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Autore: Vanya Imyarek    05/11/2016    1 recensioni
Setne è tornato in vita, ha il potere del Libro di Thoth a disposizione, e Chad e Penelope hanno solo idee piuttosto vaghe sul cosa fare.
Nella situazione più complicata e pericolosa che si siano trovati ad affrontare finora, i due doppiogiochisti si ritroveranno alle prese con morti viventi, divinità imprigionate che tentano di scappare, strategia militare, bambini dai poteri incredibili, e psicologia applicata in pessimi modi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                           CHAD

                          DIAMO  IL  VIA



Due giorni dopo essere usciti dal Tartaro, aver scoperto esattamente come le cose sarebbero andate male e deciso cosa farcene di un mucchio di gente su cui teoricamente non avremmo avuto alcuna autorità, nascondemmo la corona di Tolomeo nelle catacombe sotto Alessandria d'Egitto. 
Tempistiche affrettate, credete? A dire il vero, era il momento ideale. Nessuna delle due fazioni con cui ci eravamo impelagati aveva ancora deciso le proprie mosse; i Campi e i Nomi aspettavano di capire cos'avesse in mente Setne, e Setne dal canto suo si stava prendendo un paio di giorni per elaborare un piano ben curato al minimo dettaglio, per una polverizzata di precisione delle forze degli dei. 
Noi ci eravamo trovati con tre giorni circa di assoluta libertà, e ne avevamo approfittato per decidere dove mettere quella benedetta corona e come cammuffarla in modo da far pensare che fosse sempre stata lì. Ci avevamo dedicato una nottata intera, quella dopo tutti i vari casini, andando alla Piramide Arena per poter parlare in pace e fare qualche ricerca nella biblioteca di Thoth. E anche per dare da mangiare a ibis e babbuini, ormai calmatisi dopo il panico iniziale ma ancora tutti piuttosto depressi.
 La prima cosa che facemmo fu ricopiare i simboli di protezione creati da Thoth. Non essendo maghi egizi, ci aiutammo con degli amuleti trovati in giro per la Piramide, ma anche così, ci mettemmo due ore solo per capire come ricopiarli decentemente. Ma perfino dopo che li ebbimo ricopiati al minimo dettaglio, le difese del panino al burro di arachidi su cui stavamo testando caddero quasi subito. 
Penelope sospirò e si lasciò cadere sul tavolo, con la testa tra le mani, bofonchiando qualcosa a proposito del fatto che non saremmo mai riusciti a fare niente. Io scarabocchiai una mano, che avrebbe dovuto scaraventarmi all'indietro qualora avessi provato a prendere il panino, però sembrava più una spintarella gentile, ma non riuscii a rimanere concentrato molto a lungo.
 Lo stato di Penelope non mi piaceva davvero per niente. Non mi aveva fregato nemmeno per sbaglio con tutta quella sicurezza e freddezza che aveva tentato di ostentare quando avevamo discusso cosa fare a Gaia. Si vedeva lontano un miglio che stava tentando di trattenersi dal crollare, e ... non mi piaceva. Sembra la cosa più banale del mondo ma ... avrei dato di tutto perchè uscissimo entrambi da quella situazione.
 Non volevamo che due persone morissero. Sì, era per il bene comune, la si sarebbe addirittura potuta definire una cosa giusta, la gente muore tutto il tempo a tutte le età, ma, ma diamine, non sarebbe semplicemente stato meglio che vivessero? E poi non volevo che morissero a causa nostra. Penelope, alla fine della scorsa registrazione, ha probabilmente detto tutto quello che c'era da dire in materia.
 E poi, cavolo, c'era quello che lei avrebbe dovuto fare. Era in qualche modo riuscita a prendersene tutta la responsabilità, incaricandosi di essere quella che avrebbe portato questa persona a un punto tale di disperazione da uccidersi, e portarsi dietro anche qualcun altro. Avrebbe dovuto studiare un piano per farlo, metterci del tempo, rimanere costante nel suo compito e ... che razza di incarico era? 
