Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Mei91    17/10/2016    9 recensioni
per la casata reale demoniaca è un giorno di festa. il principe dei demoni Sesshomaru è tornato a casa per succedere al trono al posto del padre concedendo, così, al genitore e alla sua neo consorte Izayoi e il figlio Inuyasha, un pò di meritato riposo, ma per far ciò le leggi obbligano Sesshomaru a prendere moglie demone per poter diventare Re.
La principessa degli umani Rin Setsuna è la figlia del re degli umani Takemaru Setsuna fratello della principessa Izayoi. Rin odia i demoni, ma per liberare l'amata zia è disposta a sacrificare se stessa per recarsi al castello demoniaco e vendicarsi di Inu No Taisho, Sesshomaru e i loro demoni seguaci così da trarre in salvo la propria zia e riportarla a casa.
Riuscirà Rin a sedurre Sesshomaru senza innamorarsi del glaciale principe demoniaco.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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DOMINUS

 

 

 

 

Il re dei demoni correva a perdifiato per raggiungere nel minor tempo possibile il proprio palazzo reale. Lo scontro contro il demone drago Ryokotsusei era stato violento e lui era rimasto gravemente ferito, ma alla fine era riuscito ad avere la meglio su di lui ed ora il suo pensiero fisso era quello di correre dalla propria compagna. Gli era giunta voce, infatti, grazie al suo fedele servitore Miyoga, che la propria regina era in travaglio e che stava per partorire il suo secondo genito.

Non appena però era arrivato a palazzo, i suoi servitori e le levatrici non gli avevano permesso di assistere la moglie nelle ore di travaglio e ne era certo, per più di una volta aveva rischiato di perderla e lui non poteva far altro che attendere e sperare.

 

Quattro ore dopo…

 

La neve cadeva fitta da un cielo grigio ardesia quando il re dei demoni Inu no Taisho entrò nella stanza della regina e capì non avere più la mente lucida per continuare a governare il proprio regno. Non che non ne fosse più in grado, solo che ultimamente nella sua mente regnava sovrana la sua regina. Lentamente si avvicinò al letto dove la compagna se ne stava sdraiata e priva di sensi e si stese accanto a lei, osservandola a lungo, mentre tutta l’ansia e il nervosismo delle ore precedenti lasciava il posto a una profonda preoccupazione per la sua giovane sposa.  Erano secoli che governava come re, secoli che pensava prima al prossimo anziché a se stesso e adesso era giunto il momento di prendere una decisione, l’unica a suo dire fattibile.

Nella stanza imperiale della casata demoniaca, infatti, il re dei demoni se ne stava comodamente sdraiato sul proprio letto e su un fianco, la mano artigliata destra poggiata sulla tempia del proprio viso mentre con la mano sinistra giocava con i capelli corvini e sudati della propria donna.  Il braciere a forma di camino ardeva in un angolo della stanza donando quella luce e quel calore necessario per non far sì che lei non si ammalasse. In quel momento lei era fin troppo debole, esausta dopo un parto durato quasi tutta la notte.

La neo regina dei demoni contrasse leggermente il viso per il dolore non appena il suo possente corpo era entrato in contatto con quello minuto di lei. Il parto era stato dannatamente complicato e pericoloso e più volte, dalle urla e grida preoccupate e ansanti delle levatrici demoniache all’ interno della stanza, gli avevano fatto ben intendere che la sua donna aveva rischiato la vita più di una e due volte quella notte per mettere al mondo suo figlio.

 Istintivamente si avvicinò maggiormente a lei per donarle il proprio calore e far in modo che lei si rilassasse maggiormente, facendola sentire al sicuro.  Il re dei demoni aveva una gamba poggiata su quella della neo moglie e la schiena leggermente dolorate a causa della posizione in cui era. Una posizione non proprio comoda per lui ma calorosa per lei. Erano passate due ore da quando Izayoi aveva partorito il suo secondo genito, e le levatrici avevano portato via suo figlio Inuyasha per prestargli le dovute cure dopo parto, poi la sua giovane sposa era svenuta per il troppo dolore e per la stanchezza. Quelle ore erano state terribili, agonizzati, ma per fortuna pareva che adesso lei stesse meglio.

