Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony
Segui la storia  |       
Autore: MC_Outlaw    14/01/2017    1 recensioni
Ambientata dopo Equerstria Girls: Legends of the Everfree. Sunset Shimmer è sparita nel nulla ormai da molto tempo. Le sue ricerche si sono fermate, ma qualcuno ancora non si è dato per vinto. Cosa le è successo? E soprattutto, riusciranno a ritrovarla?
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sunset Shimmer, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ormai sembravano non esserci più dubbi, tutto sembrava indicare che il colpevole fosse proprio Steve, il bidello. Ciò che avevano scoperto Fluttershy ed Applejack era troppo specifico, considerarlo una coincidenza sarebbe stato sciocco da parte loro. Il problema, però, era che Sunset e le sue amiche non avevano nessuna prova dei fatti, senza le quali la storia dei Vinovy non poteva essere confermata. Steve l'avrebbe comunque fatta franca, nonostante quanto tutto fosse palese. E non avendo idee su cosa cercare di preciso per incastrare l'anziano uomo, l'unico modo che avevano per smascherarlo era farlo parlare. Per prima cosa quindi dovevano catturarlo

Sunset, Rarity e Spike erano ancora nel sotterraneo adibito a stanza del bidello. Si erano messe, utilizzando la poca connessione ad internet che le raggiungeva, in video-chiamata con le amiche, ancora nella stanza del preside, e con Rainbow, nascosta in giro per la scuola dopo aver creato disordine. Quest'ultima teneva d'occhio il bidello da distanza di sicurezza, mente era impegnato a sistemare il caos lasciato da lei dentro ad una classe

“Ragazze!” esclamò Sunset, più grintosa che mai “Avete ricevuto il messaggio di Applejack, vero?!”

“Shh!” la azzittì Rainbow, fiondandosi dietro ad un muro e parlando a bassa voce “Se parli così forte quello mi scopre! Comunque si, a me è arrivato!”

“Anche a noi” aggiunse Twilight, venendo sovrastata da una Jessica euforica “Avevi ragione a sospettare di lui! Non posso crederci... per tutto questo tempo l'ho avuto sotto al naso...”

“Nessuno poteva sospettare di lui, non senza sapere quello che abbiamo scoperto” la confortò Sunset “L'importante è che lo abbiamo beccato! Adesso dobbiamo solo prenderlo, poi Twilight userà la magia sulla sua mente e gli faremo confessare tutto!”

“Più facile a dirsi che a farsi” commentò Rainbow, continuando ad osservarlo. Aveva appena finito di sollevare ed impilare con la sola forza fisica più banchi e sedie contemporaneamente, solo per riuscire a lucidare meglio per terra “Sarà anche vecchio, ma fidati, da sole senza magia non lo riusciamo a bloccare. Neanche io potrei fare qualcosa stavolta. Ci servirebbe la forza di Applejack, ma non arriverebbe mai in tempo”

“A quello ho già pensato io” disse Rarity, mostrando nella videocamera il suo cellulare “Ho mandato un messaggio a Larry, il pasticcere che abbiamo conosciuto ieri io e Pinkie. Gli ho detto che siamo nei guai, che ci siamo nascoste in questa scuola perché c'è un malintenzionato che ci stava inseguendo. E dato che lui è così vicino e così forte, ci serviva il suo aiuto”

“Insomma, gli hai mentito” rispose sarcasticamente Rainbow

“Solo per metà” puntualizzò Rarity “È veramente robusto, in più mi ha risposto che ci metterà poco ad arrivare”

“Grandioso!” esclamò Pinkie, costringendo Rainbow a coprire con la mano il cellulare per lo strillo “Larry è davvero molto, molto grosso! Anche tanto timido, ma soprattutto grosso!” d'improvviso però si fece dubbiosa, quasi insicura “Però... ho come la sensazione che non sia stata una buona idea...”

“Pinkie ha ragione” la appoggiò Twilight, un po' intimorita “Vogliamo davvero coinvolgere qualcun altro in questa storia? Insomma... voi lo conoscete a mala pena...”

“Appena avremo bloccato Steve, lo faremo andare via” la tranquillizzò Rarity “Non serve che sia del tutto coinvolto, ci servirà solo come braccio” si rivolse poi all'amica rimasta sola “Rainbow, gli ho detto di passare dal retro, vai ad aprirgli tu”

Prese poi la parola Sunset “Già che ci sei, corri a cercare una corda per legarlo!”

“Lasciate tutto a me! Vado e torno subito!” rispose, chiudendo la chiamata

“A questo punto sarà meglio radunarci, meglio se tornate in presidenza!” suggerì Jessica alle due ragazze nello scantinato, che non se lo fecero ripetere due volte. Anche loro chiusero la video-chiamata e si avviarono fuori di lì. Pinkie, che non aveva più parlato dopo aver esposto il suo dubbio, si ritrovò con uno strano fastidio allo stomaco. Vi portò una mano sopra senza farsi vedere dalle altre, cercando di capire che cosa fosse

 

Dall'altra parte del portale, Fluttershy ed Applejack passeggiavano nervosamente avanti ed indietro davanti a casa Vinovy. Sunset, e con lei il resto del gruppo, erano talmente euforiche della loro scoperta che non avevano ancora risposto al messaggio, cosa che le faceva stare sulle spine

“Cavolo, rispondete...” borbottò Applejack, fissando continuamente il cellulare “Ma almeno lo avranno letto secondo te?”

Prima che Fluttershy potesse rispondergli, si palesò in mezzo ad entrambe Rainbow con la sua velocità disumana, costringendo entrambe a tener fermi capelli e cappello per via del vento

“Letto, discusso, confermato e pianificato!” rispose lei, per poi prendere entrambe sotto braccio “Siete state grandi, voi due!”

“G-Grazie...” le rispose Fluttershy, ancora un po' intontita per via di quell'arrivo burrascoso. Divincolatasi dalla presa dell'amica, le chiese con giusto stupore “Ma... che ci fai tu qui?”

“Beh, ora dobbiamo solo bloccarlo e fargli confessare tutto! Solo che con la magia non è fattibile, sia Sunset che Twilight hanno paura di fargli del male. La useremo solo per convincerlo a parlare, per catturarlo useremo i metodi classici... “ allungò una mano verso Applejack “Corda, per favore!”

La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Alzò il suo cappello da cowboy e tirò fuori il suo fidato lazo, porgendolo all'amica “Vedi di riportarmelo, è il mio preferito!”

“Stai tranquilla, è in buone mani” asserì Rainbow, avvolgendola attorno al braccio per appoggiarla sulla spalla “Ah, Fluttershy... congratulazioni per il nuovo potere! Stasera si festeggiano due cose!”

Non avendo idea di quanto tempo aveva ancora prima dell'arrivo del pasticcere, per salutarle si limitò ad un gesto della mano, per poi fiondarsi di nuovo ad Oxford a tutta birra, lasciandole di nuovo in balia del suo spostamento d'aria

Scostandosi i capelli dal volto, Fluttershy commentò preoccupata “Speriamo vada tutto bene... vorrei essere lì anche io ad aiutarle...”

“Ed io non sono da meno” le rispose Applejack, sistemandosi il cappello “Ma se la caveranno bene anche senza di noi. Per adesso aspettiamo che la signora Vinovy torni con le lettere. Potremmo provare ad usarle come prove, se la sua confessione non dovesse convincere la polizia”

“Ok!” le rispose semplicemente Fluttershy, sorridendole

 

Le ragazze stavano ancora aspettando il ritorno di Sunset, Rarity e Spike, continuando nel frattempo a cercare qualcosa su Steve. Come Applejack e Fluttershy, pensavano giustamente che tutto ciò che avrebbero trovate forse sarebbe potuto essere utile contro di lui in un processo. Dopo varie ed inutili ricerche, finalmente Jessica aprì l'archivio nel quale era contenuta la sua cartella personale

“Oh, finalmente!” esclamò, estraendola e mostrandola a Twilight “Trovata!”

La ragazza chiuse il cassetto in cui stava cercando e tirò un sospiro “Meno male, credevo non sarebbe più saltata fuori!”

La aprì per iniziare a leggerla, ma la porta si aprì di scatto, facendo sobbalzare tutte le presenti sia per l'evento improvviso e sia perché non c'era nessuno lì davanti. A chiarire la situazione, ma principalmente a tranquillizzarle, Spike saltò fuori da quella che sembrava una cupola invisibile e le canzonò divertito

“Che avete? Sembra che abbiate visto un fantasma!”

“Molto divertente...” rispose sarcastica Twilight, che come le altre aveva intuito quello che era successo. Rarity disattivò i suoi poteri una volta dentro alla stanza chiusa, rivelando se stessa e Sunset

“Scusateci, non volevamo rischiare che fosse qui fuori” spiegò loro Sunset, sospirando ed assumendo uno sguardo serio e deciso “Va bene ragazze, ormai ci siamo quasi. Dobbiamo solo prendere Steve e sarà tutto finito. Lo convinceremo a dirci dov'è la Sunset di questo mondo e poi a confessare quello che ha fatto con la magia”

“Io... avrei già un piano per farlo” disse loro Twilight, dimostrando un po' di gradita fiducia, che Sunset e le altre non esitarono a sostenere

“Siamo tutt'orecchi!”

 

Rainbow era appena ritornata davanti al Deputy, con un po' di fiatone e sudata. Pur essendo allenata ed avendo la magia, percorrere avanti ed indietro quella distanza di corsa restava faticoso. Per di più, al ritorno si era ritrovata il peso del lazo attorno ad una spalla, che non era eccessivo ma di certo non aiutava nemmeno. Un messaggio sul cellulare le permise di fermarsi e di riprendere un po' di fiato per leggerlo. Era di Sunset, le illustrava il piano di Twilight e le spiegava cosa fare a lei ed a Larry

“A-ha... tutto chiaro” disse a se stessa, rimettendolo via ed avviandosi alla porta sul retro che aveva lasciato aperta. Si bloccò per un istante, pietrificandosi quasi dalla paura, nel vedere che proprio lì era fermo un uomo dalla corporatura importante. Sembrava molto nervoso, come se volesse entrare ma senza averne il coraggio

“Uh... entro o non entro? E se le ragazze fossero già uscite? Magari non dovrei...”

Notando la maglia rossa con su scritto “Whole Cake” che sembrava molto il nome di una pasticceria, ma soprattutto sentendolo parlare di ragazze, Rainbow decise di fare un tentativo ed esclamò “Hey!”

L'uomo, seppure grosso come un armadio, si rivelò fifone come un topo e sobbalzò al grido della ragazza, lanciando pure un urletto di paura. Rainbow lo osservò meglio “... tu sei Larry? Quello che hanno chiamato Rarity e Pinkie?”

