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Autore: tilia    05/12/2016    0 recensioni
[Crossover Good Omens/Supernatural]
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Sam vide una strana figura, vestita in un modo terribilmente antiquato, che stonava con tutto l'ambiente dell'ostello. Era troppo raffinato, per appartenere a quel luogo. Il bizzarro personaggio stava spolverando distrattamente una mensola, ma, si vedeva benissimo, che in realtà stava letteralmente divorando con gli occhi i libri nel ripiano più in basso.
"Chi è?" domandò il cacciatore alla figlia dei proprietari.
"Si chiama Zira" [...]
"Zira? Strano nome."
"Oh, beh, in realtà non sappiamo, se sia il suo vero nome..."
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Buona Lettura!
Tilia=|=
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Remember Me
Remember me




“Si ricorda di me?”

“Sì, di Lei mi ricordo molto bene, è di me stesso che non mi ricordo”.
(Carlo Gragnani)


Sam vide una strana figura, vestita in un modo terribilmente antiquato, che stonava con tutto l'ambiente dell'ostello. Era troppo raffinato, per appartenere a quel luogo. Il bizzarro personaggio stava spolverando distrattamente una mensola, ma, si vedeva benissimo, che in realtà stava letteralmente divorando con gli occhi i libri nel ripiano più in basso.
"Chi è?" domandò il cacciatore alla figlia dei proprietari. La ragazzo bionda, un po' in carne sorrise sbarazzina, mostrando i canini.
"Si chiama Zira, è...un po' il nostro tuttofare, anche se ormai è un più parte della famiglia, in verità non è granché come lavoratore" ridacchiò abbassando la voce e avvicinandosi circospetta a Sam.
Lui e Dean erano arrivati in quella piccola cittadina del Missouri per caso, dovevano andare molto più a Ovest per indagare su uno strano caso di -probabili- licantropi, ma avevano deciso di fermarsi e passare la notte in quel modesto Ostello, che a dispetto delle apparenze rozze si stava rivelando più accogliente del previsto.
"Zira? Strano nome." commentò il gigante con un'alzata di spalle, si voltò per vedere se suo fratello aveva finito di controllare la sua baby e fosse rientrato, ma non vide nessuno.
"Oh, beh, in realtà non sappiamo, se sia il suo vero nome" rispose la ragazza, Beth si chiamava, e non doveva avere più di ventisei anni. "Lo abbiamo trovato letteralmente, intendo. Sono stata io, veramente. Ero a giocare con i miei amici e l'ho trovato sul ciglio della strada che vagava disorientato, ma continuava a borbottare che doveva tornare alla sua libreria."
"Davvero?" chiese Sam stupido. Improvvisamente, quella storia si faceva interessante. I libri erano la sua debolezza.
Beth sorrise nuovamente, la spruzzata di lentiggini attorno al suo naso la facevano apparire più giovane ed amava parlare. "Sì, l'ho portato qui. Mamma e Papà hanno chiesto alla polizia, ma nessuno sapeva chi fosse. Però, aveva un foglio strappato nelle sue tasche, era una lettera, si leggeva solo "Zira" come destinatario, ma il nome del mittente era dalla parte perduta!" spiegò concitatamente. Probabilmente si accorse di essersi fatta prendere la mano e si rizzò nuovamente in una posizione distaccata, nei suoi occhi passò un'espressione colpevole, che però duro solo un attimo.  "Zira non ricorda nulla, ma è veramente una persona meravigliosa, anche se un po' strana e noi ormai gli vogliamo bene come parte della famiglia."
Dean rientrò in quel momento e sorrise complice al fratello, con una strizzatina d'occhio che poteva avere messaggi solamente a sfondo sessuale. Ciò convinse entrambi a troncare di colpo la conversazione e salutarsi frettolosamente imbarazzati. Sam diede una gomitata al fratello, quando fu sicuro che la ragazza non lo vedesse.

