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Autore: Lucyvanplet93    17/11/2016    1 recensioni
Una nuova inquilina sull'isola Kuraigana, un ragazza, di umili origini, finita sull'isola per motivi sconosciuti (anche alla sottoscritta per ora).
Una semplice ragazza che finisce inevitabilmente nelle grinfie del falco, troppo ingordo e spietato per lasciarsela fuggire.
Alaya e Drakul. Cosa realmente li lega?
Oneshot senza pretese, scritta di getto causata da insonnia. (l'autrice sa di essere pessima nelle introduzioni)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul Mihawk, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un ultima spinta, profonda e decisa, animalesca quasi, prima di riversarsi in lei, in quel corpo che da settimane ormai scalda il suo letto.
Un ultimo gemito, quasi un grido, quello di lei che si stringe ancora tremante a quel corpo forte e imponente sopra di se, la pelle pallida e sudata è calda sotto alle sue dita mentre cerca di riprendere fiato con il viso nascosto nell'incavo del suo collo, l'odore dell'uomo che con tutte le sue forze si impone di non considerare suo, perché sa che Drakul Mihawk non appartiene a nessuno, solo a se stesso, la stordisce.
Lo ama e ormai lo sa da tempo, perché una come lei non può fare altrimenti.
Troppo giovane, sicuramente troppo ingenua per uno come lui.
Troppo buona e troppo debole per resistergli, a lui troppo grande e troppo forte perché qualcosa gli venga rifiutato.
Va avanti da mesi ormai quella loro relazione -se così si può chiamare- di pura passone di pura e unica carnalità, non c'è sentimento nel modo in cui lui la possiede, non è amore, non è tenerezza è solo voglia e incontrollabile bisogno. Un bisogno primitivo, ma maledettamente piacevole.
Per entrambi.
È di rito ormai sentirlo entrare dalla porta della propria stanza, guardarlo mentre senza dire o chiedere nulla le sfila il libro che sta leggendo fra le dita, per poi divorarla con quegli occhi infernali, bramosi e smaniosi, ed è normale ed impossibile per lei non accontentarlo concedendogli tutta se stessa, senza fermarsi, senza barriere offrendogli tutto ciò che vorrà prendere finché non avrà finito.
Finché, come ogni notte non se ne va, lasciandola sola su quel letto sfatto, dalle lenzuola stropicciate che sanno di loro lasciandole solo il ricordo. Non si azzarda a chiedergli, o piuttosto ad implorarlo, di restare con lei almeno per una notte, perché tanto sa che non lo farà, non ce la farebbe a sopportare un suo rifiuto, preferisce quasi sentirsi usata come gli succede praticamente ogni volta piuttosto che rischiare.
Lo sente allontanarsi, scivolare lentamente fuori dal suo corpo, delicato come ogni volta, come la prima, quando stupendola aveva dimostrato una dolcezza e una premura che mai si sarebbe aspettata al momento di privarla della sua purezza.
E poi resta fermo a guardarla sollevato sui gomiti per non gravarle troppo addosso con il suo peso, senza però privare entrambi del contatto pressoché totale fra i loro corpi, la scruta scivolando con lo sguardo sul suo viso, sugli occhi ancora lucidi di piacere, le guance arrossate e le labbra rosee e piene.
È bellissima.
L'ha sempre saputo e l'ha sempre pensato, fin dalla prima volta che l'ha vista, così giovane e ingenua, così diversa dalla ormai donna dal corpo caldo e morbido che lo accoglie ormai da tempo, il suo corpo, la sua pelle, il suo odore lo stordiscono. È una preda facile per un falco come lui, un cacciatore senza scrupoli, non avrebbe mai potuto resisterle, a lei che con quell'innocenza l'aveva sempre tentato.
Forse non avrebbe dovuto parlare con Perona, anche se parlare non era esattamente ciò che avevano fatto ormai poche ore prima, visto che tutto quello che era successo era che Perona aveva sbraitato per più di mezz'ora e lui non l'aveva ascoltata, o meglio, aveva finto di non averlo fatto. E ora le parole che quella stupida ragazzina aveva urlato con quella suo odiosa e stridula voce, continuavano a ronzargli nelle orecchie.
Perché forse aveva ragione.
Alaya, era esattamente il tipo di persona che credeva nell'amore, la tipica ragazza che non fa sesso senza amore, una di quelle che mai avrebbe donato la sua purezza ad un uomo che non ama. Però era anche molto altro, per quanto fosse giovane ed ingenua era intelligente, era certo che avesse capito la natura del loro rapporto, certezza che era rafforzata dall'atteggiamento per nulla pretenzioso di lei, non l'aveva mai vista piagnucolare per i suoi modi scostanti e freddi, o fargli una qualche scenata di gelosia, non che ne avesse avuto motivo comunque.
Mihawk non disdegnava il sesso, solo lo riteneva un mero bisogno fisico e naturale e come tale anche esso andava soddisfatto di tanto in tanto  e ora aveva trovato lei, perché cercare da un'altra parte quando aveva già ciò che voleva.
Alaya afferrò le lenzuola, per coprirsi accusando il brivido di freddo che l'aveva volta quando l'uomo aveva abbandonato il suo corpo, lo stesso uomo che ora stava riprendendo fiato accanto a lei, incurante del freddo e della sua completa nudità.
