Anime & Manga > Caro fratello
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Autore: Sognatrice_2000    22/12/2016    0 recensioni
Mariko riflette sui suoi sentimenti per Kaoru, quella ragazza speciale che le ha rapito il cuore fin dal primo momento in cui l'ha vista... L'amore fa male, ma è anche in grado di crescerti e di migliorarti, in fondo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Kaoru Orihara, Mariko Shinobu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sono qui, accanto a mio marito, aggrappata al suo braccio, con le lacrime che non cessano di bagnare il mio viso, stretta nel mio vestito nero che sembra quasi impedirmi di respirare, gli occhi fissi sulla tua bara. Quanto ho pianto, appena Nanako mi ha riferito la triste notizia della tua morte, Kaoru. Singhiozzi disperati, rumorosi, afflitti, stringendo il mio cuscino, appena il buio calava e il dolore si impadroniva prontamente di me. Acqua salata che mi rigava e seccava le guance, la testa che pulsava, la gola chiusa in un nodo di nausea e dolore. Le lacrime parevano non finire mai, e anche adesso non si sono esaurite. Sei stata il mio primo amore.
Eri tu, agile e bellissima, che ammiravo con gli occhi ingenui di una ragazzina, nel campo della scuola, mentre facevi un canestro dopo l'altro, affascinata, rapita dai tuoi movimenti così agili e scattanti . Fingevo di essere lì per caso, ma una volta, quando mi avevi notata, ti avevo detto di essere lì per controllare i tuoi progressi e ti avevo anche dato una bibita vitaminica perchè tu restassi in forze.
Eri tu, sempre sicura di te, a mettermi in soggezione ogni volta che mi parlavi, e a spingermi ad arrossire e balbettare come una stupida. Era il tuo coraggio, la tua generosità e il tuo animo nobile che mi facevano scintillare gli occhi di pura e sconfinata ammirazione. Era per le tue precarie condizioni di salute, che mi preoccupavo e piangevo come una bambina. Ricordo quella volta, in cui giocasti una partita di pallacanestro e una delle ragazze della squadra avversaria, tentando di riprendere il pallone, ti colpì al petto. Ti accasciasti a terra, sanguinante, e il mio cuore parve esplodere per la preoccupazione. Andai in ospedale a trovarti, e piansi solo a sentire le tue parole, solo perchè mi avevi detto che ti aveva fatto piacere vedermi.
Era per un tuo sorriso o una tua parola gentile che mi sentivo il cuore colmo di gioia ed ero raggiante, mi sembrava quasi di volare. Ricordo la felicità nel vederti uscire dall'ospedale, dopo quel brutto incidente. Mi ero praticamente gettata tra le tue braccia, in un gesto appassionato e disperato. Stavi bene, ed era questa la sola cosa che contava. Ero più felice, più sicura di me, e la vita mi sembrava più bella ogni volta che vedevo il tuo volto.
Un sentimento forte, potente, infinito, dal quale io stessa ero stata risucchiata e che cercai di negare con tutte le mie forze finchè non si manifestò in tutta la sua passionalità. E anche quando la mia cotta adolescenziale così intensa passò e mi interessai ad un uomo, al migliore amico di tuo marito, non smisi mai di ammirarti ed apprezzarti. Ho continuato a volerti bene, e ad esserti amica. Per me eri un modello da seguire, una persona rara, come ce ne sono veramente pochissime al mondo, e ti consideravo quasi come la mia sorella maggiore. Ricordo l'ultima volta che ti vidi: eri bella, vestita con una giacca blu elegante e femminile, la borsa sulla spalla, la mano stretta a quella di tuo marito, pronta ad imbarcarti su un aereo diretto per la lontana Germania. Ancora non sapevo, che avrei dovuto portare per sempre quell'immagine nel mio cuore, perchè tu non saresti più tornata indietro. Ti avevo augurato di essere felice, piangendo stretta nel tuo abbraccio. Mi stavo separando da te, e sentivo un profondo senso di vuoto nel cuore. Ma se tu fossi stata felice, da qualche parte nel mondo, in ottima salute, con un bel bambino e una famiglia affiatata e serena, per me poteva andare benissimo. Invece, sono qui, al tuo funerale, a piangere disperatamente, in singhiozzi anche rumorosi, nel vederti distesa in mezzo ai fiori, con un dolce sorriso sulle labbra, l'espressione talmente serena che sembri solo addormentata. Ma io so che non ti sveglierai mai più, che non riaprirai mai più i tuoi bellissimi occhi, gli occhi in cui si intravedeva la forza del tuo cuore. Sento una fitta al cuore, e continuo a singhiozzare, stretta al petto di Takashi. Lui mi passa una mano sui capelli, dolce, gentile, ma questo suo atteggiamento premuroso mi fa solo venire voglia di piangere più forte, fino a sentire la testa pulsare furiosamente. Durante la funzione, seduta su una panca marrone della chiesa, non riesco nemmeno ad ascoltare il prete nè a guardare Kaoru. Tengo gli occhi chiusi, piangendo silenziosamente senza fermarmi neanche un attimo, sulla spalla di Takashi. Alla fine della funzione, sono la prima ad alzarmi per uscire. Mi scuso con Takashi, e saluto velocemente Nanako, uscendo dalla chiesa. Sul retro c'è un piccolo giardinetto deserto, ed  è lì che crollo in ginocchio, piangendo disperatamente, nascondendomi il viso tra le mani. Mi sento così sola, e il dolore nel mio petto sta crescendo a dismisura. Che cos'è questa tristezza che mi opprime da dentro? Non ho potuto sopportare di vederti lì, in quell'immagine tetra di morte. Voglio ricordarti felice, diretta verso un futuro pieno di felicità e di speranze. Addio, Kaoru, mio dolce, amaro primo amore, che mi ha fatto palpitare il cuore per la prima volta. Addio mia gioventù. Addio, mio piccolo grande amore.
  
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