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Autore: psichedelia95    26/12/2016    2 recensioni
We are all living the same way
We are escaping the same way.
A Christmas Spacial.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV BETH
 
È il terzo Natale che passiamo normalmente.
L’apocalisse zombie c’è ancora, questo si, ma a parte gli zombi nessun reale pericolo è nell’aria da quando abbiamo sconfitto Negan; Alexandria, Hilltop e Kingdom collaborano ancora.
Ogni tanto ripenso a quando Carol arrivò a Kingdom con Morgan, non ci volevo credere e lei era più incredula di me, pensava di essere morta e invece eravamo vive tutte e due.
Chi ne rimase più scioccato fu sicuramente Daryl, l’arciere era distrutto non per la mia morte (certa a loro occhi; ormai erano passati mesi), aveva passato qualcosa che solo più in la mi avrebbe raccontato; poi c’era Maggie, incinta e vedova, ora madre e vedova, non passa giorno che non pianga per Glenn, lei pensa che io non la senta ma a volte la sento piangere.
Molte vite sono state sacrificate per la nostra vittoria, molto tempo ci è voluto, eppure eccoci qua: più uniti e più forti che mai.
 
Durante la guerra con Negan non sono venuta a stare subito ad Alexandria, e non sono andata a stare con Maggie, Sasha e Jesus ad Hilltop, quello stupido di Gregory metteva a rischio ogni giorno la sua vita e quella degli abitanti di Hilltop; di comune accordo quindi, per il primo periodo sono rimata a Kingdom, solo più tardi, quando le cose stavano prendendo la giusta piega, mi sono trasferita ad Alexandria.
 
Il mio rapporto con Daryl è rimasto in stallo per così tanto tempo che a volte credevo che lui fosse completamente un’altra persona, di stare a contatto (contatto è un parolone se si parla di Daryl) con uno sconosciuto, e invece lui ha sempre saputo rivolgermi degli sguardi per farmi capire che lui c’era, ma non era il momento di parlare, come se lo sapesse che prima o poi quel momento dovesse arrivare.
Quel momento, dopo 3 anni, non è ancora arrivato.
Sono 4 anni che aspetto una risposta, la risposta alla domanda che gli avevo fatto alla casa mortuaria.
Momenti per stare insieme in 3 anni ce ne sono stati, momenti per stare da soli lo stesso: accompagnarlo a caccia non era solo una scusa per uscire dalle mura di Alexandria, era la scusa per parlare, ma Daryl Dixon non è il miglior interlocutore del mondo, o di quel che ne resta, quindi ogni volta che provavo a toccare l’argomento o lui capiva che stavo per tirarlo fuori, magicamente succedeva qualcosa e lui cambiava discorso.
 
I nostri battibecchi fanno divertire tutti, a me no invece, lui tende a voler sottolineare ogni mio errore ma non so stare zitta e gli rispondo sempre per le rime.
 
“è il suo modo di comunicare”
“non si comunica così con la gente”
“lui è Daryl, non è proprio un esperto di comunicazione, o di sentimenti”
“mi sono stancata di sentire scusanti per il suo atteggiamento”
“dovresti fargli notare che ti potrebbe perdere”.

 
Quella  conversazione con Carol all’inizio mi sembro al limite del surreale, quando disse la parola “sentimenti” ebbi un colpo al cuore, e volontariamente evitai di sottolineare il concetto dei “sentimenti”, ma dentro di me si scatenarono una serie di domande, al quale ancora ad oggi non sono in grado di dare una risposta, proprio come non è in grado di Daryl.
Il mio rapporto con lui ha davvero preso quella strada? E io non me ne sono accorta? E lui se ne è accorto? E gli altri invece? Quindi non è solo affetto quello che provo? E tutti i suoi sguardi un po’ ambigui sono dovuti perché anche lui non prova solo affetto nei miei confronti?
 
