Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Ninfea Blu    02/01/2017    17 recensioni
"Improvviso, ti piomba alla memoria lo sguardo di André, quel verde troppo profondo che nasconde tutto quello che non ti dice, e che non può dire.
E tu a volte fai finta di non vedere cosa passa nello sguardo del tuo amico, un bagliore che palpita di un desiderio indecifrabile. Per convenienza. Per quieto vivere.
Semplicemente è più facile."
Questa storia parte da un' ipotesi, suggeritami dalla lettura del manga, che guarda i fatti sotto una luce diversa... a voi scoprire quale.
Sempre presenti i riferimenti all'anime, soprattutto le puntate 18 e 20. Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Hans Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amori impossibili

I nostri amori impossibili

 

 

 

Fersen ti ha salvato la vita.

La gratitudine è un sentimento che scalda il cuore, e lo accende al crepitio di una fiamma nuova, e qualche volta può confondere.

Non sai come potrai mai sdebitarti; hai aperto gli occhi solo un istante prima di svenire e lui era lì. Credevi fosse un sogno, invece era vero. Ti sei risvegliata nel tuo letto e lui era sempre lì, al tuo capezzale e ti sorrideva.

È tornato dopo quattro anni; eri certa che un giorno, vi sareste nuovamente incontrati. Sapevi che Hans sarebbe tornato in Francia. Ne eri certa per un motivo molto preciso.

Oscar, noi ci rivedremo un giorno, ti aveva detto prima di partire per la Svezia. Non ne avevi mai dubitato.

Finalmente la regina avrebbe ritrovato un po’ di felicità. Soprattutto, si sarebbe allontanata per un po’ dalla Polignac e dalla sua cattiva influenza, con tuo sommo piacere; in questi anni, Sua Maestà si è gettata a capofitto in ogni sorta di sfrenato divertimento solo per colmare il vuoto, il tedio e la solitudine che la opprimono.

Sai che Fersen potrebbe riempire quel vuoto… oh, se soltanto lei non portasse il peso di una corona sulla testa. Che pensiero inutile, perfino sconveniente per il Colonnello delle Guardie Reali.

Vorresti soltanto che lei fosse felice, ed è un desiderio sincero. Ti basterebbe, e sei convinta che saresti felice così.

Se la tua regina è serena, sarà solo un bene. Sarà migliore e più saggia. Diventerebbe quella grande sovrana che il popolo attende, che ora si nasconde sotto vesti preziose e stravaganti, che gioca d’azzardo inconsapevole delle cifre spaventose che butta al vento.

 

La ferita riportata nell’agguato ti fa male, ma il dolore non spegne la speranza. Il dottore ha detto che devi stare a riposo almeno un mese, se vuoi recuperare l’uso del braccio.

Speri di guarire più in fretta, e a dire il vero, non  t’importa. Se devi, tornerai a Versailles avvolta nelle bende, anche se hai sempre fatto di tutto per starne il più lontano possibile.

Non vuoi perdere nemmeno un minuto.

Non vuoi perdere neppure uno sguardo.

Sarà una gioia vedere Maria Antonietta sorridere d’autentica felicità, non quella effimera ed evanescente delle feste di palazzo e dei balli in maschera a Parigi fino a tarda notte, che stordiscono i sensi e sfiancano le membra, ma quella vera data dagli affetti più sinceri, quella genuina di un amico che torna da lontano dopo lungo tempo.

Il cuore è così leggero in certi momenti…

E ti capita così di rado…

 

 

 

*****

 

 

 

Hanno cercato di ucciderla, quasi ci riuscivano.

Quando l’hai vista cadere a terra, colpita alle spalle… per un attimo, il terrore t’ha paralizzato, e t’ha lasciato solo quando hai visto i vostri assalitori fuggire.

Credi di sapere chi possa essere il mandante di quell’imboscata. Quella donna maledetta; l’avevi messa in guardia dalle possibili rivalse della contessa, ma Oscar a volte è troppo impulsiva e testarda.

È stato facile attirarla, usando il nome della regina.

Per fortuna è arrivato Fersen.

 

Alla fine è tornato.

 

Hai visto Oscar sorridergli in un modo che non ti è piaciuto.

