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Autore: Super Mimi_    03/01/2017    4 recensioni
Era un tremito, tra un centinaio di altri tremiti, che spezzava senza rumore la tua colonna vertebrale e poi partiva la magia. Era come uno spettacolo, di quelli Babbani, ma senza risate e pop corn. No!, niente Babbani. Mago o Babbano? Tu cosa sei?, una via di mezzo.
[Harry/Hermione | Hermionecentric!] [Post-Seconda Guerra magica]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I personaggi qui presenti non mi appartengono, sono proprietà di J. K. Rowling.


Luce verde: mago o Babbano?

E tu cosa sei?
Guardi uno sfarfallio di ali posarsi sul bianco di una corona, tra il verde. In alto c’è l’azzurro luminoso del cielo. Riabbassi lo sguardo: l’insetto c’è e poi, puff, è sparito. Dov’è? Non te ne preoccupi troppo però: ci sono altri cento, microscopici cuori a battere lì fuori.

“Perché guardi sempre fuori dalla finestra? Cosa cerchi?” ti domandano, ma tu non vi presti attenzione. È così evidente cosa ci sia lì fuori, ma nessuno pare accorgersene. C’è un intero mondo; c’è la vita, là fuori. Ti chiama,  grida il tuo nome anche con il lento movimento delle nuvole nel cielo – o zucchero filato bianco? Mago o Babbano? Mago, mago, mago, mago! Luce verde: sei una strega tu. Ti fa comunque male. Verde. Non ci devi pensare. Verde è anche il prato, ogni singolo stelo d’erba lo è. Verde sono i suoi occhi – lui dov’era mentre il corpo bruciava, si rompeva ed accartocciava?

Verde.

Ti hanno spezzato le gambe, ma corri ancora. Devi raccogliere quello stelo là fuori, accarezzare la tua pelle con l’erba – verde come i suoi occhi. Poi guarirai, vero?  Perché la sua è una luce buona. Non dovevi farti prendere, ma quella cattiva è arrivata comunque a te. Devi correre – dovevi scappare – allora esci nel giardino. Sei sola. Nessuno dei tuoi compagni è ancora sveglio: ora del pisolino pomeridiano. Tu non dormi, aspetti. Lo aspetti. E corri – non sei riuscita a scappare prima, adesso ridi. Rideva anche la luce cattiva, ma non metteva felicità. Faceva paura. In quella matassa arrotolata di fili – oro e rosso, come la magia buona – ricordi ancora la paura. Era un tremito, tra un centinaio di altri tremiti, che spezzava senza rumore la tua colonna vertebrale e poi partiva la magia. Era come uno spettacolo, di quelli Babbani, ma senza risate e pop corn. No!, niente Babbani. Mago o Babbano? Tu cosa sei?, una via di mezzo. Per questo non puoi esistere: il sangue sporco non può fare magie, cose buone. Loro con il sangue pulito ne fanno? Perché usano quella luce verde? Perché hanno quella risata?, così cattiva da ferire le orecchie, da fare male. È sbagliato, tutto è sbagliato lì dentro. Picchi i pugni sulle tue tempie, cerchi di urlare qualcosa. È il silenzio, però, a fare da padrone, nonostante le tue orecchie siano empite di grida e schianti.

La calma verde se ne è andata da tempo ormai. Aveva un buon profumo, ti faceva sentire viva, te lo ricordi ancora.

