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Autore: LadyBlack3    23/10/2016    5 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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<< Devi proprio andare? >>
<< Sì Ian, devo andare >>
<< è troppo pericoloso! >>
<< Non mi importa, sono una Strega e so difendermI >>
La bambina aveva deciso: sarebbe andata a cercare suo fratello. Prima o poi doveva decidersi ma le dispiaceva abbandonare il suo amichetto dopo sei mesi di spensierata amicizia. Era incredibile il legame che si era creato tra loro due in pochissimo tempo, Merope ricordava molto bene il giorno in cui Ian la trovò: era malconcia e profondamente disorientata, il vestitino lungo fino alle ginocchia di un bel colore ocra che risaltava perfettamente la tonalità dei suoi boccoli biondi e gli occhi di un verde spento, anche se era ricoperta di terra. Fu allora che il bambino la ospitò a casa sua e da quel momento diventarono ottimi amici.
<< Allora vengo con te >> fece Ian preoccupato per lei.
<< Lo sai che possono andarci solo i maghi >> disse Merope con aria di chi la sa lunga << e tu sei un Babbano >>
<< Sì ma da quanto mi hai detto è un posto pieno di pericoli e io posso aiutarti… >> ribatté speranzoso l’amico.
<< Tu non vieni, hai capito? Non voglio averti sulla coscienza se ti succedesse qualcosa >>
<< E se succedesse qualcosa a TE? Questo non l’hai valutato? >> Ian sembrava si stesse arrabbiando.
<< Non mi succederà niente! >> esclamò con un sorrisetto saccente stampato in faccia.
Ian cedette, quella bambina era una testa dura e lo sapeva benissimo dopo 6 mesi dal suo primo incontro. Così si zittì e la guardò triste, come se se ne fosse già andata via.
Merope ricambiò lo sguardo e iniziò ad avvicinarsi per abbracciarlo. Anche quando lo avvolse tra le sue braccia Ian rimase immobile con espressione rassegnata.
<< Mi mancherai >> riuscì a dire solo questo Merope, ma alla vista degli occhi zaffiro di lui, fece un gran sorrisone per ridargli il buon umore.
<< Dai non fare quella faccia… ti prometto che tornerò presto >> e detto questo gli diede un bacino sulla guancia.
Ian arrossì leggermente e si massaggiò il punto su cui lo aveva baciato. Sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto la sua vivacità, felicità e gentilezza.
Con un ultimo saluto, Merope gli diede le spalle e si incamminò verso Londra, il bambino ebbe giusto il tempo di intravedere scorci di boccoli d’oro alla fine della strada poi il vuoto. Era strano, fu così che si stentì Ian dopo appena comprese che non avrebbe mai più visto l’amichetta. Ma ormai non poteva fare più niente per fermarla, dopo aver tolto la memoria ai suoi genitori sui ricordi di lei, per Ian quella fu la cosa peggiore da sopportare.
Col tempo, forse, avrebbe dimenticato… avrebbe dimenticato la sua migliore amica, i giochi fatti insieme, le marachelle a mamma e papà, gli scherzetti ai vicini… NO. Non l’avrebbe dimenticata, lo sentiva. In quel momento non si riteneva troppo piccolo per pensare la cosa più bella del mondo: l’amava. Ian era un bambino di 8 anni, fino a poco tempo prima avrebbe detto che innamorarsi era stupido, come tutti i ragazzini della sua età, ma ora si rendeva conto che si sbagliava.
Restò qualche altro minuto a osservare la strada vuota, e liberandosi la fronte dai suoi capelli castani, Ian fece dietro front dirigendosi verso casa, e capì che non sarebbe stata mai più la stessa cosa senza di lei.
 
Passarono molte ore dalla sua partenza, era già mattina presto, e Merope iniziò ad avvertire i primi segni di stanchezza. Forse era meglio prendere un taxi, pensò, ma sicuramente non sarebbe passata inosservata dall’autista… in fondo non capita tutti i giorni vedere una bambina di a malapena sette anni viaggiare da sola per raggiungere Londra.
Ma ormai era quasi vicina e non vedeva l’ora di raggiungere la stazione dove avrebbe trovato la famosa piattaforma del Binario 9¾. Desiderava ardentemente avere Ian accanto a lei, sarebbe stato più divertente, siccome era un Babbano, però, questo non era possibile poiché nel mondo magico i Babbani non erano ammessi. Superò questo pensiero senza accorgersi che aveva varcato la soglia della città da qualche minuto.
Stava per andare su una panchina isolata di lì a pochi metri quando un gruppo di quattro uomini la intravide e ghignando cominciarono ad additarla e ridacchiare. Merope li ignorò ma non fece in tempo a sedersi che il gruppo la raggiunse, sembravano ubriachi.
<< Ehi, bella bambina, che ci fai qui tutta sola eh? >> le chiese uno di loro che aveva in mano una bottiglia di birra mezza vuota.