Il pasticcere, sentendola parlare di loro due, si calmò subito pur rimanendo intimidito “Oh... si, sono io... sei-sei amica loro?”

“Esattamente!” esclamò, rassicurata di chi fosse ed allungandogli una mano “Molto piacere, sono Rainbow Dash!”

“I-Io sono Larry... Flags...” rispose, stringendogli la mano “Oh, ma cosa dico, già lo sai...”

“Perfetto, abbiamo Fluttershy Due...” commentò dopo averlo inquadrato per bene “Beh, seguimi, abbiamo un lavoro da fare!”

“M-Ma... Rarity e Pinkie stanno bene?” gli chiese subito “Mi hanno detto che avevano bisogno di aiuto...”

“Si si, certo... quel tipo che le stava seguendo...” gli disse, ricordando la bugia detta da Rarity “È dentro la scuola, adesso. Ho portato questa per legarlo”mostrò meglio la corda appesa al suo braccio “Ma mi serve il tuo aiuto per bloccarlo alle spalle, da sola non ce la farei”

“Oh... ok, si, va bene...” mugugnò sottovoce in risposta

“Perfetto! Aspetta qui solo un secondo...”

Dopo averglielo detto, Rainbow entrò a passo veloce nell'edificio, per poi scattare a tutta velocità per vedere dove fosse Steve in quel momento. Era l'occasione perfetta, stava per entrare nel corridoio davanti alla presidenza. La ragazza prese il cellulare e lo disse alle sue amiche con un SMS, tornando rapidamente a prendere Larry

“Ok, tutto fatto, andiamo! In fretta!”

“A-Arrivo!” esclamò, incamminandosi anche lui alle sue spalle

 

Steve si passò il dorso della mano sulla fronte. Era abituato a spezzarsi la schiena per pulire quella scuola da cima a fondo, eppure quel pomeriggio era sembrato più pesante e difficile del solito

“Che razza di casinisti... ma almeno ho quasi finito...” commentò tra se e se, iniziando a spazzare l'ultimo corridoio prima di arrivare alla sua stanza. Mentre guardava per terra, un ombra in fondo all'androne attirò la sua attenzione. Non ci vedeva granchè bene, ma riconobbe la sagoma di una persona, che dalla statura riconobbe come giovane. Si fece subito burbero nei suoi confronti “Hey! Che ci fai qui?! Vai via subito, la scuola è chiusa ed io sto cercando di pulire! Mi auguro per te che tu non abbia sporcato in giro!”

Più la sagoma si avvicinava, più anche i suoi colori si facevano accentuati. Oltre al nero, riconobbe anche del giallo e del rosso

“Ma come, non mi riconosci?” disse la persona davanti a lui, facendo capire dalla voce di essere una ragazza. La sua voce lo fece quasi sussultare, ma cercò di nasconderlo

“Cos'è, cerchi di prendermi in giro?” rispose, cercando di mostrarsi più irritato di quanto fosse ”Ti diverti a prendertela con un povero vecchietto mezzo cieco, eh?”

“Non mi vedi?” continuò la ragazza “Magari se mi avvicino ancora ci riesci”

Avanzò di qualche altro passo, arrivando a stare a qualche metro da lui. Era la stessa ragazza con cui si era scontrato il giorno prima e che stava tenendo d'occhio da ieri. Ma cercava di convincersi che non fosse davvero lei

“Allora?” lo esortò lei

“N... No, nulla! E adesso vai via!” rispose, nervoso

“E se ti dico il mio nome? Eh? Forse... Sunset Shimmer, ti dice qualcosa?”

Steve si pietrificò. Prima di quel momento aveva fatto di tutto per evitare di pensarci, voleva credere che il suo occhio lo avesse ingannato come al solito, che le sue orecchie non avessero sentito davvero quella voce, ma adesso anche per lui era innegabile. Sunset era proprio lì, davanti a lui, con uno sguardo enigmatico in viso che non riusciva a capire per nulla

“S... Sunset...” disse, voltando la testa “Non... non puoi essere lei...”

“Ah, no?” rispose lei, quasi soddisfatta, credendo di averlo appena colto con le mani nel sacco “E come mai non posso?”

“Perché... lei è sparita anni fa!” esclamò, appoggiando entrambe le mani alla scopa per sorreggersi

“Ed invece ora sono qui! Sono tornata. Ne sei sorpreso?” gli disse, subito dopo aver ricevuto il segnale da Rainbow. Lei e Larry erano in posizione, quindi non restava che partire con la mossa finale “Se non ci credi, sono qui. Prova ad avvicinarti”

Steve fece cadere la scopa, attonito, per poi avvicinarsi alla ragazza “Sunset... tu... sei davvero tu... dopo tutti questi anni...”

Quando allungò una mano, l'immagine di Sunset che aveva davanti agli occhi si frantumò in mille pezzi. Toccare quel cristallo creato da Rarity era bastato per mandare in frantumi il gioco di specchi che lei, Sunset e Twilight avevano organizzato. Prima ancora che potesse rendersi conto di quello che era successo, Larry gli era arrivato di soppiatto alle spalle come solo lui era in grado di fare e lo aveva placcato a terra, bloccandogli ogni movimento sia con il suo peso che con la sua forza fisica

“Ma che diavolo...?! Levato subito, stupido ammasso di carne!” esclamò infuriato il bidello, dimenandosi per cercare di liberarsi

“M-Mi spiace, non posso!” replicò Larry, senza batter ciglio per il suo divincolarsi o per i suoi tentativi di colpirlo

“Bel lavoro!” Rainbow si affrettò subito a raggiungerlo, legandogli strette sia le mani che i piedi facendosi aiutare dal pasticcere. Ora l'uomo era bloccato, non poteva andare da nessuna parte né liberarsi

“S-Sei sicura che sia lui?” chiese intimorito “Non mi sembra pericoloso...”

“Sicurissima!” rispose Rainbow, per poi voltare lo sguardo verso le amiche appena uscite allo scoperto tutte assieme. Alzò entrambi i pollici in su in segno di vittoria “Missione compiuta!”

Il pasticcere, vedendo le ragazze avvicinarsi, deglutì e strabuzzò gli occhi, facendo un passo all'indietro, quasi spaventato

“Sei stato un vero tesoro, Larry caro!” gli disse Rarity, saltellando sul posto per sembrare più dolce “Adesso ce ne possiamo occupare noi, tu vai pure. Verremo più tardi a ringraziarti ed a fare un po' di scorte di dolci!”

“I... Io... vado... vado subito...” disse a scatti, per poi voltarsi e correre fuori di lì. Sunset lo osservò confusa, lei come le sue amiche

“Wow... che strana reazione!” esclamò Rainbow, seguendolo con lo sguardo

“È solo un timidone, vedere così tante belle ragazze lo avrà intimorito” disse Rarity con una punta di vanità

“Non ne sono sicura...” borbottò Pinkie, continuando a tenersi lo stomaco, che aveva anche iniziato a smuoversi. Credendo che le altre lo avessero sentito, ci scherzò su “Su, su, dopo mangiamo, adesso abbiamo da fare!”

“Già, qualcosa di molto importante...” sibilò Sunset osservando Steve a terra, che aveva smesso di divincolarsi e si era messo a guardare le ragazze che le circondavano

“Si può sapere cosa credete di fare?! Liberatemi subito, se non volete che chiami la polizia!”

“Chiamala pure, almeno non dovremo farlo noi” gli rispose Sunset, piegandosi in ginocchio per raggiungerlo faccia a faccia. Se prima era calma e tranquilla, d'improvviso il suo modo di fare s'infiammò e si fece di colpo cattiva “Adesso voglio che tu ci dica dove si trova Sunset Shimmer! Immediatamente!”

L'uomo digrignò i denti dal nervoso “Avevo ragione, tu non sei lei! Allora te lo ripeto, è sparita da anni! Nessuno sa più dove sia!”

“Nessuno eccetto te, Steve!” replicò Sunset “Sappiamo che sei stato tu a rapirla, non tentare di negarlo!”

L'anziano spalancò gli occhi per quell'affermazione “Cos... io?! Rapirla? Ma che vi passa per la mente?!”

“Sappiamo tutto di te” gli disse Jessica, anche lei arrabbiata ma più contenuta di Sunset “Abbiamo scoperto quello che hai fatto”

“Non puoi negarlo!” aggiunse Rarity “Abbiamo anche delle prove che lo dimostrano! Ti conviene ammetterlo e basta, riusciremo comunque a provarlo!”

“Abbiamo anche altri metodi per farti parlare!” aggiunse Rainbow, avvicinandosi al suo volto e sogghignando. Persino Spike gli si avvicinò ringhiando, sperando di spaventarlo

L'uomo, vedendosi stringere da più lati e sentendosi il cappio alla gola, non riuscì a trattenersi e fece l'unica cosa che si sentì di fare in quel momento. Scoppiare in un forte e liberatorio pianto di dolore

 

Steve lanciò prima un forte grido, tentando ancora di trattenersi, ma poi cominciò lo stesso a singhiozzare sommessamente. Una reazione che nessuna delle presenti si aspettava minimamente, non da quell'uomo tanto burbero e duro. Non sapendo cosa fare, iniziarono tutte a guardarsi l'una negli occhi dell'altra, sperando di trovare un'idea. Per loro fortuna, in mezzo alle lacrime, fu proprio Steve a mettersi a parlare

“Come... hich... come potete pensare che io possa aver rapito Sunse-he-he-het... hich! Avete detto... che... che avete scoperto tutto...”

“...c-certo!” esclamò Sunset, cercando di passare oltre le lacrime dell'uomo “Sappiamo tutto di te! Tu perseguitavi sua madre quando andava a scuola, poi hai seguito la sua famiglia fino a qui e l'hai rapita!”

“C... cosa?!” esclamò l'uomo, smettendo di singhiozzare ma continuando a lacrimare “Ma... ma come vi è venuta un'idea così stupida?!”

“Delle nostre amiche hanno scoperto che tu vieni dalla nostra stessa città in America!” andò avanti Sunset “Sei Steve Vinovy, o Slinky, come ti chiamavano a scuola!”

“Ehm... non... non è così...” disse intimorita Twilight, con la cartella dell'uomo aperta. Sunset gliela strappò dalle mani, sbigottendosi solo a leggere il nome “Steve... Zokorvy? Ma... ma come?!” chiese, voltandosi verso Jessica, che fu sorpresa quanto lei

“I-Io conoscevo solo il nome! Qui a scuola lo chiamano tutti Steve e basta!” cercò di giustificarsi lei

“Io non sono mai neanche stato in America!” disse l'uomo, facendosi le sue ragioni, ormai senza nemmeno più lacrimare “Sono venuto qui dalla Germania al tempo della guerra!”

