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Autore: black dalia    14/01/2017    2 recensioni
Sora Strife è una normale sedicenne: a due genitori a cui vuole un gran bene, un fratello minore ribelle e leggermente iperprotettivo e dei cari amici.
Ma non si è mai innamorata.
Almeno fino a quando non si trasferisce con la sua famiglia in una vecchia casa dove fa la conoscenza di Riku.
Ma è possibile amare un ragazzo morto?
(Riso, lieve Akuroku e altre coppie)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessun gioco
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PARANORMAL LOVE

 

Cap.8) Attività paranormali

 

24 Maggio 2013

 

“Ci hanno messo davvero poco a preparare la loro attrezzatura per l’indagine… devono essere abituati” pensò Sora, seduta comodamente sul suo letto, mentre guardava Zexion impostare la videocamera che aveva sistemato nella sua stanza.
I quattro investigatori ne avevano piazzate diverse nei siti con più intensa attività paranormale: la camera di Sora, il corridoio del primo piano, la stanza di Roxas e l’ingresso con la rampa di scale.
Sporgendosi in avanti, come Zexion sistemava l’angolo di ripresa, la castana chiese incuriosita -che cosa riprendete con queste videocamere? Qualcosa d’interessante?-.
-Esse registrano segni visivi di attività paranormale e dipende dalla tua definizione d’interessante- rispose Zexion con il suo solito tono neutro.
Sora aggrottò la fronte alla risposta monotona ma non aggiunse altro; dopotutto, il ragazzo non sembrava un tipo molto loquace.
Sospirando, scansionò la sua stanza in cerca di eventuali tracce di Riku: era preoccupata perché non aveva più visto il fantasma da quando gli aveva chiesto di scendere.
Sapeva che erano passate solo un paio d’ore ma temeva che Xemnas potesse avergli, di nuovo, fatto del male oppure che fosse arrabbiato con lei perché aveva fatto entrare degli estranei in casa; in ogni caso, voleva intensamente vederlo per sapere che stava bene e che non gli era accaduto nulla.
Finito di sistemare la videocamera, Zexion si voltò verso Sora e, notando l’espressione avvilita e pensando di esserne la causa, sospirò impercettibilmente prima di chiamarla -qui è tutto pronto, possiamo raggiungere gli altri al piano di sotto-.
La ragazza sbatté le palpebre, ridestandosi dai suoi pensieri: si alzò dal letto e lo seguì fuori dalla stanza non prima di aver lanciato un’ultima occhiata attorno a se.
“Spero che tu stia bene, Riku” pensò, prima di chiudere la porta.
Al piano di sotto, il gruppo era ammassato attorno al tavolo della sala da pranzo su cui erano sistemate le scatole della pizza che Leon aveva ordinato poco dopo l’arrivo a casa di Cloud.
Afferrando un piatto e mettendoci un paio di fette sopra, Sora si diresse verso il divano dov’era seduto Roxas, siccome tutte le sedie erano occupate, e si sistemò alla sua sinistra.
Il fratello la guardò e le diede una leggera gomitata, sorridendo leggermente come lei fece una smorfia.
-Questo è un po’ strano, eh?- le chiese -sì…-.
Roxas si accigliò alla risposta ma il suo cipiglio si trasformò presto in fastidio come Axel si sedette alla sua destra e, a causa del suo peso, il cuscino affondò facendolo scivolare verso di lui.
Il biondino ringhiò, allontanandosi, mettendosi quasi in braccio alla sorella, facendo alzare gli occhi al rosso.
-Andiamo, non mordo mica- gli disse con un sorrisetto -qualunque cosa, pedofilo, non voglio correre rischi- gli rispose Roxas velenoso -ouch! Non era un colpo un po’ duro?- disse Axel drammaticamente, tenendosi la mano sul cuore per simulare una ferita -no!- ribatté il ragazzo girando la testa dall’altra parte e guardando Sora.