Negli ultimi mesi in realtà a queste ultime due domande ho pensato e ripensato così tanto che sembra che mi piaccia torturarmi psicologicamente.
 
“Beth andiamo!”, a risvegliarmi dai miei soliti pensieri ci pensa Maggie che è pronta con Annette ad andare da Rick. Annette ha due anni e mezzo, ha gli occhi di Glenn ma crescere con due Greene non gli sta facendo bene, ha già un caratteraccio; anche Judith, la piccola spaccaculi è cresciuta, adesso ha 5 anni ed è tutto Rick, anche se il mistero di chi sia figlia resta.
 
Freddo e neve, e anche se non abbiamo la certezza, oggi dovrebbe essere il 24 dicembre, quindi stiamo andando a festeggiare il Natale.
 
“Beth!”, siamo ormai a casa di Rick quando vengo chiamata, è Louis; è arrivata nuova gente da un annetto e Louis è uno di loro, 26 anni, moro, alto, il solito ragazzo che dovrebbe piacere alle ragazze, dovrebbe perché ci sta provando con me da mesi ormai, e uno: io non lo avevo neanche capito, non perché sono scema, ho 21 anni ma perché penso ad altro; e due: non sono interessata, ma questo Louis non lo capisce, o fa finta.
 
“io entro, ma non lo trattare male come sempre”, e poi c’è Maggie che non fa che ricordarmi che forse faccio un po’ l’acida con lui, ma dopo averlo respinto dalle 3 volte in su, mi sono anche scocciata, potete biasimarmi?
 
“ciao”
“dimmi”, è più forte di me, davvero,
“vai di fretta?”
“ho freddo”
“allora il mio regalo è perfetto” e poi mi porge un pacco,
“non posso accettare”, -Beth sii gentile!- la mia testa me lo sta ordinando,
“perché? È un regalo”, certe che se insiste non mi aiuta,
“ho due motivi per non accettare”
“e nessuno dei due sarà valido”, odio che voglia sempre avere ragione,
“uno: io non ne ho uno per te, due: ti”
“non voglio nulla da te”, odio anche mi interrompa sempre,
“due: ti darei false illusioni… Louis sei un bravo ragazzo ma io”
“stai con Daryl vero?”, -oh ok… è pazzo?-, “avevo un dubbio, però lui è strano e tutti dicono che voi state insieme”
“tutti?” doveva essere una domanda a me stessa, non volevo che lui la sentisse,
“state sempre insieme, lui ti guarda come se..”
“se?”, sono davvero curiosa di sapere come mi guarda, perché sembra che mi voglia uccidere delle volte;
“se gli appartenessi” scuote la testa mentre lo dice, non so se voglio dirgli che non è così, che io e Daryl non stiamo insieme, ma ho paura che torni all’attacco, solo che il pensiero che tutti pensino questa cosa mi da fastidio.
“Louis sai cosa mi potresti regalare?”, capisco il suo sguardo scettico, “puoi dire a tutti che io e Daryl non stiamo insieme, e Daryl non mi guarda come dici tu”; balbetta qualcosa ma gli ho già voltato le spalle augurandogli una buona serata ed entrando, finalmente nella calda casa di Rick.
 
Proprio ieri io e Daryl siamo andati a caccia, e ho ucciso io il cervo che mangeremo, Daryl ha preso solo qualche scoiattolo, quindi mi sono vantata per tutto il viaggio di ritorno, l’arciere non mi ha mai risposto però ogni tanto lo vedevo sbuffare.
C’è un buon odore in casa, quando Carol cucina c’è sempre un buon odore. Mi offro di aiutarla in cucina e colgo l’occasione per parlarle un po’ proprio dell’uomo assente, è l’unico che manca.
 
