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Autore: sakuraenn    22/05/2009    1 recensioni
Questa è una storia breve, ispirata ad un sogno. Non contiene scene cruente, parla di un uomo che sogna, ma non fa un sogno qualunque. Il protagonista vive l'avventura in prima persona, non pongo nomi lascio il tutto all'immaginazione del lettore. Dunque a lui la scelta del nome e di chi sia che ruolo ha il protagonista. Beh spero vi piaccia (N.B Questa storia è pubblicata anche su un forum che seguo perchè volevo un parere da alcuni amici. IL nick che uso su tale forum è Viridiana Camelia del Deserto. Avviso perchè non voglio si creino inutili problemi! Quindi sono sempre io che scrivo, prima usavo sakurakid ma ho cambiato nick perchè mi aveva stancato ^^)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove Sono? Che Luogo è questo?
Sto camminando, non vedo nulla, solo buoio.
In lontananza odo delle voci che parlano concitatamente; incuriosito mi avvio in direzione del luogo da cui le sento provenire.
A mano a mano che mi avvicino, il corpo si fa più pesante e le voci prima distanti assumono un tono basso quasi mettallico, continuo ad avanzare fino a che non vedo una porta.
E' pesante, grigia e massiccia, è l'unica cosa che si vede in questo vasto buio, le voci provengono dalla stanza dietro essa.
Sento il corpo paralizzato e un terrore crescermi dentro, il mio corpo si fa gelido e in breve comincio a tremare di freddo.
Mi faccio coraggio e mi avvicino spalancando la porta.
C'è un tavolo e di fronte a me, seduta una figura incappucciata.
Il suo volto sembra un teschio di animale, non lo vedo bene ma so che è così.
Mi fissa con quei suoi occhi vuoti senza pupille, senza orbite e sorride. La figura al suo fianco è in penombra non la vedo ma distinguo la sua sagoma; è alta e porta un cappotto con delle piume ne distinguo vagamente i contorni.
La figura incappuciata davanti a me alza lo sguardo e ride, mi volto di scatto.
La fisso a mia volta, lei prende dal suo fianco una falce e me la punta addosso.
Per un attimo la guardo ad occhi sgranati poi capisco, deglutisco, una strana e terrorizzante calma si impadronisce di me, quella che ho davanti è la morte.
Lei ride beffarda fra le scheletriche labbra << Vattene non è luogo per te questo ma sappi, che molto presto; verrò a reclamarti.>>
Mi sveglio sedendomi di scatto sul letto, sudo freddo. Ora lo so, ho incontrato la morte e presto dovrò lasciare questo modo.
Mi alzo agitato, apro le tende; il panorama della città è sempre lo stesso e la luna piena che si staglia in tutto il suo pallido bagliore, sembra infinitamente grande questa notte.
Sospiro, tutto come al solito, il rumore delle auto, i semafori e la gente che litiga per le strade.
Va tutto bene è stato un incubo. Sto per richiudere le tende quando sento un click, spaventato mi volto; sento un boato come uno sparo poi di nuovo buio.
  
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