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Autore: Soleil Jones    31/10/2016    1 recensioni
— Ambientato idealmente dopo "Incubo Cyberman" ;
 
[ . . . ] 𝐼l Dottore aveva fatto una sola raccomandazione ad Angie e Artie: «Non portate via niente. O almeno, non senza dirmi niente!»
E Clara, benché a volte avrebbe fatto battute a non finire sulla rapidità con cui passava dal comportarsi come un bambino iperattivo di cinque anni a incarnare lo stereotipo di vecchietto brontolone con problemi di paranoia, non avrebbe potuto essere più d'accordo con lui. E dopo l'esperienza vissuta con i Cyberman si era limitata a scrutarli con quel suo fare a detta di Angie inquietante e "da ufficiale nazista" mentre salivano sul TARDIS, convinta che li mettesse abbastanza in soggezione da far loro lasciare indietro qualsiasi souvenir non autorizzato.
Stanchi, ma soddisfatti, Angie e Artie non avrebbero più visto il "ragazzo di Clara" fino al trentuno ottobre. Cioè una settimana.
 
|  One-shot (per il momento) ;; 1156 parole. |
Genere: Generale, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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       𝐵𝑜𝓎𝓈 𝒶𝓃𝒹 𝑔𝒾𝓇𝓁𝓈 𝑜𝒻 𝑒𝓋𝑒𝓇𝓎 𝒶𝑔𝑒,
  𝓌𝑜𝓊𝓁𝒹𝓃'𝓉 𝓎𝑜𝓊 𝓁𝒾𝓀𝑒 𝓉𝑜 𝓈𝑒𝑒 𝓈𝑜𝓂𝑒𝓉𝒽𝒾𝓃𝑔 𝓈𝓉𝓇𝒶𝓃𝑔𝑒?

   𝐼 𝒶𝓂 𝓉𝒽𝑒 𝓈𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌 𝑜𝓃 𝓉𝒽𝑒 𝓂𝑜𝑜𝓃 𝒶𝓉 𝓃𝒾𝑔𝒽𝓉,
 𝒻𝒾𝓁𝓁𝒾𝓃𝑔 𝓎𝑜𝓊𝓇 𝒹𝓇𝑒𝒶𝓂𝓈 𝓉𝑜 𝓉𝒽𝑒 𝒷𝓇𝒾𝓂 𝓌𝒾𝓉𝒽 𝒻𝓇𝒾𝑔𝒽𝓉.

    𝒯𝒽𝒾𝓈 𝒾𝓈 𝐻𝒶𝓁𝓁𝑜𝓌𝑒𝑒𝓃, 𝓉𝒽𝒾𝓈 𝒾𝓈 𝐻𝒶𝓁𝓁𝑜𝓌𝑒𝑒𝓃.
 𝐻𝒶𝓁𝓁𝑜𝓌𝑒𝑒𝓃! 𝐻𝒶𝓁𝓁𝑜𝓌𝑒𝑒𝓃! 𝐻𝒶𝓁𝓁𝑜𝓌𝑒𝑒𝓃! 𝐻𝒶𝓁𝓁𝑜𝓌𝑒𝑒𝓃!
       
       

                  ( https://youtu.be/QtLbhu5EtVw. )
      
     
 


𝔗𝔫𝔰𝔦𝔡𝔢 𝔬𝔲𝔱

— F L A S H 


    
 
 
Il Dottore aveva fatto una sola raccomandazione a Angie e Artie: «Non portate via niente. O almeno, non senza dirmi niente!»

E Clara, benché a volte avrebbe fatto battute a non finire sulla rapidità con cui passava dal comportarsi come un bambino iperattivo di cinque anni a incarnare lo stereotipo di vecchietto brontolone con problemi di paranoia, non avrebbe potuto essere più d'accordo con lui. E dopo l'esperienza vissuta con i Cyberman si era limitata a scrutarli con quel suo fare a detta di Angie inquietante e "da ufficiale nazista" mentre salivano sul TARDIS, convinta che li mettesse abbastanza in soggezione da far loro lasciare indietro qualsiasi souvenir non autorizzato.

