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Autore: FlameWolf    12/12/2016    9 recensioni
Mi volto verso mio nipote, che ormai sta piangendo a squarciagola. Ripenso alla prima volta che l'ho visto, al suono della sua risata, a quella gioia sempre presente nei suoi occhi. Immagino i miei vicini, la gente del villaggio venire qui per strapparmelo via, per ucciderlo.
Sospetto, rabbia, ira.
Dopo questa edizione non avremo veramente nient'altro.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Presidente Snow, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giorno 7, mattina

 

Richard “Ricky” Whitestorm, tributo distretto 8, arena

 

Il terzo colpo di cannone arriva circa un quarto d'ora dopo rispetto gli altri due.

Ci siamo dunque, sono in finale. Se sono ancora vivo però lo devo solamente a Cassian ed Autumn. Mi mancano tantissimo, spero che adesso siano in un posto migliore. Vorrei parlare con le loro famiglie, chiedere scusa per non averli protetti, per averli messi nei pasticci. Sono stato un pessimo alleato.

Una ventata fredda mi coglie all'improvviso facendomi rabbrividire. Mi stringo forte, nel tentativo di scaldarmi. Cosa succederà ora? Sono qui abbastanza a lungo da sapere che a breve accadrà qualcosa di brutto. Cosa potrebbe essere? Una nuova esplosione? Un nuovo ibrido? Durante questa edizione li hanno utilizzati parecchio, potrebbero essere il tema dell'anno.
Stringo forte l'elsa della spada di Autumn. Non ho mai combattuto, ma c'è sempre una prima volta. Chissà, magari ce la potrei anche fare contro un ibrido, in fondo sono un principiante, e si sa cosa si dice della fortuna dei novellini.
Il terreno inizia improvvisamente a tremare, facendomi perdere per poco l'equilibrio. Un terremoto? Mi guardo intorno frenetico, cercando di individuare una zona sicura. Cavoli, se solo ricordassi bene i suggerimenti che ci avevano dato a scuola...
Un' ultima scossa potente mi fa cadere definitivamente a terra, facendomi sbattere il sedere sul terriccio umido. Questo deve essere soltanto l'inizio, ci deve essere qualcosa sotto, ma cosa?
Non faccio in tempo a formulare un'ipotesi che avverto un rumore strano, forte, sicuramente poco simpatico, che non riesco ad identificare con precisione. Riesco solamente ad associarlo alle urla terrorizzate di mia sorella che ha una fobia gigantesca verso... oh. Deglutisco a fatica rendendomi conto di cosa mi tocca affrontare. Non ho tempo da perdere.
Inizio a correre in direzione opposta al suona, sperando così di poter sfuggire dalle cavallette. Io non ho paura di loro, ma dall'intensità del suono direi che sono molte, anzi, parecchie. Più che paura mi generano disgusto, ecco. Non dovrebbero essere pericolose in teoria, non sono carnivore da quel che ne so.
Continuo a fuggire, ma le sento sempre più vicini, sempre più numerose. Sento il cuore in gola e la milza che inizia a farmi male. Inizio ad intravedere i primi esemplari, inizialmente pochissimo, ma poi sempre di più. Sono letteralmente circondato.
Un paio mi saltano addosso, e ne seguono un'altra decina. Inizio ad agitarmi per togliermeli di dosso, ma è una partita persa in partenza. Le sento fra le dita, dentro la maglia, fra i capelli, vicino alle orecchie e agli occhi, non vedo assolutamente niente, non sento niente. Avverto solo le loro schifose zampe sul mio corpo. Stranamente non mi entrano in bocca, permettendomi così di urlare per tutto il tempo. Cado a terra, e mi sento trascinare giù lungo una discesa per una decina di minuti. Infine sento le cavallette saltare via da me, e scaccio da solo le ultime rimaste, controllando bene che nessuna sia rimasta impigliata da qualche parte. Che schifo. Adesso capisco perché Hazel ne è così tanto spaventata.
Mi guardo intorno. Dove sono? Non credo di essere mai stato qui. Sono dentro una stanza semibuia che puzza terribilmente di ferro. Sento qualcosa cigolare, ma non capisco da dove provenga il suono.
Sento qualcuno tossire e mi volto alla mia sinistra. Intravedo una ragazza bruna, parecchio scossa ed impaurita. Qualcosa mi dice che sia giunta qui nella mia stessa disgustosa maniera.
“Stai bene?” le domando mentre mi avvicino cauto.
La ragazza mi ignora, appoggiando la mano sulla fronte. Sulla schiena ha un vistoso zaino.
