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Autore: AliceInWonderbook    29/11/2016    6 recensioni
Mortal!AU
Dal primo capitolo:
"Le note familiari del brano si diffusero tutto intorno al ragazzo, che chiuse gli occhi e strinse il microfono con entrambe le mani."
SLOW UPDATES
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Alla mia Percy,
anche se è una Solangelo
The Nico Factor
2. UMA THURMAN
 
I giorni tra le audizioni e i bootcamp passarono in un battito di ciglia, tanto che il giorno delle registrazioni, Nico si stava ancora domandando se fosse tutto solo un bellissimo sogno.
Senza quasi rendersene conto, si era ritrovato nel backstage del forum, circondato dal chiacchiericcio degli altri concorrenti, la maggior parte dei quali sembrava agitata almeno quanto lui.
Erano stati divisi nei soliti quattro gruppi e a ciascuno era stato assegnato uno dei giudici perché facesse loro da coach.
Alla categoria di Nico, quella degli under uomini, era capitato Will Solace, cosa che era servita a tranquillizzare il ragazzo almeno in parte: il giovane cantante italo-americano era di certo meno terrificante di Gea, Crono ed Era.
Aveva sempre un sorriso gentile stampato sulle labbra e gli occhi azzurri più sinceri che a Nico fosse mai capitato di incrociare nel corso della sua vita. La sua sola presenza agiva da calmante sui nervi tesi di Nico, che sembrava sempre sul punto di scappare.
 
