Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Sathys    09/11/2016    1 recensioni
Quante ribellioni ne contiene una sola?
Quante persone dovranno soffrire o morire pur di salvarne altre? Chi, invece, vivrà?
Quanto può essere forte l'amore, l'amicizia o la famiglia, difronte alla distruzione?
Se leggere della ribellione della Ragazza di Fuoco non vi ha stancato, dovreste voler sapere anche cosa accadeva dietro le quinte, sia nei distretti, sia in capitale, sia nel Tredici. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cinger Hastings – Distretto 13

Yago è teso. Si vede da come stringe il vassoio mentre ci dirigiamo al tavolo della mensa. Non credeva che questo giorno sarebbe mai arrivato.

E' dai ieri che va avanti anche il suo maledetto isterismo. O meglio, da quando ha dovuto registrare il nome Jack King nella cartella del suo computer. Ma comunque non è l'unico.

Indica si è fatta prendere da una crisi di panico ed è rimasta in ospedale tutta la notte. Solo che adesso quegli ex tributi usciranno e prenderanno parte alla vita del Distretto.

Non so se Yago sia però più preoccupato che possa incontrare in giro Jack o che Kole si incazzi con lui perché non gli ha detto nulla. Forse entrambe le opzioni.

Sospiro sendendomi al tavolo e iniziando a mangiare su piatti dalle porzioni sempre più piccole.

Mi passo una mano tra i capelli ma quando la tolgo osservo Kole sedersi affianco a mio marito. Sono costretta a mordermi il labbro per non ridere e quindi per non passare da stronza.

La spia bionda mi guarda dubbioso ma inizia mangiare come sempre.

Entrambi ci mettiamo un po' prima di osservare il piatto di Mett che continua a rimanere pieno, solo un po' più maciullato. Diciamo che i pancake non sono più pancake e iniziano a somigliare sempre più a uova strapazzate, il che è grave.

-Buongiorno Zombie.- commento sorseggiando un po' del mio succo al mirtillo.

Yago in risposta sospira e si passa entrambe le mani sul volto grugnendo qualcosa che somiglia a un vaffanculo, ma io sono una ragazza carina e non glielo faccio notare.

-Che felicità stamattina, eh?- domanda retoricamente Kole infilandosi in bocca l'ultimo pezzo di una galletta con la marmellata.

-Sono stanco okay?- risponde Mett con il suo tono perennemente acido. Il biondo gli tira una gomitata e l'altro lo guarda male. Vorrei non assistere a queste scene di vita di coppia ma quando faccio per alzarmi una mano mi ripianta alla sedia.

-Buongiorno!- è Indica.

Sbatto gli occhi prima di rendermi conto che sembra parecchio felice. Non posso fare a meno che sorriderle anche io prima di rendermi conto che non ha proprio tanto motivo per essere allegra stamattina. Però non sembra nemmeno fatta.

-Chi si vede.- saluta Kole -Stai meglio allora.-

-Sì...- si schiarisce la voce prima di parlare -Ho avuto modo di fare amicizia anche stanotte a quanto pare. Poi ho ricevuto una chiamata dai miei e mi hanno detto che stanno per arrivare il miei fratelli, alcuni almeno.- sorride ma è un sorriso strano, quasi amaro.

-E con chi hai fatto amicizia sentiamo.- domanda Mett realmente curioso. Sembra ripreso dal fatto che la nuova arrivata abbia cambiato discorso.

-Bè non con un omofobo stavolta.- ride Indica prendendo in mano la forchetta -Dovrebbe arrivare da poco, spero non vi dispiaccia se...-

 

Jack King – Distretto 13

Mi lego i capelli mentre aspetto in fila per prendere quello che sembra un pancake. Mi chiedo se il cibo qui è buono come quello della Earth. Hanna però non avrebbe gradito lo stesso. Non era una grande amante della colazione.

Non avrebbe nemmeno gradito trovarsi qui in realtà. Cercavamo la libertà e invece siamo andati diretti nella copia quasi esatta della Earth Zone.

Chiudo gli occhi cercando di non pensare a quanto in realtà mi manchi ma alla fine vengo distratto senza bisogno di concentrarmi.

-Jack!- le sorrido quando mi accorgo che è Indica. Sono felice di averla conosciuta, sembra simpatica, senza contare il crollo nervoso ovviamente.

Mi dirigo verso il suo tavolo che comprende altre tre persone ma non sembrano volersi muovere. Una ragazza ha i capelli rossi e probabilmente è la tipa di cui mi parlava Indica questa notte e successivamente davanti a loro sono seduti due ragazzi. Uno moro e uno biondo.