Non era come se avesse dovuto premere un grilletto, che se anche non sarebbe stata la cosa migliore del mondo, almeno sarebbe stata veloce per entrambe. Qui Penelope doveva causare la sofferenza di Gaia a livello costante, vederla mentre iniziava a sentirsi sempre peggio a causa sua ... non so neanche come esprimere il concetto. Credo che una cosa simile avrebbe distrutto chiunque non fosse un sociopatico. Cosa le sarebbe successo, andando avanti con quel piano? Sarebbe riuscita a portarlo a termine? Se sì, in che stato si sarebbe trovata una volta concluso tutto?
 Domanda del secolo: stava iniziando a crollare già da adesso, per qualcosa che non c'entrava neanche. Bello. Perfetto. 
Cosa cavolo potevo fare? Se avessi provato a suggerirle di lasciar perdere, magari quella cosa potevo farla io, mi avrebbe strozzato. Grazie tante, Penelope, per avere una maledetta sicurezza di sè e cocciutaggine!
 No, okay. Concentrarsi su un compito alla volta. Era un consiglio che sentivo dare spesso nelle terapie per persone con deficit dell'attenzione ... sembrava abbastanza ridicolo che mi fosse tornato in mente in quell'occasione. Bene! Non pensare all'azione atroce che probabilmente stresserà e traumatizzerà la tua collega a vita, concentrati sul rendere un panino al burro di arachidi inattaccabile. E già che c'ero, potevo trovare qualcosa per distrarre Penelope e fare al contempo qualcosa di utile.
 "Facciamo così, io resto qui a perfezionare gli incantesimi, tu vai a cercare qualche posto in cui possiamo portarla" suggerii.
 Lei marciò verso la libreria a testa bassa, senza rispondere niente. Neanche darmi del presuntuoso per averle dato ordini? Era troppo sovrappensiero ... non mi piaceva per niente.
 Ma seriamente, cosa potevo fare? Non ero uno psicologo o roba simile, non avevo la più pallida idea di come aiutarla o come gestire la situazione in generale. No, okay, meglio concentrarsi sul ricreare quei maledettissimi geroglifici. 
Passai due ore piene a ripetere quei simboli, e alla fine il risultato fu che quando cercai di prendere il panino, fui ricacciato indietro di qualche centimetro. Uhm, bello. Tutti avrebbero creduto che un incantesimo di simile potenza sarebbe stato reputato adatto a una corona tanto pericolosa. Passi che il Campo stesso l'aveva lasciata senza difesa, ma quella era stata una strategia un po' maldestra. Si supponeva che i maghi egizi avessero esaminato un po' meglio la situazione.
 Fortunatamente, l'incantesimo per rendere la corona irrintracciabile con la magia mi stava riuscendo un po' meglio. Non doveva essere assolutamente perfetto, in fondo dovevamo far trovare la corona, quindi a quei livelli andava quasi bene.
 "Penso che le catacombe di Kom el-Shufaqa andrebbero più che bene" intervenne Penelope all'improvviso. Mi voltai per trovarla circondata da guide turistiche e volumi sulla storia dell'Egitto, che procedeva verso di me cercando di sorreggere un'ingombrante enciclopedia.
 "Cos'hanno?" le chiesi.
 "Anzitutto, sono sotto Alessandria d'Egitto" iniziò a spiegare lei. "La città governata dalla dinastia tolomea. Avrebbe solo senso che Tolomeo o i suoi discendenti l'avessero lasciata lì. Inoltre, è un luogo funerario. La figlia di Anubi è una divinità degli Inferi tanto quanto lui, probabilmente le verrà spontaneo rifugiarsi in quei luoghi. E magari spera di usarli per trovarlo, o avere una qualche connessione con lui"
 Mi augurai davvero di no. Walt era strettamente controllato da Setne e da suo esercito, non avrebbe potuto mettersi in contatto con nessuno. E anche se fosse stato libero come l'aria, aveva detto chiaro e tondo che, se avesse dovuto, avrebbe scelto Sadie al di sopra di Becky. Quella bambina non si meritava di essere delusa in quel modo. 
"Un buon candidato" borbottai, rendendomi conto che probabilmente avrei dovuto dire qualcosa in merito. 
