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Autore: Maiko_chan    27/12/2016    3 recensioni
[Estratto]
Il vibrare del cellulare lo distolse per un momento dai suoi pensieri e con un brivido si tolse un guanto per poter impugnare meglio il dispositivo. Si apprestò a leggere l'e-mail appena arrivata, fermandosi davanti a una vetrina per non intralciare i passanti. Sorrise appena lesse il mittente, per poi sgranare gli occhi a causa dello stupore improvviso che quelle parole gli provocarono.
Era qualcosa di fattibile? Victor era impegnato a riportare il suo corpo nella situazione ottimale, per poter dare il massimo nella prossima stagione. Certo, sarebbero sicuramente sorte un sacco di magagne che poi avrebbe dovuto risolvere ma forse... non era dal tutto una cattiva idea.
Ma sopratutto, sarebbe riuscito a non scoppiare a ridere all'apparire di Victor quella sera? Non ne era molto sicuro.
Quell'idea malsana però, doveva ammetterlo, gli piaceva un sacco.

{Victuuri}
Per il compleanno del nostro Victor, nonostante i miei due giorni di ritardo, per farmi perdonare.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Christophe Giacometti, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di vodka, macchinazioni e sorprese.







 

 

La neve scendeva lenta sulle strade di San Pietroburgo, innevando tutto ciò che trovava sulla sua via e colorando di bianco le altrimenti sgargianti tinte della città. Gli abitanti erano abituati a quel tenore di vita e ormai non rappresentava più né un fastidio né una novità e si limitavano a sbuffare con leggerezza ogniqualvolta vedevano quei cristalli di ghiaccio cadere su di loro.

Per Yuuri tuttavia era un cambiamento non indifferente. Nel Kyushu non vi erano spesso queste temperature così fredde e la neve era anch'essa un evento poco frequente. Aveva faticato un po' ad abituarsi a questa sua nuova realtà, alla Russia, così fredda e così calda in certi frangenti. In un certo qual modo, gli piaceva.

Passeggiando per le vie della città, si riscosse dalle sue riflessioni, per riportare l'attenzione sulla missione assai ardua che doveva portare a termine: trovare un regalo decente per il compleanno di Victor. Non si illudeva di poterlo stupire tanto quanto con il suo dono precedente, che portava sempre al dito, ma era comunque deciso a non darsi per vinto. Magari, un'ispirazione improvvisa avrebbe fatto luce su tutti i suoi dubbi.

Nonostante tutta la buona volontà, la camminata non portò a nessuna svolta degna di menzione e Yuuri, ormai immerso in una coltre di pessimismo misto ad ansia, pensò che avrebbe fatto una misera figura a presentarsi pochi giorni dopo davanti a Victor a mani vuote. Piagnucolando si diresse verso il loro appartamento e si rallegrò appena, per qual calore che vi avrebbe irrimediabilmente trovato. Il vibrare del cellulare lo distolse per un momento dai suoi pensieri e con un brivido si tolse un guanto per poter impugnare meglio il dispositivo. Si apprestò a leggere l'e-mail appena arrivata, fermandosi davanti a una vetrina per non intralciare i passanti. Sorrise appena lesse il mittente, per poi sgranare gli occhi a causa dello stupore improvviso che quelle parole gli provocarono.

Era qualcosa di fattibile? Victor era impegnato a riportare il suo corpo nella situazione ottimale, per poter dare il massimo nella prossima stagione. Certo, sarebbero sicuramente sorte un sacco di magagne che poi avrebbe dovuto risolvere ma forse... non era dal tutto una cattiva idea.

Ma sopratutto, sarebbe riuscito a non scoppiare a ridere all'apparire di Victor quella sera? Non ne era molto sicuro.

Quell'idea malsana però, doveva ammetterlo, gli piaceva un sacco.