“Quindi... non... non andavi a scuola con sua madre, Sunset Silk, e non la perseguitavi...” mugugnò sommessa Sunset, a cui l'uomo diede il ben servito

“Sua madre?! Ma quanti anni credi che abbia?! Lei l'avrò vista una volta sola, ma sono sicuro che è molto più giovane di me! Potrei essere suo padre, altro che compagno di scuola!”

Anche se lui era ancora legato a terra, quelle che parevano messe all'angolo erano proprio le ragazze attorno a lui. In mezzo al disagio creatosi, però, Twilight trovò un modo per ribattere

“A-Aspetta... tu credevi che noi avessimo scoperto tutto... ma tutto cosa?”

Stavolta, la ragazza riuscì a prendere in contropiede l'uomo, che si ammutolì ed abbassò lo sguardo. Il fatto che però quelle ragazze sembrassero interessate al caso al punto di fare quello che avevano fatto, gli diede quel minimo di fiducia per poter parlare

“Ve-Vedete... credevo... credevo che aveste scoperto che io e Sunset... eravamo diventati amici...”

“Cosa?” esclamò Jessica, stupita “Amici? Tu e Sunset? Starai scherzando, spero! Non è possibile! Cioè... non che non lo sarebbe potuto essere... credo... ma Sunset non mi ha mai detto nulla!”

“Tu... tu devi essere Jessica, la sua migliore amica, dico bene?” domandò l'anziano aguzzando la poca vista, senza però aspettare una risposta “So bene che Sunset non te lo ha mai detto... le avevo chiesto io di non dirlo a nessuno...”

“Aspetta, aspetta, aspetta... parlacene dall'inizio!” chiese Rainbow, bloccandolo

“Lo farò... ma prima, potete slegarmi?” replicò Steve, venendo subito liberato dalla corda che lo intrappolava. Mentre si rimetteva a posto la circolazione, iniziò a raccontare “È successo poco tempo prima che Sunset sparisse. La situazione con i ragazzi in questa scuola non è mai cambiata, si divertono a prendermi in giro per qualsiasi cosa da sempre...”

 

Quattro anni prima

 

Steve era impegnato a ripulire una delle ennesime “opere d'arte” lasciata dagli studenti sui muri della scuola con i pennarelli indelebili

“Maledetti ragazzini... mocciosi delle elementari, altro che studenti di un liceo...”

Era difficile ripulire un muro colorato con quei così, ma un po' di olio di gomito e la giusta dose di spray almeno aiutava a nascondere il tutto. Ancora impegnato con la pulizia, vide avvicinarsi a lui due ragazzi dell'ultimo anno con le cartelle a tracolla. Erano semplicemente diretti nella loro classe, ma riuscirono anche a trovare il tempo di canzonarlo un po'

“Hey, guarda, il Guercio all'opera” disse il primo, senza neanche preoccuparsi di parlare sottovoce

“Io quel disegno lo avrei fatto più grande, avrebbe fatto più effetto!” aggiunse il secondo, sghignazzando e riuscendo a farlo innervosire

“Non dovete andare a casa?! Aria! Via!” esclamò lui, avvicinandosi solo di un passo. Un gesto che fortunatamente basto a spaventarli ed a mandarli via, ma che allo stesso tempo gli fece tirare un calcio alla bacinella con dentro i contenitori degli spray per le pulizie

Borbottando tra se e se qualche maledizione, si mise a raccoglierli ed a rimetterli dentro uno ad uno. Prima che potesse accorgersene, però, un'altra mano si aggiunse ad aiutarlo a rimettere dentro i vari contenitori. Alzò la testa e vide, per fortuna molto vicina, il viso di una ragazza dai capelli rossi e gialli sorridente mentre prendeva e sistemava i prodotti. Non essendo abituato ad una gentilezza tale lì dentro, si irritò subito

“Che vuoi? Vattene a casa anche tu, se non vuoi che ti chiuda dentro!” gli disse con tono cattivo

“Perché.?” replicò lei “Ti dispiace che qualcuno ti aiuti?”

“Aiuto? Nessuno mi ha mai aiutato, da quando sono in questa scuola!” rispose, ancora più acido

“Lo so, sono tutti cattivi con te, è dall'anno scorso che me ne sono accorta... e mi dispiace molto vederti così. Non hai fatto nulla di male, eppure ti prendono in giro tutti” prima che il bidello potesse dire altro, la giovane si alzò con in mano tutto il contenitore “Beh, non io di certo! Secondo me sei simpatico, se ti si conosce meglio! Non posso credere che tu sia come dicono tutti”

L'anziano, sentendosi fare dei complimenti, non poté che imbarazzarsi. Provò a nasconderlo distogliendo lo sguardo “Certo, come no... c'è un motivo se non ho amici!”

“Nessuno?” insistette lei, sorridendo “Bene, allora io sarò la prima!” allungò una mano verso di lui, sorreggendo la bacinella con una mano sola ”Sunset Shimmer, molto piacere!”

Il peso, però, era un po' troppo per lei e per poco non gli cadde di mano. Steve si gettò con una mano dove il contenitore pendeva, riuscendo a sostenerlo ed ad evitare di dover ricominciare da capo. Tirò un sospiro di sollievo e poi la guardò. Sorrideva ancora, un sorriso che pareva sincero e luminoso. Sospirò di nuovo, stavolta rassegnato “Steve Zokorvy...” con un gesto secco, riprese la bacinella dalle mani della ragazza “Ed ora fila a casa, devo lavorare!”

“E va bene... tanto ci rivedremo domani!” controbatté lei, sorridendogli anche mentre andava via “A domani, Steve!”

Quando Sunset fu finalmente fuori di lì, l'uomo fece una risatina sotto i baffi “Si, a domani...”

 

Presente

 

“Quello era solo l'inizio” andò avanti Steve a parlare “Dopo quella volta, ho iniziato ad aprirmi un po' di più con lei, abbiamo anche iniziato ad uscire insieme qualche volta. Io... non ero mai riuscito a farmi degli amici. Neanche da piccolo, ero troppo timido anche solo per avvicinarmi agli altri. Poi, quando scoppiò la guerra, riuscii a venire fin qui in Inghilterra, ma tutto il coraggio che raccolsi lo usai per cercare un lavoro. Presto divenni lo zimbello di tutti per via della mia ferita di guerra, così... beh, mi incattivii un po” disse, indicandosi l'occhio “La mia vita sarebbe stata sempre casa, lavoro, casa, lavoro... se non avessi conosciuto Sunset. Mi ha parlato di tante cose, di te, della sua famiglia, delle cose che avrebbe voluto fare...”

“Ma... perché non dirlo a nessuno?” domandò Jessica, presa dalla storia

“Beh, per lei” esclamò, rimettendosi in piedi e scrocchiandosi la schiena. L'impatto con Larry non era stato certo un bene per la sua spina dorsale “Se qui a scuola gli altri studenti avessero scoperto che era amica mia, le avrebbero fatto passare l'inferno. L'amica del Guercio, immagina... lei diceva che non le importava, ma io ho insistito che non lo dicesse assolutamente a nessuno. Neanche a te. Quindi... non avercela con lei, ha solo accontentato il capriccio di un povero vecchio”

Jessica gli sorrise “Non ce l'ho con lei, so che è fatta così. Se decide di fare qualcosa, lo fa fino in fondo”

“Ma... noi abbiamo recuperato i file della polizia sul suo caso” disse Rarity, pensierosa “E tu non compari neanche tra i conoscenti. Perché. non lo hai detto neanche a loro?”

Nuovamente, Steve si incupì, preoccupato di ciò che avrebbero potuto pensare le ragazze. Ma ormai, tanto valeva dirlo “Perché sono stato io l'ultimo a vederla, prima della sua sparizione”

“Aspetta... in che senso?!” esclamò Sunset “Intendi dire il pomeriggio prima della sua scomparsa?”

“No... intendo dire... la sera prima” disse, sforzandosi un po' e facendo mancare un battito a Sunset “Vedete, era ormai due mesi che eravamo diventati amici, ed ogni volta che le era possibile cercava di convincermi a farmene anche degli altri. Voleva che conoscessi altra gente, avere più di una sola amica... e voleva iniziare da te” si rivolse a Jessica, che si sentì presa in causa

“Da... da me?” domandò confusa

“Dato che ero a disagio, voleva farmi iniziare da qualcuno di cui si fidasse. Per questo aveva scelto te. Io però dovevo essere presentabile, non con i miei soliti vestiti rovinati, quindi ero andato a fare spese...”

 

Quattro anni prima, sera prima della scomparsa di Sunset

 

Steve si avviò di corsa lungo il viale illuminato solo dai lampioni stradali, sfrecciando nel vicolo che lo avrebbe portato a casa di Sunset con una foga tremenda. La giovane, grazie alla sua testardaggine, era riuscita a convincerlo a farsi fare un abito su misura nuovo di zecca. Gli aveva anche chiesto di farglielo vedere al più presto. Ma dopo essere tornato dal sarto, l'uomo si era coricato nel letto di casa sua crollando dal sonno. Si era svegliato solo pochi minuti prima ed era corso lì molto in fretta, anche se erano ormai le dieci passate e non credeva che l'avrebbe più trovata sveglia. Invece, incredibilmente, non dovette neanche provare a chiamarla. Sunset era affacciata alla finestra, cosa che lui riuscì a vedere solo grazie ad un'illuminazione perfetta. Anche se era un po' tardi ed i genitori le avevano già dato la buonanotte, sperava ancora che Steve arrivasse. La sua pazienza fu premiata

Appena lo vide, si avviò in punta di piedi giù per le scale fino al garage, per il quale non servivano chiavi, lo aprì e corse nel vialetto

“Steve, che cavolo! Credevo non venissi più!” lo rimproverò lei, scherzando

“Lo so, lo so, scusa, ma ieri ho lavorato fino a tardi e dovevo recuperare un po' di sonno” cercò di giustificarsi. Aprì poi le braccia per mostrarsi meglio “Allora, come mi sta?”

Sunset sorrise ed annuì “Molto bene! È perfetto, davvero! Vedrai domani, lasceremo Jessica senza parole!”

“Già, certo, proprio senza parole...” commentò lui in tono negativo “Spero che tu sia certa della tua idea!”