“Tu! Schifoso essere!” le urla addosso una voce maschile. Istintivamente mi metto davanti a lei per proteggerla.
“Calmati! Possiamo ragio...”
“Allontanati!” mi ordina il ragazzo che ora riesco a riconoscere come il ragazzo del distretto 1. Angelie è dunque morta? Non me l'aspettavo. “Non sai di cosa è capace quella strega!”
La ragazza si alza in piedi di scatto, cercando rifugio dietro la mia schiena.
“Devi aiutarmi, ce l'ha con me fin dall'inizio! Ti prego, aiutami!” afferma agitata.
“Ti ho detto di toglierti. C'è prima lei nella mia lista. È una questione personale” dichiara furioso il ragazzo. Guardo prima l'uno e poi l'altro, non ho idea di cosa fare, so solo che questa situazione è fortemente sbagliata.
“Possiamo cercare di risolverla pacificamente?” borbotto.
“Mai” replica freddo Adrian.
“Sai che non è possibile” afferma l'altra, più calma. “Alleati con me, insieme possiamo ucciderlo”. La guardo sconvolto, soprattutto a causa della freddezza con la quale si è proposta. La ragazza nota la mia reazione e sul suo volto appare una nota di delusione. La vedo mettere la mano dietro la schiena e sfilare dalla felpa uno spray. Lo punta rapidamente verso Adrian, ma prima che possa premere il pulsante le spingo via il braccio, impedendole di colpire l'avversario. La mia intromissione la lascia però esposta, ed un istante dopo un coltello da lancio le si pianta in mezzo alla gola. La guardo cadere con orrore, mentre il cannone spara per la penultima volta.
Rimango fermo imbambolato come un idiota, mentre Adrian si avvicina alla ragazza e le dà un calcio sul fianco.
“Era necessario?” domando inorridito.
“Ha ucciso un'amica molto cara, meritava anche di peggio. Grazie per avermi aiutato comunque” replica freddo mentre strappa brutalmente lo zaino a Jasmine.
Mi sento uno schifo, è morta per colpa mia, anche lei. Non faccio altro che provocare guai ovunque vada. Perché deve sempre finire così? È colpa mia, sempre colpa mia. Non avrebbero mai dovuto mandarmi qui, sono solo un disastro, un enorme errore. Forse sarebbe stato meglio se non fossi mai nato.
“C'è qualcosa anche per te qui” mormora Adrian evitando di guardarmi negli occhi. In una mano ha dei nuovi pugnali da lancio, mentre nell'altra una lettera con sopra stampato il numero otto. Perché Jasmine l'ha presa? Pensava forse che fossero dei consigli strategici da parte di mia madre?
“Mi daresti il tempo per leggerla?” domando cauto, non sapendo più cosa aspettarmi.
Adrian fa spallucce “Credo sia il minimo che possa fare dopo quello che hai fatto. Non pensare male però, farò quel che devo fare lo stesso” replica triste. Sembra parecchio stanco ora che è riuscito a sfogarsi. Immagino che neanche lui abbia avuto un percorso molto facile qua dentro.
Apro la lettera e il contenuto mi fa quasi piangere di nuovo, dalla gioia questa volta. È ricca di dediche, di saluti, di piccoli messaggi da parte di tutte le persone che abbia mai amato nel distretto 8. La maggior parte del testo è occupata dalla mia famiglia che dichiara di essere fiera di come mi sono comportato qua dentro, affermando di stimarmi e di mancargli tantissimo. Mi chiedono di fare tutto quello che posso per tornare a casa. Mia madre ha aggiunto una nota a parte che recita: “In qualunque modo vada, ti amo più della mia stessa vita”. Bacio la lettera e la infilo in tasca, in modo da tenerla per sempre con me.
Mi alzo in piedi, stringendo forte la spada di Autumn. Me l'hanno chiesto, non ho scelta. Anche se quello che mi chiedono è orribile, glielo devo. Lo devo alla mamma, a papà, ai miei fratelli, ai miei amici, a Cassian, ad Autumn, forse perfino ad Angelie. Per la prima volta mi tocca cedere. Devo almeno provarci.
Adrian mi guarda con occhi lucidi “Scusa, non ricordo come ti chiami”
“Richard” rispondo.
“Richard... mi dispiace. Spero che tu capisca che non c'è nulla di personale”.
Annuisco, lo capisco benissimo.
Adrian mi lascia l'opportunità di attaccare per primo, ed accetto per educazione. Provo a colpirlo, ma mi evita facilmente. Non sono abituato alle spade, anche se questa di Autumn è particolarmente leggera. Adrian mi lascia altre due opportunità, ma è chiaro che mi sto rendendo ridicolo di fronte agli occhi di tutti e anche lui ne è consapevole.
“Scusa” mormora un ultima volta prima di colpirmi alla gola.