“Sono contentissimo che mi abbiano affidato questa categoria” aveva esordito, presentandosi ai ragazzi, suscitando le risatine di scherno di uno di loro, un biondino con una cicatrice che gli sfregiava la parte sinistra del volto. Aveva borbottato addirittura un ‘frocio’, a mezza bocca, dissimulando con un colpo di tosse. Nico gli aveva lanciato un’occhiataccia, ma non si era azzardato a dire nulla.
 Se Will si era accorto del commento, non lo aveva dato a vedere e aveva continuato a spiegare il funzionamento della seconda fase del talent e le sue regole generali.
“Cercate di non preoccuparvi delle telecamere. Almeno in queste fasi preregistrate, verranno mandate in onda spezzoni scelti in precedenza, quindi niente gaffe, figuracce o simili”.
Un sospiro di sollievo si era levato dai ragazzi di fronte a lui, che aveva sorriso soddisfatto, prima di passare consegnare dei fogli con decine e decine di titoli di canzoni, suddivise in ordine alfabetico.
“Scegliete una di queste canzoni e ci vediamo ai bootcamp” aveva detto, agitando la mano in segno di saluto, per poi andarsene chissà dove a passo spedito, senza smettere di sorridere a destra e a manca.
“A qualcuno va di andare a mangiare una pizza, stasera?” aveva chiesto il ragazzo di Annabeth, Percy, attirando l’attenzione di tutti. La pizza era un ottimo modo per ottenere di essere ascoltati.
Una serie di sì, dai più entusiasti ai meno, si erano levati dal gruppetto.
“Chiedo anche agli altri gruppi, almeno ci conosciamo un po’ tutti” aveva aggiunto Percy, dirigendosi verso tutti gli altri, che si erano raccolti in un punto della stanza dopo aver salutato i rispettivi giudici.
Nessuno aveva rifiutato la proposta.
‘Basta il cibo e un pizzico di charme e il mondo cade ai tuoi piedi’ si era ritrovato a pensare Nico, ammirando Percy da lontano, che stava parlando con una ragazza con i capelli scuri legati in una treccia e la postura di una che sapeva il fatto suo.
L’allegra carovana era partita alla ricerca di una pizzeria che accogliesse un gruppo così numeroso senza prenotazione – cosa che si era rivelata più difficile del previsto – e Nico era stato investito dall’aria speranzosa che li accompagnava, tanto che si era trovato a sorridere senza rendersene pienamente conto.
“Ciao, piccoletto” lo aveva richiamato una voce femminile, leggermente graffiata, ma allo stesso tempo melodiosa.
Alzando lo sguardo, Nico si era trovato a fronteggiare quello della ragazza con cui aveva visto parlare Percy.
Gli stava sorridendo, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni larghi verde militare. Portava una maglietta viola acceso, con su scritto ‘Girls like Boys’ in oro, ma la parola boys era sbarrata e sopra c’era una correzione fatta con un pennarello e una calligrafia spigolosa (probabilmente dalla ragazza stessa, pensò Nico), quindi la frase era diventata ‘Girls like Girls’.
Il ragazzo non aveva potuto fare a meno di ricambiare il sorriso, anche se sentirsi chiamare piccoletto non era esattamente ciò a cui aspirava nella vita.
“Sono Nico” aveva detto, cercando di non sembrare troppo a disagio.
“Piacere, piccoletto. Io sono Reyna” era stata la risposta della ragazza, guardandolo allegramente.
Prima di riuscire a imporsi di tenere a freno la lingua, Nico aveva chiesto: “C’è una ragazza in particolare che ti piace, o è generico?”
La ragazza aveva abbassato lo sguardo sulla scritta, poi era scoppiata in una risata.
“Oh… Questa! Quando l’ho fatta era in generale, adesso è riferito a Piper” aveva detto, per niente imbarazzata dalla domanda.
Avevano continuato a parlare del più e del meno per tutto il tragitto, come due vecchi amici che si ritrovano a distanza di anni e si raccontano delle loro vite.
Nico si era premurato di omettere alcuni dettagli, ma si era aperto più di quanto non avesse mai fatto in vita sua, ritrovandosi a contatto con una spensieratezza che non si era mai accorto di desiderare.
“Ehi, voi due” li aveva richiamati Percy, agitando le braccia, facendogli segno di sbrigarsi.
I due si erano affrettati verso di lui, che si era limitato ad entrare nel ristorante alle sue spalle, iniziando a blaterare qualcosa su quanto fosse simpatico un certo Leo, che aveva appena conosciuto e che aveva deciso di cantare una versione alternativa e riarrangiata di Girl On Fire di Alicia Keys.
Nico non aveva prestato particolarmente attenzione, ritrovandosi a fissare quel ragazzo che sprizzava vitalità da tutti i pori.
“Voi avete già deciso cosa cantare? Io ho visto che c’è Zero To Hero, quella della colonna sonora di Hercules, e volevo scegliere quella!”
Lui e Reyna avevano cominciato una fitta conversazione su quanto avrebbe dovuto cambiare l’arrangiamento per evitare gli acuti.
“Io sono quasi sicura di tentare con I Kissed A Girl di Katy Perry, anche se è terribilmente pop la adoro. E tu, piccoletto?”
Nico aveva tirato fuori i fogli con le canzoni, scorrendo i titoli velocemente. Aveva saltato a priori i solisti, le girl band e i cantautori, concentrandosi maggiormente sulle band, nella speranza di trovare un titolo che potesse essere quello giusto.
Fall Out Boy – Uma Thurman
Il titolo era sembrato saltare fuori dalla pagina e assalire Nico, che però si era affrettato ad indicarlo come brano che avrebbe cantato ai bootcamp.
Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
“Oddio, adoro il Fall Out Boy!” aveva esclamato Percy tutto contento.
La serata era volata, tra le battute senza senso di Percy, i racconti mirabolanti di Leo, i commenti di Reyna e una montagna di pizza.
Nico si era ritrovato ad apprezzare la compagnia di quel gruppo di persone, così diverse tra loro, eppure all’inseguimento dello stesso sogno, che condivideva anche lui.
 
