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Autore: Neko    10/05/2009    8 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Un fiore di ciliegio per la salvezza di un demone

 

Capitolo 1: una storia che vale la pena essere raccontata

 

Voglio raccontarvi una storia.

La mia e quella di una persona a me cara.

Prima di tutto mi presento, tanto per avere una idea di chi sia quella matta, che si è messa a scrivere questo racconto, ma per quanto può valere la mia opinione, questa è una storia che vale la pena di essere raccontata.

Mi chiamo Sakura Haruno. Sono una kunoichi del villaggio della foglia. Di lavoro faccio il medico e molti mi considerano la migliore in tutto il paese del fuoco, dopo la morte della mia maestra. Il quinto hokage Tsunade-sama.

Grazie a lei sono diventata quella che sono, anche se non ne ha tutti i meriti.

Nella mia vita sono molte le persone che hanno avuto una certa influenza su di me…una di questa in particolare e sarà proprio di lui che vi voglio raccontare.

Cominciò dall’inizio. Avevo 15 anni all’epoca. Ero una ninja parecchio inesperta, nonostante fossi al livello chunin. Non amavo molto svolgere missioni, preferivo rimanere a Konoha a curare i pazienti che mi venivano affidati. Non c’è niente di meglio di un sorriso di una persona che ti sorride quando sei riuscito ad alleviargli il dolore del suo male. Per questo adoro il mio lavoro.

Comunque a quell’età ero solo un’apprendista, ma avevo già capito che quella era la mia strada. Ma fra un paziente e l’altro, dovevo svolgere qualche missione con la mia squadra. Di essa ne facevano parte:

 il maestro Kakashi, un tipo alquanto strano e misterioso. nonostante ora sia ormai una donna e di anni ne siano passati, non ho ancora scoperto quale sia il suo vero aspetto.

Sasuke Uchiha: bhe il nome dovrebbe dirvi tutto. Apparteneva…cioè appartiene  a un clan prestigioso, molto temuto e quasi istinto a Konoha. Ha l’abilità innata dello sharingan…sinceramente non ho mai capito bene come funzionasse. Da quello che so mi sembra più un danno per il corpo, che un dono.

Infine Sai: lui è il compagno di squadra con il quale abbia avuto meno affiatamento…era spesso sulle sue e inoltre aveva un sorriso fastidioso sempre dipinto sulle labbra…bhe non è cambiato poi molto in questi anni, ma almeno dimostra di avere più sentimenti, dato che diceva sempre di non sapere provare emozioni.

Sono capitata proprio in una squadra di matti, ma con il tempo mi ci sono affezionata e in un modo o nell’altro diventammo amici. Poi io avevo una cotta smisurata per Sasuke…se adesso ci penso mi viene da ridere, in effetti non è proprio il mio tipo. Troppo cupo…preferisco i tipi solari.

Forse mi sto perdendo un po’ troppo in chiacchiere e dovrei cominciare con raccontare ciò per cui ora sono qui a parlare a voi.

Era una mattina come tutte le altre e anche quel giorno dovetti recarmi da Tsunade per la mia lezione giornaliera. La mia maestra era appena diventata hokage all’ora…da circa un mese. Ciò avvenne dopo un attacco da parte di un paese ostile a Konoha, che ebbe la geniale idea di attaccare il villaggio. molti furono i periti e fra loro ci fu anche il sandaime. Era piuttosto anziano e non era più abbastanza forte da riuscire a sostenere uno scontro…fatto sta che morì.

Il consiglio degli anziani si mobilitò subito a trovare un nuovo hokage e dopo aver chiesto al sannin Jiraya di accettare la carica…dovettero scegliere Tsunade, dato che l’uomo non era interessato.

Non potevano fare una scelta migliore. Il villaggio era in ottime mani.

Quel giorno per mia sorpresa non trovai Tsunade a farmi da insegnante, ma Shizune. L’hokage aveva altre questioni da risolvere; una questione che presto mi avrebbe travolto.

Finita la lezione, feci per tornarmene a casa, ma quando vidi la mia maestra incamminarsi per chissà dove…la seguii. Non ero solita farmi gli affari degli altri, ma quella volta lo feci.

Si stava recando alla prigione di Konoha. Un luogo ai più sconosciuto. L’ingresso era vietato a tutti, solo ad alcuni anbu era permesso entrarci, ma solo coloro che avevano il compito di sorvegliare i prigionieri.

In quel luogo erano rinchiusi i peggiori criminali che konoha avesse potuto avere.

Volevo saperne di più,ma intimorita ritornai sui miei passi.

Anche i giorni precedenti Tsunade si recò in quel luogo. Ero troppo curiosa di conoscere il perché e così alla fine mi decisi. Aspettai impazientemente che l’hokage uscisse da quel luogo per entrarvi io. Dovetti fare parecchia attenzione…c’erano molti anbu, anche se non tanti quanto me ne aspettavo.

Quel luogo era orribile. Sporco, buio e umido. C’erano addirittura topi e scarafaggi, per farvi capire in che condizioni vivevano in quel luogo. Bhe d’altronde se lo meritavano. Avevano compiuto chissà quali crimini e non potevano pretendere chissà quali privilegi.

