Anime & Manga > No. 6
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Autore: Windstorm96    09/11/2016    2 recensioni
Due ragazzi nel fiore dell'adolescenza, una camera troppo piccola, un letto troppo grande. E un subconscio che gioca strani scherzi...
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Con la schiena premuta contro la parete gelida del piccolo stanzino adibito a bagno, Shion singhiozzava sommessamente, la fronte poggiata sulle ginocchia strette vicino al petto.
Alla fine aveva permesso ai suoi più oscuri desideri di fendere la superficie tranquilla della notte sommergendolo come un’onda di maremoto. Come al solito, aveva finito col dare ascolto ai suoi istinti anziché alla parte razionale, che pure si ostinava a pensare fosse in lui predominante.
Non si era mai trovato faccia a faccia con delle sensazioni tanto intense, di quelle che emergono prepotentemente nel pieno della notte e infiammano ogni singola cellula del corpo. Quella era la prima volta.
“Se solo Safu fosse qui, sicuramente lei saprebbe spiegarmi tutto quanto per filo e per segno” pensò al colmo della frustrazione.
Non che in No.6 il sesso fosse un argomento tabù, anzi; era una delle prime lezioni che i ragazzini imparavano. Tuttavia, esso veniva trattato semplicemente come una serie di mere informazioni, pure conoscenze teoriche. Bisogni corporei, comportamenti riproduttivi, funzioni ormonali… Safu era esperta proprio in quest’ambito. Eppure, lei stessa si era ritrovata visibilmente in difficoltà e insolitamente a disagio quando si era trattato di confessare a Shion i propri sentimenti. E probabilmente era (almeno in parte) per lo stesso motivo che lui l’aveva goffamente respinta rimandando la cosa ad un futuro lontano.
“Voglio il tuo sperma” gli aveva dichiarato in faccia lei. E lui si era sentito male di colpo.
Nezumi certo non gli aveva mai detto nulla di simile; tutti i gesti, le parole e gli atteggiamenti nei suoi confronti, a quanto pare, avevano sortito un effetto di gran lunga più potente.
Qualcosa in lui era cambiato. Non sapeva di cosa si trattasse, ne era solo in qualche modo vagamente consapevole.
Era convinto di aver realizzato ormai da tempo quali fossero le proprie emozioni, i sentimenti che provava per quel ragazzo con cui si era improvvisamente ritrovato a vivere. Eppure, di punto in bianco, il suo corpo aveva cominciato a reagire per conto proprio, come per tentare di scuoterlo dalla sua abituale passività.
Sei lento, Shion.
Poteva quasi udire il tono divertito di Nezumi che lo derideva facendogli desiderare di sprofondare in una voragine senza fondo. Se avesse anche solo tentato di esternargli i suoi sentimenti, sicuramente lui l’avrebbe preso in giro per il resto della sua vita.
Così, dopo essersi lasciato trascinare a fondo dai propri istinti, Shion si sentiva sporco e patetico. Per la prima volta in vita sua, si vergognava di se stesso.
 “Ehi, Shion.”
Una scossa di terrore lo fulminò all’improvviso.
Alzò la testa, ritrovandosi davanti la figura di Nezumi semisommersa dall’oscurità. Ritto sulla soglia, il ragazzo lo inchiodava con lo sguardo.
“N-Nezumi, c-che cosa…” tentò Shion con voce tremante; si accorse di essere di nuovo sull’orlo delle lacrime.
Lentamente, il moro gli si avvicinò, godendo in segreto dell’espressione sorpresa e spaventata dell’amico.
“Perché piangi?”
Shion si strinse ancor di più nell’angolo, spinto con le spalle al muro da quegli invadenti occhi grigi. Non poteva far altro che tenere lo sguardo fisso a terra, consapevole del rosso vermiglio che gli tingeva le guance e rendeva pressoché indistinguibile il serpente che le adornava.
 “Ti prego, Nezumi, lasciami in pace.”
“No. Stai pensando troppo. Non sempre fa bene, sai?”
“Non sto pensando affatto.”