“Allora, Nico. Sei il primo del tuo gruppo, tutte e sei le sedie sono libere. Come ti senti?” chiese Rachel, sorridendo verso la telecamera e avvicinando il microfono blu al ragazzo, che tremava come una foglia, guardando sperduto ora il cameraman, ora la presentatrice.
“N-nervoso” balbettò, strofinando le mani ghiacciate tra di loro.
“Sono sicura che un posto è già tuo!” disse incoraggiante la giovane, scuotendo la massa di ricci rossi, tenuti indietro da una fascia verde lime.
Sebbene sapesse che lo diceva a tutti, Nico non poté fare a meno di apprezzare le parole di Rachel.
Trasse un respiro profondo e salì sul palco.
Come la prima volta, le luci lo investirono e fu costretto a sbattere le palpebre più volte, prima di riuscire a mettere a fuoco i giudici davanti a lui.
Spostò gli occhi alle loro spalle, osservando il pubblico che sembrava una massa nera, pronta ad inghiottirlo al minimo errore.
Raddrizzò le spalle e trasse un respiro profondo, tornando a fissare Will, che ricambiò lo sguardo e gli rivolse un sorriso incoraggiante. Anche da quella distanza e con i riflettori puntati addosso, Nico non poté fare a meno di notare lo scintillio negli occhi azzurrissimi del ragazzo, che gli infusero una certa calma.
“Quando vuoi, Nico” comunicò Will, inclinando la testa.
Stringendo il microfono tra le dita, il ragazzo annuì e si concentrò, aspettando che la musica lo assorbisse.
Rispetto al brano che aveva scelto per l’audizione, Uma Thurman dei Fall Out Boy aveva un ritmo decisamente più allegro, ma non per questo aveva meno significato per lui.
Era consapevole di quanto fosse stato rischioso scegliere quella traccia, rischiava di crollare in mezzo al palco da un momento all’altro, ma se ce l’aveva fatta a cantare di Bianca – si era detto – poteva cantare di Paolo. Doveva farlo, doveva farcela.
 
I can move mountains
I can work a miracle, work a miracle
Oh, oh, keep you like an oath
May nothing but death do us part
 
“Ehi, Nico!” la voce di Paolo si fa strada oltre il chiacchiericcio degli studenti che corrono fuori dall’edificio di mattoni rossi.
Il ragazzo lo raggiunge, affrettandosi nel corridoio che si sta lentamente svuotando.
Nico non riesce ad impedirsi di sorridere, ma abbassa lo sguardo per non farsi notare. Si infila le mani nelle tasche dei pantaloni verde militare e poggia la schiena contro uno degli armadietti rossi pieni di scritte che corrono lungo le pareti, cercando di assumere un’aria distaccata.
Paolo lo guarda, le braccia incrociate al petto e un sorriso sghembo stampato sulle labbra.
“È tutto il giorno che mi eviti” lo accusa, puntandogli un dito contro.
“No, non è vero” risponde Nico, sapendo di mentire.
La sera prima Paolo gli ha inviato un SMS con scritto ‘Dobbiamo parlare’ e – per quanto possa essere una frase degna della peggior commedia romantica natalizia – è una frase che infonde una certa ansia nel destinatario, volente o nolente.
“Invece sì” ribatte il ragazzo brasiliano, avvicinandosi di qualche passo e poggiando una mano sull’anta dell’armadietto.
Paolo supera Nico di dieci centimetri buoni e molto più muscoloso, quindi non gli ci vuole molto a sovrastarlo.
“Sono qui ora” dice il più basso, scrollando le spalle con aria noncurante, sebbene la vicinanza con il ragazzo non lo lasci del tutto indifferente.
“Vero” conferma Paolo, socchiudendo gli occhi, per poi abbassarsi quel poco che basta per sussurrare qualcosa all’orecchio di Nico.
 
She wants to dance like Uma Thurman
Bury me till I confess
She wants to dance like Uma Thurman
And I can't get you out of my head
 
“Ehi, Nico!” esclama Paolo, non appena vede il ragazzo. Il solito sorriso storto decora il suo viso e il più piccolo sa che quel sorriso è riservato solo a lui.
“Che c’è?” domanda, notando che il brasiliano lo sta osservando intensamente.
Quest’ultimo scuote la testa, passandosi la lingua sulle labbra, gesto che cattura momentaneamente l’attenzione di Nico.
“Ho un’idea. Ci stai a svignartela prima della campanella per andare alla Feltrinelli? Oggi esce il CD nuovo dei Fall Out Boy e devo assolutamente averlo” propone Paolo.
Qualsiasi prospettiva sembra migliore che passare le due ore seguenti ad ascoltare il professore di francese blaterare qualcosa su Marivaux, leggendo dal libro e senza aggiungere niente. Se poi una di quelle prospettive include Paolo, Nico è più che contento di abbandonare il suo banco al suo destino di solitudine.
“Ci sto, ma solo se mi offri la colazione” dice Nico con aria di sfida, buttando il mozzicone della sigaretta a terra.
 