È ridicolo, ma non ti senti tranquillo. Oscar da qualche giorno è più ansiosa del solito, a volte sembra leggermente distratta, come se fosse con la testa altrove… non è da lei. La convalescenza la rende irritabile, ed è insolito che abbia voglia di tornare a corte, e glielo hai fatto notare.

“Davvero strana questa fretta che hai di rimettere piede a Versailles. Non credo sia per sbugiardare la Contessa di Polignac… Qual è il vero motivo, Oscar?” Le hai chiesto con reale interesse, mentre la osservi impugnare la spada, per saggiare la forza del braccio e il recupero naturale dei movimenti.

Come da previsione, lei si è attaccata ai suoi doveri di soldato, risposta che non ti ha sorpreso, ma ti ha lasciato insoddisfatto.

“Sempre troppo ligia al dovere, Colonnello. Credevo che medaglie e onorificenze non fossero di tuo interesse!”

Il tono è scanzonato, e perfino lei non trattiene un sorriso.

 

Chi pensi d’ingannare, Oscar?  Solo un pensiero inespresso.

 

Hai un sospetto, ma speri non sia quello che pensi. È un vago timore, un sentimento sottile e infido che ti accompagna da qualche anno, ci convivi sperando di addomesticarlo e che domani non ti morda a tradimento. In certi momenti è più nitido e lacerante, altre volte sembra sciogliersi sotto il peso di pensieri vani.

Quattro anni fa, prima del rientro di Fersen in patria, era come oggi: un pezzo di ghiaccio che brucia sul cuore.

Una possibilità ancora lontana, pensavi.

 

Sapevi di mentire.

Più che altro, a te stesso.

 

È già successo, o sta per succedere; quel conte svedese svelerà ad Oscar i tormenti dell’amore.

I tuoi li terrai per te, ma oggi certe verità fanno paura.

 

 

****

 

 

 

Dopo tre settimane hai rimesso piede a corte.

La prima impressione ti ha turbata: è autunno inoltrato, pare che l’aria abbia uno strano profumo, come se la primavera fosse in anticipo e il sole tiepido della stagione bussi alle finestre delle reggia per entrare.

La regina sembra sempre più bella, come un fiore prezioso, una rosa delicata nell’attimo in cui sboccia.

Così l’ hai descritta a Fersen, quando ti ha chiesto se era cambiata attraverso gli anni.

L’hai sentita, quella nota di lieve incertezza nella voce, come un’esitazione. E dopo il tuo cuore ha tremato per poco.

Ma non hai voluto badarci.

 

Il loro incontro improvviso era gioia pura.

Hai letto estasi negli occhi limpidi e sinceri di Maria Antonietta nell’istante in cui hanno incrociato quelli di Hans.

La stessa gioia nello sguardo del conte, solo più trattenuta.

Eri un testimone senza parole, mentre i pensieri ammutolivano.

Non hai mai visto amore passare in uno sguardo.

Mai amore è passato nel tuo.

 

Improvviso, ti piomba alla memoria lo sguardo di André, quel verde troppo profondo che nasconde tutto quello che non ti dice, e che non può dire.

E tu a volte fai finta di non vedere cosa passa nello sguardo del tuo amico, un bagliore che palpita di un desiderio indecifrabile. Per convenienza. Per quieto vivere.

Semplicemente è più facile.

 

Allora per un attimo, hai paura; Fersen e Maria Antonietta non nascondono nulla, se perfino tu leggi cosa c’è nei loro occhi che s’incrociano e subito fuggono timorosi.

Vorresti che la regina non fosse così cristallina, così ingenua, così facile all’inganno. Col suo atteggiamento limpido e schietto, troppe volte la sovrana di Francia si espone al pericolo del pettegolezzo; il problema sono i suoi nemici. Ne ha così tanti.

Si nascondono dietro i ventagli ornati delle dame, dietro le porte di Versailles, nelle anticamere e nei corridoi della reggia, scivolano sui marmi policromi dei pavimenti senza farsi notare, con le riverenze, i loro sorrisi falsi di circostanza.

 

Adesso la regina è felice; cammina come se non fosse ancorata al suolo, leggera come una nuvola fatta di luce.

Si nota, lo vedono tutti. 

Lo vedi anche tu.

È una felicità contagiosa come una febbre violenta, e altrettanto pericolosa. Indebolisce la volontà, il cuore e la mente.