Stanchi, ma soddisfatti, Angie e Artie non avrebbero più visto il "ragazzo di Clara" fino al trentuno ottobre. Cioè una settimana.
 

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«Clara, hai visto il mio mantello?»

«Non accompagnerò Artie a fare Dolcetto o Scherzetto, scordatelo. Sono troppo grande per quella roba!»

«Hey, allora com'è che non sei abbastanza grande per stare lontana dai miei dolcetti?!»

«Calmatevi, ora.» sbottò Clara, scendendo le scale di casa Maitland con il mantello di Artie in mano. «Accompagno io Artie, se la festa della tua amica Molly proprio non inizia senza di te e — ma quanto trucco ti sei messa addosso?»

Angie alzò gli occhi al cielo e sorpassò Clara, la quale quasi provò invidia per il signor Maitland, che dovendo lavorare fino a tardi non aveva dovuto sorbirsi i suoi figli e l'effetto halloweeniano di fine mese tra pomeriggio, cena e messa indosso di trucco e costumi. Con tutto ciò che quest'ultima comportava.

Fuori dalla porta d'ingresso, coperto dal rumore del televisore acceso e la voce di Angie al telefono, un familiare ronzio di motorio iniziò a farsi strada nel vicinato.

«Ecco fatto!» esclamò la castana, dando una pacca ad Artie sulla spalla e arricciando il naso in un'espressione pensosa prima di puntargli il dito contro e azzardare: «Magneto?»

Il ragazzino le alzò i pollici in conferma.

«Scarlet Witch?»

«Solo per quel che riguarda l'outfit, temo. L'anno prossimo opterò per Harry Potter.» fece spallucce Clara, mentre qualcuno bussava con una certa urgenza alla porta.

«Qualcuno può aprire la porta?» fece Angie, incespicando mentre tentava di indossare i suoi stivaletti e non fare cadere il cellulare contemporaneamente.

«Hai visto il mio telefono?»

«In carica in camera tua — Un momento!» esclamò Clara, rivolta alla porta, sistemando una piega del mantello di Artie e sussultando al sentire una piccola scarica elettrostatica pizzicarle i polpastrelli. «Uh, sei proprio carico, eh? — Eccomi! C'è solo una persona in tutto l'universo che bussa e suona il campanello contemporaneamente come se non ci fosse un domani e vorrei sapere cos—!»

Non appena aprì la porta, il Dottore la afferrò per una spalla e le puntò il Cacciavite Sonico addosso, studiando con espressione grave e preoccupata il suo viso.

«Riflessi a posto, dilatazione delle pupille nella norma data la situazione, sei alquanto sotto stress e, oh!, anche tu truccata per Halloween? Non dargli ret— ciao anche a te, con permesso e grazie!» disse tutto velocemente e come se parlasse più tra sé e sé che altro, dandole poi un buffetto sulla guancia prima di passarle affianco ed entrare.

Clara rimase a fissare il vuoto per qualche secondo, prima di sbattere le palpebre e riscuotersi.

«Ragazzi, tutti e due qui!» chiamò nel mentre il Dottore. «State tutti bene?»

«Certo che stiamo tutti bene!» disse Clara. «Perché, non dovremmo? È successo qualcosa?»

«Sto sentendo Clara iniziare ad andare in iperventilazione? Almeno prendetevi una stanza.» Le parlò sopra Angie, facendo capolino dal soggiorno con un sorrisetto consapevole (o almeno secondo il suo punto di vista) stampato in volto.

«Aha!» Il Dottore la avvicinò e le riservò lo stesso trattamento, mentre Clara scosse il capo e imboccò le scale per andare a vedere che fine avesse fatto Artie. «Vi avevo detto di non portare via niente, sbaglio?»

«Lo hai fatto?» chiese con un sopracciglio alzato Angie.

«L'ho fatto. Clara, l'ho fatto?» Il Dottore schioccò le dita in direzione della castana. «Lo ha fatto. Dottore, che succede?»

«Non sono brava ad obbedire a chi indossa farfallini.»

