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Autore: Lady Vibeke    26/05/2009    7 recensioni
Respiravo te, morendoti dentro, e la guerra era solo un sibilo sordo nelle mie orecchie.
Le tue labbra sul collo, le tue bugie tra i denti. Disegni astratti tracciati in quel nulla così bello da essere osceno.
Io gridavo in faccia alla tua sordità. Tu urlavi silenzi che mi faceva male ascoltare. Non avevamo l’eco giusta, suppongo.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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However far away, I will always love you
However long I stay, I will always love you
Whatever words I say, I will always love you
I will always love you

[Lovesong, The Cure]

 

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Volevo amarti fino alla fine dei miei giorni.

Trovavo una buona idea crogiolarmi nella dolcezza dell’autodistruzione con il nero dei tuoi occhi in gola a soffocarmi. Mi piaceva pensare a noi come a due mani che si cercavano da sempre e non si erano mai intrecciate. Non era una novità che la mia mente amasse viaggiare su un piano dislocato dalla realtà.

Mi pesa addosso il tuo ricordo, adesso, quattro anni dopo l’inizio, due anni dopo la fine.

Non mi hai mai spiegato perché i tuoi sorrisi non hanno mai avuto pietà di me. Quel che è peggio, credo, è che non mi importava del sangue, del ghiaccio, dell’apatia, dell’insonnia.

Respiravo te, morendoti dentro, e la guerra era solo un sibilo sordo nelle mie orecchie.

Le tue labbra sul collo, le tue bugie tra i denti. Disegni astratti tracciati in quel nulla così bello da essere osceno.

Io gridavo in faccia alla tua sordità. Tu urlavi silenzi che mi faceva male ascoltare. Non avevamo l’eco giusta, suppongo.

Volevo amarti fino alla fine dei miei giorni. Ti avevo messo un cuore fresco in mano con inciso sopra il tuo nome a lettere sgozzate. Non ho mai saputo se fosse il mio o se me lo fossi soltanto ritrovata nel petto, casualmente. In realtà credo di essere nata per non sentire la vita.

Forse quel cuore non era mio dopotutto. Chissà a chi l’ho rubato per darlo a te. Chissà chi lo ruberà a te per darlo a qualcun altro che lo sprecherà a sua volta.

Qualcuno ama, qualcuno piange, qualcuno aspetta. Aspetta il tuo turno, finché il cerchio si chiude e il gioco ricomincia.

Ricordo di averti guardato sparire in un soffio di fumo senza futuro, di aver chiuso gli occhi e vomitato il mio ultimo grammo di dignità supplicandoti di restare. Dimentica della tua sordità. Dimentica dell’odio che il mio amore disperato provava per te.

Volevo amarti. Fino alla fine dei miei giorni, fino alla fine dei giorni del tempo stesso.

Volevo amarti. Sembrava una canzone così bella.

Volevo amarti. Volevo stringerti e lasciarmi stringere, ucciderti a lasciami uccidere. Amore, è così che si dice quando il senno brucia in un rogo di febbrile follia profumata di sogni. Illusioni rancide, guardandosi indietro.

Volevo amarti. Lo volevo davvero.

Volevo amarti, che tu mi amassi o meno.

Volevo amarti.

Volevo solo amarti.

Rimpiangerò sempre di esserci riuscita.





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A/N: tutto opera mia, che sia motivo di vanto o di vergogna. Dedicata a Lui, ancora una volta.
   
 
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