 

Inu no Taisho era dannatamente orgoglioso di lei. Izayoi, decisamente umana, era riuscita a mettere al mondo un suo erede e sano come un pesce, ma la preoccupazione del re era dovuta al fatto che la regina, non accennava a riprendere conoscenza.

Aveva gli occhi puntati su di lei da ore in cerca di un minino malessere da parte di lei. Il respiro del re sembrava essere regolare e le continue carezze al viso della donna gli davano un aria completamente rilassata. Tuttavia se qualcuno avesse avuto il privilegio di leggere nella sua mente, avrebbe notato una grande attività, una paura ben celata agli occhi di tutti tranne che a due persone. Suo figlio Sesshomaru e Izayoi, sua moglie.

Un tuono rimbombò nell’ aria. La bianca luce frastagliata di un lampo squarciò il cielo dell’epoca Sengoku illuminando maggiormente la stanza e facendo sussultare Izayoi che aprì gli occhi allarmata.

“Taisho!” esclamò la donna scattando seduta. Subito dopo un gemito di dolore la costrinsero a piegarsi su se stessa e ansimare trattenendo a stento le lacrime.

“Sono qui Izayoi!” sussurrò cheto il re dei demoni tirando un sospiro di sollievo nel constare che finalmente la moglie si era svegliata e costringendola a rimettersi supina e riprendendo a carezzarle i capelli per cercare di farla rilassare e placare il dolore.

 Izayoi non era una donna che si spaventava facilmente, ma era una donna umana, fortemente provata dal parto, con la paura costante di perdere lui, perché Izayoi lo sapeva, il marito non era un re a cui piaceva stare con il culo poggiato al trono, era un re attivo, un condottiero, un generale, e probabilmente teneva per se tutte quell’ansia e quella preoccupazione nei suoi confronti per non essergli d’intralcio, per non intaccare i suoi obblighi di re, per non tappargli le ali, per così dire, ovvero proibendogli di mostrare il proprio valore, il proprio essere re e via dicendo. Izayoi lo supportava in tutto quello che lui decideva e voleva fare, era una donna in grado di dare ottimi consigli, di accettare con grande dignità i pericoli che sia lui che Sesshomaru correvano ogni giorno e probabilmente nessuno aveva provveduto ad avvisare Izayoi del suo ritorno dalla battaglia, anche perché in quel momento la regina era impegnata a partorire, quindi Izayoi si era svegliata con l’angoscia di non averlo al fianco e inoltre non aveva previsto un temporale né si era preparata all’eventualità di lampi e fulmini.

“Sei qui amore mio…” ansimò la donna chiudendo gli occhi stanchi e voltando piano la testa di lato per poi poggiarla su un suo avambraccio.

“I…Inuyasha è nato” sussurrò flebilmente Izayoi con occhi chiusi.

“Lo so! Sei stata molto brava Izayoi!” esclamò Il re dei demoni, calmo, controllato, con voce cupa e facendole una tenera carezza al volto.

“Lui…” sussurrò sempre più flebilmente Izayoi tanto che persino lui dovette concentrarsi per sentirla.

“Dov’è? Lo hai visto?” sussurrò sempre flebile la regina.

Izayoi si accucciò maggiormente a lui.

“Inuyasha?” chiese Taisho e non appena la vide annuire piano tenendo sempre gli occhi chiusi, il re dei demoni accennò un sorriso. Ecco un'altra qualità di Izayoi, si preoccupava sempre prima per il prossimo anziché per se stessa.

“Di là! È con le levatrici, si stanno prendendo cura di lui. Tu come stai?” sussurrò il re de demoni, amabilmente.

“Bene… credo” sussurrò la giovane regina seppellendo il viso nel petto del marito. Taisho le mise una mano sulla vita per poi spingerla delicatamente e dolcemente verso di se.

Izayoi sospirò e sorrise stancamente. Si sentiva terribilmente al sicuro tra le braccia del marito e dopo una notte come quella, Izayoi aveva disperatamente bisogno di sentirlo vicino, e le parve che il marito avesse ben intuito il suo bisogno.

“Izayoi!” la chiamò il re dei demoni.

“Uhm?” sussurrò a occhi chiusi. La regina non aveva le forze di tener gli occhi aperti.