Però c’era un però.

Tutto questo è ingiusto se a finire là dentro è qualcuno che non ha nessuna colpa.

Girovagai per tutta la prigione. Era enorme e quando decisi che era meglio andarsene da lì, per puro caso mi soffermai a guardare all’interno di una cella.

C’era una figura tutta rannicchiata coperta da un pezzo di stoffa nera, tutta sgualcita. Doveva avere freddo nel modo in cui si era fatto piccolo piccolo, cercando un po’ calore dal proprio corpo. non si vedeva niente a parte un pezzo della testa.

Non riuscii a decifrare il colore dei capelli, avrei detto castani, ma non ne ero sicura. Ad un certo punto però vidi qualcosa che mi spaventò e mi fece scappare via.

Pensai e ripensai più volte a quello che avevo visto. Non riuscivo a trovare una spiegazione. non era umanamente possibile. Quella figura scura che avevo visto, improvvisamente iniziò a fissarmi con il suo sguardo rosso fuoco luminoso. In quel momento sentii un grande senso di odio invadere il mio cuore. Un’esperienza bruttissima.

Passò circa una settimana durante la quale non potei fare a meno di continuare a pensare a ciò che avevo visto e provato. Anche i miei amici e Tsunade si erano accorti di qualcosa di strano in me, ma a ogni domanda che mi porgevano, io rimanevo sul vago, non volendo essere presa per pazza e soprattutto essere punita per aver violato la legge. Avrei potuto finire anch’io in quella prigione e magari nella stessa cella di quella figura.

Comunque non riuscivo a torgliermela dalla testa. Qualcosa o qualcuno mi bisbigliava di tornare in quel luogo, per saperne di più.

 Cercai di mettere a tacere quella voce, ma di fatto non ci riuscì. Ed eccomi lì, nuovamente all’interno della prigione davanti a quella cella.

Quella volta c’era maggiore luce. Dovevano aver aggiunto qualche torcia in più per rendere migliore la visione, anche se ora io ero più visibile.

La figura tutta rannicchiata su se stesso era nella stessa posizione della prima volta. Chissà se si era mosso.

Provai a chiamarlo.

“Ehi!” dissi a bassa voce. Non potevo farmi sentire dagli anbu, ma neanche lui così avrebbe udito la mia voce.

Riprovai, ma non funzionò. Presi allora un piccolo sassolino e lo lanciai vicino a lui, in modo da attirare la sua attenzione.

Si mosse appena.

Forse stava dormendo. Ricompii l’azione e questa volta la figura si tirò su da poter vedere chi era.

Rimasi sorpresa di vedere chi c’era.

Era un ragazzo. Avrà avuto la mia stessa età eppure si trovava in quel luogo orribile. Chissà cosa aveva commesso. Anche se mi veniva difficile pensare che un ragazzo così giovane potesse compiere chissà quali gravità. Inoltre mi sembrava essere li già da un bel po’.

Aveva capelli biondi…mischiato a sporco e alquanto lunghi…segno che non gli venivano tagliati, eppure anche in prigione, se uno ha necessità, ti mandano qualcuno per accorciarti i capelli, ma lui…

Che fosse talmente pericoloso da non far avvicinare nessuno?

Eppure a me non sembrava pericoloso. Una cosa mi colpì subito: i suoi occhi. Erano di un azzurro stupendo, ma erano pieni di dolore, tristezza, solitudine. Erano diversi da quelli che avevo visto la settimana prima. Quelli erano pieni di rabbia, rancore e odio…ma soprattutto rossi.

Che avessi sbagliato cella? Non mi importava…ora ero colpita da lui e volevo saperne di più…conoscerlo.

“ciao!” disse avvicinandomi alle sbarre, ma prima che potessi farlo, il ragazzo mi ringhiò contro facendomi sussultare. Non so se lo fece perché non voleva che mi avvicinassi alla sua prigione o per farmi accorgere del sigillo che era applicato alle sbarre. Quel tipo di chiusura era messo solo a chi aveva compiuto strage di innocenti ed era impossibile da recuperare e inoltre chi toccava le sbarre, ne rimaneva folgorato.

Mi spaventai. Sia perché ci sarebbe mancato poco e io sarei finita all’altro mondo…sia perché il ragazzo che mi aveva tanto colpito era molto pericoloso.

Sentii dei passi. Degli anbu si stavano avvicinando. Dovevo andare, ma prima rivolsi un ultimo sguardo al ragazzo che mi fissava.

Riuscii ad allonatarmi in tempo, ma sentii quello che gli anbu dissero “Tieni mostro, questa è la tua cena, anche se un demone come te, dovrebbe essere lasciato morire di fame!”

Quelle parole mi colpirono. Perché dire quelle cattiverie a un ragazzo.

Il giorno dopo chiesi a Tsunade.

“Maestra?” attirai la sua attenzione “ieri per puro caso sono passata vicino alla prigione e mi chiedevo…chi viene rinchiuso al suo interno? Cioè i criminali della peggior specie, ma cosa hanno fatto di così tremendo da finire li dentro?”