“posso farti una domanda?”
“no, non avrai un pezzo più grande o una porzione in più, solo perché l’hai preso tu il cervo”, Carol ride,
“ci ho provato” sto al gioco solo perché sono un po’ tesa per quello che le sto per chiedere,
“sono tutta orecchie”
“sai.. ehm… sai cosa pensa la gente di te e Daryl?”, posso essere così stupida? Carol è sorpresa da questa domanda,
“cosa pensa la gente di me e Daryl?”
“non lo so… ecco…”
“non era questa la domanda vero?”, scuoto la testa, “e qual era?”
“tu passi più tempo con quelli nuovi…” la vedo annuire, “ecco Louis mi ha appena detto una cosa… e volevo capire se fosse veramente un pensiero comune o una cavolata”
“come la fai lunga: io e Daryl non stiamo insieme”
“cosa? Eh no, no…”, chiudo gli occhi, respiro profondo e sgancio la bomba, “Louis dice che gli altri pensano che io e Daryl stiamo insieme, che lui…”, ok non glielo dico di come mi guarda, apro un occhio per vedere la sua faccia, ma Carol sta ancora girando il sugo e non mi guarda; “Carol..” sussurro,
“ho sentito qualcosa”, e il fatto che non continui mi mette ansia,
“eh?”
“ho visto qualcos’altro”, mi potete salvare in qualche maniera? Qualcuno?; “ tu non hai visto o magari, notato niente?”
“dovevo? Oddio Carol, ti prego parla”
“ne parlano, Louis era quello più convinto che non ci fosse nulla”
“non c’è nulla!”
“ok”.
 
Preferisco chiudere lì il discorso perché Carol è sempre più ambigua e mi sembra di parlare con Daryl versione femminile, sono come fratello e sorella ci sarà un motivo. Per un periodo ho pensato che loro stessero insieme, ed ero felice, felice che qualcuno come Carol avesse ritrovato un po’ di pace, come ero felice per Daryl, ne ha passate troppe. Solo che poi mi sono dovuta ricredere, King Ezekiel sa il fatto suo, diciamo così.
 
“Beth puoi controllare il sugo per favore? Io torno subito”; non ho neanche il tempo di risponderle che è già uscita dalla porta sul retro.
 
 
 
POV DARYL
 
Vengo per stare con loro e per il cibo, non mi importa nulla della festa, trovano ancora tempo di festeggiare, e hanno pure voglia.
 
“Mr. Dixon dovremmo festeggiare ogni giorno in questo nuovo mondo”
“ragazzina non lo reggi l’alcool”
“appunto per questo dovremmo festeggiare ogni giorno, così io mi alleno e un giorno ti batterò”.

 
Maledetta ragazzina, ad ogni mio pensiero su qualsiasi cosa mi ricordo di qualche conversazione che abbiamo avuto sull’argomento; meglio rispondergli a volte perché poi diventa insopportabile. Ieri l’avrei lasciata fuori ad Alexandria per quanto mi ha rotto i coglioni mentre tornavamo a casa, esultava per il suo cervo, ero fiero di lei, solo per quello non le ho risposto, ma mi ha fatto arrivare al limite della sopportazione più di una volta.
 
La mia tecnica è entrare quando è pronto, mangiare e andare via, non rinuncio alla mia solitudine; ecco perché me ne sto nel giardino sul retro di Rick a fumare, peccato che la mia quiete venga interrotta da Carol. Da quando è tornata in pianta stabile ad Alexandria è diventata una spina nel fianco, le voglio bene, ma le sue battute su una certa  persona mi inizia a stancare.
 
“hai una sigaretta per una vecchia amica?”, gli tiro il pacchetto, se la ignoro magari andrà via; ne estrae una e mi rilancia il pacchetto, poi se l’accende; “parlavo con Beth poco fa”
“non mi dire”, lei è Carol e non se ne va se non rompe prima un po’,
“mi detto delle cose interessanti ma non è così intelligente come credevo”, penso che voglia che io dica qualcosa, ma non intenzione di aiutarla in questa sceneggiata, aspiro e aspetto perché tanto continuerà anche se non gli dico nulla.
Carol continua a guardarmi, ma questo gioco del silenzio lo vinco sempre io e anche quello degli sguardi,
 
“te la faccio breve”
“meno male, stava durando già troppo”
“lei non si è accorta di come la guardi”
“e come la guardo?”, in realtà non la voglio neanche sapere la risposta ma mi piacerebbe sentire la cazzata che vuole sparare,
“non mi freghi più Daryl, comunque è pronto, entriamo”.
 
