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Autore: BillieJeanBJ    03/01/2017    5 recensioni
"Che avesse dovuto imparare a difendersi, questo Beth lo aveva sempre saputo e accettato, seppur consisteva nell’utilizzo di un’arma e l’unico oggetto che lei aveva maneggiato e poteva definire ‘pericoloso’ era stato un semplicissimo coltello da cucina, ma che ad insegnarla sarebbe stato lui, ecco.. questo proprio non se l’aspettava."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che avesse dovuto imparare a difendersi, questo Beth lo aveva sempre saputo e accettato, seppur consisteva nell’utilizzo di un’arma e l’unico oggetto che lei aveva maneggiato e poteva definire ‘pericoloso’ era stato un semplicissimo coltello da cucina, ma che ad insegnarla sarebbe stato lui, ecco.. questo proprio non se l’aspettava. Aveva sempre creduto che a farlo sarebbe stato Rick, un uomo paziente e comprensivo, a differenza di chi adesso stava armeggiando una piccola balestra, trovata qualche giorno prima, con una rapidità da confermare il suo sospetto; era stato obbligato ad accettare il noioso compito di maestro per una ragione che lei ovviamente non poteva sapere, e non vedeva l’ora che l’increscioso compito terminasse. Era sicura però –anzi, più che sicura- che se avesse annullato quella lezione forzata per entrambi, lui ne sarebbe stato davvero felice, espressione che non aveva mai visto sul suo volto e Beth si riteneva  un’ottima osservatrice da poter affermare a gran voce che Daryl Dixon non aveva mai sorriso. O quantomeno non lo faceva quando la sua attenzione si posava segretamente sul viso dell’arciere.
-D’accordo, vieni qui.-
Seppur pronunciato con tono basso e inespressivo, quel richiamo improvviso la fece sussultare principalmente per due ragioni: 1. Daryl non l’aveva ancora guardata e quindi lo credeva concentrato nel lavoro che stava svolgendo, e 2. era un tipo taciturno, molto più di lei, ed ogni volta che apriva bocca.. beh, era un’inaspettata sorpresa. Sorpresa che, però, le aveva fatto salire l’ansia a livelli inimmaginabili. Non si era mai ritrovata sola neanche con un ragazzo, e adesso era costretta a fare i conti con un uomo che lei aveva sempre ritenuto  primitivo e con un modo elementare di essere maschio, opinione che aveva trovato certezza nell’esatto momento in cui il protagonista dei suoi pensieri le aveva rivolto uno sguardo.. freddo, probabilmente perché lei non aveva spostato i piedi da quella mattonella che la sosteneva da quando erano entrati in uno dei garage di Alexandria. A Beth venne in mente un cacciatore che guarda attraverso un mirino. Facile dedurre chi fosse la preda.
I suoi occhi erano privi di pietà, nascosti appena dai capelli castani indomabili come lui.
Si era fatta un’idea, forse sbagliata, su Daryl ma poteva giocarsi il suo diario ch’era un uomo che seguiva le proprie regole e che non doveva rendere conto a nessuno. Muscoli forti e il corpo di un animale, zigomi brutali e mascella spietata. Non aveva niente di tenero. Neppure il cenno di un sentimento. Quell’uomo era stato programmato dalla natura per andare in guerra, ecco perché tutti erano convinti che l’ultimo sopravvissuto sarebbe stato proprio lui. E sempre per questa ragione, Beth aveva preferito che ad insegnarle fosse stato Rick.
Daryl non l’aveva richiamata una seconda volta, ma dal modo in cui continuava a fissarla, aveva capito che sarebbe stato meglio assecondarlo e raggiungerlo.
Con la scusa di grattarsi il collo, Beth aveva nascosto un’ingoio che stava a simboleggiare quanto fosse a disagio.
-Dove.. dove devo mettermi?-
Guardò prima la balestra, poi gli occhi di Daryl che le avevano suggerito il punto esatto, ovvero davanti al suo corpo. Non le aveva dato specifiche istruzioni, ma Beth non era stupida da non capire che avrebbe dovuto dargli le spalle. E così, sebbene il cuore le battesse tanto forte da credere che anche lui potesse sentirlo, gli si era posizionata a pochi centimetri di distanza ritrovandosi a fissare un manichino fatto di cuscini a circa un paio di metri lontano.
Senza perdersi in inutili chiacchiere, l’arciere le aveva spiegato come reggere la balestra e la posizione da assumere, il come e quando premere il grilletto avrebbe dovuto capirlo da sola. A causa della ristretta vicinanza dei loro corpi, ogni direttiva le era stata mormorata nell’orecchio e questo aveva messo in subbuglio il suo stomaco, peggio ancora quando il fiato di Daryl le solleticava la pelle sensibile del collo. In quel caso era la spina dorsale ad essere sotto attacco. Queste sensazioni erano nuove per lei e addirittura si rimproverò di aver legato i capelli, anche se li aveva alzati perché li riteneva più pratici e meno fastidiosi. Beh, si era sbagliata!