“Non essere ridicolo. Nessuno piange senza pensare, Shion.”
“Se sto piangendo è per colpa dei dolori che mi ha causato quello stramaledetto divano” tentò debolmente di giustificarsi fissando con espressione accigliata un punto del pavimento.
“Sul serio, Shion. Ne ho viste fino alla nausea di persone piangere per la sofferenza fisica, e posso dire con certezza che non è il tuo caso. Allora, a che stai pensando?”
Shion levò gli occhi verso il volto di Nezumi. Anche al buio, poteva distinguere il sentore di un sorriso aleggiargli sulle labbra. Deglutì due volte, rimanendo sorpreso nel trovare la mucosa della propria bocca stranamente secca. Lo sguardo tornò a vagare per il pavimento.
“Ho fatto un sogno” sussurrò con un filo di voce, talmente distorta che riuscì a stento a riconoscerla come propria.
“Buffo. Anch’io” ridacchiò Nezumi.
“Davvero? Che cosa hai sognato?” chiese Shion risollevando gli occhi, nei quali non aveva potuto fare a meno di accendersi una scintilla della sua naturale curiosità.
“Che chi sogna spesso mente” continuò il moro in un tono vagamente musicale.
“Nezumi…”
“E tu cos’hai sognato? Te lo ricordi stavolta?”
Shion nascose il volto tra le ginocchia, chiudendosi a riccio, mentre le sue unghie scavavano solchi profondi nella pelle sottile. Nezumi allora si chinò su di lui e gli accarezzò gentilmente i capelli, invitandolo a guardarlo negli occhi.
“Coraggio, dimmi.”
“Ho sognato te” ammise Shion in un soffio.
Nezumi sorrise tra sé e sé. Forse quel ragazzo non era capace di mentire, ma più che altro non voleva mentire. Non più, né a lui, né a se stesso.
“Un altro incubo?”
“No, un sogno bellissimo.”
“E che succedeva?”
“Per favore, lasciami…”
“Ti prego, dimmelo. Sono molto curioso.”
Nezumi si sporse in avanti premendo il proprio bacino contro la gamba di Shion. Quest’ultimo, realizzata la situazione, sgranò gli occhi sbalordito. Nezumi assaporò la sua espressione imbarazzata e rise di cuore.
“Te l’avrò già detto almeno un milione di volte, ma… sei indubbiamente lento, Shion” gli sussurrò in un orecchio, da dove partirono brividi che si propagarono per tutto il corpo del ragazzo.
Il pollice di Nezumi sfiorò delicatamente lo zigomo di Shion, scostando una ciocca candida che le lacrime recenti avevano appiccicato alla pelle.
Gli occhi leggermente socchiusi di Nezumi erano tornati ad imprigionarlo, più vicini che mai.
“Non vuoi proprio raccontarmelo, questo sogno?”
“Era come… non so, era confuso. Era buio, ma potevo percepire la tua presenza… ed era doloroso, come un fuoco che mi bruciava dall’interno… Nezumi, è la prima volta che faccio un sogno del genere.”
“La prima volta?”
“Già.”
Dopo qualche istante di silenzio Nezumi ridacchiò, e Shion sentì le proprie guance infiammarsi.
“Shion, davvero, quanti anni hai? A volte ho l’impressione che tu non sia cambiato affatto dalla notte in cui ci siamo incontrati.”
“Sono cambiato eccome. In tutti i sensi, grazie a te.”
“Se mi ringrazi, vuol dire che la cosa non ti dispiace?”
“No, affatto” rispose Shion all’istante. “Solo, mi spaventa un pochino.”
“Certo che sei davvero, davvero strano. Tra tutte le cose devastanti che ti sono capitate nell’ultimo periodo, quella che ti preoccupa maggiormente è una tale sciocchezza.”
“Nezumi, per te ogni cosa è una sciocchezza.”
