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Autore: Romanova    04/12/2016    0 recensioni
Andrea e Charlie,[DA CLASS,ATTENZIONE ], si trovano a discutere del Natale, di ideologia,di politica,di libri distopici di dubbia scrittura, ma che potranno sconvolgere il principe.
L'OOC è più che altro per Mattheusz, anche se personaggio marginale e spero possa piacervi!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Cosa sai della festa terrestre chiamata Natale?"domandò Charlie.
"È un'occasione su questo pianeta in cui ci si scambiano regali"rispose Andrea sorseggiando del caffè, pigramente, quel sabato mattina"da quel che ho capito celebra dei buoni sentimenti".
"Ho sentito come ti sei comportata con me ai colloqui per i genitori"iniziò Charlie sfogliando il giornale"è stato buono, da parte tua".
La bionda non mosse un muscolo del viso:"Ordini di sua maestà, le punizioni, come se questa tortura eterna non bastasse, preferisco evitarle"contrasse la mano sulla tazza"specie se posso evitarle"aggiunse"non dovresti trascorrere questa occasione con il tuo compagno di questo pianeta?"domandò.
Il principe si rabbuiò.
"Ah, indovino:ha una famiglia"ghignò Andrea, godendosi l'attimo di cattiveria gratuita, piccola rivalsa per il triennio di convivenza impostole.
"Non costringermi a farti male"avvisò il ragazzo"dovevi risparmiarti questa uscita".
"Perché? La mia famiglia è patetica e vicino sinceramente al deprecabile, non rimpiango nessuno di loro, rimpiango la libertà" lo corresse e vide il suo disgusto misto a stupore"ma come sua Altezza,non sapete come imponete di crescere alla gente del sud?"lo schernì"leggete Hunger Games, lo troverete piuttosto illuminante sui motivi per cui parlo come mi pare della mia famiglia".
"Cos'è Hunger Games?"chiese il Rhodia.
Lei glielo lanciò sul tavolo.
Si divisero e si incontrarono nuovamente il giorno di Natale.
Andrea lo aveva trovato rannicchiato in camera sua, con gli occhi gonfi e le labbra tirate, sul letto poco lontano dal principe giaceva il volume che lei gli aveva prestato.
"Non possono averlo permesso i miei genitori,erano brave persone"balbettò confuso"non possono... Non poteva succedere".
La bionda provò un moto di pietà che le strinse lo stomaco e le impose quantomeno di sfilarsi le scarpe e sedersi sul letto.
"La realtà lascia sempre una brutta sensazione,eh?"incominciò"mia sorella ha tentato di soffocarmi quando compii il mio terzo anno di vita e lo stesso fece mia madre poco dopo per verificare quanto fossi adatta alla sopravvivenza. Poi mi mandarono a scuola, ci svegliarono una notte, ma non persone, delle grida ... Erano i nostri insegnanti, venivano a ucciderci, a selezionarci, come dicevano loro. Sono sopravvissuta solamente io, sono scappata grondante sangue nelle grotte"concluse"mi han cresciuta i ribelli".
"Tu lo dici perché odi la mia famiglia!"protestò il monarca, che stava sperimentando una sensazione del tutto nuova: l'angoscia, che è più sottile della paura e più pervasiva del terrore .
La donna tentò di mostrare un lato vagamente conciliante della propria personalità.
"Perché dovrei mentirti, sapendo che in ogni caso puoi uccidermi o scoprirlo?".
"Tu devi proteggermi!"era diventato paonazzo.
"Principe la realtà è che posso sacrificare la mia vita adempiendo questo compito con onore e gloria"sospirò la guerriera"ma la realtà è un mostro molto grande e io non posso né tantomeno mi interessa proteggerti da essa".
Charlie si sfregò il naso, volendo provare a cambiare argomento.
Doveva o gli sarebbe implosa la testa.
"Ripetimi dello scambio di regali... Cos'è un regalo?"chiese.
"Qualcosa che si offre per far felici gli altri, senza aspettarsi niente in cambio, tendenzialmente"spiegò la Quill.
"Non credo ti meriti nulla del genere".
"Non mi aspetto che sia lei a rendermi felice, non si disturbi... Volete dei biscotti e del the?"chiese Andrea aspra come di consueto"dicono facciano bene per ignorare di essere soli".
L'occhiata che rifilò al ragazzo lasciava tradire la totale assenza di emozioni particolari nelle iridi. Aveva raccontato una storia di sangue e niente le si era smosso dentro.
"Mattheusz diceva che non so amare lontano dai preconcetti"mormorò il biondo"immagino questa conversazione lo dimostri".
Piccolo, patetico principino viziato e ottuso.
"Tu non sai amare".
Aveva promesso al Dottore di aiutarli, di aiutare tutti.
Il miglior aiuto che poteva dargli forse era proprio distruggerlo.
Aiutare era un gesto che implicava se non amore,quantomeno interesse e a lei era un'idea più affine.
Le sarebbe piaciuto incontrare quell'eternamente anziano e giovane uomo per dirgli che aveva sbagliato tutto, che lì non ci sarebbe stato niente da amare ma solo da rimpiangere.