“Lo sono, fidati, non accadrà nulla!” esclamò per rassicurarlo

“Va beh, tanto ormai non ti posso più far cambiare idea... testona...” borbottò ridacchiando, per poi passare ad eseguire un pesante sbadiglio “Ora, se non ti dispiace, sento il letto che mi chiama molto forte... ci vediamo domani!”

“Va bene, a domani!” rispose lei, salutandolo agitando una mano

Appena salutata, Steve si voltò e ritornò per la via di casa, impaziente di avere un incontro ravvicinato con le sue coperte

 

Presente

 

Steve, da tranquillo com'era, si fece abbacchiato “Ma come penso saprete, Sunset il giorno dopo era scomparsa... sparita nel nulla. Non volevo crederci... la mia unica amica, persa così. Non ho parlato di questa cosa con la polizia perché altrimenti avrebbero sospettato di me, mentre invece nascondendolo ho avuto modo di fare anche io qualche indagine per conto mio. Ma purtroppo non sono mai arrivato a nulla...”

Sunset, quasi a non volergli credere, si fiondò a toccargli una mano per leggere i suoi pensieri. Ma, come già si era convinta nel sentirgliene parlare, tutto ciò che aveva raccontato era vero. Vide vari momenti sparsi qua e la dell'anziano assieme a Sunset, felici e con i quali non le fu neanche difficile empatizzare. E, purtroppo, riprovò ancora una volta la tristezza ed il vuoto della sua scomparsa, nonché nel caso dell'uomo il furore e la foga con i quali andò avanti ad indagare fino all'anno precedente

Staccò la mano, lasciando il bidello confuso di ciò che era appena successo alla ragazza, e riuscendo a farlo alterare quando tirò fuori dalla giacca la lettera che aveva trovato nella sua stanza, di cui lesse per intero il contenuto. Rarity aveva notato che c'era scritto dell'altro

“Mi dispiace” lesse, per poi voltarla e vedere la parte mancante “A Sunset Shimmer... l'hai scritta quando non hai avuto più speranza di ritrovarla...”

“Hey, quella è mia!” sbraitò, prendendogliela dalle mani “Si può sapere perché l'hai presa? Ma soprattutto... come fai ad assomigliarle così tanto?”

Non fu lei a parlargliene, ma le sue amiche, che ormai avevano tutte capito che di Steve potevano fidarsi. Sunset si fece in disparte, da un lato molto dispiaciuta per ciò che aveva fatto a quell'uomo, un innocente che con Sunset aveva solo un bel rapporto. Ciò che sentiva verso quell'uomo mentre la osservava non era lo sguardo del colpevole, ma gli occhi di una persona solitaria alla ricerca della sua amica scomparsa da tempo. Purtroppo, però, la scoperta di Applejack e Fluttershy gli aveva annebbiato il cervello, per questo non aveva più neanche provato a farci caso. Dall'altro lato, invece, era arrabbiata. Credeva di aver già risolto il caso, invece tutto ciò che avevano scoperto fino a quel momento era stato un buco nell'acqua. L'ombra nella notte vista dalla vicina era Steve che correva, ma di lui aveva appena scoperto tutto e non c'entrava nulla con questa storia

Eppure, nonostante tutto, c'era qualcosa che le sfuggiva. Per qualche motivo sentiva di essere molto vicina alla soluzione del caso, ma era come se vedesse le cose dal lato sbagliato. Le stava sfuggendo qualcosa, qualcosa che in realtà doveva essere molto chiaro per lei ma che non vedeva in maniera logica

Osservò le sue amiche mentre parlavano a Steve dei loro poteri, sperando che le balenasse in mente qualcosa. L'uomo parve giustamente stupito, ma non sembrò agitarsi più di tanto. Come Meredith, la vicina di Sunset, anche lui ne aveva passate sicuramente molte per sorprendersi. Mentre le fissava, però, notò Pinkie tenersi lo stomaco come se le facesse male. In realtà si rese conto di essersene accorta dalla video-chiamata di prima, ma era troppo eccitata per darci peso. Dispiaciuta di aver ignorato così l'amica, le si avvicinò per controllare il suo stato

“Pinkie? Ti senti male?” chiese, osservandole il viso lievemente pallido

“Che?” rispose lei, accorgendosi solo in quel momento di come era messa con le braccia. Tentò di mentire per non farla preoccupare, benché fosse palese che era una bugia “Oh, no, va tutto bene, è solo... una brutta sensazione...”

“Una brutta sensazione?” disse tra se e se, come se fosse importante

“Cavolo, adesso siamo punto e a capo!” esclamò Spike, ora che poteva di nuovo parlare avendo detto tutto anche a Steve “Non abbiamo più idea di dove cercare questo Vinovy! Anche se sappiamo che è stato lui, non serve a niente se non lo troviamo! Che dovremmo fare, tirare ad indovinare dove vive?!”

“...aspetta...” disse Sunset, cominciando a macinare un'idea “Hai detto... indovinare?”

 

D'improvviso, Sunset ebbe come una rivelazione. Riguardava una sua discussione assieme alla Twilight di Equestria, su un qualcosa che non aveva minimamente considerato, ma che più volte era successa anche nel loro mondo. Pinkie ed il suo sesto senso, meglio noto come Senso di Pinkie. La ragazza aveva spesso delle sensazioni particolari, che spesso e volentieri le permettevano di intuire e prevedere molte cose. Era successo all'arrivo dei genitori della Sunset umana, quando aveva indovinato l'ora a cui sarebbe uscita dall'hotel, era successo prima mentre cercavano di accedere al computer della scuola ed aveva indovinato la password, e queste erano solo le più recenti. Ma ce n'era ancora una, a cui Sunset né nessun'altra aveva minimamente prestato attenzione, ed invece probabilmente era la più importante: perché Pinkie, tra tanti negozi di dolci che a detta di Rarity c'erano lungo la strada, era voluta andare proprio in quella di Larry Flags? E perché adesso aveva quella sensazione, quel senso di dolore che si portava dietro da quando Rarity aveva detto di aver chiamato Larry?

Questo ragionamento la portò ad un'altra idea, riguardo una discussione avvenuta il giorno prima con le amiche. Le ragazze si erano giustamente raccomandate con Sunset di stare attenta alle reazioni delle persone, poiché se qualcuno avesse rapito la sua sosia si sarebbe comportato in modo strano nel vedere lei. Un comportamento strano come quello di Larry pochi minuti prima... Rarity aveva ipotizzato scherzando che fosse stata timidezza per il gran numero di ragazze, ma Larry è il proprietario di un negozio intero, gli da pure il nome, cose del genere potrebbero sempre capitare. E se non avesse reagito così per timidezza, ma per terrore nel vedere proprio lei?

Se questi suoi nuovi sospetti erano fondati, allora Sunset non vedeva una risposta logica perché non esisteva, ma si trovava comunque sotto il suo naso. Pinkie le aveva portato il colpevole grazie al suo Senso, ma nemmeno lei stessa se ne era accorta

“Ragazze...” disse, con voce strozzata, data la quasi insensatezza di quelle parole “Io credo... credo che il colpevole sia Larry”

Il gruppo si guardò storto l'uno con l'altra, senza essere sicuri di cosa dire

“Larry?” chiese Steve, che non sapeva nemmeno di chi stessero parlando

“L'uomo che ti ha atterrato” gli disse Rainbow, per poi avvicinarsi a Sunset “Sunset, io credo che tu sia stanca, tutta questa storia ti sta dando alla testa... va bene che abbiamo detto che il colpevole potrebbe essere chiunque, ma abbiamo anche detto di non gettare accuse a casaccio. Scartiamo per un secondo l'idea che non sia stato Steve Vinovy a rapire la Sunset di questo mondo, va bene. Cosa ti fa credere che sia proprio Larry il colpevole? Ci ha pure aiutate...”

“La sua reazione, prima, quando ci ha viste... è stata esagerata! Credo possa essersi spaventato per me, come avevamo ipotizzato!”

“È possibile...” mugugnò Rarity, con tono comunque insicuro “Oppure si è ricordato che aveva altro da fare...”

“Ma è stata Pinkie a portarci da lui! Pinkie ed il suo sesto senso!” esclamò, come se fosse abbastanza per farsi capire. Le ragazze, invece, si fecero solo più confuse, mandandola in agitazione “Andiamo ragazze! Il Senso di Pinkie! Ve ne ho già parlato!”

“Oh, per l'amor del cielo...” sospirò Rainbow, massaggiandosi gli occhi ed iniziando ad innervosirsi “Pinkie, puoi dirle per favore che sta dicendo un sacco di sciocchezze? Tu e Rarity vi fidate di Larry, no?”

Pinkie si riportò una mano sullo stomaco e strinse con forza, fissando per terra “Io... io non lo so...”

La sua risposta colpì tutti i presenti. Le sue amiche si aspettavano che lo avrebbe difeso, invece in qualche modo sembrava dare ragione alle parole di Sunset. Rainbow, stavolta seriamente nervosa, sbottò di rabbia

“Insomma, ma che avete tutte e due?! Quello lì è più timido persino di Fluttershy, maledizione! Come potete pensare che un uomo del genere possa essere un rapitore?!”

Twilight e Rarity non riuscivano a trovare le parole per esprimersi senza peggiorare la situazione, mentre Steve e Jessica non ci capivano più nulla. Pinkie non reagì in alcun modo alle parole di Rainbow, non sapeva più neanche lei a cosa credere. Sunset, invece, si fece nuovamente decisa. Prima si era lasciata trasportare dall'emozione, come tutte le altre del resto, e si era sbagliata.

Adesso invece ci aveva pensato molto bene, anche utilizzando della logica di Equestria, ma sperava che anche le sue amiche lo capissero. Rarity, data la tensione, cercò di calmare gli animi

“Rainbow, ascolta, se Sunset ci tiene così tanto, domani faremo qualche indagine su di lui... non serve prendersela in questo modo”

“Domani?” chiese Sunset, intromettendosi, con tono quasi stupito

“Si, Sunset, domani” gli rispose lei, calma ma con tono fermo “Ha ragione Rainbow. Siamo tutte stanche, non so neanche quanta magia abbia usato io oggi...” gli spiegò, mostrando che non riusciva più neanche a creare dei cristalli “Adesso ce ne andremo a casa, ci dormiremo su e domani, quando saremo di nuovo riposate, verremo qui e continueremo con le indagini”

“Capisco che tu sia stanca... ” replicò Sunset comprensiva “Se credi di non farcela, allora resta qui per il momento. Ma non possiamo aspettare! Abbiamo il colpevole a portata di mano! Ne sono certa!”