“Ehi, guarda chi è venuto a trovarti oggi.”
La Medimaga si scansa. Compare, come per magia buona, un incastro di fili rossi e una bocca che sorride. Ti piace quel sorriso, lo ricambi, nonostante il tuo non sia più così bello.
“Ciao, come stai?”
Non sai rispondere, semplicemente allunghi la mano fino ad afferrare la sua. Gliela stringi forte, state sorridendo tutt’e due. Lui abbassa lo sguardo sul vostro ponte e poi guarda ancora te: aumenta il sorriso, è grandissimo!
“Anch’io sto bene. Ti salutano tutti a casa. La prossima volta cercherò di portarti di nascosto una fetta della torta alla zucca di mamma.”
Fai fatica a ricordare tutte quelle facce. Ti resta nella mente solo il colore della zucca e quello dei loro capelli, poi tutto viene sommerso dal mare che ti ritrovi davanti: è fermo e anche un po’ triste. Ti guarda, ha smesso di parlare. Vorresti rispondere, ma non sai cosa dire, non sai come dirlo. Allora sorridi di nuovo e fai dondolare il vostro ponte. Lui non sorride più, guarda verso di te. Ha un’aria strana, per te è strana, ogni volta è triste e qualche goccia si nasconde agli angoli del suo oceano. Non ti ricordi più com’è piangere, piangere da persona normale. L’ultima volta che l’hai fatto, sapendo di essere te stessa, ti stavano squarciando in due. Poi è arrivata la grande nebbia e ogni cosa è divenuta meno vera.
Restate insieme per un po’. Ti piace stare con lui, anche se non fate granché: lui ti parla, tu lo guardi, sorridete – tu contenta perché ti piace lui, lui con quell’aria felice e triste insieme . A volte uscite anche nel cortile, corri e raccogli gli steli d’erba o vi sdraiate a guardare l’azzurro in alto. Il vostro ponte vi tiene vicini, a te piace averlo lì.
Quando è ora di andare la tristezza sembra invaderlo e ogni volta è sul punto di non lasciarti lì. Ti piacerebbe andare altrove, davvero, ma tu stai aspettando che lui venga a prenderti.
Per questo, dopo che ti ha salutata e fa per mollarti la mano, tu stingi forte e lo strattoni. Deve dirti la vostra frase. La dice sempre, e senti che ti serve come l’aria.
“Lui arriva, arriva presto.”
È sempre triste quando la dice, ma poi tu gli tocchi il viso e sorridi, e lui ti imita. Sembra piacergli il tuo sorriso, anche se sai per certo che prima era diverso, era più bello. Alla fine se ne va. E tu aspetti lui, guardando il verde che c’è fuori e ricordando quello che lui ha dentro.
 
Passa altro tempo così, sei rinchiusa in quell’oblio e attendi che altro verde, verde buono e dalla risata felice, ti liberi da lì. Che ti porti via. Sorridi un poco, avevi pregato più volte di andare lontano mentre ti bruciavano da dentro, t’eri squarciata la gola. Poi è arrivato il sollievo, ma lui è scomparso. Sta giocando a nascondersi, ne sei sicura.
 