 

*  *  *

 

Makkachin lo accolse con il solito entusiasmo, ma Yuuri ormai si era abituato agli attentati a sorpresa di quel cucciolo troppo cresciuto e per tanto riuscì a mantenere un precario equilibrio anche quando il cane iniziò a leccargli la faccia e ad abbaiare. Uscito ancora vivo da quell'attacco di poderose coccole, si tolse giubbotto, cappello e guanti e si avviò verso la cucina, da dove provenivano dei suoni non molto promettenti. Makkachin lo seguì e per poco non lo fece inciampare, ma fortunatamente arrivò indenne da Victor, che pareva stesse organizzando la terza guerra mondiale nel loro piano cottura.

«Okaeri, Yuuri!» Victor lo accolse con un gran abbraccio in cui lui mormorò Tadaima a mezza voce, come se ancora non potesse credere che era tutto vero e reale anche dopo quelle due frenetiche settimane.

Ancora dovevano arrivargli i suoi effetti personali e ormai i vestiti di Victor erano diventati per metà anche i suoi, mentre per portare Makkachin da loro erano servite pochissime ore – perché Victor aveva ingaggiato non sa quale agenzia di viaggi che facesse imbarcare il cane in prima classe, il quale probabilmente si era goduto di più la traversata di certi passeggeri.

Si scostò di mala voglia dal russo, che invece cercava di farlo rimanere ben spalmato su di lui, ma Yuuri sapeva benissimo che tutta questa premura era a causa del casino in cui versava la cucina e per tanto non ebbe alcuna pietà quando si staccò e gli rivolse quell'occhiata inquisitoria che, a detta di Victor, era spaventosa. A dir la verità, non era neanche irritato – entrambi non erano quel che si suol dire cuochi provetti – ma l'espressione di Victor era memorabile e lui dovette trattenersi per non scoppiare a ridere e, cavolo, proprio oggi doveva venirgli in mente anche il modo perfetto per festeggiare il suo compleanno?

Decise di essere magnanimo.

«Che ne dici di un take away?»

«Dico che sei un genio, Yuuri!» e stavolta Yuuri non diede alcun segno di volersi spostare dalla gabbia calda che consisteva nelle braccia di Victor attorno al suo corpo.

Scoppiò a ridere contro il suo petto e riuscì ad immaginarsi con assoluta certezza la piega stupita che avrebbero preso le labbra di Victor per cui, si disse, non era per niente una cattiva idea se per non incappare nella sicura domanda che si sarebbe susseguita alle sue risa avesse deciso di scongiurare il tutto intrappolando le labbra dell'altro sulle proprie.

E Victor parve apprezzare il gesto, data la passione e l'assoluta dedizione con cui ricambiò il bacio.

 

*  *  *

 

Organizzare il tutto non era stato affatto semplice.

Yuuri se lo ricordava in ogni momento, ma per fortuna anche il 24 era arrivato e ogni cosa stava procedendo secondo i piani. Era riuscito a trovare anche una sistemazione per Makkachin, in modo che non restasse da solo ed era ancora stupito per la disponibilità che Yakov gli aveva concesso. Andava tutto a meraviglia e ora doveva solo spossare Victor abbastanza da farlo cadere addormentato in poco tempo.

Per questo motivo adesso davanti a lui c'erano due bottiglie della più alcolica vodka russa che era riuscito a trovare e sperò che a Victor piacesse tanto da berne il necessario per appisolarsi come un sasso in poche ore. In realtà non dovette neanche fargli pressione.

Da buon russo qual'era, Victor, di ritorno dagli allenamenti con la loro cena sotto il braccio, intercettò subito la bevanda e con un trillo entusiasta si sedette a tavola, consegnandogli la spesa e iniziando a versarsi il liquido giallastro nel bicchiere posto davanti a lui. Yuuri sbatté le palpebre più volte, per lo stupore, il sollievo e per un pizzico di indignazione. Non si era insospettito neanche un po', nemmeno quando per rispondere alla domanda “Ma chi ha portato questa buonissima водка?” Yuuri aveva risposto in modo vago, asserendo che un ammiratore glieli aveva consegnati come augurio per il prossimo campionato – teoria che non stava né in piedi né in terra –, ma neanche poi così tanto assurda dopo che Victor, già un po' brillo, si dilungò sulla lista di regali bizzarri ricevuti dai fan, con al primo posto assoluto la gigantografia del suo culo.

