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Autore: Ririchiyo_chan    27/12/2016    2 recensioni
Kagome è apparentemente una studentessa normale, ma in realtà nasconde un passato e una vita... particolari, di cui nessuno è a conoscenza.
Un altrettanto studente misterioso trasferito recentemente, però, scopre il segreto della ragazza.
Come procederà la vita dei due?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'incontro
-Rin!-
Esclamò Kagome spalancando la porta di casa violentemente.
Nessuna risposta; si maledì mentalmente per non aver risposto a quelle chiamate.
Dall’altro canto, però, cercò di mantenere la mente lucida, avanzando verso la camera di Rin il più silenziosamente possibile: temeva che qualcuno fosse entrato in casa e avesse fatto qualcosa alla ragazza.
Fortunatamente, Kagome si sbagliava: la porta della camera di Rin era già aperta ed ella era l’unica ad occuparla. Tuttavia, ciò non stava a significare che la ragazzina stesse bene, anzi, tutt’altro: era accovacciata nel letto con il viso arrossato, le sue mani erano riposte sulle sue orecchie come se ci fosse un rumore assordante.
La mora non ci pensò due volte a precipitarsi dall’amica.
-Rin, per l’amor del cielo cos’hai? Che succede?- chiese con tono esasperato: ormai la calma che precedentemente si era imposta, era scomparsa.
Prese dal comodino un fazzoletto per asciugare il viso di Rin.
-Sono qui…- rispose sussurrando -…sono di nuovo qui!-
Di nuovo… Kagome impallidì, dopo alcuni istanti di confusione, per poi realizzare cosa intendeva.
 
