Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: Dian87    07/11/2016    1 recensioni
Un viaggio giunge quasi al termine quando un gruppo di persone arriva alle porte della città che controlla il loro villaggio, con il difficile compito di lasciare qualcuno. Ma quale sarà il destino di colui o colei che verrà abbandonato? Può essere realmente una disgrazia come tutti pensano?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1 - Lo scricciolo 

«Su, bambini, venite.» la voce di una vecchia gracchio nell'oscurità limitata solo da un fuoco da campo.

Gli stanchi occhi della donna accarezzavano il cerchio di tende colorate di un tenue rosso e l'udito era allettato dallo scoppiettare dei ciocchi. Un movimento attirò il suo sguardo e un sorriso attraverso la bocca sdentata: un paio di bambini erano usciti da una tenda e un altro stava comparendo da un'altra. 

La vecchia osservò il primo bambino che era uscito, un maschietto con un cespo di capelli castani, la cui tunica arrivava appena al ginocchio, e poi il secondo, una bimba in realtà i cui capelli erano dorati e la tunica sciolta che arrivava a spazzarle il terreno. Il bimbo prese per mano la sorella e andarono a sedersi su un tronco accanto al fuoco. La bimba circondò le ginocchia con le braccia e appoggiò sulle prime il mento ed il bambino appoggiò le mani sul legno, guardando a sua volta le tende dalle quali stavano uscendo una decina di bimbi vestiti di sole tuniche, i quali silenziosamente si sedettero attorno al fuoco. 

«Sapete dove stiamo andando?» il tono della vecchia era basso ed i suoi capelli argentei avevano riflessi rossastri. 

I bambini annuirono, silenziosamente. 

«Dato che domani saremo alle porte di Pazifal, questo è il tempo di un'ultima storia.» prese un respiro profondo. «Quale volete sentire?» 

Lo scoppiettio del fuoco sovrastava il silenzio innaturale. I bambini tentennarono, guardandosi l'un l'altro e qualcuno stringeva le mani con forza. 

«Lo scricciolo.» un soffio raggiunse l'orecchio della vecchia. 

La donna si guardò attorno, cercando di vedere l'autore di quelle parole. 

La seconda bimba che era uscita dalla tenda strinse più forte le ginocchia, portando lo sguardo sulla donna, mentre il bambino che le era seduto accanto le stringeva con forza la spalla ed aveva lo sguardo basso. 

«La storia dello scricciolo.» disse la bimba, con maggiore decisione. 

La vecchia sospirò. 

«Va bene, mia piccola fatina...» sospirò ancora la vecchia, accarezzandola con lo sguardo prima di portarlo, mesto, su gli altri. 

La vecchia si schiarì la voce. 

«C'era una volta, molto tempo fa, nel bosco qui vicino, un regno...» iniziò la vecchia. «il re degli uccelli, una possente aquila, era vicina alla fine dei suoi giorni e non aveva eredi. Prima che il suo tempo scoccasse, indisse un bando: chi avrebbe saputo riportargli lo scettro che aveva nascosto quand'era ancora giovane e forte sarebbe diventato il nuovo sovrano. Per primo volò il falco...» un colpo di tosse interruppe momentaneamente il racconto. «per lui l'aquila era un uccello imponente, colui che volava più in alto di tutti, quindi non poteva che aver nascosto lo scettro nel punto più della vetta che sovrastava il bosco. Volò, volò, volò fino a quando le ali non furono stanche e dovette aggrapparsi ad uno spuntone di roccia. Il giorno dopo volò più in alto, ma solo al terzo giorno raggiunse la cima, ma tutto quello che vi trovò furono neve e gelo. Decise allora che essere il re non era il suo desiderio e tornò alla sua vita.»

I bambini avevano puntato tutti lo sguardo sulla vecchia e trattenevano il fiato. 

«Fu poi il turno dell'orso, che utilizzò tutta la sua forza per sradicare alberi e rocce, cambiando il corso dei fiumi, pescando i salmoni per cercare nelle loro pance lo scettro e abbandonandoli nel suo cammino. Anche per lui infine giunse il tempo di ritirarsi e, giunto in una grotta, crollò in un profondo letargo.» 

I bambini si guardavano a vicenda, silenziosi. 

«Formiche, lupi, montoni e talpe... tutti loro cercarono nei boschi lo scettro mentre l'aquila era in agonia e passò un intero anno prima che tutti smettessero di cercare. L'aquila era ormai rassegnata all'anarchia che ne sarebbe seguita, ma improvvisamente comparve un nuovo pretendente: uno scricciolo. "So io... so io come trovare lo scettro," disse l'uccellino. "ma prima devo porvi tre domande, vostra altezza." L'aquila acconsentì alle domande. "Lo scettro è di terra e di fuoco?" chiese lo scricciolo. "È di terra e di fuoco." rispose l'aquila. Lo scricciolo saltellò sul suo ramo. "Lo scettro è di aria e acqua?" chiese ancora. "Sì, piccolo amico, è di aria e acqua." rispose l'aquila. Lo scricciolo allargò le ali e le richiuse, abbassando il capo. "Lo potete vedere?" fu la sua ultima domanda. "Ahimè, giovane scricciolo, la mia vista è ormai appannata... ma sì, posso ancora intravedere." si lamentò l'aquila. Lo scricciolo allargò le ali e si levò in volo. "Maestà, ho trovato il vostro scettro: sono gli alberi che avete preso come dimora, le nuvole tra le quali veleggiavate e il bosco che avete sempre amato e retto con giustizia." cinguettò lo scricciolo. L'aquila annuì e, trovato il suo successore, poté finalmente spirare e lasciare il regno a chi non si era accontentato di cercare nel bosco.» 

La voce della vecchia svanì nel silenzio notturno e osservò i bambini con gli occhi quasi chiusi dal sonno. 

«Qual è la morale di questa favola?» il tono della vecchia fu improvvisamente più alto. 

Quasi tutti i bambini sobbalzarono, tranne la piccola che aveva chiesto la storia e quello che non le aveva lasciato la spalla un singolo istante. Nuovamente si guardarono l'un l'altro, senza saper trovare una risposta. 

«Di non fermarsi a quello che normalmente si pensa di qualcosa o qualcuno.» rispose il bambino che teneva la mano sulla spalla della sorella. 

«E chiedere... chiedere sempre.» aggiunse quest'ultima. 

La vecchia annuì, silenziosa, studiandoli con attenzione. Nessuno di quei bambini superava le dieci primavere eppure uno di loro sarebbe andato incontro ad un difficile destino. 

Le articolazioni scricchiolano quando si alzò e lanciò un'occhiata alle tende. 

«Ora andate a dormire, domani sarà una lunga giornata e qualcuno di voi non tornerà a casa...» li salutò, prima di dirigersi verso la sua tenda. 

Lo sguardo dei bimbi fu abbattuto nell'osservare la vecchia andarsene. Non tutti sapevano cosa sarebbero andati a fare nella città, ma tutti sapevano che dovevano averne paura. 

«Gli dei siano con voi, bambini...» sussurrò la vecchia, entrando nella propria tenda.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Dian87