Andrè se n’è accorto: al tuo amico non sfugge mai nulla di quello che ti riguarda, e questo a volte t’irrita.

Non ti piace sentirti esposta.

Non sei come Maria Antonietta; non sei cristallina, né trasparente come vetro, il più delle volte sei ombrosa e indecifrabile, eppure André riesce ad andare oltre il tuo sguardo, maschera di cielo che nasconde i temporali che porti dentro.

 

Qualche anno fa ti chiedevi come facesse ad affrontare quei temporali senza temerli.

 

Oggi sai che la risposta è solo una, quella che non vorresti.

Chi ama riesce a leggerti dentro. Fino in fondo, dove gli altri non arrivano. Dove neppure tu arrivi.

 

 

*****

 

 

Avevi ragione, sta succedendo qualcosa nel cuore della tua Oscar.

Tua… Magari fosse così.

L’unica cosa che puoi vantare è l’amicizia; qualcuno direbbe che è perfino troppo, per un servo. Anche la tua educazione è un privilegio che altrove non avresti avuto.

Non importa.

Te lo fai bastare, te lo imponi, quasi.

In fondo, sei più fortunato di tanti altri.

Non rinunceresti alla tua fortuna per nulla al mondo; starle accanto può voler dire soffrire, ma stare lontano da lei sarebbe solo peggio.

 

È normale scegliere il male minore.

 

Sta accadendo e non puoi farci niente.

Quante volte ti sei chiesto, quando... Ti stavi solo preparando e ti sei rassegnato a ciò che era solo questione di tempo, una legge di natura di cui il generale non si è preoccupato.

Non potevi temere quello che sapevi, alla fine, sarebbe successo, ma vorresti non essere così bravo a leggere il suo cuore.

Potevi pregare Dio, e non lo hai fatto, perché sarebbe rimasta una preghiera inascoltata, come tutte quelle che nascono dall’egoismo.

Hai pregato invece, per poterlo sopportare come stai facendo.

 

Sei diventato paziente.

Non per virtù, ma per necessità.

Per bisogno, l’essere umano si adatta quasi a tutto. Se al bisogno si unisce l’amore, ogni rinuncia è tollerabile.

Il sacrificio si trasforma in estasi.

Quelli come te, con spregio ti chiamano cane fedele, ma non ne hai l’indole, nonostante l’apparenza.

In fondo, non hai scelta.

 

È l’amore che sceglie.

 

Sai di essere un egoista; non avresti mai voluto vederla innamorata di qualcuno che non sei tu.

Lei invece è così inconsapevole. Così ignara di cosa sia l’amore, della forza che possiede, del tumulto interiore che scatena e che nulla placa, se non l’oggetto del suo interesse.

Quello svedese le sta rubando il cuore, e tu puoi solo restare in silenzio, a guardare mentre lo fa.

Se solo volesse, il nobile svedese potrebbe portartela via, e tu saresti impotente, senza alcun diritto di lottare per lei. Il tuo sentimento è una catena che ti sei legato al collo, forse non del tutto da solo.

Non sei altro che un servo. Ricordalo, André.

In modo che tu non abbia niente da reclamare, sogni da pretendere.

Nessuno può rubarti quello che non hai.

 

Dunque, stai tranquillo: Fersen non la guarderà mai come una donna. In questo caso, Dio deve averti ascoltato.

 

Lei soffrirà, e tu la guarderai soffrire senza fare nulla.

Non avrai consolazione da offrire, né lei, altera e orgogliosa com’è,  te ne chiederà. Eppure, tu ci proverai, con poche parole e magari, qualche piccolo gesto gentile, come ravvivare il fuoco nel camino, o porgerle una tazza fumante di cioccolata.

E in quel momento, sai che le brilleranno gli occhi, unica ricompensa al tuo amore nascosto.

 

Siamo solo all’inizio del vostro calvario.

 

 

 

*****

 

 

Fersen è tornato in Francia solo per prendere moglie; deve farlo pur non essendo innamorato. Alla rivelazione, ti sei scandalizzata come una stupida ingenua che non sa nulla della vita; nel vostro mondo, i matrimoni combinati sono una consuetudine assolutamente normale.

Non si sposa qualcuno perché gli si vuole bene.