-Che hai da ridere?- gli chiese con un tono stizzito come lei scosse la testa, prendendo un morso alla sua fetta di pizza.
Il gruppo finì la cena in silenzio, ognuno con i propri pensieri per la testa, fino a quando Axel, dopo aver buttato il tovagliolo che aveva usato per pulirsi la bocca, non parlò.
-Allora, Zexion, tutte le videocamere sono sistemate?- il ragazzo annuì in risposta, girando il computer, che aveva sistemato sul tavolo, per permettere a tutti di vedere le immagini che gli venivano trasmesse.
-Funzionano tutte bene-.
-Ottimo, ora che le videocamere sono impostate, penso che potremmo cercare di contattare uno di questi spiriti… sono, ovviamente, più senzienti di quello che pensavamo quindi potrebbero accettare di parlare con noi- disse Axel incrociando le braccia al petto.
-Tu non vorrai mica cercare di parlare con…- Sora deglutì, rabbrividendo come disse il suo nome -Xemnas, vero? Perché sarebbe davvero una cattiva idea-.
-In realtà non pensavo di parlare con Xemnas… vedi quando facciamo una seduta spiritica è utile avere un oggetto che era appartenuto allo spirito perché ci permette di richiamarlo più velocemente e, di solito, è più disposto a parlare... per questo pensavo di utilizzare la tua collana- disse il rosso, indicando il ciondolo con l’indice e, prima che la ragazza potesse protestare, Namine prese la parola.
-Sappiamo già che ti permette di avere una certa connessione con Riku per questo sarebbe l’oggetto migliore da usare e non ci vorrà molto, la riavrai appena la seduta sarà finita-.
Sora soppesò la richiesta: non era irragionevole, sarebbe stato solo per pochi minuti e poi poteva aiutare con l’indagine... ma non le piaceva togliersi la collana perché significava che non avrebbe potuto vedere Riku se fosse tornato di sotto, anche se la riteneva una cosa molto improbabile.
Alla fine, la castana prese la sua decisione -ok… se può aiutare- disse con un debole sorriso. -Evviva! Sarà fantastico! E’ da un po’ di tempo che non facciamo una seduta spiritica! Forza, Zexy, aiutami a preparare il tavolo!- esclamò Demix afferrando l’altro ragazzo per il braccio e trascinandolo lontano dal suo prezioso portatile, con suo grande disappunto.
-E’ sempre così entusiasta?- chiese Roxas, guardando i due allontanarsi con un sopracciglio alzato -sì, Demix è sempre stato appassionato del soprannaturale ma, d’altronde, venendo da una famiglia di sensitivi non poteva essere altrimenti- rispose Namine, sorridendo dolcemente.
-Anche lui è un sensitivo?- chiese Sora incuriosita e la ragazza annuì.
-Noi siamo fratelli ed abbiamo ereditato entrambi il “dono” da nostra madre ma, a differenza mia, il suo potere è più debole quindi non può vedere gli spiriti come faccio io ma solo avvertirne la presenza- le spiegò, lasciando la castana stupefatta.
-Allora, cosa succede durante questa seduta spiritica?- chiese Cloud, incuriosito ma anche prudente; voleva essere sicuro che nessuno della sua famiglia si sarebbe fatto alcun male durante lo svolgimento di questo “richiamo per gli spiriti”.
-Un gruppo di persone si siede attorno ad un tavolo tenendosi per mano, l’oggetto esca verrà deposto al centro, poi Namide pronuncerà una sorta d’incantesimo che dovrebbe richiamare lo spirito e, appena avvertiremo la sua presenza, inizieremo a fargli delle domande... ci sarà un registratore EVP sul tavolo quindi, anche se non sentiremo niente, potremmo riascoltare quello che è inciso sul nastro per vedere se siamo riusciti a metterci in contatto con lui ed a ricevere delle risposte- spiegò Axel sommariamente.