-Quando sei pronta, tira.-
E detto ciò, si allontanò per piazzarsi alla sua destra. Con la coda dell’occhio, Beth lo vide incrociare le braccia al petto e voltarsi verso il bersaglio. Era agitata come mai prima e sapeva con certezza che la freccia non avrebbe centrato il cerchio nero disegnato sul cuscino, ma almeno poteva ritenersi fortunata di non avere addosso lo sguardo selettivo e misterioso di Daryl Dixon.
Per racimolare un po’ d’incoraggiamento che l’arciere non le aveva neanche elemosinato, Beth iniziò a ripetersi mentalmente che non era poi così difficile centrare l’obiettivo ma quando l’indice premette il grilletto, la freccia volò esattamente nella direzione che lei aveva previsto, e cioè contro la parete dietro il manichino.
-Non male, no?!-
La battuta le uscì spontanea accompagnata da un sorrisetto imbarazzato e divertito, ironia che il suo maestro di tiro non aveva chiaramente compreso e per Beth era stato sufficiente guardare la sua espressione per capirlo.
-Ero sicura che avrei colpito la parete, quindi in fin dei conti ho centrato il bersaglio!-
Wow! Beth pensò ch’era stata la frase più lunga che gli aveva rivolto, e forse aveva appena avuto un’allucinazione ma quello che vide sulle labbra di Daryl era proprio un mezzo sorriso!
-Hai sbagliato per questo.-
Leggerezza che durò meno di mezzo secondo. Con gli occhi seguì la sua spalla dirigersi verso il punto in cui si trovava la freccia e non lo perse di vista neanche quando si voltò per ritornare da lei. Se dovevano ricoprire le rispettive funzioni di insegnate e allieva, avrebbero dovuto fare uno sforzo  per lavorare in un’atmosfera serena e amichevole e siccome Beth era più che certa che Daryl non avrebbe rotto il ghiaccio neanche a pregarlo, aveva deciso di fare lei il primo passo.
-Anche tu hai sbagliato bersaglio al primo tiro?-
-Hm-hm.-
Stranamente le aveva risposto, anche se con un verso appena udibile, ma questo bastò a farle supporre che forse le sue domande non lo avrebbero annoiato. Non ancora.
-E dopo quanti tentativi hai fatto centro?-
Si era ritrovata gli occhi di Daryl puntati nei suoi ed era stata costretta a deglutire di nuovo per alleviare quella sensazione di asfissia.
-Al terzo.-
-Al terzo? Questo vuol dire che il ruolo di arciere era scritto nel tuo destino!-
-No, vuol dire che non ero disposto a farmi azzannare le palle.-
-Oh.-
Beth non sapeva cosa controbattere, sebbene avesse compreso il vero significato di quella replica, ma non si preoccupò di scavare alcuna risposta perché l’arciere le restituì la freccia per poi ritornare nella sua posizione iniziale, sempre alla sua destra.
Quella breve conversazione era terminata.

****

Era trascorsa più di mezz’ora da quando la ragazzina si era chiusa dentro quel magazzino.
Non che fosse affar suo, ma Daryl aveva il sospetto che molto probabilmente si era cacciata in uno dei suoi soliti guai, e si stava chiedendo se fingere di non averla vista fosse la cosa più giusta da fare.
Chiaramente no, non lo era, perché di scelte giuste nella sua vita ne aveva fatte molto poche.  Anzi, forse nessuna.
Poteva dunque chiamare Rick, o direttamente la maggiore delle Greene, Maggie, ma il tempo che avrebbe perso per trovare qualcuno che a sua volta avrebbe dovuto trovare la ragazzina sarebbe raddoppiato, tanto valeva entrare lui stesso in quel dannato buco. Così, dopo essersi passato lo straccio tra le mani sporche di olio da motore, si era diretto in quel magazzino in cui non aveva mai messo piede. Non aveva neanche idea di cosa ci fosse all’interno, e alla curiosità di sapere che stesse combinando la biondina, si era aggiunta quella di scoprire perché esistesse la stanza.
La porta era socchiusa per cui era bastato soltanto spingerla per entrare, solo che quando questa si era richiusa alle sue spalle, insieme al decisivo boato aveva sentito un allarmato ‘no’.
-Ragazzina?-
-Daryl?-
Il reciproco chiamarsi non era stato differente solo nel pronunciare l’appellativo, ma anche il tono era stato decisamente diverso. La voce di Daryl era confusa, quella di Beth sorpresa e preoccupata.
Avrebbe voluto vedere quale espressione ci fosse sul suo viso per comprenderne meglio la gravità ma, a parte scaffali pieni di libri di varie dimensioni, della ragazzina nessuna traccia.
