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Autore: little_psycho    22/12/2016    1 recensioni
Cinna!Centric | One shot | Introspettivo
Katniss l’aveva svegliato da quel sogno – aveva scoppiato quella bolla – con la stessa potenza di un fiume trattenuto per troppo tempo da una diga, pronto ad abbattere le barriere che lo circondavano; ma con la facilità di un bimbo che allunga, incuriosito, la sua manina paffuta per toccare quel cerchio ondeggiante che, di sicuro, non ha mai visto prima.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cinna, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A:  La storia è ambientata nel primo libro, quando Peeta e Katniss salgono sul carro con i vestiti in fiamme.
(Lo avreste capito anche da soli, ma ho specificato per non creare alcun tipo di problema) ; )
Ci vediamo sotto!
little_psycho

 

                                                                                             
Awake
 
Quando si trattava degli altri,
era sempre come se fosse sveglio per metà.
E quando ha incontrato te si è svegliato.
~ Shadowhunters, Città di vetro
 
 
Quando vedi passare l’ultimo carro, quello con i tributi a te assegnati, non puoi non essere entusiasta dell’effetto che i vestiti producono.
Che lei produce.
Lei è una macchia indistinta in mezzo alle fiamme cangianti – sintetiche, per fortuna – fatta di sorrisi con non hanno nulla di allegro – forzati, ti suggerisce la mente – e sguardi penetranti e ambigui – non si capisce se vuole uccidere tutta la popolazione, o invitarla a casa sua per il thè delle cinque.
Cerchi di farle capire che ci sei anche tu in quella baraonda facendole un segno con le mani. Non sai neanche tu cosa stai facendo, vuoi solo farle capire che può contare su di te, vuoi rassicurarla con la tua presenza.
Katniss, la tua ragazza si fuoco – è così che la chiami nella tua mente ormai, sottolineando quel “tua”, anche se sai che non ti appartiene – scambia il tuo gesto per qualcos’altro.
Per qualcosa di completamente diverso – e sbagliato.
Ti fa un cenno d’intesa – come se avesse capito tutto, proprio lei che non ha capito niente – e stringe la mano a quella dell’altro tributo, il ragazzo biondo con la mascella squadrata. Peeta.
Lui diventa rosso un pomodoro – eccome, se lei non ha capito niente –  guarda sorridendo come un ebete la folla delirante sotto di loro e alza le loro dite intrecciate, in modo che tutti possano vederle.
Possano vedere che l’unione fa la forza.
E tu senti montare qualcosa dentro al petto, un qualcosa che non ha nome – o a cui tu non vuoi dare un nome .
L’hai vista nuda tu, al vostro primo incontro; ha potuto vedere il corpo troppo magro, i seni piccoli e tondi, i fianchi stretti, la pancia piatta con le costole in rilievo, il pallore innaturale della pelle in alcuni punti, la dolce curva appena visibile del sedere,  le gambe quasi scheletriche, le spalle strette e quel piccolo neo sul collo, proprio sotto la mandibola.
Non l’hai trovata bella, no. Sarebbe stato complicato – ridicolo – farlo, vista la tua lunga esperienza riguardo le stupende donne capitoline.
Il primo aggettivo che hai pensato guardandola è stato: “forte”.
Non “carina”, “brutta”, o “anonima”.
Solamente “forte”, senza alcun commento estetico. Per lei non ce n’era stato bisogno.
Perché si vedeva la sua forza d’animo negli occhi grigi e tempestosi. Saltava all’occhio, quella tenacia di affrontare tutto a testa alta, senza mai abbassare la cresta, senza mai pensare alla soffocante paura di sbagliare qualcosa.
Gliel’avevi letta in faccia quella voglia di vincere, quell’orgoglio che non le avrebbe permesso di morire nell’Arena sotto gli sguardi avidi di dolore e scontri degli spettatori e di Snow.
Soprattutto di Snow.
Lui e quelle dannate rose bianche! Emanavano una puzza orribile. A volte ti chiedi se le usasse per coprire qualche altro odore più spiacevole delle rose.
Ma come tutte le domande che ti sei posto sul governo, sul Presidente, sulle persone e sulle condizioni degli altri Distretti, anche questa è finita nei meandri più oscuri del tuo cervello, in modo che non potessero rompere quella bolla di sapone che è  la tua vita.
Non hai mai trovato interessante la gente di Capitol City. Forse c’era stato un periodo in cui la mondanità ti attirava, il suono delle stridule risatine ti piaceva e vomitavi alle feste per il gusto di ricominciare a mangiare cibi così elaborati che pareva un vero e proprio peccato danneggiarli.
Ma quel continuo andare da una festa all’altra, da un buffet all’altro, da un letto sfatto ad un altro pronto per essere usato, indossare vestiti appariscenti per sentirti importante, ti avevano scocciato, ti avevano reso disinteressato a tutto – e a tutti.
Non c’era più niente di divertente per te, semplicemente parlavi con chi capitava senza prestare attenzione, come se fossi addormentato – come se tutto quello fosse solo un sogno e la tua bolla di sapone fosse tutta la realtà che ti circondava.
Ma poi era arrivata lei.
La ragazza che in questo momento ti sembra una dea vendicativa,  fatta di fuoco, sangue e lacrime mai versate, pronta a riscattare tutti i poveri ed innocenti ragazzi morti negli Hunger Games.
La ragazza con la forza negli occhi e la scintilla di una guerra – di una ribellione – fra le mani.
Katniss l’aveva svegliato da quel sogno – aveva scoppiato quella bolla –  con la stessa potenza di un fiume trattenuto per troppo tempo da una diga, pronto ad abbattere le barriere che lo circondavano; ma con la facilità di un bimbo che allunga, incuriosito, la sua manina paffuta per toccare quel cerchio ondeggiante che, di sicuro, non ha mai visto prima.
 E quando ti accorgi di non poterti più riaddormentare, capisci che non si può più tornare indietro, e che proteggerai la tua ragazza di fuoco – a costo di far saltare in aria Mellark.
 
 
Notes
Salve, persona che non conosco!
(Okay, come inizio è a dir poco pessimo…)
Questa è la mia prima storia in questo fandom, l’ho praticamente scritta di getto e piano piano ha preso vita ed è sfuggita al mio controllo.
Quindi non mi ritengo padrona delle somme scemenze che tu, povera e ignara vittima, hai letto prima.
Non sono molto sicura della storia. Ho cercato di immedesimarmi in Cinna il più possibile, cercando di trasmettere quello che pensava riguardo Katniss.
Forse sono stata un po’ cattiva riguardo la scena della stretta di mano fra Katniss e Peeta, insomma ho dipinto Cinna come il vice presidente del club “MaiNaGioia”. Però ho pensato che sarebbe stato più interessante scoprire il “lato oscuro” del nostro amato stilista.
Il titolo della storia è ispirato al capitolo extra scritto dal punto di vista del protagonista maschile della saga urban fantasy “Shadowhunters”, dell’autrice Cassandra Clare; di conseguenza la frase iniziale è quella che ha ispirato a Cassie il nome del capitolo.
(Il capitolo è il primo del libro “Città di Ossa”)
La storia è piuttosto breve per essere una One shot, ma è troppo lunga per essere una Flashfic.
Ergo, non sono buona neanche a scrivere le storie della lunghezza giusta! XD
Credo di aver chiarito tutto – o almeno spero…
Se vuoi darmi qualche consiglio (sempre ben accetti!), o semplicemente dirmi il tuo parere ne sarei contenta.
Ringrazio di cuore anche i “lettori silenziosi”!
Alla prossima
little_psycho ♥

 
   
 
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