*

Sam sospirò strofinandosi la faccia stancamente. Erano ritornati dalla loro missione, un vero successo a dire la verità, ma lo aveva lasciato fisicamente e mentalmente esausto.
Zira era davanti a lui e con passo leggero portava il borsone di Dean in spalla. Stranamente non sembrava che il peso fosse un problema, ma Sam era troppo stanco per pensarci. L'uomo lo aveva visto dalla cima delle scale con tutti i bagagli a carico -visto che Dean era a curare per l'ennesima volta la sua piccolina- e se ne era sceso subito con un "Giusto Cielo, lasciate che vi aiuti!" e un accento britannico da lasciare i brividi. L'unica cosa che Sam notò erano i suo capelli dorati che sembravano risplendere di luce propria, e se non ne avesse -letteralmente- toccato con mano uno vero, avrebbe detto che quella erano proprio la classica capigliatura da angelo.
Improvvisamente, all'ultimo gradino il cacciatore incespicò e diede una leggera spinta all'uomo avanti a lui. Un oggetto,  che nel momento non riuscì ad identificare, scivolò fuori dal suo borsone e rotolò per il corridoio, fortunatamente non cadde giù dalle scale.
Era una lama angelica.
Sam succhiò l'aria in bocca, cercando una scusa plausibile per portare un simile oggetto con loro. Aveva appena finito per optare per la classica, ovvero: "Scusi, siamo antiquariati", ma Zira si bloccò fissando il pugnale con sguardo vacuo.
"Sì, sono cosciente che è difficile da spiegare, ma vede noi rivendiamo armi antiche e quella è..."
"Molto antica" lo interruppe il biondo chinandosi e prendendo con dita tremanti il pugnale. "Molto antica" ripeté passando un dito sul filo della lama, con sguardo ancora perso nel vuoto.
"Sì" annuì confuso Sam, ma notando che le dita dell'altro si stringevano pericolosamente sulla lama. "Se me lo può ridare, sa è...prezioso" E pericoloso, aggiunse nella sua testa.
"Come le spade?"
"Prego?"
Il biondo scosse la testa e i suoi riccioli andarono in ogni direzione, incorniciando il viso tondo e improvvisamente pallido. I suoi occhi tornarono a puntarsi sul cacciatore e chiese sorpreso: "Mi scusi, di cosa stavamo parlando? Devo essermi un attimo perso e...oh, Giusto Cielo!" esclamò mollando immediatamente l'arma. "Che cosa stavo facendo con quell'affare?" strillò ed immediatamente il suo tono di vole si alzò di parecchie ottave e mutò come quello di una ragazzina spaventata.
Il suono dell'arma che colpiva terra risuonò in tutto il corridoio.
Sam si affrettò a raccoglierlo e istintivamente nasconderlo nella giacca, ma non ebbe il tempo di spiegare il suo gesto, perché quando rialzò lo sguardo Zira era nuovamente in uno stato catatonico.
"Ehm, signore? Signor Zira?" provò il cacciatore muovendosi lentamente e guardingo, ormai il suo sesto senso suonava in allarme. "Zira?"

Zira?
Zira? Tutto a posto?
Zira, parla con me!
Aziraphale!

Il biondo improvvisamente lasciò scivolare il borsone a terra, si portò una mano sulla fronte massaggiandola lentamente e scuotendo nuovamente la testa.
"Mi scusi?" borbottò strizzando gli occhi, come se fosse nel dolore. "Stavamo dicendo?"
"Stavamo andando in camera" disse Sam, continuando a tenere la mano sotto la giacca, vicino alla lama. Per quanto lo riguardava in quel momento o poteva benissimo esserci in corso una possessione demoniaca, o quello strano individuo era qualcosa di più di un semplice uomo amnesico.
"Sì, mi scusi, io..."

Zira!

"...io ho un po' di mal di testa" sospirò il biondo tentando di far passare quella strana sensazione lacerante che avvertiva all'altezza del petto. Si sfiorò distrattamente una guancia.
Sam studiò i suoi movimenti con attenzione.
Zira si chinò per riprendere il bagaglio, ma proprio in quel momento piccole gocce di sangue precipitarono a terra.
"Oh, cielo!" esclamò con un po' di sorpresa. Si toccò il naso e tentò di tamponarlo, ma non appena si rialzò per chiedere gentilmente un fazzoletto la sua visione si fece sfocata e infine si inclinò pericolosamente, fino a diventare completamente nera.
Perse i sensi.

Sam lo afferrò al volo prima che potesse sbattere sul pavimento.