“Vorrei abdicare in favore di Sesshomaru!” esclamò il re

Izayoi sgranò gli occhi e annaspò.

“Perché?” sussurrò Izayoi.

“Il regno ha bisogno di un re condottiero, come Sesshomaru!”

“Come te!” sussurrò Izayoi, prima di addormentarsi. Non aveva le forze quella notte per indagare sul perché il marito avesse deciso di rinunciare al trono e di conseguenza, ne era certa, alle battaglie.

Inu no Taisho non rispose ma la sua mente corse al figlio Sesshomaru, nato dalla sua precedente relazione con la sua precedente moglie, anche ella un demone cane di nome Inukimi.  Pensò a Inuyasha appena nato e a Izayoi che per quanto forte, era pur sempre una donna bisognosa del proprio uomo e lui l’aveva trascurata per troppi anni. Izayoi si era affezionata parecchio a Sesshomaru nonostante il carattere del figlio maggiore e Sesshomaru, con gli anni, aveva imparato ad apprezzare e difendere Izayoi considerandola membro della propria famiglia, ma è sempre di Sesshomaru che si parlava, lui agiva non parlava.

“Ti sei affezionata a Sesshomaru parecchio donna, devo essere geloso?” esordì il re dei demoni con l’ombra di un sorriso, ma Izayoi ormai era andata a far visita a Morfeo.

Inu no Taisho guardò fuori dalla finestra e la totale assenza della luna lo colpì.

Il novilunio. In quel giorno Inuyasha andava protetto. Poi in lontananza, nel cielo, passò un raggio di luce, quasi fosse una cometa.

Inu no Taisho sorrise.

Sesshomaru.

Sesshomaru era arrivato, sicuramente aveva fiutato la nascita di Inuyasha e il pericolo che aveva corso Izayoi.

 

 

Takemaru Setsuna camminava avanti e indietro per il proprio palazzo umano.

La pazienza non era certo una delle sue virtù migliori e inoltre più passava il tempo più la preoccupazione e la paura prendevano il sopravvento sulle sue azioni decisionali.

 Due anni fa, proprio in quel periodo, la sua amatissima sorella Izayoi, era sparita per più di una settimana, poi un suo messaggero, che aveva mandato alla ricerca della sorella stessa, lo aveva avvertito che la principessa Izayoi era stata rapita e fatta prigioniera da re dei demoni Inu no Taisho.

Izayoi era una donna di tutto rispetto, forte, elegante, dolce, il rifugio perfetto per lui nel momento del bisogno. Sua sorella era l’unico membro della famiglia che gli rimaneva e in punto di morte aveva promesso ai propri genitori che l’avrebbe sempre protetta e invece due anni fa era venuto meno alla promessa fatta al padre, aveva permesso che quel maligno re dei demoni rapisse sua sorella e la facesse prigioniera.

Takemaru si chiese cosa in quel momento stesse facendo la sorella, se stesse bene, se era in grado di proteggersi dalle grinfie dei demoni. Sua sorella l’aveva aiutato sempre e comunque in particolar modo con sua figlia Rin, che da quando era morta la madre aveva trovato in Izayoi un punto fermo, una specie di seconda madre e di questo Takemaru era profondamente grato ai Kami dell’esistenza di sua sorella.

Takemaru si affacciò alla finestra del proprio palazzo e sorrise. Nei giardini del palazzo il suo tesoro più grande stava passeggiando con una delle ancelle.

Rin. La sua bambina.

Rin era infatti la creatura più bella che il mondo umano avesse mai visto.  Quell’anno avrebbe compiuto vent’anni, ma era già di una bellezza da mozzare il fiato. Alta, con un elegante portamento, capelli lunghi e corvini, occhi di un caldo color cioccolato.

 Rin era uno splendore.

Rin era cresciuta immersa nell’amore. Izayoi l’amava come una figlia e lei amava lui e sua sorella esattamente come una foglia ama i propri genitori anche se effettivamente Izayoi non era sua madre ma solo sua zia e quando quel demone l’aveva rapita, Rin cambiò radicalmente.

Rin era conosciuta con molti nomi, i più comuni erano il respiro del re, in quanto Rin era davvero il respiro stesso di Takemaru.