È quello che fa lei, entra, io ho bisogno di un attimo ancora.
 
 
 
POV BETH
 
Judith se ne va girando con il vischio intorno al tavolo, non credo che Rick le abbia spiegato il significato ma non sarò di certo io a farlo, quando prima è venuta vicino a me e a Jesus mi sono sentita particolarmente osservata e giurerei di aver visto Jesus nervoso per delle occhiate che Daryl gli stava riservando; Daryl ha smesso subito quando si accorto che io lo stavo guardando, sempre la solita storia.
 
“tu e coso..”
“coso?”
“il biondo”
“Jesus?”
“mmh”
“io e Jesus, cosa?”
“voi…”
“noi?”
“voi… voi… andiamo hai capito”
“no, Mr. Dixon non hanno inventato un traduttore dalla tua lingua alla mia, quindi non ho capito”
“non è importante”
“per te forse si…”
“niente ragazzina”.

 
Non abbiamo mai più toccato l’argomento, avevo capito benissimo, credo che lui pensasse che io e Jesus stessimo insieme e credo che lo pensi ancora oggi a distanza di anni, perché quella conversazione è rimasta in sospeso; con Jesus non c’è ovviamente nulla, anzi mi sembra strano che lui non si sia accorto che Paul è omosessuale. Non che il diretto interessato lo vada sbandierando ai quattro venti, ma Daryl Dixon capisce tutto, no?
 
E poi succede quello che succede ad ogni cena di Natale, Daryl si alza e va via, spero sempre che ritorni ma non succede mai, va via prima della mezzanotte o quella che secondo noi è la mezzanotte e questo non mi piace; gli do qualche minuto di vantaggio e lo seguo, solo che lo trovo fuori sotto il portico a fumare.
 
“pensavo fossi andato via”, visto che mi fissa e stare in silenzio con lui mi crea dei problemi psicologici perché inizio a pensare di tutto, parlo, lui si limita a scuotere la testa; “andrai via?”
“perché?”
“per una volta potresti restare”, il suo sguardo rimane fisso nel mio e come succede sempre distolgo lo sguardo,
“ok” quasi lo sussurra, sorrido, mi è inevitabile, forse è quello che avrei sempre dovuto fare.
 
Mi avvicino a lui e lo fiancheggio, mi porto le braccia al petto e guardo anch’io la calma e il buio che avvolge Alexandria a quest’ora,
 
“lo sceriffo dovrebbe dire alla spaccaculi che è pericoloso andare in giro con quella cosa” lo ha detto appoggiandosi con la schiena alla ringhiera del portico e sta guardando dentro casa, dove Judith continua a correre con il vischio fermandosi vicino alla gente,
“Mr. Dixon me lo fa fare un tiro?”, non succede spesso in realtà che io glielo chieda e dopo un battibecco iniziale acconsente sempre; infatti adesso scuote la testa e sono pronta a sentire tutte le ragioni per cui non lo dovrei fare, e la prima cosa è…
“tuo padre mi ucciderà nel sonno”, puntuale come un orologio svizzero, poi di solito c’è… “e Maggie? Strano che non lo abbia ancora scoperto”, poi arriva il mio preferito… “hai preso una brutta strada!”
“ho seguito il miglior insegnante”, gli rispondo sempre così, ecco perché è il mio preferito, perché la mia risposta lo mette sempre a disagio e siccome non succede spesso, mi godo sempre il momento; e poi come sempre finisce che lui fa un tiro e poi me la avvicina alla bocca e mentre aspiro, le mie labbra sfiorano le sue dita.
La prima volta stavo quasi morendo, poi imparai e lui non smise di sfottermi.
 
