Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    26/10/2016    1 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lady Lyanna rimase nelle sue stanze per cinque giorni consecutivi. Il Lupo Bianco, così veniva chiamato il Re del Nord, non l’andò mai a trovare, fu invece Lady Sansa, che un pomeriggio bussò alla sua porta e si sedette a parlare con lei.
-Dovete mangiare qualcosa se volete rimanere in forze. – disse la giovane.
Lyanna era distesa di lato sul suo letto. Le lacrime le scendevano sul naso. La guardò appena. Sansa vide nei suoi occhi grigi un baratro di tristezza.
-Vi mancano i vostri cari? – sapeva che poteva capirla meglio di chiunque altro. Jon aveva fatto bene a mandare lei.
Lyanna fece appena un cenno e una lacrima le scivolò sulla guancia bagnando le labbra. Non aveva alcuna voglia di parlare. Così Sansa continuò il suo monologo.
-Sapete, io ero una fanciulla che amava le ballate ed ero convinta che un giorno sarebbe arrivato un principe che mi avrebbe chiesta in sposa. Gli dei mi ascoltarono. –
Già anche a me, diedero la stessa cosa, poi però mi portarono via tutto.
-Arrivò qui re Robert con suo figlio Joffrey e la corte reale. Il re chiese a mio padre di diventare il suo Primo Cavaliere e gli propose di unire le casate con un matrimonio. Venne organizzato il fidanzamento mio e del principe, ed io ero contentissima. Non vedevo l’ora di partire con mio padre per andare nella capitale! – attese che Lyanna dicesse qualcosa, ma la donna rimase a guardarla in silenzio.
-Joffrey era bellissimo, i suoi capelli biondi e quegli occhi verdi. Me ne innamorai al primo sguardo. – gli occhi della giovane sembravano persi nei ricordi.
-A me interessava solo lui. Ero una bambina egoista e stupida, me ne rendo conto. Quando mio padre scoprì che non era il vero figlio del re, io tradii la sua fiducia. Lo dissi alla regina e il principe Joffrey lo fece arrestare per tradimento. Ordinò al suo boia di tagliargli la testa. Io ero presente. Gli chiesi clemenza, di salvargli la vita e mandarlo ai Guardiani della Notte. – attese qualche istante prima di proseguire. Lyanna la guardava ora con più interesse.
-Ma lui era un mostro. Lo fece decapitare davanti ai miei occhi. Poi mi torturò perché diceva che nelle mie vene scorreva lo stesso sangue di un traditore. Fui costretta a sposare suo zio, un nano deforme. Fra tutte le persone che conobbi, fu quello più gentile nei miei confronti, ma era pur sempre un leone d’oro, e io lo temevo. – la donna si mise a sedere sul letto, avvicinandosi alla giovane.
-Ho causato la morte di mio padre. E sempre per causa mia anche gli altri miei fratelli sono morti. – Sansa era pervasa dai singhiozzi. Lacrime antiche scendevano lungo le sue guance. Lyanna sentì che anche se erano totalmente diverse, lei e quella ragazza avevano gli stessi amari rimpianti. Erano state entrambe causa della morte dei loro famigliari, ma Lyanna sapeva che quello che la ragazza aveva vissuto era tutta colpa sua. Se avessi sposato Robert tutto questo non sarebbe mai accaduto. Fu la prima volta che si ritrovò a pensarlo.
-Sansa, non è stata colpa tua. Tutto è partito dalla rivolta di Robert, quindi la colpa è solamente mia. Avrei dovuto essere più ubbidiente e rinunciare a tutti i miei pazzi sogni di gioventù. Dovevo accettare il matrimonio con Robert, così non sarebbe mai diventato re. Se fossi stata al mio posto gli dei non si sarebbero accaniti per due generazioni sulla nostra famiglia.- le lacrime scesero sulle guance di entrambe. Non si conoscevano, ma le due donne sapevano che il dolore era lo stesso. Si abbracciarono e piansero assieme. Per la prima volta da quando era tornata in vita, Lyanna sentì di nuovo il calore di un famigliare al suo fianco. Ned, c’è molto di te in questa ragazza.
 
Passò un’altra settimana. Lyanna non era più uscita dalla sua stanza, ma quasi tutti i giorni Sansa veniva a farle una visita. Parlavano spesso, come Lyanna non aveva mai fatto. Sapeva che in fin dei conti, quella era sua nipote, ma il tempo per lei non era passato e sembravano quasi coetanee. Per la prima volta in tutta la sua vita aveva trovato un’amica. Sansa adorava la sua presenza. In parte perché entrambe vedevano nell’altra un piccolo pezzo di Ned. Sansa portata spesso ago e filo e si metteva a cucire per passare il tempo, mentre Lyanna la osservava creare degli abiti straordinari.
 