*

"Sam, è un fottutissimo angelo! Un altro!" esclamò Dean scandalizzato. Continuava a far avanti e indietro per la stanza, probabilmente macinando chilometri. Avevano chiamato Castiel, ma lo avevano trovato come al solito occupato nella sua ricerca di Satana. Per i pochi secondi in cui lo avevano visto, aveva confermato loro che era un angelo, ma non sapeva chi fosse. La sua grazia era danneggiata e aveva i segni di Hannah -La puttana, a dire di Dean, alla quale ancora non era andato giù il controllo che aveva avuto su Castiel-, ma era un controllo mentale ad uno stadio molto avanzato, quindi sarebbe stato pericoloso tentare di fare qualcosa, bisognava che Zira -o chiunque egli fosse- combattesse da solo quella battaglia. Poi, era sparito, lasciando i due fratelli senza la più pallida idea di cosa fare e un angelo inconscio.
Alla fine Sam aveva convinto Dean a farsi un giro, perché la sua soluzione era: dargli una botta in testa, perché -a sua difesa- "Nei film funziona" . Il minore non voleva rischiare di scoprire se fosse serio o meno, quindi lo cacciò fuori.
Zirla ci mise un altro paio d'ore per riprendersi e dare i primi segni di vita.
"Giusto Cielo, dove sono?" domandò alzandosi lentamente dal letto e strofinandosi la testa confuso. Strinse gli occhi alla luce e per il mal di testa. Accorgendosi della presenza di Sam nella stanza, improvvisamente il suo viso divenne rosso. "Oddio, mi scusi, non mi dica che mi sono addormentato nella stanza sbagliata di nuovo?!"
Sam chiuse il libro che stava leggendo con una strana simpatia per quell'individuo così particolare. Non aveva nulla degli angeli che conosceva lui, sembrava più la versione canonica che  tutti gli umani conoscevano.  Improvvisamente, ebbe nostalgia di quando ancora credeva che avessero le aureole e le arpe.
"No, vede...le posso dare del "tu"?"
"Prego"
"Zira...ehm, sei svenuto." spiegò il cacciatore procrastinando la verità.
"Oh, ma, allora grazie dell'aiuto" sorrise il biondo. Le sue guance sembravano essere fatte solo per quell'azione, era incredibile come si gonfiassero e formassero due perfette fossette, nonostante in quel momento fossero sporche di sangue. L'uomo, infatti, mentre era svenuto aveva pianto sangue, un altro indizio che confermava la colpevolezza di Hannah. Zira, ignaro di tutto ciò, si iniziò ad alzare districandosi dalle coperte.
"No, no, aspetta." si affrettò ad aggiungere Sam. "C'è una cosa che dovresti sapere, io...cioè, noi -io e mio fratello-, forse, abbiamo scoperto chi sei."
"Oh" mormorò solamente. Non sembrava troppo felice della faccenda.
Improvvisamente il suo volto acquisì molti più anni di quello che solitamente dimostrava.
"Non...non sono sicuro di volerlo sapere" mormorò lentamente, abbassando lo sguardo. "Non è per vivere alle spalle di questa buonissima famiglia, ma giovanotto, a volte quando mi sveglio, prego di non scoprire mai ciò che ho sognato, perché gli incubi mi lasciano addosso un senso di terrore che non se ne va per tutto il giorno"
Sam rimase in silenzio.
"A volte credo di sentire il clangore di armi e...e, so che sembrerò pazzo, ma mi sembra di aver vissuto per secoli! Ora, invece sono tranquillo, per questo non voglio scoprire chi ero. Ho la sensazione che mi porterebbe solo dolore." concluse, sollevando finalmente lo sguardo. I suoi occhi azzurri, nonostante fossero cerchiati e con pesanti borse scure, sembrarono risplendere di luce propria.

Zira! Dai, Zira, rispondimi!
Zira, vieni qui!
Aziraphale!

Il biondo si sfiorò la fronte con una smorfia. "Però, se tu sapessi chi è questa persona, che continuo a sentire nella mia testa, mi saresti molto utile. Sai, credo che sia l'unica cosa che mi piacerebbe ricordare!"
Sam alzò un sopracciglio, ma decise di non commentare.
"Magari è un altro angelo..." provò. Aveva capito,infatti, che il blocco mentale di Hannah funzionava fino una certa parte, in qualche momento lo lasciava fin troppo lucido ed allora era lo stesso Zira a non voler ricordare. L'angelo aveva paura di farlo. Sam si chiese cosa potesse essergli successo.
"Angelo?" domandò sorpreso, il suo volto si rischiarò come se gli si fosse accesa una lampadina nel cervello. "Qualcuno mi chiamava così! Eravamo...a Londra! Davamo da mangiare alle anatre insieme!" spiegò, ma improvvisamente tutta la sua gioia si spezzò, come se si fosse ricordato un particolare. "Però...però, credo che sia morto."
"Zira"
"Aziraphale, questo è il mio nome."
"Aziraphale, io non so chi fosse il tuo amico" iniziò Sam scuotendo la testa. "Ma se davvero eravate così vicini, non credi gli farebbe piacere venire ricordato?"
Il biondo sollevò lo sguardo, come se improvvisamente colpito da quella frase. I suoi occhi si fecero lucidi e tirò su col naso piano, come se temesse di essere sentito.
"Lui amava la tecnologia." borbottò piano l'angelo, probabilmente più per se stesso, come se fosse improvvisamente terrorizzato da dimenticarsi di qualcosa d'importante. Si tirò le ginocchi al petto e si rannicchiò. "E aveva le piante più belle di Londra," continuò,  il suo sguardo si perse nel vuoto. Poi, aggiunse con un piccolo risolino: "E le più terrorizzate!"
La sua ilarità si trasformò in piccoli sussulti addolorati.
In pochi secondi divenne un pasticcio di singhiozzi, anche se fra una scossa e l'altra riuscì a chiedere: "Sam, potresti... lasciarmi un po' da solo?"

