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Autore: Briseide12    06/01/2017    1 recensioni
Come finisce una storia in chat ? Cosa spinge una ragazza/o ad iscriversi in un sito d'incontri? Ecco la mia storia, tratta dalla mia vita, affrontata con la comicità che ci vuole..
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ritornai nuovamente nella sua città, volevo venirli incontro con i diversi spostamenti che altrimenti avrebbe dovuto fare e nonostante io mi alzassi alle 6 del mattino e fossi continuamente affaticata dal tirocinio universitario iniziato da poco, decisi di recarmi alla stazione del suo paese.
Mi venne a prendere alla stazione, ricordandomi quanto difficile fosse stato per lui arrivare in tempo (bè 5 minuti , sono sempre 5 minuti della propria vita !!).
Appena entrata nella sua macchina cominciammo ad ascoltare un gruppo che piaceva molto a D , preso dalla foga del momento comincia a cantare a squarciagola scatenando la mia risata senza sosta.
Continua così giocando un po’ a storpiare le note della canzone e ad un tratto percorrendo una strada in discesa, sentiamo un rumore sordo.
Attimi per comprendere che la macchina di D non aveva più uno specchietto, perso scontrandosi con quello di una macchina parcheggiata, il cui stato era penoso (era esploso letteralmente).
D è nel panico, comincia ad accelerare e trova un vicolo dove nascondere la macchina.
Comprendo l’attimo di paura ed appena lo vedo un po’ più rilassato, gli dico che dobbiamo tornare indietro, non possiamo scappare dal problema. D mi guarda con espressione vuota e mi dice che suo padre l’avrebbe ucciso e che lui non sa come fare. Dato che avevo notato che lo specchietto della “nostra” macchina era rimasto per terra in mezzo la strada, glielo dissi e lui con la speranza negli occhi mi disse di andare a piedi sul luogo e di recuperarlo facendo finta di niente.
Mentre camminiamo cerco di dirgli che dobbiamo aspettare l’altro conducente dell’auto parcheggiata, perché altrimenti saremo stati dei codardi.
D mi prende le mani e mi urla che lui non ha soldi per pagare quell’uomo. Dato che non sono una persona che si lascia prendere dalla rabbia, cerco di rasserenare gli animi. Lui abbassa il tono di voce e mi dice che non ha neanche l’assicurazione alla macchina, mi prega di stare zitta e di non rovinargli la vita ed io dato che ero innamorata di lui, ingoio il rospo e continuo a camminare.
Ci ritroviamo sul luogo dell’incidente, D si nasconde dietro una colonna e mi guarda fissamente dicendomi con serietà che devo andare io da sola a prendere il resto del suo specchietto dalla strada, perché nel paese potevano riconoscerlo e dato che io non ero del posto, nessuno mi avrebbe fatto domande.
Inarco le sopracciglia in segno di incredulità di quello che mi stava chiedendo, cerco di fare respiri profondi e di vederla dalla sua prospettiva, ma nonostante i miei sforzi vedo una persona che mi sta usando come scudo per i suoi problemi.
Non ci crederete, ma come una demente matricolata andai io, lui dietro la colonna a spiarmi ed io a cercare di sembrare naturale, mentre cercavo di recuperare la struttura in plastica dello specchietto e più lestamente che potevo misi quella cosa, nella mia borsetta. Fui fortunata non c’era nessuno, neanche il proprietario dell’auto parcheggiata, solo il meccanico di fronte che aveva gustato la scena dell’incidente, mi guardava con sorriso beffardo.
Mi sentii di aver fatto qualcosa che non dovevo e riportai lo specchietto a D, lui mi ringraziò con un bacio, ma io non riuscii a trovare lo stato di tranquillità che mi contraddistingue.
Ritornammo in auto con D che continuava a dire che Sabato di m…a , si è rovinata la giornata e bla bla ( risparmio almeno voi da queste inutili chiacchere).
Tutto il tempo restai zitta. In auto andammo veloci perché D disse che in paese avrebbero sparso la voce in fretta e lui aveva la macchina danneggiata, quindi avrebbero collegato direttamente alla sua persona.
Quindi amici miei , ci dirigemmo in una strada di campagna dove passammo ben 5 ore, non pensate per cose divertenti o romantiche…nulla di tutto ciò.
Passai un meraviglioso sabato sera a sentire le lamentele di D e dopo 2 ore di sopportazione gli dissi che alla fine era solo uno specchietto, poteva andare peggio.
Non l’avessi mai detto , mi disse che non lo capivo e che non sapevo come era suo padre che era un pazzo e bla bla .
Finalmente chiama sua madre e gli dice cosa è accaduto e dato che mette in vivavoce, sento una persona calma e ragionevole che chiede prima se qualcuno si è fatto male e dopo, quando sente dello specchietto lo rassicura dicendo che sarebbero andati lunedì in concessionaria a sistemare il tutto.
Quando durante la chiamata D aggiunge che lo avevo recuperato io , la signora s’informa di come stavo ed aggiunge che doveva prenderlo lui e non doveva far rischiare la sua ragazza di prendersi la responsabilità che era sua.
In quel momento pensai che avrei dovuto fidanzarmi con la madre, almeno la pensavamo allo stesso modo.
Chiusa la chiamata con la madre, lo chiama il padre e lì non mette il vivavoce, ma le urla del padre si sentono dal telefono comunque.
Non esagerando, furono 65 minuti di urla continue senza sosta, finché il signore in questione non cominciò a riflettere e chiuse la chiamata.
A quel punto D , butta il telefono dietro con rabbia e finalmente sta zitto. Triste, ma zitto.
Ero dispiaciuta per lui e lo abbracciai semplicemente, gli diedi qualche bacino e finalmente dopo 5 ore di estenuante tortura, ritornò un po’ sereno.
Mi chiese scusa ed io lo perdonai, stupidamente pensai che la bestia era il padre e che lui era un cucciolino indifeso.
In quel momento compresi che era una persona che aveva bisogno di serenità e pensai di averne abbastanza per contagiarlo. All’inizio funzionò, ma la vita è una sequela di problemi piccoli , grandi , futili e importanti ; tutto sta nell’affrontarla, cercando di essere calmi e obiettivi ed io ero forte solo per me stessa, non per entrambi.
A quel tempo invece, gli ormoni dell’amore e la gioia che avevo, mi fecero pensare che forse ce la potevo fare per noi due.
 
 
 
 
 
   
 
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