Un giorno una giovane serva venne a chiamarla:
-Mia signora, sua maestà richiede la vostra presenza nel suo studio. –
 Lyanna era distesa sul suo letto, a pancia in giù. Stava scegliendo le stoffe per il prossimo abito che Sansa le voleva confezionare. Fuori le nuvole erano gonfie di neve, pronte a far scendere i primi fiocchi da un momento all’altro. Sentiva la stessa sensazione nel suo petto, anche se doveva ammetterlo, le giornate passate con Sansa l’avevano distratta. Si alzò e lasciò che la donna la condusse. I corridoi li conosceva come se li avesse percorsi il giorno prima. Le pietre lisce dei muri erano state spettatrici delle continue lotte di piume e inseguimenti con i suoi fratelli. Tutto le tornava alla mente lentamente, aumentando la disperazione che sentiva nel profondo. Sono  smarrita, in un luogo a me fin troppo famigliare. Dove tutti sanno chi sono e cosa ho fatto. Qualcuno sicuramente glielo avrebbe fatto notare prima o poi. E lei doveva essere pronta ad accusare il colpo. La Lyanna di una volta avrebbe continuato a combattere, ma quella giovane selvaggia e temeraria era morta. La donna che era tornata in vita aveva perso troppo. Tutto era svanito quel giorno, in quella torre lontana, tra le rose e il sangue e tra le braccia di suo fratello.
Ned.
 
La stanza era quella che un tempo suo padre usava come studio. Lyanna la conosceva bene. L’ultima volta che ci era entrata, aveva ricevuto la notizia del suo fidanzamento con Robert Baratheon. Se fossi stata meno testarda e avessi accettato la proposta, nulla di tutto questo sarebbe successo. Forse i lupi di Grande Inverno avrebbero continuato a vivere serenamente. Bran avrebbe sposato Catelyn, Ned la sua Ashara e io … sarei partita per Capo Tempesta e avrei avuto chissà quanti figli da Robert. Sentì un sapore amaro in bocca al solo pensiero. Invece ho rovinato la vita a tutti, e ora sono morti a causa mia.
 
Fu Ser Davos a prendere la parola per primo, presentandosi e raccontando un po’ di sé. Poi fu il turno di Lady Sansa e Bran che narrarono invece le vicende avvenute a Grande Inverno prima dell’arrivo di Re Robert. Lyanna sentiva che quel titolo era in qualche modo sbagliato. Non doveva essere lui il re. Quando ebbero finito i loro racconti, la guardarono. Lei aveva un’unica domanda da porre, non ebbe nessuna esitazione:
– Perché mi avete riportata in vita? – si toccò istintivamente la pietra al collo. Era liscia al tatto. Aveva il colore del calcedonio azzurro, la stessa tonalità che avevano i suoi occhi. I presenti guardarono il loro re. Il giovane la studiò per qualche istante, prima di rispondere.
-C’erano delle cose che dovevamo chiedervi. Cose che io dovevo sapere. – la donna lo guardò.
-Ditemi quello che volete sapere. – sapeva che c’era solo una questione di cui ancora non avevano parlato. Per un attimo la donna intravide qualcosa negli occhi del ragazzo, ma abbassò lo sguardo, convinta di essersi sbagliata.
-Qualcosa vi turba mia lady? – Robb era davvero molto bravo a cogliere ogni suo segnale. La donna pensò, che aveva lo stesso sangue di suo padre. Ned riusciva sempre a capirla.
-Mi ricordi molto una persona a me cara. –
-E quella persona non è Eddard Stark, non è così? – quelle parole colsero la donna impreparata.
Lyanna ebbe un sussulto, e lo guardò con una faccia sconvolta.
Il giovane mise sul tavolo una pergamena. Era impolverata e il sigillo di ceralacca nera era stato rotto, frastagliando così il drago a tre teste che lo rappresentava.
Lyanna sapeva cosa conteneva quella pergamena. Era quella scritta da Rheagar Targaryen, prima di partire per la guerra che entrambi avevano scatenato.
-Il bambino che mio padre portò con sé dal sud, era dunque vostro figlio, non è così? –
La donna abbassò gli occhi. La tristezza la assalì, a dire la verità non se n’era mai andata, semplicemente aveva cercato di segregarla in un remoto angolo, ma bastavano poche parole perché fuoriuscisse tutta la disperazione che sentiva dentro. Non pianse, ma bastava guardarla negli occhi per capire il suo umore.
-Non doveva andare in questa maniera. E’ solamente colpa mia. – disse lei.
-Perché prendervi le colpe? Il principe vi ha rapita contro la vostra volontà! – ma nel finire la frase il giovane si accorse che la storia non doveva essere andata come tutti si immaginavano. La visione che Bran gli aveva raccontato cominciava a diventare sempre più reale.
-Non mi ha mai rapita. Io ero consenziente. – tutti i presenti rimasero a bocca aperta. Tutti tranne Bran, che sapeva la realtà. Il silenzio piombò allora nello studio. Poi fu Ser Davos a prendere la parola:
-Credo che il re debba parlare privatamente con lady Lyanna. Lasciamoli soli. – disse conducendo fuori gli altri e prendendo Bran tra le sue braccia.
 