La cena si concluse nel migliore dei modi, con un Victor ubriaco e addormentato sul tavolo e con Yuuri che finiva di organizzare la loro giornata e di disporre gli ultimi dettagli con il suo insperato complice.

Era così su di giri che quasi si dimenticò di frenare le risate, mentre trasportava un ignaro Victor nel loro letto.

 

*  *  *

 

Il mattino dopo, furono dei colpi ben assestati alla porta dell'appartamento a far svegliare Victor e, con la testa che gli doleva e i postumi della bevuta fuori programma in corpo, in un primo momento non si accorse dell'insolito silenzio che vigeva nell'abitazione a discapito del casino che invece si udiva al di fuori. Victor mugolò, contrariato, spingendo il viso sul cuscino e sperò che l'inopportuno visitatore non trovasse anche il campanello perché produceva un suono infernale anche quando era sobrio, chissà ora cosa avrebbe causato alle sue povere orecchie e- driiiin, tutto questo non era sopportabile.

Inviperito, si alzò bruscamente dal letto e si avviò a passo di marcia verso la porta, urtando malamente il divano e risvegliando il dolore acuto che il livido alla gamba gli provocava e che doveva avere un aspetto davvero orribile.

«Na Khuya...?» iniziò, per poi ammutolirsi appena si vide davanti Christophe Giacometti in tutto il suo splendore, con il misterioso fidanzato di cui non ricordava il nome accanto a lui che lo guardava come se avesse appena visto un alieno con tre teste.

Chris diede un lungo fischio divertito e Victor decise che doveva essere messo proprio male se persino il suo storico rivale lo prendeva per i fondelli a quel modo. Poi si ricordò che qui l'unico che doveva indispettirsi per quel brusco risveglio era lui, ma lo svizzero non gli diede neanche il tempo di aprir bocca che si accomodò in tutta fretta all'interno dell'appartamento, con l'altro uomo al fianco.

«Victor!» tubò Chris, buttandosi con grazia sul suo divano e accavallando le gambe mentre il ragazzo-senza-nome se ne stava fermo e immobile accanto a lui. «Ancora non sei pronto?»

«Pronto? Pronto per cosa?» gracchiò il russo, fulminandoli entrambi con gli occhi e dov'è Makkachin? «Di che diavolo parli?»

Il sorriso innocente di Chris gli gelò il sangue nelle vene e un'altro pensiero si fece largo nella sua mente, svegliandolo del tutto. Dov'è Yuuri?, si chiese guardandosi intorno e dirigendosi di nuovo verso la camera da letto, trovandola desolatamente vuota.

«Se cerchi Yuuri...» la voce dello svizzero gli arrivò attutita dalla parete «... ci siamo appena incrociati per le scale, ha portato Makkachin dal veterinario per non so quale visita di controllo.»

Makkachin doveva fare un visita?, pensò perplesso per poi ricordare che Yuuri gli aveva accennato qualcosa due o tre giorni fa, qualche secondo prima di appoggiargli le labbra sul collo e Victor si ritenne scagionato da qualunque accusa di irresponsabilità, perché Yuuri stesso era già una grande fonte di distrazione, ma la sua bocca era micidiale per il funzionamento del cervello.

Si svestì in fretta, mentre tendeva l'orecchio sui bisbigli fra Chris e il suo uomo ma appena udì un accenno di risa, preferì rinchiudersi in bagno per lavarsi il viso. Ugh, ora capiva benissimo l'occhiata del ragazzo-senza-nome, rifletté asciugandosi la faccia con l'asciugamano e portandosi via buona parte della stanchezza accumulata. Si vestì e si apprestò a tornare dai due uomini che trovò impegnati in uno scambio giocoso di lingue per il quale provò un fitta d'imbarazzo, nonostante fosse il primo a ingaggiare round dello stesso tipo con Yuuri.

