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Autore: Himeko _    29/11/2016    1 recensioni
«Precisina», biascica il moro prendendola in giro. «Dai, vatti a cambiare, ti aspetto qui».
«Non c’è bisogno, davvero».
«Qualcosa mi dice che oggi hai bisogno di un abbraccio e, forse, anche di una spalla su cui piangere» sussurra sorridendole.

▬ Shein accennato, antecedente alla Fango/Rein, no happy ending.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fango, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The mechanics of life'
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NRS

 
Rein sospira osservando la linea orizzontale, avente una lunghezza pari a dieci centimetri, suddivisa in dieci piccoli tratti, uno per ogni centimetro, disegnata sul foglio bianco poggiato sul materasso.
Sa bene cosa rappresenta; è una scala del dolore, più precisamente una NRS – Numerical Rating Scale –, e lei l’ha somministrata spesso ai suoi pazienti, in particolar modo a quelli chirurgici.
Ma i ruoli sembrano essersi invertiti; in un certo senso, ora, è lei la paziente.
Scorre con le iridi verde smeraldo i numeri posti su quel segmento e con l’indice, leggermente tremante, sfiora l’estremo destro.
Dieci.
Il peggiore dolore immaginabile.
Se fosse una dei degenti delle corsie ospedaliere le basterebbe somministrare, sotto prescrizione medica, un certo dosaggio di paracetamolo, toradol o contramal, per poterlo alleviare almeno in parte. Invece lei si trova a casa, nella sua stanza, seduta sul letto completamente sfatto, avvolta dalle pesanti trapunte con cui la sera precedente l’ha coperta sua sorella, e l’unica terapia del dolore che l’aiuterebbe veramente, non è altro che un caldo abbraccio da parte di Shade.
Ma Shade non c’è più, le ricorda la sua stessa voce all’interno della mente.
 
 
«Non si usa più salutare?»
Rein, intenta a raggiungere il più velocemente possibile gli spogliatoi dall’altra parte del complesso ospedaliero, arresta il passo deciso – forgiato dalle settimane trascorse in reparto – e sposta lo sguardo sulla scalinata della chiesa; un ragazzo dai capelli arruffati ed un sorriso sghembo dipinto sulle labbra le fa un cenno con la mano. «Shade! Cosa ci fai qui?» domanda sorpresa, avvicinandosi ai gradini.
«Ti sto aspettando», replica con nonchalance, «non finisci alle dieci?» chiede poi, osservando l’orologio che porta al polso.
«Ascolto sempre le consegne», mormora Rein, massaggiando la base posteriore del collo, avvertendo una lieve contrattura che le dà un tenue fastidio.
«Precisina», biascica il moro prendendola in giro. «Dai, vatti a cambiare, ti aspetto qui».
«Non c’è bisogno, davvero».
«Qualcosa mi dice che oggi hai bisogno di un abbraccio e, forse, anche di una spalla su cui piangere» sussurra sorridendole, mentre la ragazza spalanca gli occhi, sorpresa; non si aspettava che qualcuno potesse capirla così a fondo, soprattutto un ragazzo che frequenta da qualche mese. Gli rivolge un sorriso caloroso e corre verso l’edificio adibito agli spogliatoi, con il cuore più leggero.
 
 
Un rumore sordo la desta dai suoi pensieri e, la fiordaliso, rivolge lo sguardo verso la porta, osservando la maniglia abbassarsi lentamente, quasi con prudenza, timorosa di fare scoppiare una bolla.
«Posso?», domanda una voce roca, mentre una capigliatura scura fa capolino da dietro l’uscio.
«Fango…», esala flebilmente Rein in un sospiro, alzandosi dal letto. Lascia cadere la coperta, suo rifugio, sul materasso, lasciando che copra il candido pezzo di carta che le ha tenuto compagnia in quegli ultimi giorni.
Il ragazzo le sorride, richiudendo la porta dietro di sé, facendo ripiombare la stanza in un’armonia distorta.
«Come stai?», sussurra accogliendola contro il suo petto, accerchiando le sue esili spalle tremanti con le proprie braccia, cercando di infonderle coraggio ed un minimo di serenità.
Sette.
Il dolore, ora, è diventato più sopportabile, sebbene debba continuare ad essere monitorato.





 
 
Buonasera, chi si rivede? Ebbene, sono tornata con un’altra fanfiction e, questa volta, ho deciso di cambiare un po’, perché ogni tanto fa bene, no? E poi, il no happy ending ispira maggiormente.
Se debbo essere sincera, questa volta ho pensato prima al titolo, NRS, e poi allo sviluppo della trama; questo perché, quando avevo studiato questa scala del dolore, mi era rimasta impressa e perché, a causa di una deformazione professionale l’ho adoperata su di me o la nominavo quando mi ponevano la stessa domanda posta da Fango. Uhm, oggi sono più loquace del solito, non va bene, ahah.
Dunque, sinceramente non so cosa dirvi riguardo a questo scritto: sicuramente Rein, la mia principessa preferita, sta soffrendo a causa di Shade, che nella mia immaginazione è andato incontro ad una tragica fine, ma voi potete intendere la frase ma Shade non c’è più come meglio vi aggrada. Infine c’è Fango – ultimamente ho una leggera predilezione per questo personaggio, non si è notato, vero? – che funge un po’ da antidolorifico, ma, ehy, questa volta l’unica coppia presente è la Shein, che sia un mio ritorno alle origini?
I termini che ho utilizzato, spero siano comprensibili a tutti, anche perché non sono scesa molto nel dettaglio, non mi sembrava il luogo adatto. Per quanto riguarda la scala NRS, immaginate una linea lunga dieci quadretti, ove ogni quadretto è delimitato da un piccolo segnetto; sì, fa molto problema di geometria delle elementari/medie.
 
Himeko
  
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