Il Re del Nord, che era rimasto dietro la scrivania per tutto il tempo, si avvicinò alla finestra, unendo le mani dietro la schiena. La luce cominciava a calare e la candela sul tavolo illuminava a stento tutta la stanza. Lyanna non si mosse. Stava in piedi, di fronte al tavolo con gli occhi fissi sul pavimento.
-Vedete, vi ho mentito su alcune cose, ma prima lasciate che vi narri gli eventi che mi hanno portato qui. –
-Ho già saputo quello che è successo ai sette regni, dalla caduta della famiglia Targaryen a oggi. Ditemi invece del piccolo che Ned crebbe come suo bastardo! – Lyanna faticò a dire quella parola, ma doveva accettarlo, voleva conoscere come era morto il suo bambino.
Il re le raccontò quello che voleva sapere, senza però svelargli la sua vera identità. Le narrò di come quel bambino era stato cresciuto tra quelle mura e di quando aveva preso la decisione di entrare a far parte dei Guardiani della Notte. Alla notizia che anche Benjen, suo fratello minore, era un confratello, gli occhi della donna tornarono ad esprimere una tristezza incontenibile. E quando il re gli confidò che il ranger era disperso oltre la Barriera, la donna tornò ad abbassare lo sguardo. Gli venne da abbracciarla, tanta era la tenerezza che gli faceva, ma cercò di trattenersi. Poi gli narrò di come quel ragazzo disertò l’ordine dei confratelli, entrando a far parte del popolo degli uomini liberi. Del suo ritorno al Castello Nero e della battaglia con i bruti. Di come  era diventato lord comandante dei Guardiani della Notte e di quando venne pugnalato dai suoi stessi compagni. Lyanna scoppiò nuovamente a piangere, le lacrime le erano tornate. Non nascose il suo stato emotivo in alcun modo. Jon poteva percepire tutta la disperazione della donna che le stava di fronte. Le appoggiò delicatamente una mano sulla spalla. Lei si asciugò gli occhi.
-Vi ringrazio per avermi raccontato di mio figlio. – riuscì a dire a fatica.
-Non dovete ringraziarmi, lady Lyanna. Come vi dicevo prima, vi ho mentito su un dettaglio. – attese qualche istante prima di proseguire.
-Avrete sicuramente avuto le vostre ragioni per celarmi qualche segreto, non sarò io a condannarvi, Re Robb. – disse la donna. La sua voce esprimeva ancora la sua disperazione. Il Lupo Bianco allora proseguì:
-Io non sono Robb Stark. Quel nome apparteneva a mio fratello, il vero primogenito di lord Eddard, che morì per mano dei Frey. Aveva radunato i vessilli per combattere contro il trono di spade quando i Lannister avevano decapitato suo padre. – Lyanna lo guardò intontita.
-Ma allora voi chi siete? – i loro occhi erano incatenati gli uni sugli altri e Lyanna di nuovo notò una strana venatura sull’iride del ragazzo, un striatura che già conosceva. Jon seppe che aveva capito, quindi espresse quelle che già la donna stava intuendo.
-Io sono quel bambino che Lord Eddard portò dal sud. Il mio nome è Jon Snow, e sono tuo figlio. – Lyanna sentì il cuore mancarle un colpo. Il respiro improvvisamente le si bloccò. Il ragazzo che aveva di fronte era davvero suo figlio. Non era una domanda, sapeva che era la verità. Dovette sorreggersi alla scrivania per non cadere. Fino a quel momento non era riuscita a capire perché in lui avesse visto molti particolari che gli ricordavano Rhaegar, ma ora le era tutto chiaro. Gli mise una mano su una guancia e in lacrime avvicinò il volto al suo. Sì, quelli occhi erano gli stessi occhi malinconici di Rhaegar, il colore era diverso, ricordava più quello degli Stark. Gli sfiorò i capelli continuando a fissarlo. Se prima si era sentita così sola, ora cominciava a provare un lieve calore inondarle il cuore. Le lacrime tornarono a scenderle, questa volta per la felicità. Era contenta di aver la possibilità di poterlo abbracciare per la prima volta. Quello era il suo bambino. Il bambino che tanto avevano atteso, desiderato e amato. Era tutto ciò che le rimaneva dell’amore che avevano provato e che aveva distrutto tutto.