Gli mancava il bacio del buongiorno, constatò dirigendosi verso il piano cottura e riempiendo un bicchiere d'acqua, che bevve avidamente. Intanto i due piccioncini si erano staccati e Chris ora aveva riportato l'attenzione su di lui.

«Vedo che ti sei vestito» constatò pacatamente lo svizzero, appoggiando l'indice sulla sua guancia e inclinando la testa «mettiti il giubbotto e andiamo, siamo già in ritardo» concluse, alzandosi e intrappolando la mano del fidanzato nella propria.

«In ritardo per...?»

Il sorriso di Chris aveva un non so ché di inquietante, così come lo scintillio divertito negli occhi dell'uomo che di lì a breve scoprì chiamarsi Levi.

«Ma per aiutarci a scegliere la lista di nozze, dato che sarai il mio testimone!»

Cosa?

 

*  *  *

 

«Tutto questo è ridicolo» borbottò, mentre seguiva imbronciato quello che in teoria era il suo migliore amico ed invece era un despota peggio di Yakov. Nel negozio dove erano adesso – l'ennesimo di una lunghissima lista che non era ancora arrivata a metà – Victor ormai si era rassegnato a non vedere Yuuri almeno fino a sera, dopo aver provato a scappare circa una decina di volte ed essere sempre riacchiappato in corner da Levi.

Davanti a lui si profilava una interminabile sfilza di bicchieri, sottobicchieri, tazzine e boccali che erano le cose più innocenti che aveva visto in quella lunghissima mattinata che si era trasformata in pomeriggio inoltrato. Yuuriii, pensò sconsolato, vieni a salvarmi ti prego. Si imbronciò ancora di più, perché proprio non riusciva a comprendere come Chris potesse sposarsi prima di lui, un affronto personale gravissimo.

Riportò lo sguardo sui due sposini e, in fondo ma non poi così tanto, era molto felice che Chris avesse trovato la persona con cui voleva trascorrere il resto della propria vita. Certo, se lo avesse avvertito avrebbe trascinato con loro anche Yuuri e allora sì che le cose sarebbero state divertenti e non come ora, quando doveva stare attento a non avvicinarsi troppo se non voleva cogliere spezzoni di conversazioni che non aveva nessuna voglia di scoprire.

E poi non c'era qualcosa che avrebbe dovuto ricordare? Non era riuscito a trovare il cellulare quella mattina, ma era abbastanza sicuro che non fosse niente di importante. Tuttavia vi era un'insistente voce che gli diceva che qualcosa c'era, ma non ne era sicuro... una ricorrenza... una festa...?

L'arrivo di Yurio lo distolse dai suoi pensieri e si fiondò verso di lui, deciso a non farsi scappare l'occasione per defilarsi. Non fu fortunato neanche questa volta, perché Chris intercettò il ragazzino, il quale lo accolse con uno sgarbato grugnito e che poi puntò lo sguardo su di lui. Victor rimase perplesso per la piega tremolante con cui le labbra del quindicenne si curvarono in un mezzo ghigno divertito, ma immaginò che doveva essere abbastanza esilarante vedere il pluripremiato campione di pattinaggio di figura addobbato come un mulo da soma che, nonostante tutto lo charme che ancora ostentava, doveva essere un po' ridicolo – questo però non l'avrebbe mai ammesso a nessuno.

«Il cotoletto deve averti passato un po' della sua sfiga» lo punzecchiò Yurio e Victor decise che era davvero una fortuna che avesse le mani impegnate perché quel ragazzino aveva il dono di irritarlo come non mai, nonostante tutto il bene che gli voleva «Mi ha chiamato per dirti che non tornerà a casa prima di questa notte perché a quanto pare Makkachin è riuscito a far cadere un intero armadio di scatolame in testa al veterinario di turno.»