  Lui stesso avrebbe dato la vita per lei. Da quando sua moglie era morta per proteggerla da un demone, per lui Rin era diventata il suo stesso respiro, senza di lei si sentiva perso, ma da quando la madre era morta, anche Rin era cambiata, all’ epoca aveva smesso di fidarsi di tutto e di tutto e poi quando due anni fa anche la zia era stata rapita, Rin era cambiata ancora covando un rancore profondo nei confronti dei demoni e decisa a farli tutti fuori, inoltre la sua piccola bambina aveva anche smesso di sorride e di essere allegra e spensierata e aveva preso a passare le proprie giornate allenandosi per diventare più forte, più irresistibile, più spietata. Rin aveva ereditato dalla madre un lato del suo carattere molto particolare, era in grado di attendere anni per la sua vendetta, ma quando il giorno arriva era spietata e da lui invece aveva ereditato la determinazione, lo spirito combattivo e inoltre c’era anche uno spruzzo della stessa Rin nel carattere di Rin. Sua figlia era una donna che era meglio non avere come nemico.

Certo, era sempre il fiore più bello di tutto il giardino, ma il suo secondo nome, Ruby Red, Rubino rosso, lasciava bene intendere a quanti cuori spezzati aveva lasciato alle sue spalle, e quanto spietata poteva essere nell’ambito in cui decideva di attaccare.  Rin non era nemmeno una donna indifesa.

Rin era diventata una femme fatele.

Era un mix perfetto di scaltrezza, furbizia, freddezza, mistero, seduzione, dolcezza, eleganza, che persino lui faticava a tenerle testa, da due anni a quella parte, da quando la sua amata zia era stata rapita, zia che lei considerava come una seconda madre, Rin aveva preso ad allenarsi con maggiore assiduità, affinato le sue doti, utilizzato al meglio le proprie armi sia di seduzione che di combattimento.

Ruby Red poteva essere considerata l’arma più potente che il regno umano possedeva.

Ruby Red era decisamente pericolosa non solo per gli umani, ma anche per i demoni, perché con i suoi modi dolci e affabili era capace di attaccare indisturbata. Rin era la migliore cacciatrice di demoni che Takemaru possedeva tra le sue schiere, ma lui, non era ancora del tutto convinto di voler utilizzare la propria amata figlia come un’arma.

La sola idea di perderla la spaventava a morte.

La sola cosa che Takemaru voleva, era proteggere la sua bambina da altre sofferenze gratuite.

 

Un rumore destò Takemaru dai propri pensieri e si voltò verso la porta osservando un trafelato capo della guardia reale davanti a lui.

“Sumuro, che succede?” esclamò Takemaru.

“Notizie dalla guardia di barriera padrone, pare che nel regno dei demoni ci sia in programma una festa?”

Takemaru inarcò un sopracciglio.

“Per cosa?”

“Pare per la nascita di un secondo genito demoniaco!” esclamò il capo della guardia reale.

“E allora?”

“Il secondo erede è un mezzo demone e si vocifera che sia figlio del re dei demoni e…e…” esclamò Sumuro per poi iniziare a balbettare.

“E?” lo esortò il re.

“Di vostra sorella Izayoi sire!” concluse.

“Cosa!” Annaspò Takemaru a occhi sgranati

“Inoltre pare che il principe ereditario Sesshomaru abbia fatto ritorno al regno demoniaco!” continuò Sumuro.

“E si vocifera anche che il re voglia abdicare il favore del figlio!” continuò Sumuro.

“Cosa? Ma che diavolo sta succedendo in quel regno!” urlò Takemaru iniziando a camminare nervosamente avanti e indietro per tutta la stanza. Sumuro tossicò.

“Sire, un'altra cosa!”

“Ancora? Che altro c’è? “Esordì esasperato

“Pare che molte demoni donne si stiano avviando al palazzo reale demoniaco…” iniziò titubante Sumuro

“Il palazzo reale demoniaco!” esclamò allibito Takemaru. Erano anni che cercava quel palazzo e adesso spuntava così, dal nulla, da un giorno all’ altro. Ne era certo nel regno demoniaco stava succedendo qualcosa e forse quella era l’occasione più adatta per poter recuperare sua sorella.

