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Autore: kae    13/05/2009    2 recensioni
Mentre Kyle e compagnia bella si perdono nella sede ormai distrutta della Zzyzx, Tom Foss passa la giornata a cercare di comprendere come è stato manipolato il messaggio che Baylin ha lasciato a Kyle.
Ma cosa pensa realmente Foss di Kyle?
La storia si svolge nell'arco dell'episodio 2x09, "Fantasmi - Ghost in the Machine". I dialoghi sono tratti dall'episodio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyle XY, Tom Foss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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eredità

Eredità

 

 

« Ho ricevuto il tuo messaggio. Sei tornato. »

« Ci sono novità? »

« Dove sei stato? »

« … »

« Sei sparito portando via tutto. »

« Beh, avrei dovuto lasciare tutto in giro? »

« … »

« Che c’è? Che ti prende? »

« È stata aggredita due settimane fa. »

« Aggredita? E tu credi…cr»

« … »

« Credi che sia stato io? Non potrei mai farlo. »

« Era un avvertimento per Declan? »

« Volevo tenerlo lontano e proteggerti. »

« Minacciando il mio amico e facendo del male a mia sorella? »

« Ma non sono stato io! Ti è così difficile credermi? »

« …da parte di Baylin. »

« “Non fidarti di Foss”. Perché non te l’ha dato e basta? »

« Me lo sono chiesto anch’io ma senza risposte. Vuoi davvero che mi fidi di te?! Dimmi dove sei stato. »

« Torniamo al lavoro. »

« … »

« Aspetta! Tutto qui? Te ne vai e basta? E il nostro lavoro? »

« Mi dispiace. »

 

Guardò Kyle andarsene leggermente infuriato. Aveva sempre fatto di tutto per proteggerlo, ma lui non voleva vedere. O forse non ne era consapevole. Forse avrebbe dovuto comportarsi più come un amico che come un istruttore. Kyle non era un soldato. Era solo un adolescente. Un adolescente che aveva passato l’intera vita in un contenitore che fungeva da utero e che ora voleva solo vivere tranquillo, lontano da quel mondo che lo aveva fatto soffrire, lontano dalle persone che lo trattavano come un oggetto. Kyle non era una cosa. Era un essere umano, ma a quanto sembrava solo Baylin lo considerava tale. Anche Foss pensava che Kyle fosse un persona, ma la sua opinione aveva poca importanza. Lo aveva salvato perché era giusto farlo, perché non trovava giusto che lo gettassero via come un giocattolo rotto. Kyle aveva il diritto di vivere la sua vita. Aveva il diritto di essere felice e triste, di piangere e di ridere, di vedere il mondo, di amare e di essere amato. E ora lui, Tom, si stava comportando esattamente come tutti gli altri. Non vedeva più Kyle, ma un ragazzo dalle enormi potenzialità e capacità che doveva sviluppare. Si stava comportando come tutti quelli che alla Zzyzx giravano attorno a quel contenitore che lo proteggeva dal mondo esterno, quel contenitore così fragile. Era logico che Kyle non di fidasse di lui. Erano davvero partiti con il piede sbagliato. Aveva ucciso Kern davanti ai suoi occhi, aveva piazzato delle telecamere nella sua casa e lo aveva anche minacciato. No, non era stato un buon modo di iniziare un rapporto. Certo all’epoca pensava che una volta che il ragazzo fosse giunto da Baylin, lui non avrebbe più dovuto averci a che fare. Ma Baylin era morto e Tom si era ritrovato a doversi occupare dell’istruzione di Kyle. Come se fosse stato facile. Non capiva un accidenti di quello che Baylin aveva scritto nei suoi appunti, e Kyle era di gran lunga più intelligente di lui. Lo ammirava, in un certo senso, ne era completamente affascinato. E gli voleva bene. Non si era mai permesso di affezionarsi a qualcuno dopo la morte di sua moglie e di sua figlia. Non voleva soffrire ancora. Non voleva assolutamente che si ripetesse ancora. Eppure non aveva potuto fare a meno di affezionarsi al ragazzo nel contenitore, non aveva potuto fare a meno di vederlo come un bambino indifeso che necessitava di cure. E nel seguirlo e proteggerlo, quel senso di tenerezza si era trasformato in qualcosa di più profondo. Era come considerarlo un amico, ma anche un figlio. Gli voleva bene e questo era del tutto irrazionale.

