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Autore: Asia Dreamcatcher    24/11/2016    4 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
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2 Salve a tutti, è bello aver ritrovato, dando un'occhiata alle liste speciali, molti di coloro che avevano seguito le due storie precedenti anche in questa nuova "avventura"! Spero di non aver deluso e di continuare a non deludere le vostre aspettative e riuscire a emozionarvi come è successo in precedenza (o quanto meno lo spero!).
Bene, bando alle chiacchiere, vi lascio al tanto atteso secondo capitolo! Ci vediamo in fondo :)

Buona Lettura!





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Capitolo Due: Dritto al Cuore

who's the first to burn?”

~”Black Sea”, Natasha Blume


Sam Wilson inspirò a pieni polmoni l'aria serale di New York City, osservando, da una terrazza dell'Avengers Tower, la miriade di luci che incendiavano la città, che a ben vedere si era guadagnata la nomea de “la città che non dorme mai”, mentre già comparivano i primi sfavillanti addobbi natalizi.

«Grazie per avermi avvertito che sareste tornati!» trillò la voce, apparentemente burbera, dell'agente Hill.

L'ex pararescue, sorpreso, sbuffò divertito chinando il capo, si voltò a guardarla senza staccare i gomiti dalla ringhiera;

«Io ti avrei anche avvertito, se non avessi cambiato numero per l'ennesima volta».

Maria sospirò impercettibilmente, i suoi occhi turchesi si soffermarono sui tratti del volto dell'uomo che le stava davanti con quel sorriso incerto e i grandi occhi sinceri puntati su di lei. Non era facile essere il braccio destro della spia per eccellenza. La sua bravura e professionalità le erano sempre costate qualcosa.

«Rischi del mestiere...» replicò accostandosi a lui. Rimasero a guardare, per qualche minuto, il panorama in silenzio. Poi Maria tese la mano verso il collega in una muta domanda, mentre lui la guardò perplesso;

«Il cellulare» lo incalzò lei. Sam glielo consegnò.

La donna ci trafficò per qualche secondo, sotto lo sguardo curioso e attento di lui.

«Ecco fatto» disse riconsegnandoglielo. Sam scorse velocemente la sua rubrica, notando ben due numeri di cellulare sotto il nome 'Maria'.

«Uno è il mio attuale numero... L'altro beh diciamo che è per le emergenze – spiegò mantenendo lo sguardo puntato ben lontano da lui – di Fury...»

«Solo Fury usa e conosce questo numero?» ribatté sorpreso Sam;

«Beh.. Non solo lui ora...» lo corresse lei a denti stretti «Togliti immediatamente quel sorriso ebete dalla faccia, Wilson!»

«Quale sorriso ebete!?» replicò lui senza smettere di sorridere contento «Dai lasciati abbracciare...»

«Stai fermo!» tuonò l'agente, totalmente impreparata a quella reazione.

Il trillo del cellulare distrasse entrambi da quel siparietto.

«Non può già saperlo. Vero!?» esalò Sam, riferendosi a Fury e al fatto che ora anche lui conoscesse il numero segreto dell'agente Hill.

Maria lo guardò malissimo e si accostò il cellulare all'orecchio.

«Si... Signore?»

Falcon osservò preoccupato il viso della Hill perdere progressivamente colore, tentò di chiedere informazioni ma lei semplicemente lo ignorò.

Quando la chiamata si concluse un minuto esatto dopo, l'ex pararescue tornò alla carica un po' frustrato;

«Mar-?»

«Sam – lo interruppe lei visibilmente allarmata – si tratta di Barton».


*


Osservò attenta le due lapidi bianche, pulite, squadrate. Erano così vicine che quasi si sfioravano, in mezzo una corona di fiori freschi.