Il cacciatore rispettò le sue volontà, ma rimase stupito dall'umanità delle sue azioni e da quel dolore, così semplice e sincero.

*

Quando finalmente Aziraphale uscì dalla stanza, le tracce di sangue erano state lavate via dalle lacrime. Sembrava invecchiato, ma il suo volto manteneva uno strano candore, una purezza che ricordava quella di un bambino. Prima che il cacciatore potesse dire nulla, annunciò:
"Sam, credo...credo tu abbia ragione, per questo... ho deciso di partire! Tornerò a Londra e lì, quando mi sentirò pronto, accetterò la verità!" Sospirò piano e lo guardò dritto negli occhi. "Sappi, però, che il nostro incontro e tutto quello che ci accade nella vita fa parte del Grande Piano Ineffabile, ne sono ancora fermamente convinto."
Sam rimase colpito, perché improvvisamente vide qualcosa di più di un semplice essere addolorato o senza memoria, vide un soldato, pronto ancora a credere nonostante tutte le ingiustizie che aveva subito. Sentì uno strano potere, caldo che pizzicava la pelle. Forse, quell'angelo non era poi così miserabile come appariva e se non avesse saputo che era impossibile, avrebbe giurato di essere al cospetto di un Arcangelo.
"Sei sicuro?"  domandò ignorando quelle sensazioni.
"Mi sono ricordato l'indirizzo di una libreria, della quale da troppi anni il proprietario è assente" spiegò con un lieve sorriso. "Sam, non so come ringraziarti. Grazie a te e tuo fratello! Senza di voi non sarei mai riuscito ad affrontare il mio passato, io sapevo di poter ricordare, ma non volevo. Perché?" chiese retorico, si interruppe un secondo come per pensarci, ma poi riprese sicuro: "Perché avevo paura, paura del dolore, della perdita, ma adesso ho capito: non fa meno male, se mi dimentico di tutto, perché il mio dolore è parte di me, mi rammenda ciò che sono, ciò che è giusto. La mia amnesia era solo una sicurezza effimera, passeggera e il mio amico merita un ricordo."
Sam non sapeva cosa dire, perché la complessità delle sue emozioni era incredibile, così umano.
"Spero tu troverai ciò che cerchi" rispose semplicemente. Dean non ci avrebbe mai creduto.
"Lo spero anch'io" sorrise Aziraphale.

Il giorno stesso partì, spiegò frettolosamente ai proprietari dell'ostello l'improvviso ritorno di alcuni dei suoi ricordi ed il bisogno di cercare il resto. Si mise praticamente in ginocchio per ringraziarli. Beth piangeva apertamente, Zira in poco tempo la seguì abbracciandola e promettendole di tornare.

Non appena uscì dall'ostello, l'angelo inspirò l'aria della sera.

Zira!
Vieni, angelo!
Andiamo, Ritz!

Fece il primo passo con il cuore un po' più leggero, e un sibilo famigliare nelle orecchie.

*

Sam si concesse un attimo per sorseggiare il suo caffè in attesa del ritorno di Dean. Sorrise, ma improvvisamente si chiese chi diamine fosse la persona che tanto mancava ad Aziraphale. Si alzò di scatto e si portò alla finestra, l'aprì e vide la figura dell'angelo passeggiare lentamente nella sera sempre più crescente.
Gridò per farsi sentire.
"Chi cerchi?"
L'angelo comprese, ma non riuscì a farsi capire nella sua risposta, quindi mimò le lettere con le mani.
'Crowley'
Sam sputò il caffè, ma in una frazione di secondo Aziraphael era sparito nella notte.


E’ proibito piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
(Pablo Neruda)











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Angolino Autrice:
Beeene, buongiorno a tutti! Innanzi tutto, grazie mille per aver letto ed essere arrivati fino in fondo!
Sinceramente, ero molto indecisa su dove pubblicare la storia sezione: Supernatural o Good Omens? Mi sono sbloccata dicendomi: nell'universo dove l'ambiento, lì la pubblico ed eccoci qui!
Adoro alla follia GO e credo si sposi con SPN a meraviglia! Quest'idea in effetti, mi era venuta in mente parecchio tempo fa, ma...eh, la pigrizia! Comunque sia, credo che la diatriba più grande che io abbia mai avuto è: due o un Crowley, ovvero due Crowley o uno unico?  Non mi sono ancora decisa, quindi la storia è molto sibillina a riguardo. Fatemi sapere voi cosa ne pensate, apprezzo molto fare quattro chiacchiere e sentire nuove teorie!

P.S. L'avvertimento "Spoiler!" era perchè ho vagamente citato il contesto della dodicesima stagione, ma è decisamente marginale.

Grazie ancora mille, per aver letto!
Alla prossima,
Tilia =|=

Tutti i diritti appartengono agli autori delle opere trattatate,
 nulla è a scopo di lucro.







  
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