Prese tra le mani il blocco che Kyle aveva abbandonato sul tavolo e osservò il messaggio che Baylin aveva lasciato al ragazzo. Non poteva davvero averglielo lasciato lui, Adam non aveva alcun motivo per non fidarsi di lui. Perché allora aveva detto a Kyle di non fidarsi? Pensieroso e ormai non più così sicuro dell’opinione che Baylin aveva di lui, si avvicinò alla lavagna e, preso un gessetto, copiò quanto Kyle aveva scritto sul blocco. Non aveva idea di dove fosse contenuto quel messaggio - anzi, forse nel CD che Kyle aveva trovato nel libro? - ma doveva ammettere che se fosse stato per lui non lo avrebbero di certo mai trovato. Kyle era davvero un genio, ma il suo animo, che aveva sempre paragonato a quello di un bambino, gli impediva di pavoneggiarsi e di schernire quelli che non avevano il suo stesso quoziente intellettivo. Kyle era sempre stato pronto ad aiutare gli altri, come quando si era offerto di stargli vicino. Era una timida offerta di amicizia, all’epoca, un tentativo di restituirgli un po’ di felicità. Tom si era sentito un po’ in imbarazzo, ma aveva accettato. E Kyle era tornato a salvarlo, mentre rischiava di precipitare nel vuoto, nonostante avesse promesso a Josh di essere presente alla sua festa di compleanno. Tom era stato felice di vederlo arrivare, ma aveva anche avuto paura che potesse succedergli qualcosa. Certe volte non capiva chi dei due fosse l’adulto. In presenza di Kyle si sentiva come se i ruoli fossero stati scambiati. Si sentiva un adolescente che si impuntava sulle cose, mentre Kyle, come un padre, gli ricordava che doveva anche mantenere le apparenze e tenere segreti i loro incontri. Il problema forse stava nel fatto che Kyle era l’unica persona che avesse lasciato avvicinare così tanto a sé da molto tempo. Si ripeteva spesso, quando i loro rapporti si facevano più amichevoli, che doveva tenerlo a distanza. Era per questo che si comportava in modo odioso con lui. La rabbia di Kyle gli permetteva di stargli lontano, ma lo faceva anche soffrire. E allora si diceva che era stato un idiota a comportarsi a quel modo, che non doveva per forza impedirsi di essergli amico. Tornava così a comportarsi gentilmente, cercando di stabilire un rapporto con il ragazzo, e poi tutto ricominciava da capo, lui tornava ad essere l’odioso Tom Foss e Kyle era pervaso di rabbia repressa e scattava per ogni cosa che non gli andava. Questo suo modo di comportarsi poteva essere riassunto in un’unica parola. Paura. Già, la sua era solo pura e semplice paura di affezionarsi a Kyle, di amarlo, e di vederselo strappare via dal mondo. Aveva paura di non essere in grado di reggere un altro abbandono. Se c’era una cosa che Tom sapeva far bene era tenere al sicuro le persone. Beh, e anche uccidere…Quello che Tom non era in grado di fare era proteggere le persone a cui era legato. Non era riuscito a proteggere la sua famiglia, non era riuscito a proteggere Baylin che stimava così tanto, e temeva che questo potesse ripetersi anche con Kyle, se si fosse permesso di volergli bene. Ma ormai gli voleva bene. Una cosa che lo faceva preoccupare sempre più.

Osservò gli appunti di Kyle e i suoi cercando di venirne a capo. Ci aveva provato non sapeva più quante volte in tutta la giornata, ma sembrava che fosse proprio quello il messaggio che Baylin aveva voluto a lasciare al ragazzo. E ormai non poteva neppure pensare e prendere in considerazione che Kyle avesse potuto sbagliarsi. Non quel genio, non il suo piccolo genio. A guardarlo a volte gli veniva voglia di abbracciarlo. Sempre così fragile eppure sicuro di sé. Avrebbe tanto voluto essere come lui. Amare gli altri incondizionatamente, essere felice per ogni cosa il mondo offrisse. Doveva essere bello vivere a quel modo.

Cancellò quanto aveva scritto e ricominciò tutto da capo. Poi un rumore lo fece voltare e vide nell’oscurità dello stabile la figura di Kyle che avanzava verso di lui. Tornò a guardare la lavagna.

« Sei ancora sveglio? Che cos’è quello? »

Cosa avrebbe pensato di lui vedendo i suoi stupidi ragionamenti? Lo avrebbe ritenuto uno sciocco a cercare di risolvere con il suo intelletto del tutto normale un problema che neanche lui era riuscito a risolvere?

« Eh…il messaggio di Baylin. Non riesco a capire come, ma qualcuno deve averlo manipolato. »

Kyle sorrise e i ruoli si invertirono di nuovo. Tom si sentì un ragazzino che non riesce a risolvere i suoi compiti di matematica e che viene sorpreso dal padre a cercare di cavarsela da solo.

« Ci hai lavorato tutto il giorno… »

« Non aveva nessun motivo per non fidarsi di me. »

Si sentiva completamente scoperto. Era imbarazzante ritrovarsi a dover essere confortato da Kyle, quando era lui invece che doveva appoggiarlo e farlo sentire al sicuro.

« E neanche io. »

Si voltò e guardò Kyle. Chissà perché non riusciva a sostenere quel suo aperto sguardo sincero.