«Qualcosa — verosimilmente ostile — è arrivato con noi qui sulla Terra e il segnale che emette è così forte che basterebbe un tocco per uccidere un essere umano.»

«Io non ho preso niente!» sbuffò Angie, sbattendo le palpbre infastidita dal led del Cacciavite dell'alieno. Al che, Clara spalancò gli occhi, «Oh, no, Artie...» e corse su per le scale.

«Non l'hai fatto. Brava ragazza!» disse il Dottore ad Angie, prima di seguire a ruota Clara. «Artie!»

«Artie!» — Il suddetto si bloccò in mezzo al corridoio, la mano ancora sulla maniglia della porta del bagno. «Sì?» chiese perplesso, per poi fare per salutare il Dottore.

«Nella sua stanza.» Lo interruppe l'alieno, rivolto a Clara, mettendole in mano un piccolo oggettino di metallo. «Demagnetizzatore Sonico, sono dietro di te in un attimo. Oh, ciao, Artie; diamoti un'occhiata."

Clara corrugò la fronte, esitante; qualcosa non le quadrava. Ma le bastò l'espressione spaesata con cui Artie la guardava per farla annuire. Raggiunse la stanza del minore dei Maitland in poche falcate e, senza pensarci, vi entrò, accendendo la luce e puntando il Demagnetizzatore davanti a sé. Il respiro come incastrato nelle sue vie aeree.

«Qualcosa di ostile? Okay.» mormorò tra sé e sé, costringendosi a calmarsi e iniziando a frugare dappertutto. Senza trovare niente.

"Se è arrivato con noi dall'ultima volta, deve essere qualcosa di... ehm, magari metallo? Di Cyberman?" pensò, passandosi una mano tra i capelli e cercando di interpretare i quasi impercepibili suoni emessi dal Demagnetizzatore.

«Non poteva darmi un Demagnecoso meno timido?» bofonchiò, dandogli qualche colpetto e inginocchiandosi per controllare sotto il letto. Sollevò il piumone e aggrottò la fronte, controllando ogni centimetro.

Poi si accorse del suono di passi che si avvicinavano, quieti quieti. E vide, dall'altra parte, sull'uscio della porta, le scarpe del Dottore.

Lasciò andare il piumone e fece per dirgli che il suo aggeggino doveva essere rotto quando una vocina nella sua testa si chiese: quando mai il Dottore l'aveva deliberatamente mandata avanti, verso una situazione potenzialmente pericolosa, senza di lui? E quando mai non ribatteva se qualcuno insultava il suo farfallino?

«Ho guardato ovunque.» disse, mentre controllava anche i cassetti del comodino e sentiva la porta chiudersi. «E...» alzò lo sguardo sul Dottore. «e non c'è niente.»

Il cuore le tremò nel petto; le dita dell'alieno le sollevarono il mento e in un letterale battito di ciglia Clara si accorse di quanto fossero freddi quegli occhi verdi solitamente così intelligenti ed espressivi. 
Il Dottore sorrise.

«Guarda meglio.» — e familiari ghirigori in metallo comparvero in un flash sul suo volto; lo stesso flash che la inghiottì, partendo dalla sua mano destra.

Quando si svegliò, quando la vera lei si svegliò, sentì l'altra fredda, sbagliata parte di sé venire sorretta e richiamata alla coscienza da una voce mellifua che Clara ricordava bene.
 

Si guardò intorno e chiese a chiunque potesse ascoltarla: «Dove mi trovo?»

       
       
       
       



 

Angolo dell'autrice

Sono incapace di cimentarmi in qualsiasi cosa che resenti l'horror. xD
Ma ci ho provato. Inizialmente doveva essere una
Bonnie/Mr. Clever (perché le versioni villain di Clara e Eleven sono fighissime), ma giacché io sono io è diventata tutt'altra cosa. Che volendo potrebbe anche essere continuata.
Ma non sono sicura.
Nel mentre, be', ho rubato cinque minuti della vostra esistenza. Me felice. :3

 

Soleil

       

  
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