“Come faccio a salvare Izayoi!” borbottò tra se e se Takemaru.

“Pare che il palazzo per questa settimana sia visibile!” continuò Sumuro.

Takemaru voltò di scatto la testa verso Sumuro e lo guardò a occhi sgranati.

“Ma cosa? Perché?” ansimò Takemaru.

“Per le donne demoni!”

“Ma perché?” urlò il re degli umani.

“Pare che per diventare re il principe demoniaco debba prima sposarsi!” concluse Sumuro. “Quelle donne sarebbero le pretendenti!” continuò il capo della guardia reale.

“E’ un’occasione ghiotta, papà!” esordì fredda una donna entrando nella stanza.

“Rin! Per cosa un’occasione ghiotta figlia mia?” chiese Takemaru prestando attenzione alla figlia che nel frattempo uscì dalla penombra.

Rin indossava uno splendido abito bianco con decori floreali e semplici, molto sobrio ma al contempo elegante.

La bocca di Sumuro arrivò per terra non appena vide la principessa Rin.

“Principessa, siete stupenda!” esclamò il capo della guardia reale. Rin lo guardò e fece un cenno con il capo, ma i suoi occhi erano freddi, insensibili alle lusinghe maschili.

“Lasciaci Sumuro!” ordinò il re fulminandolo.

Sumuro ubbidì all’ istante, poi sparì. Takemaru si girò verso la figlia e sorrise.

“Ha ragione, sei splendida e io geloso!” ridacchiò il padre.  Gli occhi di Rin si illuminarono al complimento di Takemaru. Era insensibile a tutte le lusinghe, fuorché a quelle del padre.

“Non avete da che temere padre. Siete l’unico uomo della mia vita!” esordì Rin sorridendo.

“E voglio ben sperare! Sono geloso marcio lo sai!” esordì Takemaru ridacchiando.

“Lo so, comunque papà. Potremmo davvero salvare la zia, se mi mandate al palazzo demoniaco come esca per sedurre questo principe demoniaco…”

Takemaru che in quel momento stava bevendo un bicchiere di Sakè si soffocò con esso e guardò la figlia allibito.

“Taki!” esclamò il re degli umani.

“Dite sire!” esclamò una donna vestita con abiti semplici ma al contempo eleganti.

Taki era un ancella di Rin.

“Porta Rin nelle sue stanze, probabilmente oggi mia figlia ha sbattuto violentemente la capoccia!” ringhiò Takemaru infuriato. Sua figlia era forse uscita di senno? Mandarla nella tana del nemico? E anche se fosse chi andava li possedeva un aura demonica e Rin era umanissima.

“Eseguo sire!” esclamò Taki prima di avvicinarsi a Rin e metterle le mani sulle spalle per esortarla a camminare.

Rin chiuse gli occhi e sospirò assecondando il volere del padre senza dire una parola di più.

“Rin, se non tenessi a te non reagirei così e tu poi non possiedi un aura demoniaca, stanne certa non ti mando a morire!” ringhiò il padre prima che Rin uscisse dalla sala del trono.

“Ricorda le mie parole padre, non è un aura demonica che ti rende forte! Il re dei demoni stesso cela la sua potente aura demoniaca eppure chiunque sa quanto in realtà egli è crudele, spietato e senza cuore. Ha rapito la zia papà, tua sorella, e se noi possiamo fare qualcosa per salvarla è nostro dovere farlo! Non mi serve un aura demoniaca per sedurre e uccidere un demone e tu questo lo sai molto bene!” esclamò Rin prima di sparire dietro la porta.

Takemaru sussultò poi si lasciò cadere sul trono con una mano tra i capelli.

 

To be continue

Buona sera signori e signore, sono qua con una nuova storia. Diciamo che dopo anni d’assenza sul fandom di Inuyasha torno con una nuova storia a capitoli. Per chi fosse interessato ogni domenica aggiornerò, ovviamente salvo imprevisti. Ringrazio tutti coloro che leggeranno questa storia e che mi dedicheranno due minutini del loro tempo per recensirla.

Un kiss enorme Mei.

 

 

 

 

 

   
 
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