« Ci sei sempre stato per me. Sono vivo grazie a te. »

Tom non sapeva cosa intendesse dire il ragazzo, ma sentì l’ansia che lo aveva attanagliato tutta la giornata sciogliersi e finalmente poté tornare a respirare. Era come se avesse trattenuto il respiro da quando Kyle era comparso nel magazzino. Lo vide estrarre una scatola dallo zaino e avvicinarglisi per porgergliela.

« Questo era di Baylin. »

Allungò un braccio per afferrarla e se la rigirò tra le mani.

« Non riesco ad aprirlo. »

Era forse quella una richiesta di aiuto? Un’offerta di pace? Beh, se era così, avrebbe colto l’occasione al volo. Non voleva litigare ancora con Kyle, non voleva che ci fosse del rancore tra loro.

« Troveremo il modo. »

Tornò a guardare la scatola, ma non perse di vista Kyle per un istante. Lui si avvicinò al suo vecchio e impolverato lettore CD e premette sul tasto play. Una rilassante e dolce musica si diffuse nello stabilimento. Chissà se la ricordava, chissà se l’aveva mai sentita davvero quando era dentro l’utero artificiale…

Vide che Kyle si voltava a guardarlo con un sorriso e distolse lo sguardo. Quel ragazzo sarebbe sempre rimasto un enigma per lui, un enigma che non aveva alcuna intenzione di risolvere. Era parte del suo fascino e Tom non voleva smettere si essere affascinato da lui. Adorava quella sensazione. Gli si riempiva il cuore di felicità e orgoglio ogni volta che Kyle riusciva a superare quelli che reputava dei limiti e che in realtà non lo erano e scopriva qualche sua nuova capacità. Questa volta sarebbe andato tutto per il meglio. Non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male. Sarebbe stata la sua eredità. Proteggere l’unica persona che poteva cambiare il mondo.

 

 

 

Commento dell’autrice

Che dire? Anche io sono stata conquistata dall’innocente genietto che ha fatto capolino su Italia1. Ma ancora di più dal suo povero istruttore. Già, non posso star lontana dagli sfigati, lo ammetto, e non possiamo negare che Tom Foss non lo sia. Insomma, il poveretto si sentirà in colpa per tutta la vita perché ha ucciso moglie e figlia, e sembra tirare avanti solo per forza d’inerzia. Vi chiedete ancora perché sono stata conquistata dal signor Foss?

Sono certa che questo personaggio ha ancora molto da dare e rivelare. Per esempio, che cosa ha fatto mentre era via? Perché non ha mai contattato Kyle? E perché non l’ha chiamato per dirglielo a voce che se ne andava per un po’? Ok, all’ultima domanda potremmo rispondere per esigenze di fiction (Kyle non avrebbe sospettato di lui in egual modo se avesse potuto chiedergli subito spiegazioni riguardo al messaggio di Adam, e, cosa di ancor maggior importanza, questa shot non sarebbe mai nata). Ma per le altre?

Dopo aver visto l’episodio di oggi (giovedì 23 aprile 2009) potrei azzardare delle ipotesi. Tom dice a Kyle che lui ha già tutto ciò di cui ha bisogno, ossia l’anello, ed esso lo conduce alla Route 12 e poi ad una casa isolata. Qui, nel seminterrato, lui e Jessy trovano Adam Baylin, che è miracolosamente e misteriosamente ancora vivo (allora non tutti i personaggi che mi piacciono muoiono!). Ma come c’è arrivato lì? E perché hanno fatto credere a Kyle che fosse morto? E come mai Foss sapeva che l’anello avrebbe condotto il ragazzo da Adam? Forse Tom nelle settimane in cui era scomparso era andato da Baylin, in quella casetta sperduta nel bosco…ma allora perché Kyle dice che quella casa è disabitata da tempo (e perché hanno ancora la rete telefonica attiva?)? Se Foss fosse stato lì avrebbe lasciato qualche traccia. O forse no, tenendo conto di come si è mosso durante tutte le due stagioni…

Insomma, dopo che l’hanno torturato usando quella macchina dall’improbabile (e orrendo, secondo il mio parere) nome di RIC, dopo che è riuscito a scappare (solo perché volevano che lo facesse), dopo che è riuscito a mettere in guardia Kyle, non vorrei proprio che ci lasciasse la pelle. Ma d’altronde, essendo uno dei miei personaggi preferiti, non ci sarebbe niente di meno scontato.

Alla prossima,

Chiara.

 

18-23 aprile 2009

 

Nota: lo so che Adam Baylin non è morto, ma quando ho cominciato a scrivere questa storia lo era per tutti, tranne che per chi sapeva che non era così. Alias Tom Foss, che ho scoperto solo oggi (24 aprile) dove fosse andato quando era sparito. Certo, lo avevo sospettato, ma non si può mai esser certi…

Insomma, per esigenze di fiction (alias non voglio riscrivere da capo la storia perché mi piace così com’è) facciamo tutti finta che Baylin sia morto. Scusa tanto, Adam.

 

   
 
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