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Autore: Addy6702    14/11/2016    3 recensioni
Questa storia l'ho scritta dopo aver perso una scommessa contro una mia amica Jarida, e inizialmente era di quella ship, ma alla fine ho deciso di ritrasformarla e riproporvela in forma di Jelsa sperando che vi piaccia e che l'apprezziate visto che credo mi sia uscita abbastanza bene.
Trama:
Jack Frost a solo un anno da la sua nascita è disperato perché nessuno riesce a vederlo o sentirlo, così decide di fare un gesto drastico. Ma forse qualcuno gli farà cambiare idea!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack, Frost
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai nulla aveva più un senso. Quando Jack sentiva le risate dei bambini, quando faceva cadere la neve, quando vedeva una giovane coppia innamorarsi, non riusciva più a sorridere, a essere felice, o semplicemente a provare qualcosa.

Non riusciva più a sentirsi vivo! Che senso ha del resto essere vivo, se non lo puoi condividere con nessuno? Che senso ha respirare, camminare, o parlare se nessuno è lì per vederlo? Che senso ha lottare, se non ti può dare nessuna soddisfazione?

E così Jack Frost si aggirava per i boschi sconsolato, facendo cadere fiocchi di neve freddi come il suo animo, su quel villaggio che gli aveva fatto scoprire la verità!

Un giorno in particolare, si sentiva a terra! Il giorno prima aveva fatto venire un'enorme bufera di neve, ultimo tentativo di tanti nella speranza di essere notato, e come al solito aveva fallito! Così quel giorno Jack decise che era il momento di finirla!

"Ora basta" aveva pensato, e così aveva intenzione di fare. Si stava dirigendo al lago, dove un anno prima era nato, con l'intenzione di buttarsi dentro le sua acque e restare lì in eterno. Si era arreso, e non sarebbe tornato indietro.

"Ehi scusa!" una voce femminile richiamò l'attenzione di Jack, che però continuò a camminare, convinto che non si stesse rivolgendo a lui.

"Ehi ragazzo!" chiamò ancora la voce.

Neanche questa volta Jack si voltò.

"Ma insomma, mi ascolti?" questa volta la ragazza afferrò il braccio di Jack, che si fermò di colpo, come trafitto da una spada invisibile. Da quando era nato non aveva mai sentito com'era essere toccati da qualcuno.

Si girò lentamente a guardare a chi appartenesse quel braccio, e questo è ciò che vide:

una graziosa ragazza di più o meno la sua età (almeno dall'aspetto sembrava così, Jack non conosceva esattamente il numero dei suoi anni), con occhi azzurri come il mare dolci ma duri, un'espressione autoritaria e solenne e dei bellissimi capelli biondo platino raccolti in una treccia spettinata.

"Ehi, stai bene?" chiese la ragazza lasciando andare la presa sul braccio di Jack.

"Tu... Puoi vedermi? Riesci a vedermi?!" urlò di gioia Jack.

"Beh… Certo. Non dovrei?" disse la bionda indietreggiando un po’. Quel tipo le sembrava piuttosto strano.

"No no, voglio dire... E' FANTASTICO!!! Tu sei fantastica, oh mio Dio!!" Jack non riusciva più a contenersi dalla gioia.

"Senti, forse è meglio che vada" disse la ragazza cercando di allontanarsi.

"No, no, ti prego! Non voglio farti niente!" supplicò Jack.

"Ne sono certa ma..."

"Ascolta, scusa se ti ho spaventato, è solo che... Non parlo con una persona da un anno ormai, e tu... E' davvero un sollievo sapere che qualcuno può vedermi!"

La ragazza assunse un'aria perplessa, ma poi sorrise. Le piaceva quel ragazzo, anche se era un po' strano.

"Mi chiamo Elsa" disse poi la ragazza.

"Jack. Jack Frost! E' un piacere conoscerti"

"Ehm… Scusa la domanda ma cosa intendevi con ‘non parlo con nessuno da un anno’?" chiese la bionda ormai incuriosita.

"Oh, ehm..." Jack si scurì in volto. In qualche modo quella ragazza gli aveva fatto completamente dimenticare perché qualche minuto prima stava camminando per quella strada; dove stava andando, e cosa stava per fare.