Il verso disperato che uscì dalla sua bocca non riuscì proprio a trattenerlo. Quindi non avrebbe trovato nessuno al suo ritorno? Che giornata da dimenticare. Ci mancava solo che arrivasse quell'insopportabile ragazzo canadese che com'era? Jack Jean Leruar? Jhon James Leron?

«It's JJ style!!»

Dov'erano le orde di fan quando ce n'era bisogno?

 

*  *  *

 

Alla fine, fra un negozio e l'altro era riuscito anche a comprare i regali di Natale per Yuuri e Makkachin, quindi decise che la giornata non era stata particolarmente infruttuosa. I piedi gli dolevano ed era così stanco che avrebbe preferito passare l'intera giornata in pista, ma era anche felice e di questo Chris se n'era accorto dato che lo guardava con un'espressione divertita. Erano diventati un gruppetto corposo, dato che si erano aggregati anche Yurio, JJ e la sua fidanzata, e ora puntavano tutti a autoinvitarsi a cena da lui, come se avesse davvero tutto quel cibo in casa. Scrollò le spalle e si mise a ridere per la scialba battuta di JJ a scapito del quindicenne, il quale prese a insultarlo in russo con tutti gli epiteti negativi che Victor pensava che conoscesse.

Salirono le scale come un sol uomo, e Victor cercò di accelerare il passo perché Yuuri era probabilmente tornato a casa e lui non vedeva l'ora di potersi abbandonare un po' fra le sue braccia – nonostante sapesse benissimo che data la moltitudine di persone che si era portato dietro questo tipo di effusioni gli sarebbero state precluse fintantoché qualcuno li poteva scorgere. Ma di certo non si sarebbe dato per vinto per così poco.

Mentre girava la chiave dentro la toppa non si curò dei risolini che si perpetravano alle sue spalle, impegnato a immaginare tutte possibili conclusioni per quella giornata interminabile una volta che tutti se ne sarebbero andati. Le luci erano tutte spente e quando entrò il sorriso gli scivolò via dalle labbra perché Yuuri a quanto pare ancora non era tornato. Emise un inavvertibile sospiro deluso e fece accomodare i suoi ospiti, accendendo la luce che illuminava l'ingresso e, dopo aver riposto giacca e sciarpa sull'appendi abiti si diresse in cucina e cercò a tentoni l'interruttore.

La luce del lampadario inondò la stanza e Victor venne travolto dal suono di alcune trombette e da un coro di voci che gli urlarono “Buon compleanno!”, facendolo trasalire per la sorpresa. Il locale era stato addobbato con striscioni di auguri, festoni e un mucchio di regali troneggiava sotto l'albero di Natale che avevano riempito con le sue medaglie d'oro – poteva scommetterci una mano, quella era stata un'idea di Yurio dato il modo in cui sghignazzava – ed infine Yuuri era accanto a una torta di compleanno bellissima, farcita di panna come piaceva a lui e gli sorrideva complice, le guance screziate di rosso.

Boccheggiò, preso alla sprovvista, e Chris lo artigliò alle spalle ridendo e dicendogli che stava diventando vecchio se non si ricordava più neanche il giorno in cui era nato! Makkachin lo assaltò in quel momento, ricoprendo di bava anche lo svizzero. Si ritrovò sballottato da una parte all'altra della stanza, mentre tutti gli facevano gli auguri – c'era persino Celestino e l'amico di Yuuri, Phichit.

Yuuri lo accolse in un abbraccio pieno d'affetto in cui Victor si lasciò andare completamente, appoggiando la testa sulla sua spalla e sorridendo come uno sciocco.

«Hai orchestrato tutto alla perfezione» gli mormorò in un soffio e avvertì il petto del giapponese, vibrare di una risata trattenuta «non mi sono accorto di nulla!» finì, schioccandogli rapido un bacio sulle labbra prima che l'altro potesse scostarsi e facendolo arrossire in modo delizioso.