-Queste cose non vengono fatte più tardi, come ha mezzanotte o robe simili?- chiese Sora -sì ma… che ora sono? Le 22.30… è abbastanza buio e poi per il tipo di seduta che facciamo non è importante l’orario- rispose il rosso dopo aver guardato l’orologio.
Mezz’ora dopo, Axel, Namine, Demix, Sora e Roxas erano seduti attorno al tavolo che era stato preparato in precedenza mentre Zexion, Leon e Cloud stavano in disparte.
La stanza era nel buio totale e le uniche fonti di luce erano le cinque candele sul tavolo, sistemate a cerchio intorno alla collana che avrebbe adempito al compito di richiamare lo spirito, e lo schermo del computer, da cui arrivavano le immagini delle videocamere, che Zexion guardava attentamente: era già successo che, durante una di queste sedute, in altre parti della casa si rilevassero reazioni dovute al richiamo dello spirito e voleva essere sicuro di non perdere nessun movimento.
Sora osservò la collana posizionata al centro del tavolo: si sentiva un tantino nervosa perché non sapeva se aveva davvero fatto la cosa giusta togliendosela.
E se poi Riku veniva davvero e lei non poteva rispondergli?
Si morse il labbro inferiore a disagio; sperava che non ci sarebbe rimasto male.
In quel momento, avvertì una stretta alla mano sinistra e si voltò per vedere Roxas sorridergli fiducioso: la ragazza sorrise in ricambio; era contenta di avere un fratellino che si preoccupasse così tanto per il suo benessere da offrirsi volontario per questa seduta, anche se questo significava sedersi accanto a qualcuno che lo infastidiva.
Sora ridacchiò internamente, ricordando la faccia che aveva fatto il fratello quando Namine aveva chiesto a tutti loro di tenere la mano del proprio vicino di posto: sembrava volesse saltare alla gola di Axel mentre il rosso gli prendeva la mano dandogli uno dei suoi sorrisi canzonatori.
I suoi pensieri vennero interrotti quando la giovane sensitiva iniziò a parlare in versi: pochi secondi dopo, la stanza divenne più fredda e la castana rabbrividì, avvertendo una presenza familiare dietro di se: si rilassò, lasciando scivolare dal corpo tutta la tensione che aveva accumulato fino ad allora, quando capì che Riku era arrivato.
Stava per farlo presente agli altri ma Namine la batté sul tempo, interrompendo i suoi versi.
-Riku, sei in questa stanza, vero?- il silenzio incontrò la sua domanda anche se Sora era sicura che il fantasma avesse risposto.
-Ci puoi dare un segno della tua presenza? Potresti spegnere una candela o scuotere il tavolo?- gli chiese ancora la biondina, sempre con un tono colloquiale, e la stanza sembrò diventare ancora più fredda, facendo rabbrividire tutti i presenti.
-Quanta energia ha intenzione di usare?- chiese Demix con un tono calmo e Sora lo guardò incuriosita, non sapendo cosa intendesse dire, prima che un rumore riportò la sua attenzione al centro del tavolo dove la collana si stava lentamente trascinando verso di lei.
Sentì Roxas stringergli la mano ma la ragazza non fece nessun movimento.
-Mi dispiace Riku ma la collana ci serve in questo momento, Sora non può riaverla adesso- disse Namine con un tono tranquillo: l’oggetto smise di muoversi e, qualche secondo dopo, la temperatura nella stanza tornò normale.
-Ha lasciato davvero in fretta- disse la biondina con un piccolo cipiglio mentre Demix, rompendo il cerchio di mani, prese il registratore, spegnendolo, e portandolo verso il loro tecnico.
-Forse abbiamo registrato qualcosa! Sbrigati, Zexy, caricalo sul computer!- esclamò il sensitivo, eccitato alla prospettiva di ascoltare la voce di un fantasma.
Cloud accese le luci, accecando momentaneamente tutti, mentre Axel si alzò dalla sedia.