Riconosco il primo come Mett. David mi ha detto che era con lui che parlava nel nostro distretto quando io ancora ero ignaro di tutto. L'altro però non ho la minima idea di chi possa essere. Mi sembra una faccia già vista ma la ignoro e mi siedo affianco alla mia nuova amica cercando di mostrarmi il più amichevole possibile e non come un ragazzo soldato appena sfornato.

Prendo le forchetta in mano prima di alzare nuovamente la faccia e vedere i due ragazzi davanti a me pietrificati. Il moro guarda il suo piatto; il volto bianco, cadaverico. tendente al verde. Il biondo tiene la testa tra le mani. Sono completamente immobili.

Guardo la ragazza oltre Indica e mi accorgo dalla sua espressione che sembra stupita quanto me.

-Ehm... momento sbagliato?- domando deglutendo.

-No.- risponde secco Kole. Kole.

 

Ci metto un po' a capire che quello che ho davanti è effetivamente Kole e lo riconosco dagli occhi che spuntano oltre le mani.

Quel blu. Quello stesso blu che ho bramato tante volte adesso è davanti a me. Vivo e ardente di rabbia e rancore.

Riconoscerei quell'espressione ovunque.

Io non ho idea di come possa apparire la mia di faccia al momento. Provo talmente tante cose adesso che probabilmente è rimasta la stessa da quando mi sono seduto. Vorrei davvero fare qualcosa che mi lasci passare via il plurito che ho alle mani ma l'altra parte razionale di me, quella che ho sviluppato questi anni, sta avendo il sopravvento.

Ho sempre pensato a come sarebbe stato se ci fossimi rivisti. Mi immaginavo tutto rosa e fiori. Mi immaginavo il nostro distretto e il nostro rifugio. Mi immaginavo una lettera segreta o qualcos'altro e sì, lo so che sembra una delle tante favole che ci raccontava David accanto al camino dell'orfanotrofio prima di andare a dormire. Ma, stranamente, mai mi sarei immaginato che Mirum mi avesse mentito e che Kole fosse vivo in questo cazzo di buco a fare finta di lavorare.

-Tu lo sapevi.- sentenzia Kole alzandosi dalla sedia, rivolto al ragazzo.

-Kole ti prego.- Sento una fitta al cuore partire al sentire quel nome pronunciato dal moro, ma nonostante ciò rimango imperterrito nella mia posizione.

-Lo sapevi e non mi hai detto nulla!- Adesso sta gridando e con la coda dell'occhio posso notare che quasi tutta la mensa ci sta fissando.

Rimango a bocca aperta mentre assisto alla scena. Dal modo in cui la vittima sta reagendo, e cioè, tentando di giustificarsi, riesco quanto meno a comprendere che loro due stanno insieme.

Chiudo gli occhi cercando di fare mente locale, ignorando le urla dei due amanti o il continuo vociare dei presenti in mensa.

La prima cosa, la più importante, è che Kole è vivo. Vivo. Davanti a me. Ed è rimasto lo stesso da quando avevo diciassette anni.

La seconda cosa, è che sta urlando e questo mi da incredibilmente fastidio.

La terza e ultima cosa è quella che gli urlo in faccia, dopo avergli tirato uno schiaffo in pieno viso, alzandomi di scatto dalla sedia -Sei un idiota! Ero vivo anche due anni fa! Ma tu evidentemente avevi altro da fare! E adesso te la prendi con questo ragazzo senza neanche riflettere un attimo su te stesso!- faccio un bel respiro prima di continuare. Kole è rimasto immobile e in silenzio per tutto il tempo tastandosi lo zigomo. La sua espressione è mutata sembra ferito adesso -Sai... avresti potuto evitarmi tante cose. Avresti potuto evitare, per esempio, che l'uomo che ho amato dopo la tua fuga si sia trovato in dovere di mentirmi perchè credeva di averti ucciso. Avresti potuto evitare di farmi sentire solo e abbandonato. Ma non lo hai fatto.-

Inizia ad avviarsi verso l'uscita dalla mensa lasciando il ragazzo tra le braccia della rossa. Nasconde il viso nell'incavo della maglia e dai leggeri sussulti che fa la sua schiena sembra stia piangendo.

Io stringo i pugni per impedirmi di inseguirlo e peggiorare le cose, ma la mia lingua non riesce a trattenersi ancora -La verità, Kole Wheeler, è che sei un codardo!- urlo ancora poco prima di sedermi di nuovo e passarmi le mani sul volto mentre lui è già sparito.

---

si, scusate il ritardo di un anno, ma finalmente sono riuscita a rimetterci mano.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Sathys