Yuuri lasciò correre e gli prese una mano fra le sue, trasportandolo davanti all'appetitosa torta mentre tutti gli altri gli si accostavano, riempiendolo di auguri e spronandolo a esprimere un bel desiderio. Guardò Yuuri negli occhi per tutto il tempo e, si disse, non avrebbe potuto desiderare altro se non poter continuare a vivere al suo fianco per gli anni a venire. La fiamma posta su tutte le ventotto candeline tremolò prima di spegnersi e Yakov permise che gli servissero la più abbondante porzione di dolce che gli avessero mai offerto e che gli fece rilasciare tanti piccoli versi di apprezzamento e qualche Vkusno biascicato dalle sue labbra a cuore.

 

*  *  *

 

Yuuri si lasciò andare in un sospiro stanco appena toccò la superficie del divano, sorridendo a mezza bocca. Era stato faticoso organizzare la festa, ma l'espressione entusiasta che Victor aveva sfoggiato per tutto il tempo l'aveva ripagato più che abbondantemente. Mancava solo un piccolo dettaglio per finire quella giornata e poi avrebbe potuto asserire che il successo era stato completo.

Makkachin si era addormentato sul pavimento e Victor si era assentato un attimo per andare al bagno per cui era quello il momento in cui doveva agire. Si alzò e si barricò nella loro camera, prendendo tanti piccoli respiri per calmarsi. Si umettò le labbra e si sedette con finta noncuranza sul letto, aspettando che Victor si facesse vivo. Era un po' che ci rimuginava ed era giunto alla conclusione che voleva rendere il loro rapporto un po' più solido, perché se Victor si era accontentato della strampalata proposta che gli aveva fatto a Barcellona a lui non andava bene, per niente.

«Yuuri...» Victor apparve sullo stipite della porta con indosso l'orribile maglione con la faccia di un alce sorridente che gli aveva regalato Mila, ma che a lui era piaciuto da matti «è stata un festa magnifica ti ringrazio!» proruppe, buttandoglisi addosso con un slancio degno di lui e chiudendo le sue labbra a cuore sulla bocca del compagno.

Yuuri mugolò sotto quelle docili attenzioni, trascinandosi in avanti per trovare una posizione più comoda e al contempo approfondire quel dolce contatto. Victor ansimò, tirandosi un poco indietro e mormorandogli qualcosa in russo che lui non afferrò ma per cui non ebbe il tempo di chiedere che Victor aveva preso a strusciarsi su di lui con fin troppa convinzione, i boxer stavano diventando una costrizione e- doveva darsi una calmata; se invece di fare quella benedetta conversazione avessero fatto sesso come se non ci fosse stato un domani lui poi non avrebbe più trovato le sinapsi cerebrali per riprovarci. Si dispiacque quando avvertì il tremito insoddisfatto in cui si lasciò andare il russo appena lo scostò con decisione e l'occhiata tremula e piena di desiderio che gli rivolse gli spezzò la schiena in due, ma non poteva tirarsi indietro proprio adesso.

Victor piegò le labbra all'insù perché l'espressione di Yuuri quando doveva fare una domanda e non riusciva a trovare le parole era sempre la stessa ma c'era qualcosa di attraente nel modo in cui si mordicchiava ansioso le labbra e Victor strusciò le anche sul materasso in un moto di eccitazione latente che Yuuri parve cogliere perché gli lasciò un bacio umido prima di prendere un gran sospiro, cercare la sua mano e... sfilargli in un gesto deciso l'anello, che fece svanire di colpo ogni sensazione piacevole potesse aver in corpo per fargli sgranare gli occhi con ansia crescente.

«Y-Yuuri...?» balbettò, ma il giapponese gli strinse la mano a cui aveva sottratto il cerchietto d'oro e gli sorrise, rassicurandolo un poco.