"Ehi, se non ti va di dirmelo va bene. Non c’è nessun problema!" disse lei sorridendo e appoggiando la sua mano sulla spalla di Jack.

Lo spirito appoggiò la sua mano su quella di Elsa.. Se parlare con qualcuno era bello, essere toccati lo era ancora di più.

"Elsa..."

"Si?"

"Vuoi giocare a palle di neve?"

"Non siamo un po' grandi?" disse lei ridacchiando.

"Oh, non si è mai abbastanza grandi per le palle di neve!" rispose lui scherzoso.

La ragazza ci pensò su un attimo.

"Ci sto"

 

 

 

Quel pomeriggio Jack ed Elsa giocarono tutto il tempo, finché non scese la notte, e lei disse:

"Senti Jack, ora devo tornare al castello"

"Eh?"

"Oh, non te l’ho detto? Io sono la… Beh, la regina di Arendelle, il regno qui vicino” ammise lei con imbarazzo.

"No no, intendo... Te ne vai? Ma io..."

"Ehi, non parto certo per sempre! Se vuoi posso tornare domani!"

"Sei una regina e puoi andartene dove vuoi quando vuoi?"

"Certo, pena di morte per chi mi dice il contrario!"

Jack rise. Quella ragazza era davvero speciale, in un pomeriggio gli aveva fatto dimenticare un intero anno di inferno!

Non si era chiesto come fosse possibile che lei riuscisse a vederlo, e sinceramente non gli importava! La cosa importante era solo che lei ci fosse.

"Allora ci vediamo domani Jack!" concluse Elsa facendo per andare via.

"Aspetta!" le urlò il biondo dietro facendola voltare.

La bionda si voltò verso di lui. Jack le si avvicinò fino ad arrivare quasi a far si che i loro corpi si toccassero.

"Per tutto quello che hai fatto oggi... Stare con me, giocare..." cominciò Jack.

"Su via, non era nulla!" arrossì lei.

"No, invece lo era! Elsa, tu non capisci, da quando è cominciata, la mia vita è stata un vero schifo! Ogni momento era come una lancia infilata nel mio ventre, ma quando sto con te... Mi sento felice. E per questo ti voglio ringraziare!"

"Come?" chiese la ragazza.

"Con questo..."

Jack le si avvicinò ancor di più, baciandola su quelle sue labbra perfette. Elsa, dopo un primo momento di stupore, ricambiò, felice come non mai.

"Ci vediamo domani, fiocco di neve!" disse Jack sciogliendo l'abbraccio e librandosi in volo sotto gli occhi sbalorditi di Elsa.

"A-aspetta tu... Tu sai volare!" gli urlò dietro lei.

"Si! Ma è una storia, che ti racconterò domani!" rise lo spirito volando via.

 

 

 

Quella sera Jack tornò al suo villaggio, con un gran sorriso stampato sul volto.

Si avvicinò a un bambino che sgranocchiava un biscotto seduto su uno sgabello. Provò a mettergli una mano sulla spalla, ma lo attraversò. Era ancora invisibile.

Ma, a differenza delle altre volte, quella sera non sentì una pugnalata al cuore, ma si limitò ad andarsene rassegnato. Il motivo per cui non sentiva più quel gran dolore, è perché sapeva, che da qualche parte nel mondo, una ragazza dolce, con morbidi capelli biondi e il sorriso più bello che avesse mai visto lo aveva baciato quella sera. Lo aveva toccato, aveva parlato e giocato con lui, e questa sensazione, superava di gran lunga la solitudine che sentiva quando un bambino non lo vedeva, o una donna passeggiando tranquillamente lo attraversava.

Finalmente, dopo tanto tempo aveva trovato una ragione per non lasciarsi cadere nelle acque della disperazione che avevano caratterizzato la sua vita fino a quel momento, aveva trovato un motivo per restare a galla, e combattere per uscire fuori da quello straziante dolore.
E quel motivo, era Elsa.



Bene, che ne dite? Vi piace? Vi fa schifo? Sentitevi liberi di farmelo sapere ok? Ah, e per chi mi seguisse, o seguisse la mia storia, ci tengo a precisare che mi sono presa un annetto di pausa da quella storia, perché era un po' troppo complicato portarla avanti, ma prima o poi la finirò, promesso!
Per ora ciao,
Addy

   

   
 
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