The stench, the stench, of summer sex
And CK eternity, oh hell yes
Divide me down to the smallest I can be
Put your, put your venom in me
 
“Ehi, Nico!”
“Mhmh?”
“Non puoi essere serio. Uma Thurman non è la canzone migliore dell’album” dice Paolo, tirandosi a sedere sul letto.
“Ma che vuoi, a me piace” lo rimbrotta il ragazzo, ancora sdraiato a pancia in su.
Dopo essere usciti dalla Feltrinelli, aver fatto colazione ed aver girato a vuoto per Campo de’ Fiori per un po’, i due ragazzi sono tornati a casa di Paolo, vuota come ogni giorno. I genitori lavorano sempre fino a tardi, quindi non devono preoccuparsi di essere scoperti.
“Ma dai, vuoi mettere con Centuries?” continua il brasiliano, testardo come al solito.
“Scommettiamo che te la faccio piacere?”
“E come pensi di fare, scusami?”
Nico si alza, si avvicina allo stereo e manda avanti le tracce fino a raggiungere la quinta. Le note della canzone si diffondono nella stanza.
“Tutto qui? Vuoi farmela sentire fino alla nausea?”
“Ti stai zitto per una buona volta, Montes?” sbuffa Nico, tornando verso il letto, per poi fermarsi davanti a lui.
Con una spinta decisa lo fa ricadere sul materasso e prima che possa dire una qualsiasi cosa, è già a cavalcioni su di lui, le labbra premute sulle sue.
Senza farsi pregare due volte, Paolo le dischiude, lasciando che la lingua di Nico si insinui nella sua bocca.
Ben presto, entrambi sono senza vestiti.
“L’ho messa in loop, ti avverto” sussurra Nico, con una risatina, per poi fargli scivolare una mano lungo gli addominali.
 
I can move mountains
I can work a miracle, work a miracle
Oh, oh, I keep you like an oath
May nothing but death do us part
 
“Ehi, Nico…”
La voce di Paolo tradisce una certa ansia e non promette niente di buono.
“Dimmi” risponde il ragazzo, alzando il volto pallido e scavato verso di lui in attesa.
Paolo esita, poi gli riversa addosso un fiume di parole condito da mille scuse, giri di parole e mezze verità.
“Dimmi le cose come stanno, ti prego” lo implora Nico, passandosi stancamente una mano tra i capelli.
“So che non è un buon momento per una cosa del genere – dice allora il ragazzo brasiliano, in piedi sulla soglia della porta di casa Di Angelo – Ma sento di doverlo fare, non voglio continuare ad illuderti, ad illudermi. Sei stato il mio primo amore, il mio primo appuntamento, il mio primo bacio, la mia prima volta, la mia prima sigaretta, la mia prima fuga. So che stai male, ma non vuoi farti aiutare e mi stai allontanando. Quelle fottute pillole di cui ti riempi, non servono ad  un cazzo e lo sai anche tu, ma non te ne frega niente. Non ti frega niente nemmeno di far preoccupare i tuoi amici, di far preoccupare me. E non provare ad usare la solita scusa di merda con me, lo so che non sono quelle per l’ADHD e che le compri dallo spacciatore dietro scuola. Io non ce la faccio più a vivere così, Nico. Davvero. So anche che lasciarti non mi farà preoccupare di meno, ma non posso rimanere con il fantasma di ciò che eri. Non posso stare con qualcuno che non fa altro che mentirmi, dicendomi di stare bene. Non posso e basta”.
“Sono pillole per l’ADHD”.
 
