'inizio.

I minuti seguenti trascorsero piuttosto serenamente, tutti si conoscevano in quello scompartimento, tranne lei ovviamente, che in silenzio ascoltava e se interpellata rispondeva a monosillabi. Per passare il tempo, quindi, aveva tirato fuori un libro e aveva iniziato a leggerlo: era sempre stata un’amante della lettura come della scrittura. Quel libro era un regalo del padre, che sperava che si affezionasse anche a letture più complesse e che accantonasse quei volumi che lui considerava solo utili per essere dei ferma carte. Il testo che stringeva tra le mani narrava la vita di un licantropo e della sua lotta contro il mondo, combattuta tra il desiderio di cominciare una nuova vita o liberare per sempre i suoi istinti infimi. Non si parlava di storie d’amore, d'intrighi e di passione, per il dispiacere della ragazza, che lo leggeva solo per dimostrare al padre che sarebbe riuscita a finirlo. Ad un certo punto fu distratta da una violenta esclamazione che la fece sobbalzare. Si girò preoccupata, senza sapere con chi avesse a che fare.

“Che è successo?”, chiese la ragazzina allarmata.

“Non ci siamo nemmeno presentati!” rispose quel ragazzo che stava accanto al finestrino, guardandola sconvolto e divertito allo stesso tempo.

Mah è scemo?
“Ed è per questo che hai urlato?” chiese scettica.

“Io mi chiamo James, James Potter”, si presentò, ignorando la sua domanda.

A catena, intervennero tutti gli altri: così conobbe Louise Weasley, quella bellissima ragazza che, per qualche strano motivo, sembrava odiarla; Matt Black, seduto tra lei e James; e infine Fred e Roxane Weasley, due gemelli dai capelli rossicci.
Come sospettava dall’inizio, erano tutti imparentati tra loro, tranne per quel affascinante ragazzo di nome Matt. Adesso era il suo turno: “Io sono Amanda, piacere di avere fatto la vostra conoscenza”, si presentò con un sorriso tirato, in quel momento non riusciva a far di meglio.

“Hai anche un cognome, miss Amanda?” la canzonò divertito James.

Non capiva cosa ci fosse di così divertente, forse il fatto che tutti si fossero presentati con nome e cognome e lei solo con il nome.

“I cognomi servono relativamente a poco quando si fa conoscenza con altre persone. Solo nel caso in cui qualcun altro portasse il mio stesso nome avrei potuto dirti il mio cognome, però nessuno qui si chiama Amanda come me, e per giunta io non reputo importante il cognome, però se proprio vi incuriosisce così tanto ve lo dirò: è Ventura”.

Dopo una pausa di qualche secondo tutti scoppiarono a ridere, si era appena appuntata da sola la spilla con scritto 'Sono di un altro universo e so di esserlo', così il pomeriggio passò sereno tra scherzi vari e discorsi tutt’altro che seri.

Arrivò il momento in cui Louise tirò fuori la faccenda dello smistamento, ch per lei non era più un problema essendo al terzo anno. Tra di loro solo lei e James erano dei novellini e a sentire quest'ultimo lui già si vantava del fatto che ovviamente sarebbe finito a Grifondoro, per onorare la famiglia e altre baggianate simili. In quello scompartimento tutti erano Grifondoro tranne Louise che era una Corvonero, ma non sembrava a disagio per quello, ne andava ben fiera.

“Hai delle preferenze?” le domandò Matt. Il gruppo si era girato a guardarla aspettando una delle sue risposte senza senso e furono accontentati a dovere.

“Non fa differenza, una Casa vale l’altra dopotutto! S’imparano forse cose diverse se vai in una Casa o in un’altra? I professori sono diversi? Ci sono orari più pesanti o più leggeri? Questo è il mio parere e…” ad un certo punto si fermò perchè Louise, che ad ogni secondo che passava le stava sempre più antipatica, aveva mormorato un 'oh Merlino taci'. Avrebbe voluto risponderle a dovere, ma non era il tipo. Si limitò a fissarla, senza alcuna ostilità: solo puntarle addosso gli occhi senza trasmettere alcuna emozione. A interrompere quei lanci di sguardi fu James, che insistette perchè terminasse il discorso, intuendo la tensione che si stava accumulando.

“Come ho già detto, non fa differenza. Mia mamma sostiene che potrei benissimo stare in tutte e tre le case.”

“Le case sono quattro” la rimbeccò... potete immaginare chi.

“Ne sono consapevole, ma lei non conta i Serpeverde, ne è spaventata a morte, non vorrebbe mai che un giorno perdessi il naso alla ricerca di qualche potere Oscuro, quindi la casa dell'uomo nero è esclusa ” disse ridendo alle sue ultime parole.

“La casa dell’uomo nero!!! Ahahah!” le fece eco Potter, anche gli altri si unirono ridendo e pure Louise si concesse un sorrisino che nascondeva una favolosa risata.

“Tua mamma, a quanto pare, non ama quella casa. E' stata una Grifondoro, vero?” la interrogò Matt.

“No, lei non ha frequentato Hogwarts. Il motivo per cui non si è affezionata a quella Casata è per via di mia nonna, che ne ha parlato troppo bene. E tutto quello che è bene per mia nonna, è male per mia mamma”.

“Capisco. E quindi tutte tranne Serpeverde?”

“Ehm… no, potrei prenderla anche in considerazione. Mia mamma starà male per un po' ma le passerà! E così farei felice anche mia nonna! Sarebbe perfetta per accontentare tutta la mia famiglia, ma lascerò che sia il Capello a decidere”.

“Spero tanto che il Cappello ti smisti a Grifondoro... sarebbe un onore averti nella nostra casa” le sussurrò Matt all'orecchio. Amanda gli concesse per la prima volta uno dei suoi splendidi sorrisi. Quei sorrisi che sarebbero diventati, un giorno, una cosa rara.

***

Vecchio messaggio:

Nota di autrice:

Oh mamma mia ho impostato il mio primo capitolo, sono emozionatissima!Allora ditemi che ne pensate, se la storia vi piace o no, in questo capitolo non è successo nulla di particolare, ci sono dei nuovi personaggi come la protagonista inventata da me Amanda e Matt anche lui una mia creazione.

Baci Roxy

 

   
 
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