 
Il viaggio era stato indubbiamente stancante, ma una volta arrivato a destinazione, a Inuyasha sembrò di recuperare tutte le energie.
Non vedeva l’ora di rivisitare da capo la sua città natale alla quale aveva lasciato un pezzo di cuore.
Era da tanto che non veniva a Tokyo, non se la ricordava nemmeno più, l’ultima volta che ci aveva messo piede era solo un bambino.
Non fece in tempo a immergersi nei suoi pensieri tanto che vide subito la macchina di suo fratello accostarsi davanti a lui.
Inuyasha era notevolmente sorpreso: da quando Sesshomaru gli faceva dei favori? Ma soprattutto, come faceva a sapere che quel giorno sarebbe arrivato a Tokyo?
La mente della testa argentea era troppo confusa per ragionare lucidamente.
Sesshomaru abbassò il finestrino dell’auto sportiva che doveva sicuramente costare una fortuna.  –Allora, non Sali?-
Il mezzo demone, titubante, aprì lo sportello e accettò il passaggio.
Suo fratello, o meglio, fratellastro, non lo aveva mai accettato come un membro della famiglia, e il caso aveva voluto che fosse proprio l’ultimo parente rimasto.
Di conseguenza, il tragitto fu proprio come ogni momento passato insieme: silenzioso, qualche monosillabo qua e là per comunicarsi il minimo indispensabile e nessun contatto visivo.
Non era appunto una sorpresa, tra i due non era mai scorso buon sangue, ragione per cui Inuyasha era un po’ scosso dal passaggio da parte del fratellastro.
Sesshomaru invece non mostrava sul suo viso alcuna espressione, tenne il suo sguardo verso la strada per tutto il tempo con un’espressione quasi apatica, come se quella situazione fosse la normalità.
Diceva che non era venuto di sua volontà, glielo aveva chiesto Kaede, ovviamente.
Inuyasha si lasciò sfuggire un ghigno, come se si aspettasse qualcosa da lui; sapeva benissimo che non c’era alcun genere di affetto o riguardo nei suoi confronti, e la cosa non lo toccava affatto, in quanto anche da parte sua non c’era altro che indifferenza.
-Puoi fermarti qui, posso proseguire a piedi- disse dopo minuti in silenzio.
In realtà non sapeva assolutamente dove si trovasse, ne come avrebbe fatto a raggiungere la sua destinazione, ma non sopportava essere lì dentro con Sesshomaru.
-Fa’ come vuoi-
Non aspettò un secondo ad uscire dall’automobile; si sentiva quasi soffocare.
Si guardò intorno: non era di certo nel quartiere più bello della città, la maggioranza delle costruzioni erano case, condomini e qualche combini1… insomma, nulla della moderna e sfarzosa Tokyo.
Il suo sguardo però si soffermò su una casa in particolare, un’abitazione che sembrava essere costruita molto tempo fa’, la quale seguiva il modello delle case tradizionali giapponesi; l’immagine di lui che prova ad acchiappare una nuvola con la mano gli guizzò improvvisamente in mente, facendo quasi spaventare Inuyasha.
La sensazione di essere già stato lì, di conoscere quel posto, pervase il suo corpo.
Perché proprio in quel momento? Che centrava quella casa?
Notò che la porta era stata lasciata aperta, anzi, proprio spalancata.
Si avvicinò senza pensarci, e man mano che si avvicinava, udiva gemiti di dolore.
Il fatto che non fossero affari suoi, in quel momento non sembrava importare, in quanto seguì esclusivamente il suo istinto, con forse un pizzico di curiosità.
Non fece neanche caso a fare rumore, a cercare di non farsi scoprire, entrò e basta, seguendo quella voce… fino a che non si ritrovò davanti due ragazze: una di corporatura minuta, capelli castano scuro lunghi poco più giù delle spalle, dolorante sul letto; era sicuramente lei a fare quella confusione.
-Chi sei?- sbraitò l’altra.
Capelli neri corvini, più lunghi della malata, abbastanza alta, ciò che risaltava di più erano i suoi occhi  nocciola colmi di rabbia; lo fissava come se fosse la causa del male dell’amica.
-Mi hai sentita? Cosa ci fai qui?-
-Ei, calmati, hai lasciato la porta aperta e le urla della ragazzina non mi hanno di certo trasmesso tranquillità-
“La porta aperta, sono una completa idiota.”  Si sgridò nuovamente Kagome.
Inuyasha si avvicinò ancora alle due.
-Come posso aiutarti… -
-Kagome, mi chiamo Kagome. Lei è Rin e… oh ma che sto facendo! Esci di qui, ti prego. Non so neanche come ti sia venuto in mente di entrare in casa di uno sconosciuto-
Inuyasha aggrotò la fronte, sapeva che non aveva tutti i torti, ma non voleva lasciare la ragazzina in quello stato… e soprattutto, voleva capire perché quel posto gli sembrava così famigliare.
La chioma argentea non si mosse nonostante le richieste di Kagome, chiaramente in difficoltà e a disagio.
-Non mi pare tu stia gestendo bene la situazione, davvero pensi di farla sentire meglio da sola?-
Sì, certo che lo pensava, faceva tutto da sola; ma non aveva tempo per argomentare, decise di chiudere la questione e farsi aiutare da quello sconosciuto.
-Passami una di quelle pasticche sul tavolo-
Disse con tono fermo.
-Adesso vieni qui e tieni Rin per le spalle, deve assolutamente prenderla-
Inuyasha annuì e fece come richiesto mentre la ragazza imboccava Rin.
Fu incredibile come in pochi istanti la ragazzina smise di agitarsi cadendo in un sonno profondo, infatti il mezzo demone non sapeva se sentirsi sollevato o preoccuparsi nuovamente.
Che diavolo era quella pasticca? Come può addormentare una persona in nemmeno un minuto?
Domande più che plausibili per qualcuno che non era a conoscenza di cosa c’era dietro a quelle due giovani apparentemente comuni.
Kagome, invece, sembrò rasserenarsi; a quanto pare non era la prima volta che doveva ricorrere a quelle strane medicine.
La serenità sul suo viso durò poco, il giusto per ricordarsi di nuovo che un completo estraneo era entrato in casa senza alcun avviso, e che lei, presa dal panico, si fece persino aiutare da costui.
-Cos’era quella roba? Come ha fatto a mettere KO la ragazzina?-
La mora alzò un soppraciglio: quindi era lei a dover dare spiegazioni?
-Nulla che ti possa interessare; adesso esci di qui e… no, anzi, resta ancora per poco. Non ti ho mai visto nel quartiere, e poi non so neanche il tuo nome… voglio dire, ti presenti pure come fosse niente in casa, non ci conosciamo e… sai cosa? Non voglio sapere chi sei, grazie per l’aiuto, ora puoi tornare alla tua vita-
Emise questo monologo così velocemente e in modo così confusionario che nemmeno lei era certa di ciò che aveva detto, e, ovviamente, per Inuyasha era lo stesso.
Tuttavia egli era più curioso che spaesato, e continuò a stare seduto nel letto di fianco a Rin.
Come se non avesse ascoltato una singola parola di Kagome, cominciò a guardarsi intorno scrutando l’ambiente che lo circondava, aumentando quella strana e nuova sensazione che aveva scoperto poco prima vedendo quella casa.
Non si arrendeva, voleva con tutto se stesso capire cosa c’era di suo in quel posto.
E fu ancora più curioso e sorprendente, che non era la casa in se’ ad essere speciale, ma la scontrosa proprietaria.

 
 
 
PRIMA DI TUTTO, SCUSATE LA MIA SCOMPARSA.
Sono successe tante cose, ho perso tutti i capitoli che avevo scritto, non avevo più un computer ne una connessione internet, e ora vorrei provare a recuperare il tantissimo tempo perso.
Mi dispiace anche non essere riuscita a rispondere alle recensioni del prologo a causa di ciò sopra elencato, d’ora in poi mi impegnerò a farlo.
Sentitevi liberi di criticare la storia, sono una principiante con ancora tanto da imparare ^^
Mi diverto semplicemente a fantasticare sulle mie opere preferite, e lo trovo un grande passatempo.
Spero che vi piaccia;
Ririchiyo
 
1: I combini sono negozi giapponesi aperti 24h su 24, dove potete trovare un po’ di tutto anche a basso prezzo.
   
 
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