“Beh, eravamo certe anche di Steve, prima...” gli fece notare stavolta Jessica, dimostrandosi d'accordo con le sue amiche

“Sentite, se non volete venire con me, allora andrò a cercare qualcosa per conto mio! Se mi sbaglierò, sarà stato solo un altro buco nell'acqua. Ma questa volta... questa volta so di avere ragione!” si fece spazio tra i presenti, fermandosi per dire solo qualche ultima parola “Lasciate che vi chieda una cosa, però... perché Pinkie stava bene, prima che Rarity chiamasse Larry, mentre ora ha mal di stomaco? Magari il suo Senso stavolta sta cercando di dirci di sbrigarci?”

“O magari ha solo mangiato troppi dolci!” rispose a tono Rainbow. Pinkie continuò invece a non dire nulla, incerta quanto le altre della risposta, pur continuando a tenersi lo stomaco dolorante

“Fate come credete allora!” esclamò la ragazza voltandosi

“Sunset, aspetta...” tentò di dirle Twilight, venendo però del tutto ignorata

Sunset si gettò di filato nella direzione in cui Larry era scappato, lasciando le sue amiche interdette e Rainbow irritata. Twilight si limitò ad osservarla correre via, sconfortata per la sua reazione

 

Sunset si ritrovò ad uscire dalla porta di servizio, ma inutilmente. Ormai Larry era sparito chissà dove, anche guardare a destra ed a sinistra non l'avrebbe aiutata a trovarlo

“Dannazione... dovrò farmi dire da Pinkie e Rarity dove si trova la pasticceria...” disse tra se e se, appoggiandosi al muro della scuola. Adesso che era lì, da sola, quasi si sentiva in colpa per non aver provato a discutere di più con le sue amiche. Si era lasciata trasportare di nuovo, ma questa volta sentiva di avere ragione

Mentre ci rimuginava sopra, alzò lo sguardo ed assistette a qualcosa che la fece sobbalzare. Davanti a lei, c'era Larry. Immobile, fermo come se fosse una statua, ma allo stesso tempo evanescente. Sembrava sul punto di correre via da lì

“Ma che...” si chiese, avvicinandosi per vedere meglio. Appena gli fu a pochi centimetri, Larry sparì e comparve poco più avanti, sempre immobile ed etereo, ma stavolta in un'altra posizione. Sunset vi si avvicinò nuovamente, e nuovamente accadde. Alla ragazza non servì molto per capire cosa fosse successo, almeno ragionando in termini magici

“Questo... sembra quasi essere un ricordo...” disse tra se e se, osservandolo meglio e constatando che il modo in cui lo vedeva era, appunto, molto simile a come vedeva i ricordi delle altre persone “... deve essere il ricordo di quel che è successo in questa zona! È un nuovo potere!”

Concentrandosi meglio, come solo gli unicorni sanno fare, iniziò a vedere una serie continua di immagini residue di Larry. Sembravano quasi essere una traccia, capace di indicarle la direzione che l'uomo aveva preso uscendo dalla scuola

“Grandioso!” esclamò tra se e se, seguendo la scia di immagini verso una direzione sconosciuta della città

 

Dentro la scuola, intento, Rainbow cercava di farsi passare il nervoso passeggiando avanti ed indietro. Per quanto volesse bene a Sunset, in quel momento la stava detestando per la sua ostinazione

“Non posso credere che se ne sia andata sul serio...” borbottò, irritata “Maledizione, so anche io che il Senso di Pinkie non è una cavolata, ma qui ha esagerato! Credere di aver trovato il colpevole così è... è stupido, ecco!”

“A me sembrava molto convinta...” disse Rarity, intristita. Stava già pensando ad un modo per far di nuovo pace con Sunset, una volta riunitesi

“Ma convinta un accidenti!” strepitò Rainbow “Scusa, Applejack ci ha scritto che questo Steve Vinovy si è trasferito proprio qui, nella stessa città in cui sono venuti i genitori di Sunset! E lui perseguitava la madre già da quando aveva la nostra età! Vuoi credere che si tratti solo di una coincidenza?!”

“Non lo so, Rainbow, va bene?!” rispose a voce alta Rarity, stanca di sentirla gridare “So solo che Sunset ci crede sul serio! E non ha senso silurare in questo modo la sua idea! Almeno indaghiamoci su, prima di escluderla!”

Twilight si tenne fuori dalla discussione, osservando solo Pinkie alla sua destra peggiorare sempre di più. Il suo dolore si stava facendo sempre più serio, al punto da costringerla ad appoggiarsi al muro, quasi piegata in due

“Pinkie, forse è meglio se vai in ospedale” le disse Twilight, appoggiandole una mano sulla spalla “Questo non mi sembra un mal di stomaco normale”

“Non credo sappiate dov'è” si intromise Steve, anche lui un po' turbato dalle condizioni della ragazza “Se volete vi ci accompagno io”

Anche lui si avvicinò a Pinkie, mettendole una mano sullo stomaco per cercare di capire se avesse o meno dei tremori e quanto fossero forti. Twilight, vedendolo di schiena, notò un piccolo filamento rosso che spiccava molto sul camice bianco da lavoro dell'uomo. Lo tirò via, constatando che si era attaccato molto bene, ma sentendolo in mano capì che non si trattava di nessun materiale da cucito

“Hey, ma questo...” disse, tirandolo per saggiarne la consistenza. Jessica si avvicinò per vederlo meglio

“Credo sia di Larry” constatò “Aveva una maglia rossa mi sembra”

“Non è il filo di una maglia...” replicò lei, sgranando gli occhi “Questo... è un capello!”

La sua esclamazione fece voltare Steve, incuriosito dalla cosa. Cercò di mettere a fuoco al meglio che poteva per vederlo “Un capello? Ma... è rosso acceso. Così lunghi e rossi ce li ha solo...”

Nella mente dei tre balenò nello stesso momento la medesima idea, il medesimo nome, che dissero nello stesso momento “... Sunset!”

Anche Rarity e Rainbow, che si erano messe a litigare, si voltarono verso di loro nel sentirle esclamare il suo nome

“Beh, ma... glielo avrà attaccato lei prima!” teorizzò Jessica, cercando di dare una spiegazione alla cosa

“Impossibile” gli spiegò Twilight “Sunset non si è avvicinata così tanto a Steve da attaccarglielo così, sembrava appiccicato, come se fosse stato schiacciato lì sopra”

“L'unico che mi è rimasto attaccato come dici tu è stato Larry...” puntualizzò Steve, diventando improvvisamente iracondo “Credo che sia davvero di Sunset... ma non di quella che se ne è appena andata... quel maledetto...”

“Aspettate...” aggiunse Rainbow, osservando il capello “Allora... questo significa che il Senso di Pinkie ci ha davvero condotti al colpevole?! Che non è stato Steve Vinovy?!”

Appena terminata la frase, Pinkie dietro a Steve cadde in ginocchio, tenendosi saldamente lo stomaco con entrambe le braccia. Prima le venne una forte tosse, poi emise un profondo sospiro ed infine allargò la bocca più che poteva. Da lì, si sentì chiaramente il suono di un'esplosione ed uscì in seguito un forte getto di fumo violaceo, cominciando a respirare pesantemente

“Oh, cielo...” disse lei, in mezzo all'asma “Mai avuto... un mal di stomaco... del genere...”

“Pinkie, ma che cavolo è successo?!” esclamò Rainbow, aiutandola a rialzarsi

“Credo... sia stata la torta di ieri” spiegò loro, pensierosa “Quella era molto buona... ma dentro c'era qualcosa di molto, molto cattivo”

“Del tipo...?” chiese Rarity, incerta

“Non ne sono sicura, ma credo... siano le mani di chi l'ha fatta” disse chiaramente, facendosi seria e quasi arrabbiata “Sapete, credo che Sunset abbia ragione a sospettare di Larry. Con tutti quei dolci non me ne ero resa conto, ma quello lì ha davvero qualcosa che non va”

Adesso che anche Pinkie ne era sicura, ma in particolare per via del capello trovato sul camice di Steve, nessuna di loro aveva più dubbi. Stavolta Sunset ci aveva azzeccato, Larry era diventato il sospettato numero uno ed anche il probabile colpevole

“Ci devo aver messo un po' a capirlo perché quella torta era davvero pesante da digerire” continuò lei “Sapete, è un peccato che una persona che fa dolci così buoni sia in realtà un criminale...”

“Si, si, certo, ce ne parlerai mentre andiamo a cercare Sunset!” le disse Rainbow afferrandola per la mano e correndo verso l'uscita. Se Larry era davvero chi avevano appena scoperto, allora Sunset avrebbe potuto cacciarsi nei guai cercandolo da sola. Rarity, mentre erano di corsa, tirò fuori il cellulare ed iniziò a fare qualche chiamata

 

Sunset continuava da qualche minuto a seguire le tracce di Larry, constatando fortunatamente che era solo lei a vederli. Nessuno per strada infatti sembrava notare la loro presenza, infatti ci camminavano in mezzo come se nulla fosse. La cosa era un bene in ogni caso, non avrebbe dovuto dare spiegazioni in questo modo

Finalmente, dopo qualche minuto di corsa, la ragazza si ritrovò davanti alla pasticceria dell'uomo. Proprio in quel momento, però, le sue immagini sparirono davanti agli occhi di Sunset come se fossero degli sbuffi di fumo. La ragazza non aveva ancora pieno controllo del potere, quindi era normale che potesse non funzionare bene

“Oh, andiamo, non ora!” esclamò, nascondendosi poi nel vicoletto di fianco al negozio, per evitare di essere vista. Si affacciò solo con la testa per osservare meglio dove si trovasse, ma non vide nessuno all'interno. Poté però notare che davanti alla porta d'ingresso il cartello appeso segnava “chiuso”. Quindi i casi erano due, o l'uomo si era nascosto lì dentro oppure era andato oltre, magari verso casa sua. Senza poter seguire le sue tracce era impossibile dirlo

“Va bene, riproviamo” disse tra se e se

Tentò nuovamente di concentrarsi, proprio come faceva in forma di unicorno per accumulare magia nel corno. Si massaggiò anche la fronte con entrambe le mani e chiuse gli occhi, sperando che servisse a qualcosa, ma quando li riaprì non vide nulla davanti a se

“Cavolo, niente da far...EEK!”

