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Autore: Veni Vidi Jackie    09/11/2016    1 recensioni
Durissime elezioni in 3°A
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All'interno della Scuola Elementare “Cristoforo Colombo”, più precisamente nella classe 4°A, l'8 novembre fu un giorno molto importante: il giorno in cui sarebbe stato eletto il rappresentante di classe.

O la rappresentante.

Già, perché tra i candidati stavolta c'era anche una donna: Ilaria Clintoni. Fino a quel momento nessuna bambina aveva mai ricoperto quel prestigioso ruolo. Ma Ilaria era una ragazzina coraggiosa, determinata e niente o nessuno l'avrebbe mai fermata. Quella carica la voleva davvero e se la sarebbe andata a prendere, in un modo o nell'altro. Recentemente avevano fatto scandalo i suoi bigliettini contenenti i propri progetti politici nascosti alle maestre, ma alla fine il Comitato Genitori e Insegnanti l'aveva assolta giudicandola non colpevole. In questo modo Ilaria aveva recuperato il debole svantaggio nei confronti del suo sfidante.

Chi era il suo avversario? Il suo sfidante era niente di meno che il famoso Donaldo Trampolino, bulletto della classe. Donaldo era stato bocciato tre volte (aveva infatti undici anni e non otto come tutti gli altri) e non aveva una buona fama nell'istituto. Erano infatti molte le bambine che si erano lamentate dei suoi modi violenti nel corteggiarle e da molti altri era visto come un arrogante, superficiale, ottuso, egoista e rozzo ragazzino.

Malgrado ciò, Donaldo proveniva da una famiglia assai ricca e il suo patrimonio ammontava a milioni: fu per questo che le donne non gli mancarono mai. Spesso era facile sentir dire che avesse avuto rapporti con tutte le bambine della scuola e di questo si vantava spudoratamente. Con il suo denaro, Donaldo era riuscito a comprare imprese ed aziende in tutte le scuole, comprese le multinazionali per la produzione di merendine. Inoltre, il denaro gli era stato utile anche per comprarsi alleati prestigiosi e fedeli consiglieri. In poche parole, era un personaggio che divideva le opinioni: o lo amavi o lo odiavi, non c'era via di mezzo.

Quel giorno Donaldo voleva dimostrare a tutti di che pasta era fatto e non aveva dubbi: avrebbe vinto. Chi mai infatti si sarebbe fatto battere da una ragazzina? Lui? No di certo! Lui le bambine le portava a casa, le baciava, le corteggiava, ci giocava: non ci andava certo a perdere in un'elezione! Che imbarazzo sarebbe stato altrimenti! Per di più, non avrebbe certo perso dalla fidanzatina di un ex rappresentante di classe.

Ilaria Clintoni, infatti, era la fidanzata di Billo Clintoni, rappresentante di classe durante il primo anno. Sarebbe stato umiliante per Donaldo perdere proprio contro di lei.

«Allora, siete pronti?»

A parlare era stato Baracco Baracchi, rappresentante uscente della 4°A, eletto in seconda ed in terza per due mandati consecutivi.

Donaldo lo odiava, senza un motivo preciso. Lo odiava e basta, così come odiava ¾ degli studenti della scuola. Eppure, sotto sotto, forse c'era un motivo per quell'astio: Baracco era di colore, in quanto di origine africana. Ed era noto a tutti quanto Donaldo fosse razzista, anche se lui lo negava sempre. O forse lo odiava perché Trampolino era fatto così e non ha senso chiederci del perché lo facesse.

Seduto a braccia incrociate, alla cattedra, con un' elegante cravatta e la sicurezza di un ex rappresentante di classe, Baracco osservava con fierezza i suoi compagni che ultimavano le improvvisate urne elettorali, realizzate con vecchi cartoni trovati in uno sgabuzzino.

«Siete pronti o no?» ripeté, non avendo ottenuto risposta

«Pronti!» esclamò Ilaria, posando con decisione una delle due urne fai da te sulla cattedra.

Donaldo collocò la seconda accanto alla prima, poi con calma e con un sorrisetto vittorioso (di già!) se ne tornò a sedere al suo posto.

Baracco aspettò che tutti gli studenti fossero seduti ed in silenzio prima di ricominciare a parlare.

«Bene» iniziò «come ben sapete stamani eleggeremo il nostro rappresentante di classe. Dal momento che questo è il nostro quarto anno, credo sappiate piuttosto bene come si fa. Adesso passerò a tutti voi un foglio con i nomi di Ilaria e Donaldino...»

«Non chiamarmi Donaldino!» scattò in piedi il bulletto, scompigliando il suo ciuffetto biondo

«Uffa!» si lamentò Baracco, roteando gli occhi e sbuffando

«Sai bene quanto lo odio!» ribatte il candidato

«Va bene, va bene. Ora rimettiti a sedere.»

Donaldo, dopo un'ultima occhiata di sfida al suo interlocutore, si sistemò il ciuffo e i capelli, quindi tornò a sedersi.

Baracco bofonchiò qualcosa sotto voce, ma per fortuna il bullo non riuscì a sentirlo.