Sospirò, doveva ringraziare Yuri per aver trovato un posto adatto in cui farli riposare in pace. Alzò lo sguardo smeraldino verso il cielo chiaro, una folata di vento dell'est la costrinse a stringersi nel caldo parka. I suoi occhi abbracciarono il verde paesaggio dell'altopiano sarmatico, con uno sforzo di volontà lasciò finalmente un mazzo di candidi fiori sulle lapidi, poche parole in russo scivolarono dalle sue labbra, talmente lievi che sembrò che il vento stesso le avesse pronunciate.


Natasha si riscosse dai suoi vividi ricordi e continuò a versare il caffè nella tazza. Quando però fece per portarselo alla bocca, l'odore dolce-amaro le colpì forte le narici infastidendola al punto da non riuscire a berlo. Sbuffò irritata e gettò via tutto, accontentandosi di sorseggiare del semplice tè al limone.

Era evidente che c'era qualcosa che non andava, il suo corpo le stava mandando dei segnali, ma Vedova era chiaramente in fase di negazione, liquidando nella sua testa il problema come semplice stanchezza post missione, non era certo la prima volta che le capitava di “sentire” una missione più pesante di altre, e i ricordi di un anno prima d'altronde non avevano fatto altro che peggiorare la situazione.

Chiuse gli occhi assaporando il caldo liquido che le scendeva lungo la gola, ripensando a quei due mesi che lei e Steve avevano passato nel Vermont. Quel periodo non le era mai sembrato così distante.

Proprio l'oggetto dei suoi pensieri entro trafelato nel loro appartamento di Brooklyn, i suoi occhi cercarono immediatamente la compagna, l'espressione era grave.

«Steve-?» Natasha incatenò lo sguardo al suo, il corpo in tensione. Il comprendersi con un semplice sguardo era qualcosa che non era mai cambiato in quegli anni, da quando da semplici colleghi avevano deciso di legare l'una la propria vita all'altro.

«Clint è stato attaccato – Natasha sgranò gli occhi incredula – è riuscito a mandare un segnale d'emergenza a Fury, ma da allora non si hanno più sue notizie...» berciò passandosi una mano sul volto, la tuta con cui era uscito, per una corsetta serale, era bagnata fradicia dalla pioggia che aveva iniziato a imperversare sulla città.

«Quando partiamo?» domandò prontamente Vedova, pensando a Laura e ai bambini.

«Tony sta preparando il jet, dobbiamo raggiungerli»

«Andiamo».


Il jet sorvolava una zona abbastanza boschiva. Al suo interno Steve, Natasha, Tony, Sam, Bucky e Sharon restavano in silenzio, tesi.

«Qualcuno sa cosa ci faceva Barton qui?» domandò serio e curioso il miliardario osservando sul monitor quanto mancava a raggiungere la posizione segnalata dall'arciere.

Il capitano si scambiò uno sguardo carico di significato con la russa, che sospirò decidendo di raccontare la verità agli altri;

«Clint ci abita...» esordì attirando l'attenzione di tutti «Ha costruito una casa per lui... e la sua famiglia».

Sam aveva intuito qualcosa dalle loro conversazioni l'anno scorso, ma era sempre stato bravo anche a farsi gli affari propri, gli altri – eccetto Steve che aveva avuto modo di conoscere la famiglia dell'eroe tempo addietro – erano semplicemente sorpresi.

«Prego?» berciò con voce strozzata Stark;

«È sempre stato un segreto anche per l'agenzia. Solo Fury, Coulson ed io lo sapevamo, Clint ha una moglie di nome Laura e tre figli»;

Sharon chiuse gli occhi pensando al pericolo che stava correndo quella famiglia, stringendo di riflesso la mano di Bucky accanto a lei.

«Se la loro posizione è segreta, come ha fatto l'Hydra a trovarli?» domandò quest'ultimo, ricambiando la stretta della propria compagna;

«Questa è un'ottima domanda, Braccio di Ferro!» replicò Iron Man mentre l'armatura lo rivestiva «J.A.R.V.I.S., hackera i sistemi dello S.H.I.E.L.D. vedi se c'è stata una violazione nei loro server»

«Signore, credo che il nostro intervento possa essere considerato una “violazione”» asserì compitamente l'intelligenza artificiale;

«Se ti fa sentire meglio domanda “permesso” J.A.R.V.I.S.» ribatté ironico Tony «Siamo arrivati, Capitano... a te il comando!».