La ragazza strillò e trasalì, rischiando quasi di cadere per terra, vedendo al suo fianco proprio Larry con una mano rivolta verso di lei. Ma si rese presto conto che era stata una reazione stupida. Quello che vedeva era solo un altro ricordo, non quello vero. Tirò un sospiro di sollievo, cercando di ricomporsi nel frattempo. Per prima cosa, seguì il loro percorso con lo sguardo, dato che questi non andavano più sulla strada di prima. Stavolta proseguivano alle sue spalle, conducendola verso una porta sul retro della pasticceria

La porta era di ferro pesante. Dal suo aspetto, pensò che sarebbe stata difficile da aprire, invece bastò appoggiarci sopra la mano per farla spalancare. Se da una parte era un sollievo, dall'altra poteva non significare nulla di buono. Cercò di farla andare avanti con delicatezza e senza fare rumore, addentrandosi poi dentro all'unico corridoio presente

Proseguì per qualche passo, trovando quasi inutili ed inquietanti le immagini di Larry che la accompagnavano. Questo, almeno, finché non ne vide una divisa a metà. La prima metà la vedeva chiaramente, mentre la seconda era impossibile in quanto era incorporata e probabilmente andava oltre un'altra porta, a metà del passaggio. Si avvicinò con passo felpato, paralizzandosi nel sentire una voce al suo interno

“Non è possibile... non l'ho vista... non è possibile...” disse, quasi con tono spaventato. Anche se bassa, riconobbe subito che apparteneva a Larry. Immaginò che stesse parlando di prima, quando gli occhi dell'uomo erano caduti proprio su di lei al Deputy, che stesse cercando di convincersi di non averla vista. Avrebbe voluto entrare subito ed interrogarlo, ma qualcosa attirò la sua attenzione

Vide un'altra immagine di Larry che proseguiva in quel corridoio. Però era diversa da quelle che stava seguendo. Era molto più sfocata e meno luminosa, quasi sul punto di sparire. Il suo primo pensiero fu che si trattava di un ricordo meno recente, anche se non riusciva a stabilire quanto. Incuriosita dalla cosa e vedendo che anche quelle formavano una scia, decise di seguirle per vedere dove la portavano

Si ritrovò a passare davanti ad una porta. Dalla sua posizione sembrava condurre all'interno del negozio vero e proprio, ma non era lì che la traccia la stava portando. Larry aveva proseguito verso quel corridoio, fino ad un'ultima stanza. Questa era senza porta, ed era anche il capolinea del corridoio. Vedendola dalla sua posizione, ossia arrivandoci, vide bene un mucchio di scatoloni di legno impilati alla bene e meglio. Poteva trattarsi quindi del magazzino del negozio. Ma, in realtà, non era sono quello

Sunset vi ci entrò. Le immagini di Larry erano sparite nel nulla, quindi non c'era nemmeno più la loro leggera evanescenza ad illuminare la stanza. Tastò il muro lì di fianco alla ricerca di un interruttore

 

Quando finalmente lo trovò ed accese la luce, vide di non essere da sola

Dopo tutta quella ricerca, dopo quasi quattro anni dalla sua scomparsa, trovò finalmente la sua sosia. L'altra Sunset, quella del mondo umano, era proprio lì davanti a lei. Ma, nel momento in cui la vide, non provò gioia né sollievo. Al contrario, sentì un profondo senso di raccapriccio e pena

Riconobbe che si trattava di lei solo per via della chioma, rossa e gialla proprio come la sua. Per il resto, era irriconoscibile. A partire proprio dai capelli, che erano estremamente rovinati e tenuti male, la osservò in viso. I suoi occhi erano quasi vitrei, fissi in un'espressione di resa e sofferenza. Vide molto chiaramente anche che le sue guance erano rigate da scie di lacrime, piante per un tempo che non poteva neanche immaginare. La bocca semi aperta era sufficiente a farle patire la sua stessa sofferenza, anche senza toccarla era palese che fosse esausta. I polsi erano visibilmente cicatrizzati, per via delle strette catene di ferro che la costringevano a tenere entrambe le braccia alzate, bloccate ed appese alla parte. Anche le caviglie erano nello stesso stato, ancorate saldamente al pavimento con i medesimi ferri. Ciò che aveva addosso sembrava la cosa più sana di tutto quello spettacolo orribile, un vestito intero pulito ed ordinato, che era anche quasi sicura di aver già visto da qualche parte

Capì che era viva solo grazie al fatto che le vedeva muoversi il petto nella respirazione, ma si trovava in condizioni critiche se era rimasta per quattro anni in quello stato, come lei credeva. Non sembrava essere malnutrita, ma avvicinandosi a lei poté chiaramente notare lividi sparsi qua e la su tutta la parte di corpo scoperta. Non osava immaginare come fosse ridotta sotto agli indumenti

“Oh Celestia...” sospirò lei, avvicinandosi per osservarla meglio. La prigioniera scostò la testa e sbarrò gli occhi nel vederla, iniziando ad ansimare pesantemente

“Chi... ei... tu...?” le chiese, con un filo di voce estremamente flebile. Sembrava quasi che non avesse più voce. Ed era plausibile, immaginando quanto avesse potuto gridare e da quanto tempo

Sunset si ritrovò ad avere gli occhi lucidi nel vederla in questo stato. Era come vedersi ad uno specchio, uno specchio che le mostrava una realtà tremenda. Aveva paura di toccarla, sia perché non sapeva dove avesse male sia perché era spaventata all'idea di vedere i suoi ricordi. Ma doveva farsi forza. Era venuta fin lì con una missione, quella di ritrovare la Sunset di quel mondo. E ci era riuscita, adesso era proprio lì davanti a lei. Non cercò neanche di nascondere le lacrime di gioia, non era necessario farlo

“Io... sono qui per portarti via, al sicuro!” le disse, sorridendole e stringendo un pugno per dimostrarle determinazione. Anche gli occhi della sua sosia davanti a lei si illuminarono, nel sentirle dire quelle parole. Prese in mano le catene, cercando di non smuoverla troppo e di non toccarla “Adesso ti libero, devo solo capire come...”

Mentre cercava di analizzarle, però, sentì una porta aprirsi nel corridoio alle sue spalle. Doveva essere soltanto Larry, nessun altro poteva trovarsi lì. Presa dal panico, lasciò perdere le catene e si buttò a nascondersi dietro agli scatoloni della stanza, evitando per un pelo di essere vista dall'uomo, che arrivò con aria sconvolta ed il respiro pesante. Appena guardò all'interno della stanza, sorrise

“Oh, meno male... allora sei qui... ero certo di essermi sbagliato... ma dovevo confermare...” alzò poi lo sguardo, mostrandosi in pensiero “Ah, cavolo, mi dispiace. Ho dimenticato la luce accesa, spero non ti abbia dato fastidio. Lo so che è molto forte... non vorrei che i tuoi occhi si rovinassero...”

La Sunset incatenata tentò improvvisamente di rannicchiarsi in se stessa, fissandolo con aria terrorizzata, mentre quella nascosta si stava limitando ad osservare la situazione cercando anche di non respirare

“Sai, oggi ho visto una cosa, ma credo di essermela solo immaginata” disse Larry, avvicinandosi a lei “Tu sei sempre qui, solo mia, come sempre...”

Arrivò ad osservarla sorridente dall'alto in basso. La povera ragazza, sempre più terrorizzata, si mise a guardare nella direzione in cui la sua sosia si era nascosta, con due occhi che le imploravano di aiutarla. Larry, notandolo, vi si avvicinò, facendo sentire Sunset estremamente in pericolo. Larry, per sua fortuna, allungò semplicemente un braccio e lo infilò nello scatolone davanti a lei

“Cosa c'è? Vuoi che ti faccia una foto?” disse, tirando fuori una videocamera digitale “Con molto piacere...”

Sunset si spostò verso degli scatoloni più vicini all'uscita, mettendosi alle spalle di Larry. Lo vide mettersi su un ginocchio per poter scattare una foto ravvicinata alla ragazza prigioniera. Anzi, più di una foto. Sentì partire diversi scatti

“Dai, ci siamo... sei perfetta, un vero angelo” continuava a ripetere l'uomo tra uno scatto e l'altro. Più lo sentiva parlare, più la sua rabbia nei suoi confronti cresceva

“Ecco fatto. Sono certa che sei venuta benissimo. D'altronde, come potrebbe essere altrimenti... sei splendida, non faccio altro che ripetertelo...”

Si avvicinò con la mano per accarezzarle il volto, cosa che la Sunset incatenata non parve per niente apprezzare. Cercò di allontanare il viso, ma sapeva di non poter andare da nessuna parte, perciò si limitò ad osservare la mano del mostro con aria terrificata mentre le si avvicinava alla gote. Poco prima che potesse toccarla, la rabbia della sua sosia raggiunse il culmine. Balzò fuori dal suo nascondiglio e gli corse addosso

“Non ti azzardare a toccarla!” gridò furiosa, tirandogli una spallata utilizzando tutto il suo peso per smuoverlo. Quel contatto, benché non fosse nelle sue intenzioni, le fece avere accesso ai ricordi dell'uomo. Ma data la situazione, decise di approfittarne e di controllarli tutti, come aveva imparato a fare. Partì quindi da quelli più vecchi

 

Si ritrovò nel cortile della Canterlot High, qualche anni prima. La scuola non era diversa da come la conosceva lei, eppure non poté fare a meno di chiedersi come mai fosse finita lì. Il ricordo era quello di un giovane ragazzo, nascosto dietro al muro della scuola intento ad osservare da distanza un gruppetto di ragazze. In mezzo ad esse, riconobbe subito Silkie da giovane, in quanto come già sapeva era la sua sosia con i capelli diversi. E capì anche dove aveva già visto il vestito addosso alla Sunset incatenata, era identico ad uno di quelli indossavano dalla donna quando ancora andava in quella scuola. Muovendosi nel ricordo, poté vedere il ragazzo che la spiava. Dal taglio di capelli, neri e che gli coprivano un occhio, riconobbe grazie alla descrizione del messaggio di Applejack che si trattava di Steve Vinovy

“Ma allora...” disse tra se e se, iniziando ad intuire qualcosa

Il ricordo cambiò più volte di posizione, ma mai di azione. Riguardava sempre Steve che seguiva Silkie ovunque andasse, sia che fosse a scuola e sia, come aveva ipotizzato il signor Remington con Fluttershy, all'esterno. La seguiva dentro le classi, in mensa, nei bar, per i negozi durante lo shopping, ed il tutto senza che nessuno lo notasse, nemmeno Silkie stessa

Anche se non li vide tutti, Sunset capì che quelle cose erano andate avanti per tutti gli anni. Steve era follemente innamorato di Silkie, al punto tale da diventare il suo stalker. E non solo la seguiva, ma collezionava qualsiasi cosa che la ragazza avesse usato e dimenticato oppure gettato. Vide, infatti, che nella sua camera di quando era ragazzo, aveva organizzato un piccolo tempietto con una sua foto e tutti gli oggetti che aveva raccolto nel tempo

Ma tutto cambiò durante il fatidico anno dei Friendship Games, durante i quali Silkie conobbe e si innamorò di Evening Radius. Ancora non aveva idea di che cosa facesse Vinovy in segreto, ma per sua fortuna anche Radius aveva una specie di dono. Pareva infatti essere l'unica persona al mondo a rendersi conto della presenza di Steve li attorno, ed infatti lo vedeva sempre aggirarsi nei dintorni della ragazza. Le prime volte lasciò perdere, ma dopo breve tempo cominciò a seccarsi della faccenda, iniziando a cacciarlo ogni volta che poteva. Presto, Silkie si rese conto di che cosa succedeva, soprattutto in uno specifico momento

Steve si era nascosto dietro ad un albero, ma Radius, come sempre, lo aveva già visto. E dato che non era la prima volta che gli diceva di smetterla, quell'ennesima fu la goccia che fece traboccare il vaso. Si avviò a passo spedito verso di lui e lo afferrò per il collo, sollevandolo e sbattendolo contro il tronco della pianta

“Ancora non lo hai capito, Vinovy?” gli disse il ragazzo, in tono furioso “Devi piantarla si infastidire Sunset!”