-Devo ammettere che sono un po’ deluso… speravo in un’apparizione o qualcosa del genere, invece tutto quello che abbiamo avuto è stato solo un po’ di movimento- disse il rosso, lanciando un’occhiata a Zexion che stava caricando sul computer il file audio.
-Allora, c’è qualcosa sul nastro?-
-un attimo di pazienza- rispose il tecnico con indifferenza.
Intanto, Sora si alzò dalla sedia e prese la collana dal tavolo.
-E’ calda!- esclamò sorpresa -non c’è da meravigliarsi- gli rispose Axel -a volte gli oggetti che i fantasmi toccano diventano caldi a causa dell’energia che usano per muoverli… puoi rimetterla su, se vuoi-.
La ragazza annuì, indossando la collana prima di tornare dagli altri che stavano ammassati attorno a Zexion.
Passò un minuto, in assoluto silenzio, prima che il tecnico parlò.
-Va bene, è pronto-
-che cosa stai aspettando? Un invito scritto? Fallo partire!- disse Axel con un pizzico d’impazienza, facendo roteare gli occhi all’altro ragazzo che premette comunque il tasto PLAY permettendo così, a tutti, di ascoltare la registrazione.
All’inizio, si udirono solo rumori di sottofondo prima che una voce, che sembrava un eco lontano, si levasse dalle casse.
-Cosa state facendo? Smettetela! Vi sta ascoltando!-.
Sora trattenne il respiro quando riconobbe la voce del suo amico fantasma.
-Riku, sei in questa stanza, vero?- la voce di Namine si levò chiara e concisa: ci fu un sospiro sommesso.
-Sì, sono qui… e siete fortunati che sia solo io! Sora, cosa sta succedendo?-.
La castana sentì il cuore stringergli a quella domanda, mordendosi il labbro ed ignorando gli sguardi di tutti che si erano concentrati su di lei.
Riku le aveva fatto una domanda e non aveva potuto rispondergli: sperava che il ragazzo non se la fosse presa a male per questo.
-Ci puoi dare un segno della tua presenza? Potresti spegnere una candela o scuotere il tavolo?-
-quella collana è di Sora…- subito dopo si udì il raschiare del ciondolo che veniva spostato sul tavolo.
-Mi dispiace Riku ma la collana ci serve in questo momento, Sora non può riaverla adesso-.
Ci fu un suono soffocato, forse un’imprecazione, e subito dopo un’altra voce si palesò, oscura e minacciosa, facendo venire, a tutti, i brividi.
-Che cosa gli hai detto?-.
“Xemnas!” pensò Sora, trattenendo il respiro e stringendo le mani unite.
-Niente!- fu la risposta, veloce e spaventata, di Riku.
-Sta attento, ragazzo, ricordati che so come farti del male- la parole di Xemnas aumentarono la paura di Sora per il benessere del suo amico.
“Speriamo che sia riuscito a scappare” pensò la ragazza mentre la registrazione andava avanti.
-Ha lasciato davvero in fretta- queste ultime parole, dette da Namine, misero fine all’ascolto.
La castana rilasciò un respiro, che non sapeva di aver trattenuto, quando Zexion spense la registrazione.
-Devo ammettere che questa è una delle migliori prove audio che abbiamo mai avuto in un’indagine- disse Axel incrociando le braccia -questo dimostra due cose: la prima è che questi ragazzi esistono e la seconda è che sono senzienti e reattivi all’ambiente che li circonda-.
-E’ strano, però… parlavano quasi colloquiale, come se fosse ancora vivi… i fantasmi, normalmente, non interagiscono in questo modo- disse Demix aggrottando le sopracciglia mentre Namine annuì con uno sguardo pensoso -anche se, forse, dipende dal fatto che hanno un sacco di energia in questo momento…-
-C’è qualcosa che non va- le parole di Zexion bloccarono il discorso del biondo: tutti si girarono verso il tecnico che stava osservando lo schermo del computer con un cipiglio sul volto.