Una volta scesi dal jet la scena che si presentò agli occhi dei presenti fu terrificante: la casa della famiglia Barton non esisteva più, completamente rasa al suolo con ancora qualche focolare vivo e pericoloso che divorava travi e assi, mentre alcuni alberi erano ancora totalmente in fiamme.

«D'accordo» disse Steve con cipiglio grave «Sam, ti voglio in cielo, controlla se i nostri nemici sono ancora nei paraggi, erigi un perimetro. Tony fai qualcosa per l'incendio e contatta lo S.H.I.E.L.D. se possono mandare delle squadre di ricognizione, Nat, tu e Sharon cercate Laura e i bambini, io e Buc cerchiamo Clint».

Nessuno ebbe da ridire; immediatamente Sam e Tony si levarono in volo per adempiere ai loro compiti.

Natasha e Sharon scattarono in avanti muovendosi fra le macerie col cuore in gola.

«Sharon seguimi!» disse Vedova correndo verso una zona precisa del perimetro della casa, l'agente la guardò lievemente perplessa e al tempo stesso fiduciosa. Natasha constatò che fosse il caso di spiegare il perché di tanta sicurezza:

«Clint ha costruito un rifugio sotto terra per Laura e figli in caso di... Pericolo. Dobbiamo riuscire a trovare una sorta di botola...».

Non lontano da loro, James e Steve stavano spostando con attenzione e calma le assi e svariati frammenti per evitare ulteriori crolli, nella disperata ricerca del loro compagno.

Dopo qualche attimo Sharon scorse una lucida lastra di metallo che sembrava quasi spinta a forza nel terreno;

«Nat! Ci siamo, aiutami!»

Le due spie con un estremo sforzo di volontà riuscirono a scostare alcune travi e ad aprire la botola.

Dall'apertura nel terreno uscì stravolta Laura Barton. Imbracciava un fucile ad alta precisione, che teneva così saldamente che pareva l'ultimo appiglio rimastogli, prima di crollare.

«Laura!» trillò Natasha alzando le braccia «Sono io, Natasha. Va tutto bene, siete al sicuro ora...» continuò con tono pacato e basso come se volesse ammansire una belva feroce.

I grandi occhi da cerbiatto di Laura Barton vagarono prima sulle due donne che le stavano davanti e poi su ciò che la circondava. Le lunghe ciglia scure sbatterono più volte, incredula osservò ciò che rimaneva di quel 'nido' che così faticosamente avevano costruito, nulla. Non vi era più nulla. Brividi cominciarono a scuoterla dal profondo; riportò i suoi occhi, talmente scuri da sembrare neri, su Natasha immobile davanti a lei. Lasciò andare il fucile affidatole dal marito e si accasciò sulla spia.

«Siamo qui» le sussurrò Vedova cercando di farla calmare, lei e Sharon si scambiarono un'occhiata grave.

«Dov'è Clint?» trillò agitata «Clint!» lo chiamò guardandosi disperatamente attorno, lacrime leggere avevano preso a solcarle il volto, Natasha le afferrò dolcemente il capo;

«Lo troveremo. Steve se ne sta occupando» le assicurò. Al nome del capitano, Laura riprese un attimo fiato e annuì, si tolse con stizza alcune lacrime rimaste impigliate sul volto magro e si voltò verso la botola;

«Cooper! C'è qui zia Nat. Lila potete salire fate attenzione a Nathaniel!» celiò cercando di avere il tono più fermo possibile.

Lentamente, incitati dalla madre, i figli di Occhio di Falco si palesarono agli occhi di una stupefatta Sharon.