"Sì. Anche perchè questo sistema di tombe è particolare per la sua struttura. L'arte decorativa è stata realizzata fondendo elementi egizi, greci e romani. Le persone lì seppellite sono anche Romani, ma mummificati"
 "Sadie non aveva trovato una cosa simile quando stava cercando il Libro di Ra?" notai. "Sarebbe un po' strano che due oggetti magici così potenti fossero nascosti nello stesso posto"
 "E invece sono due posti completamente diversi" replicò lei. "Anche solo per il luogo: l'oasi di Bahariya è a quache kilometro dalla città, le 'nostre' catacombe ci stanno proprio sotto. Inoltre, la maggior parte dei defunti di Bahariya sono egizi, con alcuni romani che vivevano nel posto e hanno deciso di provare la sepoltura egizia. A Kom el-Shufaqa c'è praticamente chiunque da tutto il mondo, rigorosamente mummificato. L'unica somiglianza è che sono entrambe state scoperte casualmente dalla caduta di un asino"
 "Non è l'animale di Set?" notai. "Un po' strana come co-"
 "L'animale di Set non è stato ancora identificato dagli egittologi, e probabilmente è estinto" ribatté lei. "Adesso posso continuare?"
 E così se ne andava l'unico animale sacro a una divinità egizia che fossi mai riuscito a ricordarmi (a parte babbuini ed ibis per ovvie ragioni).
 Tra parentesi, con la situazione in cui si trovava Penelope, avrei dovuto ribattere ai suoi scleri o lasciar correre?
 "E poi" continuò lei prima che potessi decidere "ha una parte non ancora esplorata, a causa delle inondazioni"
 "Una delle classiche scuse dei maghi, a quanto ho capito" commentai. "Bene, abbiamo trovato il posto perfetto-"
 "Tu come stai andando con quegli incantesimi?" interruppe lei. Alle mie spalle, sentii Coriolanus emettere un grugnito di scherno.
 "Bene, per qualcuno che non ne ha mai fatti e non ha una goccia di sangue dei faraoni nelle vene" replicai.
 "Quindi malissimo per qualsiasi mago egizio" commentò Penelope. 
"Grazie tante ..."cercai di trattenermi da un'osservazione sulle sue, di abilità. "A meno che tu non trovi il modo di corrompere un mago egizio nel fare il lavoro per noi, ti tocca accontentarti. Se avessimo più tempo a disposizione naturalmente potremmo fare molto di più, ma-"
 "Dovremo nasconderla domani notte" interruppe lei, per l'ennesima volta. Stava diventando anche più snervante del solito, ma non me la sentivo di litigare. Probabilmente era uno sfogo per la situazione in cui era stata ficcata ... non molto carino nei miei confronti, ma comprensibile. Meglio lasciar correre. 
"Va bene, come vuoi. Passerò tutto il giorno a esercitarmi con questi benedetti geroglifici, almeno la situazione migliorerà minimamente"
 Scoprii poi che avevo involontariamente detto l'assoluta verità: i miei miglioramenti furono proprio minimi. Anche perchè quella roba stancava, ed ero costretto a interrompere il lavoro spesso e volentieri. Non so se era perchè li stavo eseguendo per la prima volta o perchè non sarebbero dovuti essere quelli come me a tracciarli, ma alla fine preferii mollare del tutto.
 Mi ero reso conto che più mi stancavo, meno i geroglifici avevano potere. Tanto valeva riservare le forze al punto in cui avrei dovuto apporli alla corona. E no, non l'ho detto a Penelope, volevo evitare del conflitto inutile.
 Il viaggio nell'ombra fu un po' destabilizzante. Immagino che non fossimo abituati a farne su simili distanze, per di più dopo aver fatto la stessa cosa alla Piramide Arena per prendere la corona, ma sempre meglio della nostra primissima esperienza in merito (qui eravamo solo finiti a terra, non svenuti). Comunque, ci ritrovammo in una saletta circolare, attorniata da colonne, con al centro un pozzo.
 "E' quello da cui venivano calati i cadaveri" mi informò Penelope. "Non rischiavano di rovinarli come se li avessero portati a mano"
 Una scala scendeva lungo il pozzo, a uso e consumo di chiunque volesse accedere al piano di sotto. Dovettimo stare attenti, era piuttosto scivolosa.