Espiro il fumo in faccia a Daryl e lui ghigna,
 
“qualcuno invece dovrebbe dirti cosa vuol dire questo gesto”
“cosa?”
“è il passo successivo a quello che chiede di fare Judith con il coso che si porta in mano”
“non mi spavento se dici la parola sesso”
“ti spaventi se ti dico che mi hai appena fatto capire che vuoi fare sesso con me?”
“beh visto quello che dicono di noi…”, ho imparato che con Daryl devo sempre giocare in attacco, ma credo di non aver pensato abbastanza,
“che dicono?”
“niente”
“sono curioso”
“e loquace…” lo sfotto magari riesco a fargli cambiare argomento,
“ogni tanto… che dicono?”, missione fallita.
 
Sto per parlare ma vengo salvata da Rick che ci invita a rientrare, è quasi mezzanotte (o così crediamo); al nostro rientro Daryl si appoggia allo stipite della porta del salotto mentre io suono qualche canzone natalizia al piano, quelle due canzoni che ricordo almeno.
 
                “lui ti guarda come se gli appartenessi”.
 
Ho un flash e queste parole mi tornano in mente, davvero è così? Lui mi guarda davvero così?
.
.
.
L’ho lasciato per ultimo di proposito, e ora che ho fatto gli auguri a tutti, mi dirigo da lui che è rimasto vicino alla porta da quando siamo tornati, pronto a scappare.
 
“Buon Natale Mr. Dixon”, non aspetto che lui mi risponda, invecchierei qui, lo abbraccio e basta.
 
Il suo respiro si infrange nei miei capelli e sento il suo cuore battere tranquillo, la sua mano stringermi il gomito, quello era tutto il contatto che riuscivo a prendermi da Daryl da tutti questi anni, niente di più niente di meno, e a me va bene, non scappa è già qualcosa.
È quello che c’è dopo l’abbraccio che vorrei non finisse mai: i nostri sguardi intrecciati, impegnati a comunicarsi qualcosa che nessuno dei due è pronto a dire a parole, e che quindi quella frase di Louis un fondo di verità ce l’ha.
 
Io appartengo a Daryl.
Daryl appartiene a me.
 
Mi sento tamburellare sulla gamba e sono costretta ad abbassare lo sguardo, è Judith, è ancora sveglia, anche Daryl la sta guardando e quando la piccola spaccaculi alza le braccia verso di voi, Daryl la prende in braccio.
 
“Buon Natale zio Daryl”
“anche a te spaccaculi”.
 
Judith alza il braccio sopra le vostre teste e ha ancora in mano quel vischio, alzi gli occhi e l’arciere fa lo stesso, e poi sbuffa,
 
“chi ti ha detto di farlo?” gli chiede subito Daryl, anche tu sai benissimo che i vostri amici complottano contro di voi da un po’ di tempo, anche tua sorella si diverte,
“Daryl va bene, non…”, - non succede nulla?-, “non fa niente”
“spaccaculi?”, mi ignora e pensa solo alla bambina,
“papà” sussurra.
 
Daryl la mette giù e va via senza dire nulla, ma va via sul serio questa volta. Sai com’è fatto, a lui queste cose non piacciono, neanche se fatte per scherzo dalla persona che lui considera un fratello.
Ancora una volta lo seguo senza pensare agli altri.
Sta per entrare in casa ma riesco a bloccarlo sulla porta, rischiando uno scivolone sulle scale per via della neve, ma ora hai il suo polso nella sua mano e di nuovo il suo sguardo nel tuo.
 