-Cos’è successo?- chiese Axel avvicinandosi a lui -la videocamera in camera di Roxas si è spostata- rispose il blu, trasferendosi leggermente di lato per mostrare al rosso che lo schermo, invece d’inquadrare il letto del ragazzo, stava inquadrando la porta.
-Vado a sistemarla- disse Axel incamminandosi verso le scale, subito seguito dal biondino.
-Vengo con te! Non ho intenzione di lasciarti entrare in camera mia da solo! Chissà dove potresti mettere le mani!- esclamò il ragazzo guardandolo male -se proprio insisti- lo punzecchiò il rosso mentre saliva le scale, sorridendogli maliziosamente e facendogli l’occhiolino, ricevendo come risposta un ringhio arrabbiato dall’adolescente.
Leon, che aveva osservato l’interazione tra i due, scosse la testa -dovrei, davvero, arrestarlo…-
-Chi? Axel?- chiese Demix, prima di ridacchiare -non si preoccupi, lui non fa sul serio… gli piace far saltare i nervi alle persone e penso solo che Roxas sia un bersaglio facile, per lui... oh, guarda, sono arrivati!-
Sullo schermo del computer si vedeva Axel avvicinarsi alla videocamera, tirando fuori il cellulare: Zexion lo anticipò, tirando fuori il proprio ed aprendolo al primo squillo.
-Basta rivolgerla verso il letto- disse mentre vedeva il ragazzo fare un cenno alla videocamera prima di riportarla alla posizione originale.
-Va bene, ora potete tornare giù- disse il tecnico ed il rosso annuì di nuovo nel video prima di girarsi per uscire dalla stanza ma, proprio in quel momento, la videocamera iniziò a muoversi, seguendo la schiena di Axel, fino a soffermarsi sulla porta dove si trovava Roxas che disse qualcosa al rosso, indicandola.
Il ragazzo si girò verso l’apparecchio, con una smorfia infastidita, ma mentre si stava avvicinando il video iniziò a tremolare per poi oscurarsi.
-Axel, hai spento la videocamera- chiese Zexion con un tono calmo ma assottigliando lo sguardo e quando ricevette una risposta negativa si girò a guardare Demix e Namine che avevano, entrambi, un’espressione preoccupata.
-Dovrebbero tornare di sotto… ho una brutta sensazione- disse il biondo e, a quelle parole, Cloud si alzò dalla sedia, con un cipiglio infastidito.
-Questo è ridicolo! Adesso…-
-AHHHHH!- due grida si levarono dal piano superiore, interrompendo il discorso dell’uomo che partì in una corsa, seguito a ruota da Leon, per andare dal figlio.
Demix guardò Namine prima di darle un cenno del capo e correre dietro hai due genitori.
Sora si alzò dal suo posto per seguirli ma venne fermata da Zexion che le prese il polso.
-Stai qui!-
-Ma, Roxas è in pericolo!- esclamò la ragazza cercando di liberarsi dalla sua presa.
Namine si mise davanti alla castana e la prese per le spalle, parlandole lentamente per calmarla.
-Sora, non ti preoccupare… Axel è in grado di proteggere tuo fratello e Demix è salito per aiutare: lui sa cosa fare- ma le parole dell’altra ragazza non ebbero l’effetto sperato.
-Sora, siediti!- il comando imperioso di Zexion bloccò ogni movimento della castana, facendola tornare al suo posto.
-Ascolta…- iniziò il tecnico dopo essersi assicurato che si fosse calmata -sei entrata in contatto con gli spiriti più di chiunque altro in questa casa… la cosa peggiore che potremmo fare è lasciarti andare dove uno di loro agisce con violenza-.
A quelle parole, Sora abbassò lo sguardo, ripensando a quando Xemnas aveva posseduto Leon: le era sembrato che il fantasma ce l’avesse con lei a causa della sua amicizia con Riku ma… questo non significava che fosse il primo obbiettivo… giusto?
