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Autore: Sisya    13/05/2009    7 recensioni
Per quanto possa essere freddo il ghiaccio, ci sarà sempre una fiamma capace di scioglierlo.
{Raccolta sul mio OTP, la coppia Roy/Riza di Full Metal Alchemist}
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: What if?, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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31. (not) Meant to be


Totalmente AU. Totalmente angst.
Leggete a vostro rischio e pericolo. *fugge*



- Quando parti? -
- Domani mattina -
- Hai paura? -
- Sì -
La ragazza doveva avere sedici anni, diciassette al massimo. Il ragazzo qualcuno di più.
Lei aveva due occhi color dell'ambra scura, grandi e scostanti. Lui portava la divisa militare.
Sedevano sull'ultimo gradino del portico in quella giornata umida e incolore. I loro visi erano morbide maschere.
- Spegni la sigaretta, Riza. Ti fa male - fece lui stancamente, accostando l'accendino acceso alla stecca tra le proprie labbra.
La ragazza rimase muta. Non obbedì. Non si volse a fissarlo. Fu come se neanche avesse parlato.
- Cosa pensi di fare? - domandò Roy dopo qualche altro secondo di silenzio. Gli occhi neri
densi di lei, mentre rilasciava il fumo dalla bocca. Riza fece una piccola smorfia, arricciando le labbra. Mentre la giovane si curvava per abbracciare le ginocchia con le braccia, Roy distinse alla base del suo collo un indistinto reticolo di segni rossastri. Li conosceva bene. Li aveva ricoperti di baci tante volte, durante le notti trascorse insieme al vecchio mulino isolato. Quando tutto ciò che pareva valer la pena di esistere era la paglia sotto di loro, la luna lontanissima nel cielo e i loro respiri intrecciati nel buio. Quei segni li aveva visti cicatrizzarsi, lentamente, sotto le sue carezze. Ma adesso erano tornati a imprimersi su di lei, rossi, quasi scarlatti, e contrastavano brutalmente con la carnagione chiara.
- Lo sai - concluse Riza, pestando finalmente la sigaretta sotto la scarpa, e risalì svelta i gradini. Lo stomaco di Roy si contrasse di rabbia e impotenza.
- Riza - sussurrò implorante, un estremo disperato tentativo di richiamarla a sé. Ma qualcosa si era incrinato per sempre. Ed era tardi, tardi ormai.
La ragazza strinse i pugni lungo i fianchi esili, mordendosi con veemenza il labbro inferiore, la testa china.
- Solo Cerca di non morire, Roy. Ti prego. Non lo sopporterei -

Riza si passò una mano tremante sul viso, entrando in cucina, e avvertì con una sorta di fastidio il sapore salato delle lacrime sulle labbra dischiuse, il proprio respiro pesante che le rimbombava basso nelle orecchie. Si annodò frettolosamente i capelli prima di iniziare ad occuparsi della cena, come faceva di solito. Eppure, ancora una volta, la ciotola le sfumò dietro a quella familiare patina lucida e inconsistente, costringendola a sbattere le palpebre. Si fermò a prendere fiato, appoggiando i palmi sul tavolo. Avrebbe tanto voluto che Roy venisse a stringerla forte, e che le sussurrasse con la sua voce un po' roca che sarebbe andato tutto bene. Ma lui non lo avrebbe fatto, non più, era inutile continuare a prendersi in giro. Non sarebbe andata bene per niente.


Roy fumava ancora, fuori sul portico.
Non rientrò nemmeno quando le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere, spegnendogli il mozzicone tra le dita.
Riza pensò che non sarebbe mai più entrato. Né in casa, né nella sua vita. La guerra glielo portava via. Era tutto, tutto perduto. Il loro amore, che fino a pochi mesi prima le era parso la cosa più meravigliosa al mondo, ora era solo cenere da spargere al vento perchè ne portasse lontano il ricordo.
Eppure Riza conosceva abbastanza Roy Mustang per esser certa che nemmeno i suoi occhi erano rimasti asciutti.
- Scusa. Mi dispiace, mi dispiace tanto - sussurrò col fiato corto, coprendosi il viso con le mani.

Roy Mustang era arrivato in casa Hawkeye come un'improvvisa ventata d'aria fresca in un luogo rimasto chiuso per molto tempo. Si era conquistato la fiducia del vecchio maestro, e la timida adorazione della sua unica figliola. Riza si era innamorata di lui con una facilità quasi sconcertante. Ma dopotutto, stava aspettando un po' d'affetto sincero da tutta la vita, e lui era semplicemente troppo perfetto, troppo Roy, per tirarsi indietro. Aveva abbassato tutte le sue difese come mai prima d'ora. Lo aveva amato, avidamente e senza rimorso. La ciotola le sfuggì dalla presa e cadde a terra, rovesciandosi. Le balzò il cuore in gola al pensiero che suo padre sarebbe potuto comparire sulla porta per scrutarla con sospetto. Non si trattava di una faccenda di coraggio, o di morale. Roy Mustang sarebbe svanito, così com'era comparso, nella nebbia di un giorno uggioso. Tutto ciò che le sarebbe rimasto di loro erano fantasmi e ombre. E la memoria di vite spezzate. Riza si ritrovò a stringersi convulsamente le braccia al petto.
- Saresti stato un bambino bellissimo -
Le gambe le cedettero.

  
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