“Ngh! Lasciami!” gli rispose lui, facendo finta di non sentirlo

“Perché ti diverti così tanto a seguirla?!” insistette Radius, agitandolo per fargli male. Silk subito corse verso il suo compagno, cercando di capire cosa fosse successo. Fu in quel momento che Steve vuotò il sacco, facendo appello a tutte le sue forze, estremamente timido com'era

“Io la amo! La amo alla follia! Io amo Silkie!” gridò, facendosi di proposito sentire anche dalla ragazza. Radius lo mise a terra, ora che finalmente aveva avuto la sua risposta. Lui ne approfittò per massaggiarsi il collo ed intanto osservare la ragazza, ansioso della sua risposta. Lei, però, si rintanò alle spalle dell'altro ragazzo

“Mi... mi dispiace... ma per me non è lo stesso” disse, senza neanche osservarlo “Io sto con Evening. Lo amo, e non c'è niente che mi farà cambiare idea”

In quel momento, Sunset poté sentire tutto il mondo che crollava addosso a Steve. Il ragazzo si voltò e corse via, in lacrime e con il cuore spezzato. Ma non era in alcun modo finita lì

I ricordi proseguirono. Nonostante il rifiuto, Steve non smise di seguire Silkie ovunque ella andasse, venendo ogni volta prontamente beccato e cacciato da Radius. Per lui, la ragazza era ormai diventata una vera e propria ossessione. Tra i ricordi, vide anche quello di cui gli aveva scritto Applejack, allo Zoo davanti all'area di Irving. Non smetteva mai di seguirla, nemmeno quando la scuola finì, rendendo Radius sempre più rabbioso nei suoi confronti e Silkie sempre più disperata e con una sorta di cappio al collo

Alla fine, quando nessuno dei due riuscì più a sostenere la situazione, decisero entrambi di trasferirsi. Di andarsene via, lontani da quel maniaco. Come Applejack teorizzava, non erano spariti dalla loro città per lavoro, ma per smettere di essere tormentati. Steve era disperato, aveva perso l'unica sua ragione di vita ed adesso non sapeva più come fare. Poi, per un breve periodo, tutto cambiò

I genitori, a conoscenza del suo problema e preoccupati per il suo stato, gli fecero conoscere Emma. Steve, per un breve periodo della sua vita, sembrò cambiato, e non solo all'esterno. Sunset vide quei ricordi come se fossero quelli di una persona qualsiasi. Nonostante la sua profonda timidezza stava con Emma, si divertivano insieme, trovò un lavoro ben pagato, tutte cose normalissime. Arrivò persino a sposarla ed ad avere un figlio con lei, S.J., il che lasciava pensare che da quel momento tutto sarebbe stato a posto. Ma la storia di Silkie era tutt'altro che finita: nella sua mente, ancora girava il suo ricordo. Più il tempo passava, più la sua ossessione sembrava venire a galla. Iniziò a chiamare più volte la moglie con il nome della ragazza, a tentare di fare cose che piacevano a Silkie, ma ogni volta che si accorgeva che lei non aveva assolutamente nulla in comunque con lei, esplose. Iniziò con il diventare violento con lei, per molto tempo, ma quello era solo il suo modo di sfogarsi. Non sarebbe andato avanti a lungo in quello stato, c'era un'unica soluzione al suo problema. La sua Silkie

Da quello che Sunset riuscì a vedere nei ricordi, gli ci volle quasi un intero anno di ricerche, ma alla fine, principalmente tramite contatti inconsapevoli sui social network e foto condivise dalla coppia, riuscì a scoprire dove Silk e Radius si erano trasferiti. Diede l'addio alla sua famiglia e, con i soldi messi da parte nel suo lavoro, anche lui partì per Oxford lasciandosi alle spalle una moglie disperata ed un figlio che lo odiava. Questo accadde esattamente cinque anni prima

Appena arrivato, iniziò subito a cercare Silkie. E, per quanto Oxford non fosse certo piccola come città, alla fine la riuscì a trovare. La vide davanti ad una scuola media, ma era diversa da come la ricordava. Era ovviamente cresciuta, ma per lui non era più la sua Silkie. Era diventata qualcos'altro, qualcosa che non reputava più perfetto. Però, prima di andarsene, capì che c'era ancora una possibilità: la bambina che era appena uscita da quella scuola, sua figlia. Identica a lei già a quell'età, nonostante una lieve differenza di tinta dei capelli era perfetta. Inutile dire che la sua ossessione si spostò da Sunset Silk a Sunset Shimmer, ma decise di aspettare a muoversi. Cominciò a comportarsi normalmente per un po', cercando lavoro come tutto fare ed, alla fine, riuscì anche in poco più di metà anno a creare la sua pasticceria personale. Il tutto senza che Silk o Radius lo scoprissero

Inoltre, data la facilità con cui Radius gliele suonava ogni volta, cominciò ad andare in palestra. Non voleva più essere messo sotto, né da lui né da nessun altro. Seguì dei corsi intensivi da body builder per raggiungere la sua forma fisica attuale, ed infine, con un nuovo taglio di capelli, divenne irriconoscibile per chiunque. L'unica cosa che non cambiò mai fu il suo imbarazzo verso le altre persone, che lo resero un armadio a due ante ma terrorizzato dalla minima cosa. Anche se, dentro di lui, era iniziato a nascere qualcosa di nuovo...

La ciliegina sulla torta, il motivo per cui neanche sapendo il nome di Steve Vinovy lo avrebbero mai trovato, fu la sua decisione di cambiare nome. Non solo di nomina, ma effettivamente per vie legali. Tornò per un breve periodo alla sua vecchia città, dove ancora non aveva tolto la sua residenza, abbandonò il suo nome di Steve Vinovy e si fece chiamare da quel momento Larry Flags, così facendo una volta ritornato in Inghilterra nessuno sarebbe mai più riuscito a risalire a lui

Da quel momento, Sunset iniziò a vedere gli ultimi ricordi, quelli che più le interessavano. Larry passò il restante mezzo anno a lavorare come pasticcere ed a seguire la giovane Sunset di Oxford a scuola, stavolta facendo più attenzione e nascondendosi meglio, così facendo non si fece mai notare quelle poche volte da Radius. Era rimasto invisibile nonostante la sua stazza, cosa che gli tornava estremamente utile in quei casi. E quando la ragazza terminò le scuole medie e si iscrisse al Deputy Lyceum, quattro anni e un mese prima, capì che era il momento giusto per agire. Ma doveva farlo senza che i genitori ne nessun altro la vedessero

Iniziò a seguirla di nascosto ovunque, per quasi un mese, ma non c'era nulla da fare. Con lei c'erano sempre i genitori, oppure la cara amica Jessica, da poco si era persino intromesso il bidello della scuola. Stava per impazzire, ma una sera, mentre era appostato davanti casa sua, accadde l'impensabile. La ragazza scese ed uscì in giardino, nel quale c'era Steve che la aspettava dopo essere corso lì in fretta e furia. Parlarono per pochi minuti e poi l'uomo andò via, lasciando Sunset a rientrare da sola. Larry raccolse tutto il suo coraggio e la chiamo

“H-Hey, ragazz... Sunset! Aspetta!” gridò, facendola voltare. Subito la ragazza si sorprese dell'uomo, non lo aveva minimamente notato. Per cercare di non spaventarla, partì da un argomento vago “T-Tu sei Sunset Shimmer, vero? La... la figlia di Silkie”

Nel sentire quel nome, Sunset sembrò un po' tranquillizzarsi “Silkie... è così che chiamavano mia madre alla mia età. Sei un suo amico?”

“S-Si, andavamo a scuola assieme...” rispose, cogliendo l'occasione

“Wow! E sei venuto fin qui dall'America? Forte! Ah! Vorrai vederla! Aspetta che la vado a chiamare!” disse lei, voltandosi. Ma Larry aveva altri piani

“A-Aspetta, non-non serve” gli disse, facendola fermare. Lui tirò fuori dalla tasca del giubbotto uno dei pacchetti del suo negozio “B-Basta che gli dai questo, era so-solo un pensierino”

Sunset si avvicinò per prendere il pacchetto. Era un po' timorosa, ma sapeva anche che i genitori si erano trasferiti lì dall'America, se quell'uomo era venuto fin lì e conosceva il nome della madre, pensò che non era il caso di preoccuparsi. Ma sbagliava di grosso

Prese il pacchetto regalo dalla sua mano “Va bene, ma mi dici come ti chiami? Almeno so da parte di chi...”

La ragazza non finì mai la frase. Sapendo che con le buone non avrebbe mai ottenuto niente, Larry le sferrò un violentissimo diretto dritto allo stomaco, tappandole la bocca con l'altra mano prima che potesse gridare. Ma non fu necessario, alla ragazza bastò quel colpo per perdere conoscenza. L'uomo inizialmente non si era reso conto della sua forza, tanto meno di ciò che aveva fatto alla ragazza, ma non aveva nemmeno considerato l'allenamento da body builder. Ora aveva molto più testosterone in corpo, tanto da farlo agire d'impulso in quella situazione

La ragazza era svenuta, nessuno aveva visto nulla e la serranda del garage si stava abbassando da sola meccanicamente. Non c'era nessuna traccia in giro che avrebbe aiutato con le indagini e la ragazza non aveva nulla con se perché credeva di uscire solo qualche minuto. Nessuno avrebbe mai potuto sospettare di lui, in alcun modo. A quel punto, prese la giovane in braccio e ritornò dentro la città, forte del fatto che, come sempre era invisibile per gli altri

Sunset, a questo punto, credeva di aver visto abbastanza ricordi. Ma era rimasta talmente tanto bloccata sull'uomo che non riuscì a staccarsi, e fu costretta a vedersi anche parte di quelli seguenti. Qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere e che cercò di far scorrere velocemente. Vide Sunset risvegliarsi incatenata, avere subito a che fare con il suo aguzzino, lui che faceva tanto il dolce e poi la colpiva violentemente quando le rispondeva male, sentire le sue ossa rompersi, le sue lacrime, le sue grida in quella stanza così isolata, lui che la nutriva a forza, che la vestiva, che se la prendeva con lei fisicamente quando qualcosa gli andava male, le centinaia di foto scattate e l'ossessione sempre più crescente di Larry che continuava a ripetergli “Un giorno, mi amerai tanto quanto io amo te”...