-La videocamera è tornata in linea- disse Zexion, ridestando la ragazza dai suoi pensieri: i tre guardarono le immagini molto sorpresi e preoccupati.
La stanza, di solito immacolata, di Roxas era nel caos: i vestiti erano sparsi ovunque, dal pavimento a sopra i mobili, i libri erano rovesciati a terra, le lenzuola strappate del letto e c’erano segni di artigli dappertutto.
Vedevano Axel e Roxas ammassati contro il muro, stretti l’uno all’altro, prima che Leon e Cloud entrassero nell’inquadratura, prendendo il ragazzo e abbracciandolo mentre il rosso si raddrizzava.
Demix era vicino all’armadio, appoggiato alla parete, visibilmente senza fiato ma dette un pollice alto alla videocamera per indicare che tutti loro stavano bene.
Namine guardò, senza fiato, le immagini, alzando poi la testa come se volesse guardare direttamente nel piano di sopra.
-Questo non può essere stato causato da una sola entità- disse con timore ed i suoi sospetti vennero confermati quando suo fratello e gli altri tornarono al piano di sotto.
-Era incredibile! La stanza era piena di queste creature che sembravano fatte di oscurità! Avevano gli occhi gialli e dei lunghi artigli con cui facevano a pezzi i vestiti!- esclamò Demix quasi saltando sul posto.
-Non c’è bisogno di essere così dannatamente eccitato! Quei mostri hanno fatto a brandelli la mia roba!- gridò Roxas arrabbiato, rabbrividendo di freddo mentre Leon lo stringeva in una coperta e Cloud ne passava una ad Axel che era nella stessa condizione del biondino; a quanto pare, quando quelle cose erano arrivate, la stanza era diventata gelida.
-Sei fortunato che sia stata solo la tua roba… quelli stavano puntando alle nostre gole- mormorò il rosso, lanciandogli uno sguardo al quale il biondino rispose con uno sbuffo, stringendosi un po’ di più nella coperta per nascondere il leggero rossore che ora gli stava colorando le guance.
Sora aveva una mezza idea del motivo per il quale il suo fratellino si sentiva, improvvisamente, imbarazzato: da quello che avevano visto, Axel doveva averlo tenuto stretto a se per proteggerlo mentre quelle cose gli stavano distruggendo la camera
A quelle parole, il sorriso di Demix si trasformò in un cipiglio.
-Hai ragione, erano pericolosi… ma non capisco… i fantasmi non dovrebbero essere in grado di controllare le creature demoniache!-
-questo, perché, non sono fantasmi- tutti guardarono Namine che si stava mordicchiando il labbro inferiore in preoccupazione.
-L’aura di Xemnas è troppo potente, quasi come se fosse diventato un demone mentre Riku possiede un’aura completamente diversa… non riesco a capire quello che sono ma una cosa la so… Questa casa non è per niente normale-.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Eccomi ritornata con un nuovo capitolo!
Mi dispiace che ci sia voluto così tanto tempo ma visto che nel precedente capitolo non avevo ricevuto recensioni ho pensato che la storia non fosse abbastanza eccitante e, per questo, non attirasse l’attenzione così ho deciso di rivederla e farla un po’ diversa: spero che le modifiche che ho apportato vi piacciano! ^^
Le cose iniziano a farsi sempre più strane e pericolose: cosa accadrà alla nostra famigliola?
Riusciranno i nostri “acchiappa fantasmi” ad aiutarli con il loro problema?
Beh, continuate a seguire la storia e lo scoprirete ;D
Purtroppo, non so dirvi quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo (in questo periodo sono piuttosto indaffarata) ma sappiate che tutti i miei aggiornamenti saranno sempre di sabato, così dovrete controllare il sito solo un giorno a settimana XD
Ci sentiamo presto e lasciatemi tante recensioni così saprò se sto andando nella direzione giusta con la mia storia.
Saluti e baci da black dalia

  
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