Era il sorriso un po' imbarazzato e un po' complice delle cose importanti e Victor fremette, in attesa.

«È da un po' che ci penso» cominciò, portandosi la mano dell'altro alle labbra e baciandone piano l'anulare «e vorrei rifarti una promessa che non mi è venuta granché bene la prima volta» affermò, mentre Victor iniziava a sentire le guance imporporarsi, mostrando al compagno un accenno del batticuore che avvertiva. Yuuri tirò fuori lo sguardo deciso che lui amava e «Prenditi cura di me negli anni a venire, come io mi prenderò cura di te per tutta la mia vita e accetta di sposarmi davvero, non appena vincerò l'oro. E ti amo, Victor, koishiteru, moya lyubov'.» finì, infilandogli lentamente l'anello al dito, da dove Victor non lo avrebbe più tolto.

Victor lo baciò con tutto l'amore che riusciva a trasmettergli, mormorandogli sulle labbra tanti quanti erano i baci con cui vezzeggiava il suo volto e sospirando sulle labbra qualche Ya ne mogu jit' bez tebya di cui Yuuri rise un poco, fra le lacrime di contentezza e di sollievo.

Lasciò che fosse Victor a spogliarlo e si morse le labbra per non ridere quando incappò nelle sue mutante dorate perché “Non mi avevi detto che avresti baciato solo qualcosa d'oro?” lo rimbeccò con malizia e si deliziò del modo in cui Victor lo guardava, a metà fra l'eccitato, lo sconvolto e l'adorante. Si amarono più volte in quella lunga notte fatta di sospiri, con la certezza di una promessa adesso più forte e Victor lo sorprese la mattina dopo, mentre ancora si coccolavano con pigrizia nel letto.

«Non mi serve una medaglia d'oro per sposarti, Yuuri.»






 

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Innanzitutto un po' di vocabolario!
Okaeri: Bentornato! in giapponese
Tadaima: Sono tornato, in giapponese
водка: Vodka, in cirillico
«Na Khuya...?»: Per quale cazzo di motivo...?, in russo
Vkusno: Buonissimo/Delizioso, in russo
Koishiteru: Ti amo in giapponese, lo si dice alla persona con cui si vuole rimanere per il resto dela vita.
Moya lyubov': amore mio, in russo
Ya ne mogu jit' bez tebya: Questa frase esprime la necessità di avere al tuo fianco la persona che ami ogni giorno, è un "non posso vivere senza di te", in russo.
Il Natale in Russia si celebra il 7 Gennaio è per questo che Victor dice di dover ancora fare i regali a Yuuri e Makkachin e ne approfitta nella camminata con Chris XD

Rieccomi giunta in questi lidi di Victuuri! *__*
Mi è dispiaciuto non poter fare gli auguri per tempo a Victor [e anche a Georgi che ieri ha compiuto gli anni e che in questa fic neanche l'ho citato sorry], ma spero che questa piccola sciocchezza possa piacervi. Io perlomeno mi sono divertita tanto a scriverla XD 
Ne ho già inizata un'altra, che avevo cominciato prima dell'ep 12 quinde devo un po' modificarla - e finirla - e poi anche quella verrà a farvi visita qui su EFP. Inoltre siamo in pieno p0rn fest e ci sono un sacco di prompt che mi piacciono e non è detto che alla fine io non ci pubblichi una raccolta rossah su questi due patati XD *arroscisce solo al pensiero* 
Come se tutto questo non bastasse, ho una mezza idea per una long, ma questo si vedrà più in là probabilmente con l'avvento dell'anno nuovo - che è fra 4 giorni, ma va beh 

Un po' di autospam che non fa mai male, se vi va di leggere qualcos'altro di mio sui Victuuri cliccate su Solo per due giorni :3

Spero che questa fic vi sia piaciuta e che non sia scaduta troppo nell'OOC, cosa che mi spaventa sempre XDD

Alla prossima! 


 

Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3


Maiko

 

   
 
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