Che lei non era la madre o la balia di nessuno, solo una donna frustrata che odiava tutto quello che le stava capitando.
Poteva andare peggio?
Doveva riprovarci, già solo il tono di quell'individuo era sufficiente a sapere di condanna, a volte persino suonava come il sibilo di una mannaia sul collo.
Lei non voleva.
Ma doveva aiutarli.
Le storie di quei ragazzi erano parte della sua e doveva rendersene conto.
Accettarlo.
Poteva essere quello il suo insegnamento?
Accettare ciò che non piace o non si capisce del mondo come variabile in grado di influenzarci?
*
Eppure Charlie era fermo a fissarla come se avesse osato schiaffeggiarlo.
"È questo il modo in cui proteggi la gente?"domandò "distruggendola?".
"Se ti ho distrutto per una constatazione eri davvero poco o niente"replicò miss Quill"in ogni caso niente ti impedisce di vivere questa celebrazione terrestre,se non un senso di colpa".
Il Rhodia si strinse ancora più energicamente le gambe contro il petto.
"Non me lo merito".
"Allora perché non festeggi,principe?"domandò Quill.
"Perché non ... "La frase gli morì in gola.
"Dovresti smettere di guardare in quell'armadio, non ti fa bene,ragazzino"ribattè la bionda"i morti muoiono e menomale, il mondo sarebbe terribilmente vuoto di scopo, altrimenti".
"Lo scopo della vita non è morire"la gelò lui.
"Lo scopo della vita è difenderla"disse Andrea"forse questo è il primo principio spontaneo che ti sento affermare con una certa forza".
"Aspetta,andiamo d'accordo su qualcosa o sei il Dottore travestito per uno scherzo disgustoso?"chiese di getto il Rhodia.
"Seguiamo una linea di pensiero simile, ma solo perché la tua qui è appena cambiata"rispose la donna incrociando le gambe sul materasso.
"Chi, tu e io o tu e il Dottore? Saresti stata una compagna perfetta per lui".
" E invece devo pulirti il culo, le fortune eh?".
Sottinteso: vivere avventure nello spazio e nel tempo con un uomo fuori da questi due concetti era una prospettiva che avrebbe allettato chiunque.
"Sei mia schiava e quello punito sono io".
"Devi piangerti addosso per molto? In caso ti fosse sfuggito,la vasca da bagno è il luogo adatto a raccogliere il futile lago di lacrime che stai versando per una persona che tenta di riappacificarsi coi suoi genitori mentre ti dimentica nello sgabuzzino fino a ... Come si chiama questo mese terrestre? Gennaio?"lo fermò la donna"perché non ho intenzione di sentirti un secondo di più".
Charlie rise istericamente realizzando un concetto:per quanto quella donna in bilico fra il cinico,il crudele e il distante facesse, dicesse oppure ostentasse, si stava sinceramente preoccupando di farlo smettere di piangere.
Cazzo se era stupido e paradossale.
Stava adempiendo al compito prescrittole dal Dottore e lui stava facendo lo stesso.
Lo avevano sempre fatto prima che quel vecchio concretizzasse quel sodalizio fra loro e i terrestri.
Era spaventosamente alto il numero di volte in cui aveva dato per scontato l'aiuto di Andrea, la sua presenza.
Una voce crudele gli ricordò che lui aveva guardato pensando fosse giusto e dovuto, mentre le aprivano il cranio per impiantarle un parassita letale.
Si sentì sporco.
Era l'ennesimo preconcetto.
Si alzò e seppur goffamente, sbilanciandosi sulle gambe che gli formicolavano con le braccia tese verso Andrea, che prese a indietreggiare sgranando gli occhi.
"Cosa diamine hai in mente?"chiese.
Charlie era in ginocchio davanti a lei che lo studiava come un grosso,enorme scarafaggio assassino.
Le diede un bacio.
"Continuo a voler rinnovare la mia domanda"protestò debolmente la bionda che comunque lo allontanò con un calcio e si spostò su di lui.
"Pensavo fosse un buon regalo per renderti felice".
"Cosa?"
"Niente, un...famigliare"tentò"non lo so,mi pareva giusto farlo....io volevo, perché tu ci stai salvando, per quanto prima di ripeterlo mi farei strappare la lingua".
"E quindi? Pensi che io voglia dire di essermi fatta baciare da un moccioso?"
"Il moccioso ti rende felice?"
La bionda alzò gli occhi al soffitto, tenendolo a distanza con una gamba tesa.
"Aiutarti, mi rende migliore. Bocciarti ai compiti di fisica, quello lo amo" gli recuperò un foglio con una degradante F rossa sopra.
"Buon Natale, mamma non è contenta".
"Vorresti punirmi?"
"Ti prego non chiedermelo!"chiese Andrea ridendo e rientrò in cucina "io qui dentro non ci sono entrata, ma la fisica studiala"suggerì" questo, mi renderebbe felice"sogghignò baciandolo"non è meraviglioso,il Natale?"
   
 
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