Cooper Barton non doveva superare i dieci anni, aveva corti capelli scuri e profondi occhi come quelli della madre; Lila era piccolina doveva avere sette o otto anni e i capelli biondo cenere del padre, stringeva fra le braccia l'ultimo arrivato della famiglia: Nathaniel di appena un anno.

«Zia Nat!» sospirò tremante Lila abbracciandola stretta. Natasha la accarezzò dolcemente per rassicurarla.

«Quello è Iron Man?» domandò preoccupato il maggiore dei fratelli con lo sguardo rivolto al cielo;

«Andrà tutto bene ragazzi» cercò di rassicurarli Laura stringendo al petto Nathaniel.

Improvvisamente la voce concitata di James squarciò l'aria come un fulmine;

«Steve! L'ho trovato!!».

Il capitano corse immediatamente in aiuto dell'amico, a cui si aggiunse anche Tony, tutti e tre insieme tolsero alcuni possenti frammenti di muro;

«Fate piano!» ordinò Steve, osservando le condizioni in cui versava l'arciere.

«Papà!!!» urlarono i due bambini pronti a scattare verso l'amato genitore, ma Natasha e Sharon li strinsero a sé per sicurezza.

Clint non si muoveva, non aveva aperto gli occhi e sembrava insensibile ai disperati richiami.

Sam, giunto in soccorso, si accostò al compagno sentendo il respiro lieve.

«É debole, ma respira!» constatò sollevato. I quattro uomini con attenzione lo sollevarono per trasportalo all'interno del jet, seguiti a distanza ravvicinata da Laura, i cui occhi erano inchiodati alla figura esanime del marito, mentre con un braccio sosteneva Nathaniel e l'altra mano stringeva Lila spaventata.

Natasha teneva una mano sulla spalla del maggiore dei fratelli nella speranza di trasmettergli un po' di conforto. Una sensazione di malessere le attanagliava lo stomaco, era preoccupata per le condizioni dell'amico, si era scambiata uno sguardo con Steve, vedendo riflesso nel compagno le sue stesse preoccupazioni. Spinse giù a forza l'ansia, doveva occuparsi della famiglia di Clint, ora.

«Lo S.H.I.E.L.D. invierà una squadra per analizzare eventuali tracce rimaste...» comunicò Bucky crollando sul sedile e percependo lo sguardo teso di Sharon su di lui. Le fece appoggiare il capo sulla sua spalla lasciandole un leggero bacio sulla fronte.

Tony riuscì a stabilizzare l'arciere ma in quel momento di più non poteva fare.

Con i cuori gonfi di preoccupazione gli Avengers strinsero i denti, attendendo con ansia che il jet li riportasse a casa.


*


K strinse infastidita gli occhi grigio-verdi. Attraverso le lunghe ciglia arcuate osservava la cassa toracica di D vibrare violentemente, scossa dall'urlo doloroso. Era convinta che prima o poi avrebbe visto quel petto squarciarsi di netto sotto il peso di quelle grida; l'idea la infastidì ancora di più.

Le mani si serrarono attorno le braccia, il suo sospiro fu impercettibile.

«Quella lì dovrebbe darsi una calmata, o finirà male».

K roteò gli occhi irritata, la voce fredda e tagliente dell'uomo al suo fianco, alle sue orecchie suonava sempre molesta.

Schioccò la lingua annoiata;

«Non devi fare rapporto?» replicò lei, il suo tono pari a una lastra di ghiaccio. L'altro sorrise sghembo e se ne andò silenzioso com'era arrivato.

Con passo felpato entrò nella stanza, in cui medici e agenti si stavano affaccendando. Posò con fermezza la mano sulla spalla di quell'esile creatura lievemente ansimante.

«Ti riporto in stanza» disse semplicemente prendendola per mano.

«K?» esalò lei, gli occhi chiari fragili ma presenti «Perché sono qui?» domandò, la sua voce era sempre stata così flautata che la si poteva paragonare al dolce tintinnio di uno scacciapensieri.

K non si voltò, ma continuò a camminare ignorandola; “Questa è una domanda a cui non avremo mai risposta”.