 Sbucava direttamente nella camera funeraria: una saletta circolare piena di loculi, da cui di diramavano altri corridoi. Vidi immagini della testa di Medusa sormontata da corone egizie, di Anubi in armatura da centurione romano, e altri strani rimescolii che non avevo mai pensato possibile. 
"Fa quasi chiedere perchè Setne abbia pensato che Greci e Romani si sarebbero dati alla guerra con gli egizi" commentai. "Insomma ... si sono ben messi d'impegno nel fondere le due culture"
 "Al giorno d'oggi si può pensarne come a una cosa positiva, all'epoca probabilmente era visto come i vincitori che facevano gli sboroni con roba che nemmeno capivano. Un po' come se qualcuno cercasse di ricopiare  tatuaggi aborigeni senza saperne il significato. Piuttosto offensivo, probabilmente"
 "E' vero" replicai (da quando mi ritrovavo a cercare di essere civile quando discutevo con lei?) "Ma tieni conto che Setne sta agendo, appunto, ai giorni nostri, quando un tentativo di mischiare due culture diverse appare come un bello sforzo di integrazione"
 "Ti sei dimenticato della Seconda Gigantomachia? Greci e Romani erano più che ai ferri corti, e questo considerando che molti Romani antichi avevano apprezzato la cultura greca e che c'era un nemico molto più pericoloso con cui avere a che fare"
 "Però per un sacco di altri versi hanno aderito alla cultura moderna. Per quanto ne sapeva Setne ..."
 "Aveva saputo del caso di Octavian, probabilmente. Ma non finiscono mai questi maledetti?" In effetti il corridoio sembrava eterno. Ogni tanto ne intersecavamo qualche altro, ma pure quelli sembravano interminabili.
 "Sai quanti ce ne siano, di questi corridoi?" chiesi a Penelope.
 "Circa trecento. Ho provato a cercare una mappa del posto sulle guide turistiche, probabilmente stiamo andando nella direzione giusta ... quando ci arriveremo, ovviamente" 
Mi fulminò un altro pensiero. "Scusa, ma non hai detto che quei tunnel erano bloccati ad opera di maghi?" le feci notare. 
Lei annuì.
 "E non pensi che magari ci avranno messo loro qualche incantesimo protettivo?" 
Lei si bloccò. "Hai ragione. Ma noi sappiamo gestire eventuali attacchi ..."
 "E se è una maledizione tipo farci marcire i piedi o ..."
 "Magari i creatori di questo sistema avranno sfortuna e per una volta farà cilecca" tagliò corto lei.
 "Bene. Perchè sarebbe stato un po' difficile da spiegare"
 "Con tutta la pratica in fatto di bugie che ci è toccato fare, non mi sorprenderebbe se ci fossimo-" sentii un rumore basso, e una sorta di tremito "riusci-"
 "Zitta un attimo" mormorai. Lei mi guardò storto e aprì la bocca per replicare, ma poi obbedì.
 "Qualunque cosa sia, ci eviti" mormorò.
 A me venne un'idea migliore, e giusto per sicurezza, ci resi invisibili tutti e due. La cosa non poneva troppi problemi, visto che mi ero allenato nel corso di frequenti visite agli Inferi e potevo avvertire la presenza di Penelope, visto che aveva addosso un mio incantesimo; però per passare davvero inosservati ci venne spontaneo rimanere zitti, e questo ci rese entrambi più nervosi per il resto del tragitto.
 Sul serio, perchè nessuno riflette mai sul quanto sia tranquillizzante parlare durante il corso di una missione, invece che rimanere da soli coi propri pensieri e con qualsiasi minimo rumore che ti manda in paranoia?
 Grazie agli dei, raggiungemmo l'entrata col divieto di accesso. Guardai bene il cartello e le sbarre di ferro: non si vedeva traccia di geroglifici. Non mi fidavo lo stesso. 
"Che nessuna trappola scatti" bisbigliò Penelope, per poi informarmi: "Devi aprirlo tu, ovviamente" 
"Così se ne rende conto chiunque? No, sei mai stata attenta a quello che facevano gli altri durante le nostre uscite con quei teppisti?"
 Tirai fuori uno dei miei coltelli dalla giacca. Certo, un serramanico sarebbe andato meglio, ma in assenza di altro ... 