 

 

 

 

 

Sei mesi dopo

 

Adrian Vaertek, vincitore dei 25° Hunger Games, distretto 8

 

Il distretto 8 è a capo dell'industria tessile. Qui creano abiti, divise e stoffe. L'ho sempre immaginato come un posto colorato, mentre in realtà qui domina il grigio. Grigi sono i palazzi, i volti delle persone e il loro cuori. Qui odiano davvero Capitol e non sono i soli. Ho potuto vedere in giro tanta frustrazione e odio. La gente altrove vive in una misera che nel distretto 1 non è neanche immaginabile. Non pensavo che ci fosse così tanta fame e tristezza in giro.
Il distretto 1 è solo apparentemente l'opposto di questo posto. Anche a casa domina il grigio, anche se è camuffato da un miscuglio fastidioso di colore. Le feste e i brindisi non cancellano il divorzio dei miei, né tanto meno le mie notti insonni. Non riesco più a chiudere occhio, e non so il perché. Finisco per girarmi fra le lenzuola tutta la notte, pensando a qualsiasi argomento, dalle cose più futili a quelle più serie. L'assenza di sonno è diventata una certezza, e so benissimo che stanotte ripenserò ai volti delle famiglie dei due tributi del distretto 8. Che pena, ho ucciso entrambi i tributi qui, sento gli occhi rancorosi di chiunque addosso. Negli occhi di quelle famiglie però c'era anche altro: tristezza, desolazione, abbandono, gli stessi sentimenti che dominano anche mia madre.

Era tutto diverso nella mia mente: immaginavo sorrisi, congratulazioni, strette di mano, ragazze che cadevano ai miei piedi, gioia vera e profonda insomma. Mi sento un idiota adesso ad averlo pensato. Come potevo immaginare reazioni diverse da queste? È ovvio che... che mi odino. Forse perfino mia madre mi trova un mostro. Ammirato ed amato? Che cazzata. Ho vinto uccidendo un ragazzino buono come il pane.
Dovrei sentirmi felice ora che ho realizzato il mio sogno, mentre in realtà mi sento vuoto. Che faccio ora della mia vita? Volevo costruire un'accademia, ma ora l'idea non mi gasa più come prima, non sono più certo di volerla gestire. Non so cosa farmene di tutti i soldi che ho vinto, forse dovrei investire nella ricerca medica come voleva Judith. Sì... farò così. In fondo è un bel modo per onorarla. Sono sicuro che farei felice Therese che dalla morte della sorella non si è più vista in giro. Judith mi manca, sono certo che se fosse qui mi saprebbe consigliare. Era una ragazza allegra e sempre disponibile, non meritava quella fine. Neppure il sapere di averla vendicata mi ha calmato, non riesco a provare alcuna soddisfazione. Invece non faccio altro che chiedermi se avessi potuto evitarlo. Se solo mi fosse accorto prima della vera natura di quella strega...

La porta dietro di me si apre, facendo uscire qui nel cortile Rubin, il mio ex mentore. Non dice una parola, si limita a sedersi insieme a me al freddo e al buio. È collui che mi è stato più vicino dal mio ritorno. Quark si limita a ghignarmi ogni volta che mi vede. Una volta ha mormorato un: “Te l'avevo detto”. Non ho trovato le forze per replicare.
“È diverso” affermo all'improvviso spezzando il silenzio.