Tsunade si fece pensierosa e sospirò “delle cose terribili. Tradito il loro villaggio, ucciso a sangue freddo persone innocenti. Torturato ostaggi per aver solo qualche soldo…cose del genere…però…” cominciò col dire.

“Però?” dissi incitandola a continuare

“Non tutti sono colpevoli li dentro! A volte le decisioni presi dai superiori sono ingiuste!”

Rimase a pensare…in cuor mio speravo proprio che si riferisse a quel ragazzo.

“Maestra, ma se qualche ragazzo diciamo intorno alla mia età compisse uno di quei crimini da lei prima citati, finirebbe lì dentro?” chiese cercando di non destare sospetto per la mia curiosità

Tsunade alzò il sopracciglio “come mai questo interessamento?”

Alzai le spalle “curiosità…ho visto molti anbu e mi chiedevo cosa o chi potesse esserci li dentro.”

Tsunade cambiò espressione convinta della mia innocenza “dovresti sapere che i minorenni non possono essere mandati lì dentro. È un luogo orribile e finchè si può, si prova a recuperare i ragazzi, ma una volta che vengono spediti li dentro, l’unica cosa a cui possono andare incontro è…la pazzia!”

Inghiottii la saliva che mi si era formata in gola per l’ansia.

Se Tsunade mi riferiva quello, perché quel ragazzo era lì e in quelle condizioni?

L’indomani tornai da lui.

“Ciao! Sono tornata!” gli dissi. Questa volta mi sentì subito e cominciò nuovamente a fissarmi con quello sguardo triste che mi rapivano ogni volta.

“Ieri sono andata via un po’ bruscamente e che…non dovrei essere qui. Nemmeno tu in teoria!” dissi accennandogli a un sorriso.

Non fece una piega. Continuava a fissarmi. Mi sentivo a disagio in quel momento. Cercai comunque di comunicare con lui.

“non mi sono ancora presentata. Io sono Sakura! Tu come ti chiami?” gli chiesi gentilmente.

Quella domanda provocò in lui una reazione. Spalancò gli occhi, successivamente scosse la testa.

Rimasi sorpresa.

“Non lo sai? Hai forse perso la memoria? che ne dici se ti do io un nome, finchè non ricordi il tuo?”

Non mi diede risposta. Cominciai a pensare a un nome.

“Che ne dici di Yaku?”

Di nuovo non disse niente. lasciai perdere per il momento. Poi mi ricordai del cestino che avevo in mano.

“Oh,mi stavo per dimenticare, ce stupida che sono! Tieni! Questo l’ho fatto io! non sono un ottima cuoca però ho fatto del mio meglio. Spero che tu sia affamato!” dissi.

Era una domanda retorica. Anche un bambino sa che in quelle prigione è già tanto se ti danno da mangiare e inoltre il cibo è sempre scadente.

Volevo lasciargli il cibo nel contenitore oppure sopra un fazzoletto, ma avrebbero scoperto che qualcuno gli andava a fare visita. Mi vidi costretta a mettergli il cibo per terra, facendo attenzione a non sfiorare le sbarre.

Quando compii la mia azione, mi allontanai e guardai la scena.

Per qualche minuto il ragazzo continuò a fissarmi, poi cominciò a spostare lo sguardo sul cibo, per poi buttarcisi sopra letteralmente. Lo fece fuori in men che non si dica. Sembrava che non mangiasse da giorni.

Sorrisi. Sembrava aver gradito il pasto che gli avevo portato. Gli promisi che sarei tornata a portargliene altro l’indomani.

Passai un mese così. Andavo da lui praticamente tutti i giorni a portargli del cibo e a parlarci. Non riuscii a fargli dire nemmeno una parola, ma non mi importava. Mi bastava poterlo aiutare in qualche modo. Era sempre lo stesso. Sempre in un angolo a fissarmi insistentemente. Solo un paio di volte capitò che dovetti andarmene. Arrivavo nei momenti sbagliati. Mi era capitato di giungere proprio nell’istante in cui gli anbu gli facevano chissà che cosa. Forse lo picchiavano o comunque gli facevano del male, fatto sta che sentivo le sue urla e quando finalmente potevo avvicinarmi a lui…ecco che quegli occhi iniettati di sangue tornavano a farmi visita. In quei momenti era estremamente aggressivo e una volta provò addirittura ad attaccarmi, ma venne fermato dall’alta tensione  delle sbarre.

Quella volta ebbi davvero paura. Quel voltaggio avrebbe steso anche un elefante, mentre lui era solo svenuto.

Nonostante l’accaduto, non mi arresi e continuai ad andare a fargli visita.

 

 

************

Ho già parecchie fanfic da continuare, ma è più forte di me. quando mi vengono in mente nuove idee devo cominciare a scrivere. Ma piano piano riuscirò a portare a termine anche le altre storie da me intraprese e questa nuova ff, che spero vivamente vi possa piacere.

Aspetto i vostri commenti…fatemi sapere

Ciao

Neko=^^=

  
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