"E pensi che scassinarla renderà l'effrazione meno vistosa?"
 "Meno che polverizzarla" replicai, eseguendo quel paio di trucchetti che mi erano stati insegnati. La porta si aprì con un rumore tremendo, lasciandoci entrare in un ambiente incredibilmente umido.
 "Stai a vedere che qui ci sono davvero le inondazioni" commentai.
 "Siamo sottoterra, è ovvio che sia umido. Piuttosto, non è scattato niente"
 "Vedi che i tuoi poteri qualche volta funzionano addirittura?"
 "Mh-mh"
 Procedemmo. I dipinti e le statue iniziarono a farsi sempre più frequenti, belli e dettagliati, comunicandoci che ci stavamo avvicinando al cadavere di qualche riccone. Magari direttamente qualcuno dei Tolomei? Sarebbe stata una gran cosa, la corona non sarebbe potuta stare in un posto migliore. 
"Che tu sappia, hanno ritrovato le tombe di tutta la dinastia Tolomea?" provai a chiedere a Penelope.
 "Ma che ne so. Conosco le tombe che sono state trovate, ieri ho cercato quelle, non l'elenco della dinastia" 
"Perchè sarebbe una cosa fantastica se qualcuno di loro fosse sepolto qui"
 "Hai ragione. Ma purtroppo, per qualche strano motivo, le iscrizioni sono tutte in geroglifici, che noi non sappiamo leggere"
 "Non potevano fare scritte bilingue?" brontolai, guardando storto gli ideogrammi che tanto ci offendevano.
 "Troppo sforzo, suppongo. Oppure volevano lasciare spazio alle immagini" ipotizzò lei.
 "Lavativi. Comunque, cosa ce ne facciamo adesso? La mettiamo accanto a una tomba a caso?"
 "Non che possiamo fare altro, direi. Guarda questa, è circondata da un bel po' di roba"
 "Speriamo che non sia quella del buffone preferito di Tolomeo"
 Penelope alzò gli occhi al cielo e poggiò la corona su un poggiapiedi che pareva d'oro (comodo!).
 "La corona sui piedi, va be-"
 "Vedi altri posti dove si possa appoggiare qualcosa?" tagliò corto lei. No, in effetti erano solo pezzi di mobilio un po' troppo mal conservati per fidarsene, e altri oggetti su cui non poteva stare niente. 
"Okay, okay. Aspetta che faccio quei benedetti geroglifici e poi ci leviamo di qui" 
Mi chinai accanto al poggiapiedi, estrassi una vecchissima boccetta dall' aria egizia che avevamo trovato alla Piramide Arena, piena di liquido rosso, e disegnai quei glifi. Provai a testare i risultati ... deboli, decisamente deboli. L'incantesimo per respingere il tocco si avvertiva a malapena. Quello per avvertirne la presenza ... tecnicamente la corona sarebbe dovuta diventare invisibile come effetto collaterale, adesso era solo trasparente. Se si guardava bene, si intravedevano i contorni.
 "Immagino che un qualsisi mago potrebbe fare un lavoro migliore" commentò Penelope, e io dovetti trattenermi dal risponderle male. "Ma questi incantesimi sono molto vecchi, ne abbiamo già parlato. E adesso filiamocela, prima che arrivino qui tutti in massa perchè l'incantesimo non ha funzionato bene"







Ladies & Gentlemen,

eccoci arrivati alla terza e ultima storia di questa serie. Fa un po' uno strano effetto, sapete? Ormai saranno due anni che scrivo le vicende di Chad e Penelope, ed è stata l'unica storia di così lunga durata in cui io finora non abbia nè perso il filo nè mi sia annoiata. Comunque, questo capitolo era molto corto, praticamente introduttivo, ma rimedierò coi prossimi: ho cercato di mettere nei vari capitoli più roba che potevo, e anche qui, ho calcolato che sarà senz'altro molto più lunga delle prime due, con una stima di venticinque capitoli. Spero che apprezzerete! Intanto, ecco lo spoiler: nel prossimo capitolo, un po' di gente si metterà a pianificare, che i nostri protagonisti lo sappiano o meno.

  
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