“non te lo prendere, sai che a Rick piace scherzare”
“ragazzina torna dagli altri”
“voglio stare con te, lo sai”, all’inizio è stato difficile ammetterlo a me stessa e poi lui, ma poi è stato inevitabile, e lui lo sa perché anche lui è nella mia stessa situazione, anche se so che preferisce sempre la solitudine,
“oggi no”
“per uno scherzo stupido?”
“no perché ho bisogno di aria”
“dentro casa non c’è aria, andiamo a”
“cazzo ragazzina!” mi interrompe e mi spaventa perché ha alzato la voce quindi indietreggio ma il suo polso non lo lascio, “mollami un attimo!”, è meno stronzo quando beve,
“sono… aaah dio”, in gesto di stizza gli lascio il polso, anche se il suo mollami non era in senso figurativo, mi porto le mani ai capelli e ripenso a tutte le cavolate che ho sentito su me e lui, e l’unica cosa che faccio è ridere istericamente, una mezza risata,
“non ci trovo nulla da ridere!”
“invece si… come fanno a pensare che noi stiamo insieme…e io stupida pure che penso che sarebbe possibile…” quello che dico è coperto e interrotto dalla mia risata, ma mi rendo comunque conto di aver sganciato la bomba, me ne vado prima che la cosa mi sfugga di mano, anche se è già successo.
 
Succede una cosa che non avevo previsto, Daryl mi afferra il braccio e mi tira dentro casa facendomi sbattere contro il primo muro che trova.
 
“che hai detto?”
“niente” sono tornata seria di colpo,
“ragazzina parla o”
“o cosa? Scappi? Fallo, ma sappi che io non ti rincorro più!” provo ad andarmene ma lui mi trattiene lì, contro il muro e lui a pochi centimetri da me, “sei uno stupido Daryl Dixon!”
“ripetilo sei hai il coraggio!”
“sei uno stupido Daryl Dixon! Io ce l’ho il coraggio, sei tu quello ch”, non riesco a finire la frase perché Daryl ha appena appoggiato le sue labbra sulle mie.
 
                “lui ti guarda come se gli appartenessi”.

Le sue mani spingono la mia nuca verso di lui mentre continua a baciarmi, nessuno mi ha mai baciato così come sta facendo lui, e nessun altro d’ora in poi al di fuori di lui lo potrà fare, lo so io e lo sa lui.
Le mie mani lo trattengono per la camicia, o mi ci sto solo aggrappando, o forse entrambe le cose; quando Daryl lascia la bocca è solo perché siamo entrambi a debito di ossigeno, e i suoi occhi sembrano un pallina da tennis perché passano dai miei occhi alla mia bocca, anche se i suoi occhi non sono più tali ma sembrano due fari, forse anche i miei sembrano due fari.
Rimaniamo in quella posizione per diversi minuti senza dire una parola guardandoci soltanto, e con lui tanto basta per farmi stare bene.

                “lui ti guarda come se gli appartenessi”.

Però a lungo andare quasi mi sento a disagio sotto il suo sguardo, così finisco per mordicchiarmi il labbro interno e forse lui sempre accorgersene del mio disagio,
 
“che succede?”, me lo ha chiesto davvero?
“nulla, sto bene… qui, con te” sussurro,
“mmmh”
“cosa?”; Daryl lascia la mia nuca e fa un passo indietro voltandosi a guardare le scale, poi torna a guardare me, mentre le mie mani lo tengono ben saldo per la camicia nonostante la minima distanza;
“possiamo salire, se vuoi”, -Daryl mi ha appena invitato a salire in camera sua, Beth mantieni la calma-,
“per fare cosa?”, non ci credo di averlo detto veramente, lui però non sembra turbato o cose simili e ghigna divertito,
“quello che vuoi”, credo di star prendendo fuoco, ho caldo e se lui continua a guardarmi come sta facendo adesso, un secchio d’acqua non sarà sufficiente a spegnermi.
 
Deglutisco a vuoto, stringo di nuovo la presa sulla sua camicia e lo tiro a me per baciarlo di nuovo, quando mi separo a malincuore dalle sue labbra, gli annuisco; lascio la sua camicia e una mia mano scende sulla sua e le nostre dita si intrecciano.
 