<< Non sono affari tuoi >> disse brusca Merope. Di solito non era così sfacciata nel rispondere ma certe persone proprio non le sopportava.
<< Dicci dove vai… possiamo darti un passaggio >> la molestò un altro tizio dall’aria strabica e malandata.
La bambina era disgustata, per di più era anche stanca per il lungo viaggio e non aveva intenzione di perdere tempo con quei sottospecie di uomini.
Senza farsi sopraffare dalla paura, Merope trovò il coraggio di ribattere.
<< Insomma, levatevi di mezzo! >> ora la piccola era un misto tra l’arrabbiata e lo spaventata, quei tizi non le piacevano per niente ma cosa poteva aspettarsi? Prima o poi sarebbe successo di incontrare qualche tipo pazzo.
Il gruppo stonò una risata beffarda e dai loro sguardi Merope constatò che era decisamente nei guai, aveva la possibilità di scappare ma una piccola scintilla di orgoglio le impediva di muovere un solo muscolo.
<< Dai, vieni con noi… ci divertiremo >> singhiozzò un uomo dalla pelle scura e gli occhi arrossati spintonando la bambina.
A quel punto Merope non ci vide più.
<< Mi avete sentito? Ho detto di levarvi di mezzo! >> un istante dopo Merope assestò calci e pugni alle parti basse dei quattro e, come un fulmine, scappò via dai malintenzionati. Per fortuna li mise k.o. e non la inseguirono; al contrario incespicarono parole confuse e strisciarono come vermi sull'asfalto, non capendo cosa fosse successo.
Merope era ancora un po’ impaurita e l’unica cosa che riuscì a dire fu: “Ci è mancato poco” prima di raggiungere la stazione il più in fretta possibile.
Avrebbe potuto usare i suoi poteri da Strega, ma lei non li usava mai, nemmeno con Ian nonostante gli avesse assicurato di essere Mezzosangue. L'amichetto avrebbe tanto voluto assistere a una strabiliante magia, ma Merope gli tagliava ogni volta le gambe e non ne capiva il motivo.
Meglio così, pensò la piccola. La ragione la sapeva solo lei e faceva parte del suo passato, quindi preferiva non aprire discussioni al riguardo.
Non appena entrò in stazione, erano le 10:30 e cercò la barriera del binario 9¾, quando la trovò non doveva fare altro che seguire quella orda di bambini e ragazzi diretti alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Tra di loro aveva riconosciuto un ragazzo dai capelli neri, occhiali rotondi e cicatrice. “Deve essere Harry”, si disse la piccola vedendolo salire sul mezzo. Conosceva la sua storia e sapeva bene che aveva un conto in sospeso col fratello. Ma in quel momento non ci diede molto peso, o meglio non sembrava le importasse, così distolse lo sguardo.
Essendo troppo piccola per salire sul treno decise di non viaggiare con l’Hogwarts Express e aspettò che la folla di genitori e figli abbandonasse il binario.
Finalmente, dopo una lunga attesa, la bimba vide il luogo completamente sgombro. Uscì dal suo nascondiglio e senza farsi vedere da dei capistazione nelle vicinanze, spiccò il volo in direzione nord. Non stava usando una scopa, Merope sapeva volare da prima che morisse; glielo aveva insegnato il fratello, il quale volava già da prima di lei. Da quando era tornata in vita non aveva più usato questo trucco, per non destare sospetti. Il suo, infatti, era un talento innaturale e fuori dal comune.
Salì fino a toccare le nuvole, sentì la loro consistenza così morbida e fresca, e mentre le contemplava dentro di sé era felice e allo stesso tempo preoccupata: come avrebbe reagito il suo fratellone vedendo la sorella morta oltre 50 anni prima piombagli davanti all’improvviso?
Poi, per come era ridotto adesso, Merope era pure arrabbiata con lui. Tra tutte le sciocchezze che aveva fatto, quella di dividere l’anima in sette, anzi in otto pezzi, era stata la più grossa. La bambina sapeva che il fratello aveva idee strambe e pericolose ma non immaginava fino a quel punto.
Con un ultimo sguardo al treno sotto di lei, Merope fece un profondo respiro assumendo uno sguardo determinato.
Prese velocità e le uniche parole che riuscì a tirar fuori furono: << Sto arrivando, Tom! >>.  
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Bene emh… sì, non so come mi è venuta questa idea stramba ma non ho resistito e l’ho subito scritta e pubblicata. Non sono tanto convinta di come sia venuto quindi sono ben accetti consigli e anche recensioni negative/costruttive. Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego :3
Naturalmente avrete capito chi è Merope (che domanda stupida -_-) e avrete capito anche che la storia subirà una leggerissima modifica (capitan ovvio -.-).
Okey, tolgo il disturbo. Recensiteeeeee e baci :*
   
 
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