-Sono qui.-
E lei lo conosceva ormai abbastanza bene da aiutarlo a trovare la sua posizione con quell’appena udibile e delicata informazione. L’arciere non aveva impiegato più di dieci secondi a scovarla rannicchiata per terra nell’angolo più ristretto ma illuminato della stanza. Una mano impugnava un libro molto piccolo dalla copertina blu, l’altra una penna. Osservandola, Daryl aveva pensato che in tutta la sua vita non aveva mai visto niente di più inoffensivo. Con le ginocchia abbracciate al petto, Beth appariva ancora più minuta e innocua e il suo sguardo quasi smarrito puntato verso l’alto, e cioè su di lui, ne accentuavano l’innocenza. Ad occhi di terzi sarebbero apparsi come il gigante e la bambina.
-Che stai facendo?-
La domanda gli era uscita come un’accusa, ma Daryl proprio non poteva credere che in tutta quella mezz’ora la ragazzina si fosse appartata per.. leggere! Minuti in cui, doveva ammetterlo, il suo cervello aveva rielaborato centinaia d’ipotesi e scenari: era svenuta, era stata attaccata da un vagante, era caduta, era scappata, era stata importunata dal coglione di turno.. Aveva pensato a tante cose!
-Sto scrivendo.-
-Da più di mezz’ora?-
Avrebbe anche potuto provare ad essere più educato con la piccola Beth, ma ci riusciva. Non quando aveva passato trenta minuti con cervello e budella aggrovigliati per una ragione, adesso lo sapeva, del tutto banale.
Le sopracciglia della ragazzina, invece, si erano abbassate formando un cipiglio che rivelava quanto fosse sorpresa nello scoprire che l’arciere avesse contato i minuti, ma anche quanto fosse irritata per quella ramanzina che forse solo suo padre avrebbe potuto farle.
-Quando scrivo perdo la misura del tempo. E sinceramente non vedo quale sia il problema, Daryl.-
Il non aver terminato il lavoro sulla sua due ruote -che solitamente completava in soli dieci dannatissimi minuti- perché aveva la testa da tutt’altra parte, non era un problema! Certo che no, per la ragazzina quello non era un problema!
-Dovevi avvisare.-
-L’ho fatto!-
-Chi?-
-L’ho detto a Rick. E gli ho anche pregato di informarti nel caso tu avessi avuto bisogno di me.-
Ecco, questo Daryl non lo sapeva. E iniziava a sentirsi un vero coglione, ragion per cui aveva immediatamente promesso a se stesso di assestare un destro sulla faccia dello sceriffo per non averlo avvertito.
D’accordo, lui aveva visto la ragazzina entrare in quel fottuto magazzino con i propri occhi, ma non aveva idea del perché, e il non vederla più uscire.. beh, gli aveva fuso il cervello, maledizione!
Dopo la prima lezione di tiro con la balestra, circa tre mesi fa, lui e la piccola Beth avevano instaurato un rapporto tutto loro. Nessuno riusciva a spiegarsi come potessero rivolgersi la parola se ogni qualvolta che lo facevano finivano per litigare, ma i discorsi erano insignificanti perché ciò che li teneva uniti erano gli sguardi. Alla ragazzina bastava osservare gli occhi dell’arciere per capire, talento che lui segretamente apprezzava.
Come in quel caso.
Lei aveva compreso, aveva capito quale fosse il problema. Per questo la sua rabbia si era dissolta liberando uno di quei sorrisi che a Daryl piaceva guardare.
Così, Beth si era accostata ancora di più contro uno scaffale permettendogli di sedersi al suo fianco. Stavano davvero stretti e scomodi, ma non nessuno dei due si era lamentato perché in fin dei conti, a loro non importava.
Rimasero in un rilassante e normale silenzio per alcuni abbondanti minuti, prima che la ragazzina poggiasse la testolina sulla sua spalla emettendo un sospiro che solo dopo Daryl potette decifrare.
-Abbiamo un problema.-
Gli occhi dell’arciere si abbassarono su quella chioma dorata che profumava di pulito e innocenza, e attese il continuo di una notizia che procurò alla sua bocca un ghigno divertito; non si aspettava di poter avere così presto la sua personale rivincita con lo sceriffo.
-La porta si apre solo dall’esterno.-



Note d'autrice
Ciao a tutti/e e buon anno!!!!!
Come dice una certa Serena, il mio l'ho iniziato col botto pubblicando questa one shot! xD
Avevo preso una bella e lunga pausa dalla scrittura, ma ho iniziato questo capitolo alcuni mesi fa e ho deciso di concluderlo. Spero vi sia piaciuto! :D
Inoltre sto scrivendo una AU Bethyl (una commedia leggera e calma!) che, però, non so quando pubblicherò. Forse settimana prossima!
Ringrazio tutti voi che avete letto ed eventualmente recensito questa shot!
Un abbraccio!
   
 
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