“Certo. Perché io sono abituato a prendermi quello che voglio, o per lo meno a combattere per ottenerlo. Beh, ho dovuto abituarmi a farlo, suppongo. Ma ora anche tu stai finalmente imparando a desiderare qualcosa, Shion, ad essere un po’ egoista. Piuttosto che piagnucolare, fossi in te ne gioirei. È un primo passo. Un vago barlume di buonsenso in quella tua mente contorta, per come la vedo io. A dirla tutta, sono piuttosto fiero di te.”
Nezumi gli regalò uno dei suoi sorrisi più dolci e sinceri, uno di quelli che aveva visto poche volte, e sempre rivolti a lui. Era così bello, con gli occhi socchiusi e quello strano scintillio nello sguardo, che perforava l’oscurità della notte pur intonandosi alla perfezione ad essa.
“Dunque, devo tirare a indovinare io come continuava questo tuo sogno?”
Il ragazzo ebbe un attimo di blackout quando le sue labbra furono sfiorate da quelle di Nezumi. All’inizio era un contatto estremamente lieve, casto come non immaginava si addicesse a Nezumi, ma sufficiente per far perdere la testa ad entrambi. Le labbra sottili di Nezumi presero a muoversi leggere sulle sue, danzando al ritmo di una canzone che Shion ancora non conosceva. Ad occhi chiusi, tutto ciò che il ragazzo sentiva era una serie di brividi estremamente piacevoli che gli correvano su e giù per la schiena come mille ragni impazziti, e le dita di Nezumi che si posavano lievi sulla sua nuca, nello stesso punto da cui era emersa quella cosa che lo aveva quasi ucciso e dalla quale lui l’aveva salvato.
Quando una mano andò a posarsi leggera sul suo petto e cominciò a scivolare verso il basso, facendosi largo tra le ginocchia serrate per il pudore, Shion ruppe quell’unione annaspando in cerca d’aria, come un naufrago che si senta trascinare verso il fondo da correnti sconosciute e incontrastabili.
Nezumi schiuse le palpebre e lo osservò da sotto le lunghe ciglia scure con un sorriso compiaciuto; bastava così poco per mandarlo in tilt. In fondo, quella per lui doveva essere la prima volta.
“Gli occhi degli uomini sono fatti per vedere, Shion. Lascia che guardino. E non permettere mai che il ‘non oso’ accompagni il ‘vorrei’” mormorò a fior di labbra mentre lo invitava ad allargare le ginocchia, facendo scorrere un dito lungo la pelle sensibile della sua coscia.
Aggrappandosi con entrambe le mani alla sua maglietta, Shion affondò il volto nel petto di Nezumi.
“N-Nezumi, lascia che lo faccia io per te. Io ho già… c-credo che per un po’ non ne sentirò più il bisogno.”
“Il bisogno? Non lo senti? Shion, lo sai che è come se mi avessi appena insultato, vero? Questa non te la posso perdonare.”
Ancora avvinghiato all’amico, Shion si sentì trascinare, finché la sua schiena toccò qualcosa di freddo e duro. Quando Nezumi si allontanò da lui, scrutandolo dall’alto con quei suoi occhi di cenere, Shion si ritrovò disteso sul pavimento.
Anche nel buio della notte che li avviluppava, Shion si rese conto di essersi perduto ancora una volta nelle profondità di quegli splendidi occhi. Vi stava annegando senza più la possibilità di emergere per riprendere fiato.
Dal fondo di quell’abisso, Shion vide Nezumi chinarsi su di lui, e le sue labbra vennero nuovamente violate dalla lingua esperta del moro. I movimenti di Nezumi si erano fatti più profondi, di un ritmo incalzante, non gli lasciavano neppure il tempo di reagire che già chiedevano di più. Pretendevano di più.
Poteva sentire il bacino di Nezumi che entrava in contatto col proprio ogni volta che il ragazzo si protendeva su di lui per approfondire la loro unione ed esplorare ogni anfratto della sua bocca.
Shion sollevò le ginocchia, poggiando i piedi sulla ruvida superficie delle mattonelle gelate, mentre sentiva che il fuoco che aveva da poco estinto tornava a divampare ancora più prepotente minacciando di divorarlo dall’interno.