She wants to dance like Uma Thurman
Bury me till I confess
She wants to dance like Uma Thurman
And I can't get you out of my head

 
A distanza di anni, Nico si malediceva ancora per quella risposta. Lo sguardo ferito di Paolo lo perseguitava nei suoi incubi, insieme al volto di Bianca all’obitorio, la faccia di Maria al processo, gli attacchi di ira di Ade e centinaia di altre immagini di tutto ciò che di sbagliato aveva fatto nella vita.
In quel momento, nello studio di un talent show, il peso di tutti gli anni passati, si stava accumulando sulle sue spalle, minacciando di trasformarsi ben presto in una crisi di pianto.
No. Avrebbe resistito fino alla fine della canzone.
 
The blood, the blood, the blood of the lamb
It’s worth two lions, but here I am
And I slept in last night’s clothes and tomorrow’s dreams
But they’re not quite what they seem
 
Le ultime note della versione ridotta del brano andarono scemando e una lacrima solitaria scese lungo la guancia di Nico, che si affrettò ad asciugarla con il palmo della mano che non stringeva spasmodicamente il microfono.
“Wow” commentò Will, riportando Nico alla realtà.
“Se non gli dai una sedia, vengo a picchiarti con un mazzo di barbabietole” disse Era, scatenando le risate di tutti e riuscendo a strappare anche una risatina nervosa dalle labbra del ragazzo in piedi di fronte a lei.
“Per quanto l’idea di essere pestato a sangue con un mazzo di barbabietole mi alletti, sarei un pazzo a non darti una sedia. Sei riuscito a dare ad una canzone come questa, tutta un’altra sfera di significati grazie alla tua voce. Vai e mettiti comodo, non penso che dovrai alzarti molto presto.
Intontito, con un nodo in gola che minacciava di sciogliersi in una cascata di lacrime e accaldato per la fatica e per le luci, Nico ringraziò tutti, poi si sedette sulla poltroncina di plastica trasparente.
I concorrenti si susseguirono davanti ai suoi occhi, sedendosi e alzandosi dalle poltroncine accanto alla sua.
Percy stupì l’intero pubblico e i giudici, cantando un arrangiamento rock di Zero To Hero, Leo si esibì in una performance della sua personalissima versione rivisitata del grande successo di Alicia Keys, trasformandolo in Boy On Fire. Un ragazzo con cui non aveva mai parlato e che scoprì chiamarsi Jake si guadagnò un posto grazie ad una fantastica interpretazione di Bohemian Rhapsody dei Queen. Le altre due sedie furono occupate da Jason, un ragazzo biondo con gli occhiali che aveva cantato Wild Things di Alessia Cara e da Frank, un ragazzone asiatico dall’aria simpatica che aveva stregato Will con Rain di Mika.
Con grande soddisfazione di Nico, il ragazzo che aveva dato del frocio a Will fu scalzato proprio da Frank, che lo aveva guardato andare viacon aria di scuse.
Nel giro di un paio d’ore, i quattro gruppi furono formati e ai concorrenti fu concesso di riposarsi un po’, prima della riunione per ricevere le informazioni sugli Homevisits, tappa successiva del programma.
“Ci vediamo verso le sette davanti all’ingresso, non fate tardi” aveva comunicato Gea, gli occhi che mandavano lampi di avvertimento.
Nico si trascinò stancamente verso la sua camera d’albergo, rifiutando gentilmente l’offerta di Reyna di unirsi a lei e alla sua ragazza per un giro nel centro di Milano.
Si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere sul letto.
Strinse il cuscino e scoppiò a piangere, in un miscuglio di gioia, tristezza, nostalgia e altre emozioni a cui non sapeva dare un nome.

NdA: Dopo più di tre mesi, mi sono degnata di finire il secondo capitolo della storia. Ma, ehy, io lo avevo detto che avrebbe avuto degli aggiornamenti lenti e ho mantenuto la promessa. Sono una persona di parola. Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate, perché davvero, anche se aggiorno ogni morte di Papa, è una delle storie a cui tenga di più.
Un bacio e un biscotto della fortuna,
Alice In Wonderbook
  
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