Tra i membri delle classi privilegiate non succede. Forse non accade neppure tra coloro che non sono delle classi privilegiate.

Lo sapeva bene la disgraziata Charlotte, la vergine venduta alle lussurie di un duca in cambio di vantaggi e maggiori influenze per i Polignac. Allora hai pensato per l’ennesima volta, a quanto la tua educazione ti abbia favorito; non prenderai mai ordini da un marito, sorte di molte donne della tua epoca che non prendono i voti consacrandosi a Dio.

Gli uomini sono tuoi pari. Comandi come loro, e comandi loro.

Il tuo migliore amico è un uomo, e questo è un privilegio eccezionale. Ti confronti con André alla pari, né t’importa se per la società non lo siete; nessuna delle tue sorelle può fare altrettanto con il consorte.

 

Questa libertà pagata con lacrime e sangue di bambina è una cosa che ti piace.

 

Questo è il mondo che ti ha dato tuo padre. Un mondo grande e ricco di possibilità, che tu sola hai avuto.

E ti sei adattata alla perfezione.

Perfino meglio di un uomo.

 

Eppure…

 

Ti senti più triste del solito, senza apparente motivo.

Forse, per la Regina, che per la Ragion di Stato, è moglie di un Re che non giace con lei.

Forse per Fersen, che ama una regina che non sarà mai sua.

In realtà, temi sia per te stessa.

Il peso che hai sul cuore è reale, ma da dove viene non sai dirlo.

 

André, ne sei certa, lui lo sa.

 

La tua pena fa parte di tutto quello che non dice; è un segreto fra voi, che nasconde all’ombra calda di quei sorrisi che regala solo a te.

Vi unisce un silenzio complice e tacito.

Certe cose è meglio non dirle.

Ti chiedi come fa André, a sorridere in quel modo, da non riuscire ad associare la tristezza ai suoi occhi.

Molte volte ti chiedi se è più facile non vederla, o forse lui la nasconde davvero bene.

Lo sai che è più di semplice affetto fraterno.

Lo sai che è più di semplice amicizia.

Lo sai, e devi fingere, continuare a raccontarti che non sia altro. Ma André è come te, un essere umano che si strugge in silenzio, celando l’amore che gli brucia il cuore.

Un giorno, speri che ne potrete parlare con la leggerezza di ciò che fu. Magari riderne. La vita trascinerà con sé ogni rimpianto, prima che arrivi quel momento.

 

 

*****

 

 

Oggi sulla strada verso casa era taciturna, il suo sorriso, già così raro, aveva lasciato il posto ad una vaga malinconia.

Non c’era più traccia della gioia dei giorni appena trascorsi.

L’hai vista parlare con Fersen nel parco di Versailles. Parlano un po’ troppo ultimamente, e non lo hai notato solo tu.

Ti accorgi subito quando è turbata. Fersen farebbe meglio a sfogarsi con qualche sua amante parigina. Sai che ne ha diverse; una sera per caso, mentre uscivi da un’osteria, ti sei preso la briga di seguirlo fin dentro l’androne di un palazzo; era la dimora di una nota contessa, moglie di un alto diplomatico. Sei sempre stato attento a tutto, e sai più cose di quante tu ne riferisca a Oscar, e questa è una di quelle notizie che non le dici.

E all’improvviso ti chiedi che effetto le farebbe saperlo.

“Qualcosa ti preoccupa, Oscar?”

“Nulla André, sono solo stanca…”

No, non è solo stanchezza, lo capisci dall’inflessione della voce.

Perché sei triste, amore mio?  Vorresti chiederle, ma non osi.

 

La verità è che non hai bisogno di chiedere nulla.

 

Tu sai.

 

Non sei uno che si prende in giro. Non te lo puoi permettere.

 

Tu lo sai che il destino porta sempre dove non vorremmo, in direzioni che non abbiamo scelto.

Tu lo sai che devi nascondere l’amore.

Hai imparato a farlo proprio perché la ami; solo l’amore può dare tanta forza, e anche un sentimento non corrisposto, taciuto e segreto può riempire una vita, e lì, trovare il suo senso.

Tu sai quanto è difficile.

Tu sai quanto può far male.

Oscar non vede. Non sa. Forse è meglio così, pensi.