“Come sei bella oggi”.
È gentile. Lei con la sua magia  buona si prende cura di te. Cerca di guarirti, così ti ha detto; guarirti da cosa non lo capisci. Va tutto bene, ti ripeti.
È ancora lui a farti visita. Ogni volta dice di chiamarsi Ron, eppure non vedi l’importanza di dargli un nome se nemmeno lo riesci a chiamare.
Con il vostre ponte ti senti al sicuro, ma lui non parla mai di lui. Ti racconta di tutti gli altri, meno che di quella luce. Passate un altro bel tempo insieme, è al momento della vostra frase che qualcosa si spezza, com’era accaduto alla tua schiena, ma con un suono diverso.
“No, Hermione, lui non verrà. Non verrà più.”
Lo guardi interrogativa, senti qualcosa pizzicare negli occhi e vedere diventa faticoso. Ti senti strana, forse distrutta. Allora lui prende un respiro e si siede ancora di fronte a te. Restare sdraiata nel tuo letto è ancora più difficile, vorresti correre nel verde là fuori fino a trovarlo tu stessa. Fa per prenderti la mano ancora, ma tu non glielo permetti.
“Quando i Mangiamorte ti hanno catturata, Harry è venuto a salvarti, ricordi, Hermione?”
Non lo ricordi. Come potresti? C’erano troppe risate e magie cattive, troppe urla ch’erano tue.
“Ti ha cercata per giorni, settimane, come tutti noi, e quando ha capito dov’eri si è precipitato a prenderti, senza avvisare noialtri o gli Auror incaricati del caso. Ha sempre fatto tutto di testa sua, come da ragazzi, ricordi?”
È passato tempo dalla scuola di magia, lo sai anche senza averne tenuto il conto. Lì avevi conosciuto i tuoi amici e le persone che hai sempre stimato. Dev’essere passata un’eternità. Annuisci piano, o forse sei rimasta immobile... non percepisci nulla.
“Si è Smaterializzato di nascosto e ti ha liberata”, sospira forte e tu vorresti credere che poi sia andato tutto bene, ma sai che non può essere andata così. “Durante la vostra fuga quei sei Mangiamorte vi hanno scoperti.”
Ti si riversa tutto addosso, quel fiume in piena, e tu non hai più la capacità di nuotare, urlare, respirare. Fa male, senti ancora la luce verde spaccarti in pezzi e hai una paura folle. Non c’è salvezza nemmeno in quel mare calmo e triste che ora s’agita, scosso dalla burrasca.
“Si è sacrificato per salvarti, Hermione”.
Parla piano, ha una voce gentile anche mentre il dolore lo dilania in due. Sembra lo stiano torturando. Devi avere la stessa faccia, lo capisci dal modo in cui ti guarda; senti un mostro divorarti viva. Ti bruciano gli occhi e le guance, è bagnato ovunque. E come un susseguirsi di luci e boom! nella tua testa t’appare davanti agli occhi Harry, il tuo Harry, che ti fa da scudo a un Avada Kedrava. Eccolo che s’accascia, esanime, e tu urli, ma non c’è più nulla da fare. Ha brillato come i suoi occhi prima di morire, a terra rimane. Arrivano gli Auror, anche Ron è tra loro, e poi tutto si confonde. La nebbia che t’ha protetta in quei giorni di tortura cala ancora sulla tua mente, questa volta per sempre.
“Harry…”
È solo un attimo, già non ricordi più a chi appartenga quel nome e cosa ci faccia ancora l’uomo dai fili rossi in testa davanti a te. Si sta trattenendo un po’ troppo, senti un buco nello stomaco e hai tanta voglia di una fetta di torta alle mele.
Guardi le pozze di mare bagnarsi, anche tu devi avere versato qualche goccia, ma non riesci a ricordarne il motivo. Gli rivolgi un’occhiata interrogativa, deve capire qualcosa che tu non sai perché fa un sorriso più triste dei soliti e scuote il capo. Ricrea il vostro ponte, ti senti meglio così.
“Ora devo andare, Hermione. A presto”.
Si alza, ma tu lo trattieni. Ti capisce, come ogni volta, e, dopo averti guardata in silenzio, così triste lui, stringe più forte la tua mano.
“Lui arriva presto”.
T’illumini e lui sorride cauto. Poi se ne va.
Guardi ancora fuori, insegui la danza degli steli d’erba nel vento. Sono così verdi, così giusti. Sorridi, eppure c’è qualcosa dentro che trema. Sei irrequieta, hai voglia di correre, senti di dover scappare, come se le luci fossero ancora dietro di te. E questa volta non sai nemmeno tu se lui verrà.
 

 
{1619 words.







 

Atomo di follia:
Buon pomeriggio, fantastico fandom di Harry Potter! Questa è la prima ff che pubblico su questa magica (scontato, eh?) saga, quindi spero di non aver provocato troppi danni. La Harmony è forse la mia OTP qua - ce ne sono così tante di coppie ajajajajahh che non so nemmeno io scegliere! - e questa storia era da un po' depositata nel mio computer, allora mi sono detta: perché no? Eccomi qua perciò! 
Non chiedetemi come mai abbia voluto ammazzare il mio adorato Harry e fatto ammattire la brillante Hermione, l'Angst si è semplicemente impossessato di me e questo è quanto. 
Spero vi sia piaciuta. Grazie mille in anticipo a chi ha occupato un po' del suo tempo leggendo la mia One shot, e anche a chi lascerà un suo piccolo-picciò parere! 

A presto, un abbraccio.
Mimi

 
  
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