.
.
.
 
Ho appena perso la verginità e non mi importa di star tremando come una foglia per il freddo, in questo momento sono la persona più felice sulla faccia della terra.
 
Daryl alza ancora una volta le coperte che coprono i nostri corpi nudi e anche se la luce è precaria guarda ancora una volta il mio corpo, ormai è la quinta o sesta volta che lo fa, poi riabbassa le coperte e si lecca le labbra;
 
“Daryl crei troppo spostamento d’aria”, davvero non mi importa, ma sto tremando e se continua a fare così morirò di freddo; lui esce nudo dal letto e apre l’armadio vicino alla finestra, tira fuori un’altra coperta e me la tira; prima di tornare da me recupera i suoi boxer e se li infila e recupera anche le mie mutandine e la mia maglietta ma se le tiene. Torna nel letto, mentre io finisco di sistemare la coperta che mi ha lanciato e aspetto che mi dia le mie cose, ma non sembra intenzionato a darmele.
 
“cosa hai intenzione di fare con quelle?”
“non sono sicuro di volertele dare” ghigna divertito,
“ho freddo”.
 
Dopo aver lasciato tra me e lui i miei vestiti, mi tira a lui e mi abbraccia, il suo corpo è una stufa, mi faccio quanto più piccola possibile e faccio aderire il più possibile i nostri corpi,
 
“sono fottuto” borbotta, lo guardo non capendo come prenderla,
“ti… ti sei pentito?”, abbassa lo sguardo su di me e ride, anche di gusto,
“ragazzina l’unica cosa di cui mi sono pentito nell’ultime 3 ore è essermi rimesso i boxer”, ora rido anch’io mentre con la mia mano intenzionalmente lo accarezzo proprio vicino l’elastico dei boxer; “ragazzina stai giocando col fuoco, potresti bruciarti”
“Mr. Dixon ho freddo, non mi brucio”
“non lo permetterei mai” soffia a un centimetro dalle mie labbra.
“lo so” dico prima che mi baci.
 
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Mi sveglia con dei timidi raggi di sole che mi illuminano il volto, quando mi giro nel letto sono sola, Daryl mi ha lasciato i miei vestiti sul letto; mi vesto velocemente e le mie intenzioni sono quelle di andarmene senza farmi vedere da Carol, intento che va a farsi benedire subito dopo aver sceso le scale; trovo la donna con una tazza fumante in mano seduta sul divano del salotto.
 
“buongiorno”
“buongiorno Carol”
“in cucina trovi il caffe”
“oh… io ecco, vado a casa”, dire che sono imbarazzata è dire poco,
“trovi anche Daryl in cucina”, che stronza!
“ok grazie”.
 
Effettivamente in cucina trovo tutto quello che Carol mi ha detto che avrei trovato, compreso Daryl; è di spalle e lo abbraccio da dietro, mi accarezza le mani e un brivido mi percorre tutta la schiena ricordandomi quello che è successo ieri sera tra noi.
 
“buongiorno” sussurro contro la sua spalla, volta leggermente la testa, mi alzo in punta di piedi e le mie labbra sfiorano la sua guancia,
“vuoi fare colazione?”, anche se vorrei bearmi tutto il giorno in quella posizione, lo libero del mio abbraccio e mi metto vicino a lui,
“si grazie”
“sai dove sono le tazze e anche il caffè.. non ti servo nulla”
“un vero gentiluomo” lo sfotto. Mi servo da sola, ma non riesco a smetterla di guardarlo mentre pulisce le sue frecce e spero non abbia intenzione di uscire oggi che è il giorno di Natale,
“esci?”, alza il suo sguardo su di me,
“non oggi”, sorrido;
“Carol… lei… cosa…”
“tutto”
“tutto?”
“mi sono dimenticato di chiudere a chiave la stanza ieri, mi dispiace”, -merda!-
“mi ha vista?”
“ragazzina respira, non è successo nulla”
“ci vediamo dopo” e come una scheggia lascio casa di Daryl, direzione casa mia.
 
