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Autore: Rebelle Fleur    04/01/2017    5 recensioni
Non siamo cenere, lo hai detto tu” mi guardi e nei tuoi occhi leggo un velo di amarezza.
“Si…” farfuglio, cercando di capire cosa dire o fare…
“Allora non comportarti come se lo fossimo” il tono della tua voce si fa più forte, ti giri verso di me ed io rimango pietrificato…hai ragione…ma preferirei affrontare un’orda di vaganti piuttosto che affrontare te in questo momento...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nevica fuori e dentro di noi.

Le perdite che abbiamo avuto, la maggior parte delle persone che abbiamo amato non ci sono più, vivono solo nei nostri ricordi.

Non siamo cenere.

Siamo ancora qui, tu ed io e questo mi basta, mi è sempre bastato.

Ti guardo mentre dormi serenamente dopo tanto tempo. Ne abbiamo passate tante, ne hai passate tante.

Penso proprio che tu abbia molto più fegato di me, se ripenso alle circostanze che hai dovuto affrontare, ai drammi, a cosa hai dovuto fare, credo che io non ce l’avrei fatta.

Tempo fa, quando ancora non ti conoscevo così profondamente come adesso, pensavo che non ce l’avresti fatta, che dopo la perdita di quello stronzo di tuo marito e di tua figlia saresti crollata ed invece sei la persona più coraggiosa che io conosca.

Nevica sempre di più lì fuori, saranno giorni che non usciamo più da questa piccola casetta nel bosco e non posso dire che mi dispiaccia. E’ vero Rick e gli altri saranno in pensiero, ma non mi importa, resterei a guardarti per giorni.

Poi pian piano, con la tua strana dolcezza apri gli occhi e mi guardi, mi guardi come se valessi qualcosa, come hai sempre fatto.

Tu mi hai salvato, inconsapevolmente hai rimesso insieme i pezzi.

Non ho mai avuto le palle di confessarti a parole quello che…non so come definirlo, non sono bravo con le parole come te e non so dare una definizione a quello che sento quando mi giri intorno.

Quando non ci sei lo sento ed ho bisogno di sapere che stai bene. Forse sono stato un vigliacco finora, non sono stato in grado di aiutarti quando ne avevi più bisogno e vorrei solo avere il coraggio di dirti che io ci sono sempre stato.

Le tue battaglie sono le mie e quando impotente ti vedevo soffrire, quando volevi allontanarti da noi, da me e lì che ho capito…

Il periodo della mia prigionia nelle mani di quel bastardo, il non sapere dove fossi…se avessi potuto avrei ucciso chiunque pur di poterti sapere viva…

Ed ora siamo qui e tu mi guardi e vedi me, senza filtri né difese, come è sempre stato fra noi.

Hai visto del buono in me quando nessuno lo faceva…Ed io che non credevo nemmeno potesse esistere qualcosa del genere.

Hey”…mi sussurri

Mmm” ti rispondo come mio solito.

“Qualcosa non va?” mi chiedi.

Ecco è questa la fregatura con te , non posso nasconderti niente, non l’ho mai potuto fare.

“Nevica ancora molto, penso che nemmeno oggi potremmo andar via” rispondo, cercando di sembrare convincente.

“Non mi dispiace” esordisci con quel tono sarcastico ed anche seducente che mi fa sentire un leggero formicolio in vari punti del corpo.

“Smettila” dico come mio solito.

“E se non volessi?” ed intanto mi guardi con quei tuoi occhi meravigliosi e a quel punto mi sento completamente spiazzato.

“Sarà meglio che vada a cercare qualcosa per la cena non è rimasto niente” rispondo, ma in cuor mio dico “sei un gran coglione, non hai minimamente le palle.

“Come vuoi, ma non puoi evitarmi” dichiari soddisfatta.

Ti direi che nemmeno se volessi potrei, perché ovunque io vada ogni mio pensiero va a te, ma mi limito a girarmi in direzione della porta per andare, quando poi mi spiazzi nuovamente: “Basta” asserisci quasi accigliata.

Mi volto e sei a quasi due passi da me, il cuore incomincia ad accelerare i suoi battiti e nel frattempo dall’agitazione mi sudano le mani.

Ci guardiamo e ci siamo già detti tutto.

Tu sai.

Lo hai sempre saputo.