“Lo è sempre” replica con tono neutro “O meglio quasi. Il fatto che tu ti senta così significa che hai ancora un cuore”.
Mi osservo le mani, arrossate a causa del freddo. In arena ho trascorso solo una notte lontano dal fuoco, il vero gelo non lo conosco a differenza degli altri tributi che erano là. Ho visto la registrazione dei giochi, mio padre insisteva tanto, ho visto Richard congelare spaventato nella pioggia. Mi sono sentito male per lui, volevo vomitare, ma poi mi sono ricordato che l'avevo ucciso io e che non ne avevo alcun diritto.
“Dovresti tornare dentro” afferma Rubin.
Scuoto la testa, non ne ho proprio voglia. “Forse più tardi”.
“Hai paura di Charlotte?” mi domanda facendomi sprofondare nella vergogna. Mi ero dimenticato che la madre di Richard, essendo una mentore, era costretta a venire al ricevimento stasera. Non so per chi fra noi due questo incontro è più duro.
“Starà meglio se non mi vede” osservo.
“Non è arrabbiata con te” replica Rubin “Ma con Capitol. Sa che sei stato costretto a farlo”.
“Però non riesce a capire perché io sì e lui no” replico. Rubin inizia a ridacchiare. “Che c'è?”
“Pensavo che sei mesi fa non mi avresti mai risposto così. Sei cambiato”.
Annuisco, tristemente consapevole della realtà. Mi chiedo cosa sia rimasto del vecchio me.
“Credo sei normale. Forse ne ho viste veramente troppe”. E ne ho fatte troppe, ma non ho coraggio di dirlo ad alta voce.
Rubin annuisce. “Tornando al punto di prima però, Charlotte sa perché tu e non Richard”.
Mi volto verso di lui aggrottando le sopracciglia. Cosa vuole dirmi? “Perché era troppo buono?” domando.
“Anche” dichiara Rubin “Ma la verità è che ho visto troppe edizioni e so dirti una cosa. A parità di capacità e di determinazione avresti comunque vinto tu”
“Perché?” domando ingenuamente.
“Perché non glielo avrebbero mai permesso” Apro la bocca incredulo, per poi scuotere immediatamente la testa. Che idiozie. “Richard ha avuto molte occasioni per combattere, ma si è sempre rifiutato. Anzi, ha sempre aiutato gli altri quando poteva, lanciando un forte messaggio di fratellanza e solidarietà in tutta Panem. Hai idea del casino che sarebbe successo se avesse vinto?”
Rimango in silenzio, soppesando il peso della sua rivelazione. Sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere? Ripenso alla mia edizione, a quelle precedenti, a come gli strateghi sia sempre intervenuti per giostraci come volevano, come quando hanno impedito a Judith ed Angelie di uccidersi fra di loro. Se si sono intromessi per una semplice questione di audience, cosa sarebbero disposti a fare per mantenere il loro dominio? Se Richard rappresentava una speranza, io che ruolo ho avuto invece?
Rubin mi appoggia la mano sulla spalla “Per fortuna non eravate alla pari e il problema non si è posto” dichiara per poi alzarsi e lasciarmi nuovamente da solo.
Mi sento improvvisamente sporco ed amareggiato, un vero e proprio mostro, uno stupido strumento della propaganda capitolina. Sono stato usato e per tutta la vita ho pregato per questo. Stringo forte i pugni, rendendomi solamente adesso conto di chi è Capitol City. La pagherete, un giorno la pagherete amaramente.

 

 

 

 

 

Ok, anche questa è andata. Ho fatto questa scelta perché ho pensato che nella storia dei giochi ci siano state altre “Katniss”, ma meno ardenti, persone più facilmente piegabili alla volontà di Capitol. Richard con la sua bontà e la sua testardaggine poteva far scattare qualcosa, ma sappiamo come sono andate in realtà le cose. Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita, commentata e sostenuta. Ci vediamo ^^

 

Classifica:

24° Elyia Bolton, distretto 7, ucciso da Judith, 2 pov

23° Krinsda Dramir, distretto 4, uccisa da Esther, 2 pov

22° Nickolas Logan, distretto 10, ucciso da Angelie, 2 pov

21° David Conrad, distretto 11, ucciso da Angelie, 3 pov

20° Marissa Mellark, distretto 12, uccisa da Alexys, 2 pov

19° Esther Suzanne Grestan, distretto 7, uccisa da Adrian, 3 pov

18° Dalissa Manique, distretto 9, uccisa dalla trappola di Chester, 4 pov

17° Cassian Nayor, distretto 12, morto sacrificandosi per i compagni, 3 pov

16° Bruce McRon, distretto 5, ucciso da una trappola dell'arena, 3 pov

15° Libero Howard, distretto 4, ucciso da Angelie, 3 pov

14° Achille Edipo, distretto 2, ucciso dagli aghi inseguitori, 4 pov

13° Alexys Sinclair, distretto 11, uccisa dai favoriti, 5 pov

12° Hellen Forbes, distretto 5, uccisa da Adrian, 4 pov

11° Caitria Dalekein, distretto 6, uccisa da una trappola dell'arena, 5 pov

10° Ivar Ludwig, distretto 6, morto per malattia, 5 pov

9° Judith Wilson, distretto 1, morta avvelenata per mano di Jasmine, 5 pov

8° Jennifer Astrid Delay, distretto 8, uccisa da Adrian, 5 pov

7° Autumn Lewis, distretto 10, uccisa da Angelie, 6 pov

6° Liam Evans, distretto 9, ucciso dalla una trappola di Jasmine, 5 pov

5° Chester Colin Herstone, distretto 3, ucciso da una trappola di Jasmine, 5 pov

4° Angelie Asimar, distretto 2, uccisa da Jasmine, 6 pov

3° Jasmine Thompson, distretto 3, uccisa da Adrian, 6 pov

2° Richard Whitestorm, distretto 8, ucciso da Adrian, 6 pov

1° Adrian Vaertek, distretto 1, 6 pov

 

 

  
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