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Autore: Briseide12    11/12/2016    2 recensioni
Come finisce una storia in chat ? Cosa spinge una ragazza/o ad iscriversi in un sito d'incontri? Ecco la mia storia, tratta dalla mia vita, affrontata con la comicità che ci vuole..
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrammo nel Bar il cui nome Shimany non reggeva il confronto con la piccolezza del luogo, aveva solo un tavolino e due sedie in plastica fredda.
Mi sedetti ordinai un tè e lui prese lo stesso, ci fissammo per un po’ ed io continuai a pensare che aveva la forma del viso strana. Mi guardò e cominciò a chiedermi dei miei piani per il futuro e di quello che avevo intenzione di fare dopo la laurea. Domande che ci eravamo già fatti in chat, ma accettai il compromesso di fingere che fossero nuove per rompere il ghiaccio.
Appena finito il tè bollente (ovvero dopo circa un’ora), ci alzammo e di fronte a me si parò l’eterno dilemma pago io o lascio che mi offra lui. Il pensiero si fece insistente dal momento in cui mi alzai dalla sedia fino a quando corsi affianco a D vicino alla cassa. Estrassi lesta il portafogli e lui mi fermò, pensai che un 1,50 € fosse una cifra ragionevole da farsi offrire e ringraziai semplicemente.
Finalmente uscimmo ed il freddo che prima era un ostacolo alla mia calma adesso mi rasserenava, ci avvicinammo all’auto ed aprii la portiera facendo attenzione ad entrare senza rovinare nulla (avevo notato una leggera ossessione da parte di D per quell’auto). Intanto D rimase fuori a guardare l’auto con estrema precisione, come se volesse osservare se il freddo avesse spostato la vernice dell’auto.
Dopo 5 minuti contati entrò in auto ed al mio tutto ok, rispose si certo dovevo controllare l’auto ed io sorrisi non sapendo che dire.
Il cinema che dire, per fortuna aveva parcheggi di tutti i gusti e non dovetti sorbirmi ennesime lamentele riguardo a quel particolare. Ci avviammo al botteghino e lì non avevo problemi, avevo fatto il biglietto prima per evitare l’ennesimo interrogativo.
Glielo mostrai e lui guardandomi offeso, affermò che avrebbe dovuto comprarmelo lui. Io lo interpretai come orgoglio maschile deluso e gli sorrisi colpevole.
Il film mi trasmise la gioia che cercavo, ogni tanto vedevo con la coda dell’occhio che mi osservava e trovai la cosa molto dolce e mi aspettavo la classica “mossa”, una mano intorno alla spalla, una carezza, un qualcosa….ma nulla.
Ero un po’ delusa e nel cinema c’era un odore che non mi piaceva, ero un po’ sconsolata. Decisi di rendere questa giornata un po’ più adrenalinica, ho un piccolo vizio se vedo un posto abbandonato aperto voglio vedere cosa c’è dentro. Sulla base del mio vizio durante la camminata alla fine del cinema, entrai seguita da lui in un luogo antico di mia conoscenza, una casa ottocentesca; solitamente aveva il catenaccio al cancello, ma quel giorno era aperto e quindi entrai.
So che era un atteggiamento un po’ da pazzoide, infatti D mi gridava dietro pazza pazza continuamente, mentre salivo i gradini resi scivolosi dal guano. Diedi un’occhiata veloce e mi diressi all’uscita che era sbarrata da D, che mi disse solo se ero consapevole di quanto fossi pazza. Mentre lo diceva sentii di nuovo quell’odore raccapricciante che avevo sentito nel cinema.
Ignorai la cosa e mi avviai di nuovo dove era legittimo camminare. D era impaziente di sapere dove avremmo cenato dato che lui era nuovo della mia città, lo portai in una pizzeria che conoscevo. Ci trovammo nuovamente seduti a fissarci e quando arrivò la pizza sospirai di sollievo, scartai la crosta bruciacchiata e mangiai di gusto. D si mise a ridere e accarezzandomi una guancia, mi fece comprendere che il cameriere avrebbe avuto da ridire del mio scartare la crosta. Io risi (pensavo che fosse una battuta), lui prese la crosta e la divorò facendola scomparire dal mio piatto.
Ignorai anche questo commento, era arrivato il momento conclusivo della giornata. Mi parlò di nuovo di sé come in chat e cominciò a cantare una canzone alla radio , mi stava riaccompagnando a casa e prima di scendere mi disse che per lui la distanza non era un problema ed io asserii dicendo che lo stesso era per me.
Ad un certo punto assunse l’espressione pesce lesso e si fiondò a bocca aperta sulle mie povere labbra e mi bacia con un bacio salivoso e terribilmente bavoso, concludendo non contento delle mie labbra con il mio piccolo naso. Io sono inorridita sia per il bacio sia per aver capito finalmente l’origine di quel cattivo odore, era lui.
Vado a casa con la ferma intenzione di non vederlo mai più. Ovviamente come voi sapete  non fu così, lo rividi  purtroppo.
 
 
   
 
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