 
 
POV DARYL
 
Alla fine ci sono cascato con tutte le scarpe da vero pivello, ho resistito per così tanti anni che pensavo di essere allenato e invece… maledetta ragazzina!
 
E adesso quasi andava in iperventilazione solo perché Carol l’ha vista.
 
“che le hai detto?”, questa donna non sa farsi gli affari suoi assurdo, scuoto la testa non intenzione di aprire questa conversazione, quindi lascio la cucina senza aprire bocca.
 
 
 
POV BETH
 
Non mi ricordo un pranzo di Natale così nervoso, sono io quella nervosa; ho dovuto raccontare a Maggie dove avevo passato la notte e pensavo che mia sorella avrebbe preso a calci nel sedere Daryl e invece se n’è uscita con un suo commento sarcastico,
 
“dopo 4 anni di ricorsa mi sembra normale che alla prima occasione vi siate liberati da tutti gli impicci”.
 
E ora non lo so, Carol si comporta normalmente anche se non mi ha risparmiato degli sguardi divertiti, anche Daryl sembra tranquillo, lui però al contrario di Carol, mi guarda preoccupato.
 
“possiamo parlare?” chiedo dopo essermi avvicinata a Daryl, stava parlando con Rick ma ho urgenza, lui mi annuisce e dopo essersi congedato dallo sceriffo usciamo sotto il portico.
 
“che c’è ragazzina?”, mi avvicino a lui e lo bacio, penso che ormai sia diventata la mia droga e non riesco a farne a meno.
 
“lo penso anch’io” ghigna divertito dopo esserci separati,
“scemo”
“che è successo stamattina?”
“nulla”, a parte che la situazione mi sembra surreale, cosa può essere successo?
“ti sei pentita?”
“ti sembro pentita?”, scuote la testa e quando sono pronta per baciarlo di nuovo veniamo interrotti da mia sorella.
 
 
Il pranzo è andato bene, ora siamo sul divano e io e Daryl siamo seduti vicini, io mi sono rilassata e adesso quello nervoso è lui; tutti parlano e ridono e sembra quasi che il mondo sia tornato normale ma tutti sappiamo che fuori quelle 4 mura il mondo è ancora pericoloso.
 
Qualcuno alle nostre spalle tossisce, è un tosse delicata quindi quando mi volto non mi stupisce di trovare Judith, la guardo meglio e ancora una volta ha il vischio in mano, credo che Judith sarà orfana a breve perché Daryl sembra intenzionato a voler uccidere Rick, perché tutti e due sappiamo che ancora una volta l’idea è stata sua.
Poso una mia mano sulla sua gamba per cercare di calmarlo,
 
“ignorali, non dobbiamo fare nulla” gli dico piano, ma non so se mi abbia sentito.
“lo so”, si mi ha sentito; la mia mano resta sulla sua gamba e sono felice che lui non mi abbia scacciato.
 
Judith ogni tanto torna e alza il vischio sotto di noi, fino a quando non sto per sbottare e do un bacio sulla guancia a Daryl, lo colgo di sorpresa e anche gli altri evidentemente avevano perso le speranze, ma è solo un bacio sulla guancia.
 
 
La piccola spaccaculi alla fine si addormenta proprio tra le braccia di Daryl, mentre io sto giocherellando col vischio e ho la testa appoggiata sulla sua spalla,
“ragazzina”
“dimmi”
“guardami”, sollevo la testa e neanche il tempo di guardarlo che mi ha dato un bacio fugace sulle labbra, giusto il tempo di assaggiarle.
 
 
 
 





*Spazio autrice
Buone feste a tutti.
Piccolo regalo; e vi volevo dire che con le long torno dopo queste vacanze.
   
 
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