«Dunque, che stavo dicendo? Ah, sì. Troverete due nomi sul foglio: quello di Donaldo e quello di...» e qui Baracco fece un occhiolino alla Clintoni «...Ilaria»

«Fermi, fermi, fermi!» scattò di nuovo Donaldo, furioso. «Cos'era quell'occhiolino, eh? Guarda che l'ho visto! Avete deciso di truccare i risultati?»

«Uffa, che rottura di palline che sei!» si lamentò stavolta Ilaria. «Perché non ti rilassi?»

«Mi rilasserò solo quando saprò che queste votazioni si terranno in un clima democratico.»

A questo punto tutta la classe scrosciò a ridere, perché sapeva benissimo che i modi di fare di Donaldo erano tutt'altro che “democratici”. E come dovevano essere, se lui era il bullo più noto della scuola?

«Voi tutti ora mi umiliate» esclamò lui, puntando il dito contro la classe «ma tra poco non lo farete più, ve lo assicuro. E' più facile criticarmi che imitarmi.»

Donaldo Trampolino si sedette, consolandosi con l'immagine della sua vittoria e di tutte le ragazzine che avrebbe così ottenuto. Che ridessero pure! Tra poco lui avrebbe vinto.

«Okay, okay, andiamo avanti» dichiarò Baracco, ricomponendosi dopo la risata scrosciante di poco prima. «Dovrete fare una x accanto al nome di uno dei due candidati, solamente una x! Non sbagliate, mi raccomando. Ah, Francesco...» Baracco si rivolse verso un bambino seduto in fondo «non vale se scrivi “per me è uguale” come hai fatto l'anno scorso, okay? Bene, perfetto.»

Detto questo, l'ex rappresentante procedette alla consegna dei fogli, lasciandosene uno per sé sulla cattedra. Dopo essersi assicurato che non mancasse a nessuno, guardò l'orologio ed esclamò:

«Le votazioni iniziano da ora! Iniziate tutti!»

Dopo qualche secondo di brusio, durante il quale gli studenti probabilmente si informarono sulle scelte degli amici, il silenzio calò sulla classe.

Il primo a consegnare il proprio voto fu Donaldo Trampolino, seguito subito da Ilaria Clintoni, che non voleva certo rimanere dietro di lui.

«Hai votato, Donaldo?» chiese Baracco, alzando gli occhi su di lui

«Sì, il tuo regno del terrore è terminato»

Baracco rise. «Non credo proprio che il mio sia stato un regno del terrore»

«Mhm» fece il bullo, scrollando le spalle «non importa, tanto ora ci sarà il mio» e se ne tornò a sedere.

Baracco inserì la sua votazione nell'urna, osservando Donaldo tornarsene a sedere. Povero illuso, quel Donaldino! Come diavolo poteva pensare di essere eletto? Lui! Lui che era così odiato nella scuola! Non aveva chance.

Ne aveva invece Ilaria Clintoni, che adesso inseriva la propria votazione nell'urna.

«Soddisfatta, Ilaria?» le chiese Baracco con un sorrisino malizioso

«Alla grande» gli rispose, ricambiando il suo sorrisetto.

I due si scambiarono un ennesimo sorriso di intesa e poi Ilaria tornò al proprio posto.

Le votazioni furono completate dieci minuti dopo, quando Baracco decise di procedere allo spoglio dei voti.

«Bene» disse, prendendo entrambe le urne «adesso non rimane che scoprire chi ha vinto. Siamo in diciannove in classe, quindi non ci sarà occasione di pareggio. Giulia, scrivi i nomi dei due canditati sulla lavagna e metti un segno sotto il nome che ti dirò ogni volta.»

Una ragazzina annuì ed obbedì, prendendo un gessetto e cominciando a scrivere alla lavagna.

«Trampolino...» annunciò Baracco, estraendo il primo voto «Trampolino...» continuò.

Ben presto, Baracco Baracchi si rese conto con terrore che i voti con il nome di Donaldo Trampolino era ben maggiori di quelli con Ilaria Clintoni. “Chi diavolo può votare per un tizio del genere?” pensò, leggendo l'ultimo voto, stavolta della Clintoni.

I sostenitori di Donaldo esplosero ad esultare, sollevando il loro leader con le mani e facendolo saltare in aria, fin quasi a toccare il soffitto.

Baracco si volse verso la lavagna, curioso di sapere a quanto ammontasse la vittoria del suo nemico: dodici voti contro cinque (due alunni si erano astenuti). Un completo disastro. Una terribile, astronomica sconfitta.

L'ex rappresentante volse lo sguardo verso Ilaria Clintoni: era immobile e fissava il vuoto di fronte a sé, come una statua. Povera Ilaria, l'aveva certamente presa molto male.

«Allora, mio caro»

Baracco si girò: di fronte a lui era Donaldo, con il suo ciuffo scompigliato e la faccia tutta rossa, attorniato dai suoi sostenitori.

«Alzati da quella sedia e fammi sedere alla cattedra, ora tocca a me. Te lo avevo promesso, no?»

Baracco obbedì a malincuore, ricevendo un'odiosa pacca sulla spalla dal nuovo rappresentante.

«Come prima cosa da rappresentante...» annunciò Trampolino dalla cattedra «...rutto libero per tutti!»

“Non ci siamo, non ci siamo” pensò Baracco, allontanandosi con la testa tra le mani.

 

 

 

 

  
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