“Mi dispiace” esordisco, prima ancora di poterci pensare, le parole incominciano a uscire fuori a valanghe. “Non potrò mai darti quello che meriti, non ne sono in grado”. E poi mi stupisci ancora…Ti avvicini e sento che di lì a poco potrei esplodere per quanto mi sei vicina, mi guardi e leggermente mi accarezzi il viso spostandomi i capelli dagli occhi, che involontariamente si chiudono al tuo tocco, così estasiati. 

“Smettila” rispondi. “Devi smetterla di dire che non sei abbastanza perché per me lo sei”

Abbasso lo sguardo esitante, mentre le mie mani quasi di scatto si posano sulla tua schiena, non riesco nemmeno più a controllare il mio corpo, ecco l’effetto che mi fai.

Ci guardiamo ancora per qualche istante, in silenzio e poi appoggi la tua fronte contro la mia ed io senza opporre resistenza te lo lascio fare. Saperti così vicina mi causa un duplice effetto, aumento della sudorazione, battito accelerato, mentre dall’altra parte vorrei scappare lontano, il più lontano possibile. 

Il silenzio si protrae ma è piacevole, non ho mai avuto alcun problema a restare in silenzio con te, perché anche così noi comunichiamo.

Vorrei rimanere semplicemente così ad ascoltare il rumore della tempesta che imperversa fuori, a sentire il contatto della tua pelle contro la mia…perché so che mai in vita mia mi sono sentito così a casa e qui proprio in questo momento non chiedo altro, potrei morirci così e non mi importerebbe perché morirei accanto a te, guarderei i tuoi occhi per l’ultima volta, accarezzerei la tua schiena, il tuo viso, i tuoi capelli…questo mi basterebbe… mi basterebbe saperti vicina nei miei ultimi istanti…sai credo che solo grazie a te mi sono sentito vivo, mi sono sentito fatto di carne e di ossa…Tu mi hai messo alla prova dalla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati e più ti respingevo più ti avvicinavi, più ti conoscevo più mi davi qualcosa, più sentivo di doverti proteggere anche se so che non ne avevi per niente bisogno, tu…Hai visto oltre. 

Non penso che riuscirò mai a dirti queste parole, non so se sarò mai all’altezza, sono qui a pochi centimetri dal tuo viso e l’unica cosa che faccio e rimanere a guardarti in silenzio sperando che tu possa capire…ma so che non hai bisogno di essere rassicurata…tu sai. Forse lo hai capito quella volta a Terminus quando pensavo di averti completamente persa, quando ti ho stretto un po’ di più o quando guardandomi negli occhi mi hai detto “non sto bene ed io ti ho stretta ancora più forte a me. Dopo quasi secoli ti allontani, indugiando sulle mie labbra e questo mi provoca una sensazione strana allo stomaco, ti guardo ancora mentre cerchi di proferire parole che forse stanche non hanno più la forza di uscire…

Darylsiamo ancora qui, tu ed io. ” Poi fai un’espressione strana quasi affranta e vedo il tuo volto irrigidirsi in una smorfia di dolore, dolore nel ricordare circostanze che vorresti mai fossero accadute. “Le cose che ho fatto, non si possono cancellare, mi hanno distrutta ed io ho cercato di allontanarmi da tutti, perché non volevo più uccidere, non voglio tutt’ora ma…” alzi lo sguardo guardandomi diritto negli occhi… “rifarei ogni cosa pur di proteggere le persone che amo, voi siete la mia famiglia, abbiamo perso troppo e continueremo a farlo…guardavo giorni fa il volto del piccolo Hershel ed il sangue mi ribolliva nelle vene pensando che non conoscerà mai suo padre perché uno stronzo ha deciso di porre fine alla sua vita, ma poi guardo il volto di Maggie che guarda suo figlio e vedo la speranza…Noi siamo ancora qui e quelli che abbiamo perso rimarranno sempre vivi in noi…ed è nostro dovere continuare a combattere,  per loro, per noi...” abbassi lo sguardo ripensando a ciò che hai appena detto poi rialzi la testa e guardi fuori, la tempesta sta peggiorando ogni minuto che passa…

“Non siamo cenere, lo hai detto tu” mi guardi e nei tuoi occhi leggo un velo di amarezza.