La vostra amicizia basta a consolarvi di quel che non avete, ma la vera illusione è credere che possa bastare, a te come a lei.

 

 

 

****

 

 

Fersen ha dovuto dirle la verità.

“Perché Fersen? Perché l’avete detto a Sua Maestà la regina? Era necessario dirle che vi sposate?”

Hai gridato con rabbia.

Nei giardini della reggia, tra le siepi spoglie delle rose, davanti ai cortigiani curiosi, l’hai vista non riuscire a trattenere il pianto, mentre disperata fuggiva per nascondere le lacrime che le rigavano le guance pallide.

L’hai pregata con lo sguardo di controllarsi, hai cercato di trattenerla perché lei non dovrebbe mai dimenticare di essere prima di ogni altra cosa, la Regina di Francia. Una regina trasparente.

 

Una regina non dovrebbe mai mostrare i suoi veri sentimenti, esattamente come un soldato.

 

Non potevi fare altro per lei.

Sei stata addestrata per proteggerla, ma non hai nessun potere di impedire quello che sta accadendo, non solo a loro, ma anche a te.  

Neanche dopo, quando Fersen ti ha detto che avrebbe voluto dirle “Maestà io vi amo!” non hai potuto evitare di sentire una dolorosa fitta al cuore, come una stilettata improvvisa e fulminante, che serra la gola e il respiro.

 

È un dolore nuovo e sconosciuto. E un po’ ti spaventa.

Non dovresti soffrire così.

No.

Non è pena d’amore ciò che senti.

Ma tu non ne sai molto di turbamenti femminili.

 

I dubbi inchiodano la mente, affollano i pensieri come stormi di uccelli neri, che turbinano nel cielo cupo della sera, mentre tu e André tornate a casa.

 

 

L’amico cavalca al tuo fianco.

Ti osserva apprensivo come al solito. Lui ha già capito tutto, perfetto custode di quello che non ammetti neppure con te stessa.

Vorresti ingannarlo, ma con lui non ci riesci mai. Anzi, anche questa volta è lui a disingannarti.

“L’altra sera a Parigi ho visto il conte di Fersen uscire dalla casa di Madame De La Tour; a corte si parla molto di una loro amicizia intima…”

“Perché mi racconti queste cose? Lo sai che non m’interessano…” dici, sperando di scoraggiarlo.

Certi discorsi t’irritano; lui lo sa benissimo, e a volte ti pare proprio che lo faccia apposta.

“Il Colonnello della Guardia personale della regina, deve essere informato di tutto, se vuole servirla al meglio; se a corte si parla di Fersen in relazione ad altre donne, si allontanerà l’attenzione dalla storia con la regina…”

“Come sei zelante, André…” ma il tono ti esce più ironico di quanto vorresti, mentre fingi che la cosa non ti riguardi, né conviene pensare che nelle parole del tuo amico si nasconda una punta di gelosia ben dissimulata.

 

Lo hai capito da tempo; André è più bravo di te, a fingere.

 

Qualche ora più tardi, sola nella tua stanza, porti un calice di vino alle labbra con tristezza: nel riquadro oscuro della finestra, guardi la luna, signora silenziosa complice degli amanti che si nasconde tra le nubi. Pensi che forse anche Fersen e Maria Antonietta la stanno guardando, nascosti in qualche piccolo padiglione dei giardini di Versailles, a rubare alla notte poche e brevi ore di felicità.

 

 

Continua…

 

 

 

Buon anno a tutte voi ragazze.

Torno con una piccola storia che nasce da impressioni avute leggendo il manga fin dalla prima volta, impressioni che si sono riconfermate recentemente ad una nuova recente rilettura dell’opera, che oggi viene ripubblicata con l’aggiunta di storie inedite; Oscar, in qualche modo, era consapevole dei sentimenti di André? Per me sì (nel manga).

Qualcuno penserà che questa sia un’eresia, perché l’anime non suggerisce nulla del genere (a parte forse la puntata 20 che potrebbe prestarsi a qualche lettura ambigua) ma il manga mi ha dato sempre una sensazione diversa. Da questa ipotesi, nasce questa breve storia che ho diviso in due capitoli per comodità.

Al prossimo capitolo, e se vorrete lasciarmi le vostre impressioni ne sarò felice. Grazie di cuore.

Ninfea

 

 

   
 
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