Attese come al solito di vederlo sedersi sul bordo del letto e rivestirsi, lo osservava ogni volta catturando i dettagli di quel corpo perfetto, pallido e forte.
Poi però successe qualcosa di insolito, lo vide afferrare anch'egli le coperte. Il suo cuore perse in battito.
Che volesse passare la notte con lei?
“Resti?” Fu poco più di un sussurro e per un attimo si chiese se avesse solo sognato di chiedere. Ma poi il falco la guarda, restituendole un cenno d'assenso quasi impercettibile, un cenno del capo nulla di più.
Alaya sorrise emozionata, con il cuore in gola, che rischiava di farle male al petto per come era impazzito.
Gli si avvicinò piano sdraiandoglisi a fianco, sotto lo sguardo attento di Mihawk, che la osservava in attesa, quasi sussultò quando le afferrò un braccio con fare deciso, con il solo intento di trascinarla su di se, trattenne il fiato quando avverti in suo braccio stringersi attorno alla sua vita.
Non si era nemmeno resa conto di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo, solo quando l'odore della pelle di lui le solleticò l'olfatto riprese a respirare ad un ritmo più umano.
Cercò di rilassarsi abbandonandosi al suo calore, si lasciò sfuggire un mugolio di piacere soddisfatto e tutto questo solo per un abbraccio. Era una stupida.
Una stupida maledettamente felice però.
“Credo sia ora che tu lasci questa stanza.” Affermò impassibile. Il suo buonumore svanì nello stesso modo in cui era arrivato: In un attimo.
Che voleva dire? Doveva forse andarsene?
Sollevò lo sguardo alla ricerca di un qualche indizio sul suo volto, inutile dire che non servì a nulla.
Lui la fissò distogliendo finalmente lo sguardo dal soffitto.
Quegli occhi, freddi ed impassibili la scrutarono in attesa forse di una qualche reazione, peccato che il suo cervello avesse smesso di funzionare ormai da un pezzo, cioè precisamente nel momento in cui, ancora nudo Mihawk l'aveva stretta a se, in più quelle parole l'avevano colta talmente di sorpresa da toglierle definitivamente la capacità di parlare.
“Vu-oi che me… ne va… vada?” Deglutì a fatica. Grandioso, ci mancava solo la balbuzie.
Il falco ghigno. “Perché dovrei, la tua compagnia è piuttosto piacevole.” Il suo tono non lasciava spazio a fraintendimenti, Alaya capiva perfettamente a cosa si riferisse l'aggettivo piacevole.
“Dico solo il letto in camera mia è decisamente più grande e comodo…”
“Intendi di… Di la, nella tua camera? Vuol dire… intendi che, dormiremo insieme?” esalò l'ultima parola come se stesse per soffocare, come se dalla risposta ne dipendesse la sua vita.
Drakul la guardò scocciato. “Dove vuoi che dorma? Do per scontato che la mia camera implichi la mia presenza. Hai forse qualche problema di comprensione?” Alaya era decisamente una ragazza dolce e remissiva, ma lo spadaccino aveva intuito quanto detestasse essere trattata da stupida, detestava che quando qualcuno sminuiva le sue capacità intellettive. Cosa che accadeva comunque di rado, vista la scarsa popolazione dell'isola, ma quando ciò accadeva, lui adorava il modo in cui i suoi occhi si accendevano d'irritazione, lo eccitava ed ogni volta doveva trattenersi dal saltarle addosso e stenderla su una qualsiasi superficie disponibile per farla sua.
E di nuovo le sua aspettative non erano state deluse, la sentì irrigidirsi e la vide serrare la mascella.
Era esilarante.
Le strinse ulteriormente la vita, spingendola nuovamente sulla schiena e schiacciandola sotto il suo corpo. Le mordicchio il lobo per poi sussurrarle all'orecchio, diabolico e tentatore. “Il sesso con te è fantastico, e immaginarti nuda nel mio letto mi eccita da morire.”
l'eloquente pressione del suo bacino fra le gambe di lei chiariva perfettamente il concetto.
Alaya lo guardò boccheggiando con gli occhi lucidi di desiderio e il corpo che già si era surriscaldato per la sua vicinanza, se non si fosse sbrigato sarebbe arrivata ad implorarlo di fare subito l'amore con lei.
Era già pronta, poteva sentirla fremere di desiderio.
Oh si, lei era sicuramente il suo giocattolino preferito, la sua preda più dolce, il boccone più prelibato. Poteva fare di lei tutto ciò che voleva, il suo corpo gli apparteneva così come le sue emozioni.

Lei era sua.




Angolo “autrice”
Onestamente non so nemmeno da dove esce questa cosa, so solo che con l'umore un po' ballerino mi sono ritrovata a guardare la statuina di Mihawk sopra la scrivania ed ecco che questa cosa è uscita fuori quasi da sola. Ho scritto di getto, non l'ho nemmeno riletta e mi sono sentita meglio, perciò ho deciso di pubblicarla prima di cambiare idea.
Non so cosa farne sinceramente, se lasciarla così o continuarla, lascio lo stato in corso nel caso avessi di nuovo questa “ispirazione” improvvisa. Non è un AU, ho immaginato tutto sempre sull'isola Kuraigana aggiungendo solo questa nuova inquilina.
Spero solo di non aver reso troppo OOC il personaggio, l'ho solo descritto in una mia personale visione, perché non lo so, ma io lo vedo focoso a letto quel gran pezzo di spadaccino.
Ora vi saluto, vi chiedo solo di perdonare eventuali errori, e se ce ne saranno, provvederò a correggerli.
Baci Lucy <3
 
  
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