“Si…” farfuglio, cercando di capire cosa dire o fare…

“Allora non comportarti come se lo fossimo” il tono della tua voce si fa più forte, ti giri verso di me ed io rimango pietrificato…hairagione…ma preferirei affrontare un’orda di vaganti piuttosto che affrontare te in questo momento…

“Quando sei venuto al Regno” riprendi, “mi hai lasciato il mio tempo, i miei spazi, ma mi hai anche detto, questa non sei tu Carol…Il dolore non passerà mai, ma dobbiamo andare avanti per le persone che amiamo”, continui ed incominci di nuovo ad avvicinarti…”Adesso cosa è cambiato?”

Ti guardo intensamente cercando di rispondere una buona volta, ma anticipi le mie mosse e con una mano accarezzi la mia, la sudorazione aumenta…

“Io…” incomincio… Poi in uno slancio di coraggio ti stringo a me e sussurro: “Non è cambiato nulla…so solo che non posso…non voglio perderti” ed ecco che quasi compiaciuta appoggi la testa nell’incavo della mia spalla e ti volti verso di me…i tuoi occhi mi incoraggiano, le tue mani stringono ancora di più le mie…

“Non mi perderai” rispondi. 

Siamo così vicini che riesco a sentire distintamente il battito del tuo cuore che credo sia veloce quanto il mio, questo oltre che imbarazzarmi mi incita…ora o mai più penso… anzi non penso, perché quasi d’istinto i nostri corpi sentono l’esigenza di avvicinarsi ancora di più…i nostri nasi si sfiorano e l’attimo dopo sento le tue labbra calde sulle mie…delicate…mi irrigidisco e tu lo senti, capisci che sono in difficoltà ma mi incoraggi, mi fai capire che sto facendo la cosa giusta…il mio corpo reagisce stringendoti ancora più forte, le mie mani sul tuo viso…il bacio si intensifica e credo che dopo un momento forse troppo breve ci stacchiamo ma rimaniamo a fissarci…i tuoi occhi nei miei…come sempre.

La sensazione che ho provato deve essere stata simile alla tua, ancora poggi il tuo viso accanto al mio dicendomi: “Sei stato audace Pookie e ridi.

“Smettila” rispondo facendoti un sorriso sghembo.

Insieme guardiamo ancora la neve che fitta cade e copre il paesaggio…le nostri mani sono ancora intrecciate.

Penso che nonostante tutto quello che abbiamo passato, insieme, ora finalmente possiamo sperare in un futuro migliore, perché so che ci sarai tu fino all’ultimo istante.

Non mi importa se morirò domani, fra 10 o 20 anni, mi importa di sapere che ci sarai tu accanto a me come è sempre stato. 

Da fragile donna, ora faresti rabbrividire anche il più temuto dei leader ed io non posso che sentirmi onorato di poter essere al tuo fianco. 

“Secondo i miei calcoli oggi è il giorno di Natale” asserisci, guardandomi.

“Io non l’ho mai festeggiato, questo è il primo” rispondo.

“Perché cosa dobbiamo festeggiare?” chiedi, divertita.

Molte cose rispondo e con mani esitanti ti cingo i fianchi da dietro.

“Ad esempio?” rispondi.

Mi è sempre piaciuto questo tuo modo di stuzzicarmi nonostante potessi molto spesso dimostrare il contrario, ma come al solito preferisco non risponderti e armato di un coraggio che non credevo mi appartenesse, ti bacio lievemente  e ti lascio prendere il comando della situazione…Ci guardiamo e non posso evitare di sorridere perché mi sento finalmente completo, finalmente nel posto giusto. 

“Quando sorridi hai un non so che di affascinante Daryl Dixon” rispondi divertita.

“Smettila” ti dico ridacchiando.

Tutti quei Natale spesi chissà dove, quei giorni che si susseguivano tutti uguali, tutto quel dolore, quella profonda solitudine che avevano caratterizzato gran parte della mia esistenza, ne erano valsi la pena, perché mi avevano portato a te. 

Il legame che sento di avere con te è senza limiti né condizioni, senza un motivo né una spiegazione, senza ma, né se.

A volte raggiungiamo luoghi che mai ci saremmo aspettati. Mi hai mostrato la strada per una vita migliore. Qualsiasi cosa accada, ti sarò sempre grato. 

Se tuttavia so cos’è quello che tutti chiamano amore, è per merito tuo. Te solo ho potuto amare. A te solo debbo che il mio cuore non si sia inaridito, che sia rimasto in me un punto accessibile alla grazia.

 

   
 
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