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Autore: Cannella47    19/10/2016    1 recensioni
Essere vivi vuol dire svegliarsi con il sole e un dolore lancinante nelle ossa.
Vuol dire tentare di voltarsi e pentirsene amaramente quando ti rendi conto di riuscire a malapena a tirare fiato.
Ricordi che ti hanno sparato, ricordi che tuo padre deve essere arrivato a un certo punto.
Dove sei adesso?
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Tex Willer & Co non mi appartengono ma sono copyright della Sergio Bonelli Editore e proprietà dei loro creatori (i leggendari G.L Bonelli e Galep) e dei disegnatori e degli sceneggiatori che hanno seguito le loro orme.

Scritta con i n° 598-599 in mente (ma con l' estemporanea aggiunta di Tiger), per essere Tex,questa storia è dolce da far cadere i denti. Però mi sta stranamente a cuore. Lettore avvisato, mezzo salvato!

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Momenti di Quiete

(Kit Willer)

 

 

Essere vivi vuol dire svegliarsi con il sole e un dolore lancinante nelle ossa. Vuol dire tentare di voltarsi e pentirsene amaramente quando ti rendi conto di riuscire a malapena a tirare fiato. Ricordi che ti hanno sparato, ricordi che tuo padre deve essere arrivato a un certo punto. Dove sei adesso?

Apri gli occhi. Carson è seduto all'ingresso della tua capanna con una sigaretta in bocca e un telegramma in mano. Vorresti sorridere vedendo che sta completamente ignorando il telegramma a favore di osservare il via-vai del villaggio oltre la soglia. Impieghi un attimo a capire che il fagotto di coperte accanto a lui è Tiger, che gli si è addormentato con la testa su un ginocchio. Lo troveresti bizzarro ma, anche con la mente annebbiata, riesci a vedere le profonde occhiaie e i segni di fatica che solcano il volto del vostro pard indiano. Deve essere stata colpa tua, rifletti amaramente. Come al solito li hai fatti preoccupare e hai scatenato tuo padre sulla pista della vendetta. Forse hanno discusso, ora Tiger è allo stremo, forse ferito anche lui, e tuo padre è andato da solo chissà dove.


Carson spegne la sigaretta per terra. Vorresti chiamarlo ma hai la bocca impastata e la voce non ti esce. Forse un gemito lo emetti lo stesso perchè Carson si volta e lo senti tirare un sospiro profondo, probabilmente sollievo, prima di ruotare delicatamente verso di te in modo da non spostare Tiger.

“Sei sveglio, ragazzo?” Provi ad annuire ma ti gira la testa e desisti dopo il primo tentativo. Carson sembra capire ugualmente, perchè sorride e passa un braccio attorno alle spalle di Tiger spostandolo verso l'interno della capanna, in modo che possa stendersi vicino a te. Il vostro indiano mugugna qualcosa, iniziando a svegliarsi, ma Carson gli appoggia una mano in fronte, fermandolo.“Dormi, fratello. Si è svegliato appena.” E' sempre strano sentire il vecchio Carson parlare Navajo, con la sua pronuncia mozzicata e il forte accento. È una cortesia in questo caso: appena svegliato Tiger non va molto d'accordo con l'Inglese.

“Dormi anche tu, figliolo. Vi porterò dell'acqua fra un poco.” Provi ad annuire di nuovo e questa volta ti riesce meglio. Carson appoggia l'altra mano sulla tua fronte, metà per conforto, metà per provarti la febbre. Vorresti chiedergli di tuo padre ma il buio sta già premendo ai limiti della tua coscienza.Certo, lo zio Kit non sembra preoccupato e Tiger è una forma sicura al tuo fianco. Di loro ti fidi. Sai che veglieranno su di te così come su tuo padre.

“Dormi, Piccolo Falco.” Torni a chiudere gli occhi.

  
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