*


«Mi stai dicendo che si trattava di una sola persona?» domandò grave Steve osservando Laura Barton torturarsi le lunghe dita da pianista.

La donna sospirò desolata strofinandosi la fronte con l'indice;

«Credo. Non so Steve, è successo tutto così velocemente, c'è stato un boato tremendo e Clint... - ebbe un esitazione – Clint mi ha urlato di prendere i bambini e nascondermi...»;

il capitano le posò gentile una mano sul braccio magro, sorridendole incoraggiante;

«Laura, va bene così. Non ti preoccupare, ora riposa. Prometto che se Clint si sveglia ti avvertiamo».

Steve si alzò lasciando la donna occuparsi dei suoi figli esausti e assonnati.

«Come sta?» domandò a Natasha raggiungendola in corridoio e accarezzandole le spalle rigide.

Vedova si rilassò appena abbandonando la schiena contro il petto del compagno, lasciando che fosse lui a sostenerla.

«Ancora non si sveglia...»

«Ce la farà. Deve. Inoltre solo lui può dirci cosa è accaduto...»;

Natasha levò lo sguardo di giada, osservando con attenzione la sua espressione assorta;

«Steve?». Lo conosceva, sapeva che il suo cervello aveva iniziato a lavorare freneticamente, poteva quasi percepire i suoi pensieri rincorrersi uno dopo l'altro.

«Non lo so, Nat. Ma temo che questo sia solo l'inizio».







___________________________________________________________Asia's Corner

Eccomi qua! Allora ovviamente tragedia annunciata è avvenuta, non pensavate mica di crogiolarvi in un altro capitolo fluff con i "pucciosi" Jace e Alex... No sissignori! Ma ovviamente questo non è il mio "meglio" diciamo, posso fare di peggio ;)
Dunque... Spero che il momento FalconHill vi sia piaciuto, non so questi due sono così opposti che non possono non stare insieme, cercherò di sviluppare come meglio potrò le dinamiche fra questi due!
Natasha continua a stare male... Sarà ciò che tutti pensano? Mah, ovviamente dovrete leggere per sapere ;)
In questo capitolo vediamo inoltre anche un assaggio del "rapporto" tra Bucky e Tony... beh diciamo che al momento qui sono tutti in pace e Tony ha tranquillamente accettato il caro Soldato d'Inverno in questa bacata squadra/famiglia... 
Passando alla famiglia di Clint, vorrei fare un piccolo appunto sui nomi dei figli: a parte Nathaniel che è l'unico nome che viene espresso esplicitamente nel film (almeno mi pare) per i nomi degli altri due figli mi sono attenuta a quanto viene scritto se si ricerca l'interno cast di Avengers AoU! Se per caso avessi commesso qualche errore non fatevi scrupoli e avvertitemi :) Per quanto riguarda Laura, diciamo che ho in mente un backgroud particolare per lei, che probabilmente non ci azzeccherà nulla col personaggio Marvel, ma sapete bene che a me piace rimescolare le carte dei personaggi, quanto meno di certi, e spero di riuscire a inserirlo in un modo o nell'altro.
Altro aspetto del capitolo fondamentale l'entrata in scena di nuovi personaggi... ma ancora non voglio dirvi nulla... maaa accetto idee e opinioni :)

Bene, that's all folks! Prima di salutarci vi comunico la data del nuovo aggiornamento, ovvero, SABATO 10 DICEMBRE, non giovedì perché mi laureo (finalmente) il 7 dicembre, quindi sarò un po' impegnata, agitata, in ansia, confusa... insomma non molto diversa da ciò che sono di solito ;) comunque spero davvero di farcela a postare, se così non dovesse essere, vi chiedo SCUSA fin da subito e abbiate pazienza... in ogni provvederò a postare la nuova data (nel caso non dovessi farcela) sulla mia pagina FB "Asia Dreamcatcher" :)

Grazie a tutti voi, e a presto!
   
 
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