Le mani di Nezumi divennero avide. Dal suo petto scivolarono rapidamente fino al bacino, senza concedergli neppure il tempo di spaventarsi o di reagire. Quando il ragazzo si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa, Nezumi gli morse lievemente il labbro inferiore, senza fermarsi, determinato come al solito ad ottenere ciò che desiderava.
Le sue dita sfiorarono Shion nella parte più segreta, bramose. Nezumi si accorse con soddisfazione che l’opera stava avendo un discreto effetto sul ragazzo, e che i suoi ardori si stavano risvegliando rapidamente.
Accarezzò l’intimità dell’amico dolcemente percorrendola con le dita per tutta la lunghezza. Quando iniziò a muovere la sua mano, il ragazzo sotto di lui cominciò a gemere, il respiro che si faceva pesante, gli occhi chiusi e la testa rovesciata leggermente all’indietro che lasciava scoperto il collo candido, invitando la lingua dell’amico a sbizzarrirsi in mille disegni fantasiosi.
Ci volle poco perché Shion si ritrovasse sul punto di esplodere. Allora Nezumi, risalendo fin quasi a sfiorargli nuovamente le labbra, gli dedicò un sorriso sbieco estremamente sensuale.
Poi, senza dire una parola, cinse con le mani i fianchi stretti del ragazzo, facendo in modo che la propria lingua prendesse il posto delle dita.
Al contatto inaspettato della bocca che lo avvolse, Shion sentì un’ondata di piacere sollevarsi da qualche parte dentro di sé minacciando di straripare dagli argini da un momento all’altro. Arcuò la schiena, si sollevò, ripiegandosi sull’amico che continuava nella sua opera. Ciocche di capelli scuri si attorcigliarono alle sue dita, mentre i gemiti soffocati venivano inghiottiti dal silenzio della notte.
Dopo che ebbe raggiunto il culmine, sfinito, Shion si lasciò ricadere all’indietro puntellandosi sui gomiti, tentando di recuperare il fiato e di placare il cuore che gli esplodeva nel petto.
Percepì ancora una volta le dita di Nezumi insinuarglisi tra i capelli e il suo corpo farsi più vicino, stringendolo dolcemente tra le braccia.
“Visto che non c’era motivo di aver paura? È stato così terribile?”
Shion si accoccolò contro il suo petto, esplorandone ogni centimetro con le dita non ancora sazie.
“Non è questo che mi preoccupava. Non avevo dubbi che fossi bravo.”
“Lieto di meritare i vostri complimenti e che l’esperienza vi abbia deliziato, vostra Altezza.”
Shion arrossì nell’udire il titolo che spesso Nezumi gli attribuiva quand’era irritato. Di certo non era quello il caso, e si domandò perché mai l’avesse usato.
Ma tale pensiero durò solo un istante. Con il capo appoggiato al petto di Nezumi, Shion sorrise tra sé e sé. Raccolse tutto il coraggio che trovò e domandò:
“Nezumi… ora toccherebbe a me, giusto? Temo che non riuscirò a farlo come hai fatto tu… possiamo spostarci sul letto?”
Sentì il petto dell’amico tremare lievemente in una risata sommessa. Nezumi fece scorrere l’indice lungo la colonna vertebrale di Shion, posando un casto bacio sui capelli candidi che tanto amava.
“Come desiderate, vostra Maestà. Il mio umile giaciglio è a vostra completa disposizione. Non vi concedo di lamentarvi, però, se domani i vostri dolori saranno peggiorati…”
 
 
 
 
 
Saaaalve ^^
So che dovrei scusarmi anche stavolta per il ritardo ecc ecc, ma tanto ormai l’avrete capito che è una parte inscindibile di me, quindi portate pazienza.
In ogni caso, questo è l’ultimo capitolo. Scene più dettagliate di così non me la sentivo di inserirle (in parte perché sono timida – all’incirca – e in parte perché non le amo troppo, a dirla tutta).
Che dire, un grazie di cuore a chi ha letto e commentato, nella speranza che questo fandom possa prosperare ;)
   
 
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