-Mi dispiace figlio mio – disse tra i singhiozzi – avrei voluto darti una vita migliore! Mi vedrai come un’egoista. Sono fuggita con un uomo sposato, chissà che cosa penserai di me! La mia decisione ha portato solo morte e distruzione in tutto il mondo. Troppe persone hanno pagato per il mio sbaglio e tu più di tutte. Ti ho messo al mondo e ti ho fatto crescere da solo. Avrei voluto essere con te, ma gli dei mi hanno punita per quello che avevamo commesso. Ho osato sfidarli e il prezzo che ho pagato purtroppo si è ritorto anche su di te. Non te lo meritavi. Avrei dovuto accettare le decisioni di mio padre e vivere la vita che lui aveva scelto per me. – i suoi occhi erano tristi. Jon sapeva che era sinceramente turbata.
-Io non mi posso lamentare della vita che ho vissuto. Certo non sapere chi fosse mia madre, mi ha turbato per anni, credevo che mi aveste abbandonato e che non vi importasse niente di me, ma ora capisco perché lord Eddard non ne ha mai voluto parlare. Dietro al vostro nome c’erano troppi segreti che era meglio non svelare. – le sorrise – Non ve ne faccio nessuna colpa, avete amato un uomo, avete preso delle decisioni difficili. Lo stesso è capitato a me. Quando mio padr… cioè lord Eddard venne ucciso ad Approdo del Re, non potei unirmi a Robb nel suo esercito, dovetti rimanere con i confratelli dei Guardiani della Notte e voltare le spalle alla mia famiglia che aveva bisogno di me. Le mie sorelle erano prigioniere dei Lannister. Quando i Greyjoy presero Grande Inverno non potei salvare i miei fratelli più piccoli rimasti qui da soli. Quando venni catturato dai bruti, ho violato il giuramento dei Guardiani della notte, e mi sono anche innamorato di una donna dei bruti. Ho giaciuto con lei e poi è morta in battaglia, quando sono tornato dalla parte dei miei confratelli in nero. – Jon rimase un attimo in silenzio, Lyanna gli accarezzò affettuosamente i capelli – sono la persona meno adatta per giudicare le azioni degli altri. – terminò guardandola con oggi profondi.
-Sei sopravvissuto a tutto questo. Il destino è stato molto crudele con te, ma ti ha reso l’uomo che sei. Non ho avuto il piacere di vederti crescere, ma sono orgogliosa di ciò che sei diventato. Hai persone fedeli al tuo fianco. Non molti possono contare su così tanta gente. Ti hanno voluto come loro comandate su alla Barriera e qui nelle terre che sono appartenute alla nostra famiglia ti hanno acclamato come loro re. Il sangue che hai nelle vene è per metà lupo e per metà drago. Questo lo devi sapere e accettare. Nel tuo destino era già scritto che avresti governato. – la voce di sua madre era quella di una donna orgogliosa, sicura e determinata. Jon pensò a quanto le ricordava sua sorella Arya, non riusciva ancora ad abituarsi a chiamarla cugina.
-Ho il permesso di abbracciare il re del nord? – gli chiese la donna con un timido sorriso.
Jon rise.
-Certamente … madre! – Lyanna lo strinse forte, commossa dall’ultima parola che il giovane le aveva detto. Era la prima volta che se lo sentiva dire. Le piacque molto quel suono.
Un po’ della malinconia che provava si affievolì. Rimasero tra le braccia l’uno dell’altro, finchè l’oscurità non li accolse. La fiamma della candela si era spenta, ma entrambi sentivano il fuoco bruciare da dentro.
 
Note dell’Autore:

 
In questo ho messo il primo conforto di Lyanna, grazie alle visite di Sansa. Due donne che hanno molto in comune, anche se sono estremamente diverse tra loro. Entrambe però si sentono la causa di quello che è successo. Lyanna comincia addirittura a pentirsi delle decisioni prese, vedendo quanto male ne è conseguito.
Poi finalmente Jon le rivela la sua vera identità e si abbracciano. Trovano quel pezzo mancante l’uno nell’altra. Jon sente finalmente di avere una madre, Lyanna vede in lui l’unico appiglio a cui aggrapparsi in quel mondo che ormai non le appartiene più.
   
 
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