 

Infine, Sunset riuscì a staccarsi da quell'ultima serie di orrori. Si ritrovò esattamente al momento della spallata all'uomo. Non era stata tanto forte da fargli male, ma la sua posizione inginocchiata ed il colpo a sorpresa riuscirono a sbilanciare quell'uomo pachidermico ed a farlo cadere su una delle scatole, sfondandola di peso

“Ma che accidenti...” disse lui, rialzandosi. Subito non si era reso conto di che cosa fosse successo, ma quando alzò gli occhi gli fu tutto più chiaro. Sunset si era messa davanti alla sua sosia per proteggerla, aprendo le mani come per farle da scudo. Negli occhi aveva un espressione puramente furiosa, ma allo stesso tempo spaventata dall'uomo. Per lei, che lui provasse quelle cose disgustose per la sua controparte di quel mondo, era come se le provasse anche per lei. Ne era disgustata, ma allo stesso tempo non poteva non proteggere l'altra se stessa. Larry, nel vederla, sgranò gli occhi

“Tu... sei quella di prima!” esclamò, alzandosi in piedi “Sei... sei proprio come lei! Sei perfetta!”

Allungò una mano verso di lei ma, sia per lo schifo sia per la collera, Sunset la evitò come se dovesse schivare un colpo

“Non osare avvicinarti né a me né a lei, chiaro?!” gridò, stringendo la sua sosia tra le braccia per rassicurarla. Ma l'uomo parve non dare minimo peso alle sue parole

“Oh, capisco... do-dovrò domare anche te, come ho fatto con lei... non importa, pazienterò, ho tutto il tempo del mondo...”

“No, ti sbagli!” rispose Sunset, dando un bacio in fronte alla prigioniera, per poi rialzarsi “Il tuo tempo scade ora!”

Le cose, però, presero una brutta piega. Tentò subito di attivare la trasformazione in Daydream Shimmer, ma a vuoto. Aveva usato poco potere per seguire le tracce dell'uomo, ma quella così lunga acquisizione di ricordi, benché nel mondo esterno fosse durata meno di un secondo, per lei era stata un grossissimo spreco di magia. Larry la afferrò per un braccio con una morsa d'acciaio

“No! Lasciami! LASCIAMI!” gridò a pieni polmoni, divincolandosi con tutte le sue forze

“È inutile che fai così, presto anche tu sarai solo mia...” gli si avvicinò alla guancia e le diede un bacio, facendole venire un conato di vomito “Mia e di nessun altro!”

Sunset pensò di essere spacciata. Invece, dal corridoio prima di quella stanza arrivò un potente boato ed una risata malefica. Se prima credeva di essere nei guai, ora la situazione era seriamente peggiorata. In volo da quel passaggio arrivò in tutto il suo oscuro splendore Midnight Sparkle, che si bloccò in volo proprio davanti a tutti. Il sorriso che aveva in viso non era però quello che le aveva già visto, di superiorità, bensì di rabbia

“Levale subito le mani di dosso!” gridò lei, caricando tra le mani un globo di magia oscura e scagliandoglielo dritto sulla schiena. Nonostante la sua corporatura, una botta del genere fu potentissima, così tanto da farlo volare contro il muro alle sue spalle, evitando fortunatamente di beccare la Sunset incatenata e liberando l'altra dalle mani dell'uomo

“T-Twilight? Sei tu?!” esclamò, intimorita, Sunset. Midnight Sparkle la fissò negli occhi e sospirò

“Si, sono io... almeno per adesso...” rispose, intimorita quanto Sunset “Non so per quanto tempo riuscirò a controllarmi... devi trasformarti anche tu!”

“Non posso, ho usato troppa magia prima di arrivare!” rispose lei, osservando Larry rimettersi in piedi. Stavolta non sembrava più tanto timido o falsamente simpatico, ma infuriato come mai prima d'ora. Midnight, vedendolo e sentendosi sempre più alla mercé della magia nera, trovò un unica soluzione

“Allora ti ricaricherò io!” esclamò, irradiando il corpo di Sunset con un raggio magico. Bastò un unico colpo secco, Midnight Sparkle tornò ad essere Twilight e la sua amica, quasi senza volerlo, si tramutò in Daydream Shimmer. Larry, accecato dalla rabbia, si gettò di prepotenza alle spalle della ragazza sollevata da terra, ma una barriera magica creata sul momento lo rispedì indietro. Daydream si voltò, fissandolo carica di odio

“È finita, adesso. Arrenditi e non ti dovrò fare del male”

Nonostante la furia, Larry capì che non aveva molte opzioni. Guardò la Sunset incatenata, che sembrava più interessata a cosa faceva lui piuttosto che alle due mostruose forze magiche, e le disse “Mi dispiace, per ora devo lasciarti... ti prometto che tornerò a prenderti!”

Daydream digrignò i denti, ma prima di poter fare qualsiasi cosa Larry sollevò due pesantissime casse di legno, una per braccio, tirandogliele addosso. La ragazza dovette disintegrarle entrambe con due raggi magici per evitare di essere colpita sia dal legno che dal contenuto, proteggendo allo stesso tempo Twilight e l'altra Sunset. Ma nel farlo, Larry ne approfittò per scappare via nel corridoio. Il primo istinto di Daydream fu quello di inseguirlo, ma appena prima di uscire dalla stanza si ritrovò a ritrasformarsi in Sunset. Essere irradiata dalla magia di Midnight Sparkle aveva aiutato, ma non sarebbe durata per sempre. Sunset, frustrata oltre ogni limite, sbatté a terra un piede per provare a sfogarsi

“No, dannazione, no! Non possiamo permettere che scappi!”

“Rilassati... non ci riuscirà...” gli disse Twilight, ansimante per lo sforzo della trasformazione “Ci sono le altre... qui fuori...”

 

Larry arrivò correndo come un forsennato alla fine del corridoio, fuori dalla porta in ferro. Non aveva idea cosa fosse successo dietro di lui, ma sicuramente non voleva tornare indietro per scoprirlo. Nella fuga, stava già pianificando a come riprendersi la sua amata Sunset. Ad attenderlo lì fuori, però, c'erano tutto il resto del gruppo di Sunset, compresi anche Jessica e Steve che non si erano certo tirati indietro nel momento del bisogno

“Ti conviene smetterla di scappare, bello” gli disse Rainbow, facendo un po' di stretching per riscaldarsi le gambe in caso di corsa “Non andrai proprio da nessuna parte, te lo assicuro”

“Io ho già chiamato la polizia” spiegò Rarity chiudendo il cellulare “Saranno qui a breve, credo”

Anche se molto forte, Larry non credeva che sarebbe riuscito a vedersela contro tutte quelle persone assieme. In più conosceva già la forza di Steve, non eccellente ma in grado di dargli problemi. Pinkie, con in mano un barattolo di brillantini, lo osservava triste

“Che peccato... dolci così buoni e nessuno potrà più mangiarli...” la sua espressione si fece terribilmente seria “Ma te lo meriti, oh, se te lo meriti!”

A terra, invece, Spike gli ringhiava contro, ma quello era il minore dei mali. Vedendo Jessica in mezzo a tutti, e capendo che si trattava della più indifesa tra di loro, decise di prendere lei di mira. La caricò di forza e cercò di buttarla a terra, spaventandola non poco. Ma Steve, di fianco a lei e che aveva intuito il suo piano, la afferrò per un braccio e la tirò via verso di se, salvandole le ossa ma permettendo a Larry di correre via. Credette di essere riuscito a scappare, che sarebbe riuscito a farla franca dato che nessuno di loro tentò di rincorrerlo. La verità era che non serviva farlo

Appena svoltato l'angolo, l'uomo capì che se era nei guai prima, ora lo era molto di più. Lui aveva un fisico da elefante, ma come se la sarebbe cavata contro un vero elefante che gli sbarrava la strada? Irving, infatti, era lì proprio per quello, con Fluttershy seduta sulla sua groppa che lo fissava con il suo spaventoso sguardo

“Oh, non ci provare neanche!” esclamò lei, facendo un cenno con il capo. In quel momento, Remington si lanciò da dietro un orecchio di Irving dritto sul viso dell'uomo, graffiandolo con i sui piccoli ma dolorosi artigli

“Agh! Levatemelo di dosso!” disse lui, cercando di allontanarlo. Ma quando fu proprio il gufetto ad andare via, appena dietro di lui video arrivare Applejack a pugno teso. Non poté fare nulla, un pugno diretto della ragazza lo scaraventò contro un palo della luce appena alle sue spalle, mandandolo fuori combattimento. Finalmente, era davvero finita

 

“Le... le altre?” chiese Sunset, sorridendo leggermente “Quindi... mi avete creduto alla fine?”

“Si...” rispose Twilight, anche lei sorridendole “Ci siamo rese conto che potevi avere ragione stavolta. Ed infatti ce l'avevi”

“Ma tu... come hai fatto a trovarmi?” chiese, un po' traballante per le poche energie

“Merito di Spike e del suo fiuto” spiegò sorridendo “Sentivo che eri in pericolo... le altre sono arrivate qui seguendo Pinkie e Rarity” si guardò poi le mani, ancora leggermente tremanti “Non volevo chiamare Midnight Sparkle... avevo paura che potesse prendere il sopravvento... ma sono riuscita a controllarla!”

“Sei stata... grande...” mormorò Sunset che, a secco di forze quanto Twilight, dovette cadere in ginocchio per la stanchezza. Ma anche se era quasi esausta, era serena. Aveva passato letteralmente cinque minuti di terrore, forse anche di più contando il tempo speso nella mente di quel folle, ma adesso sentiva di essere al sicuro. Si buttò con la testa sulla spalla dell'amica, riprendendo un po' di fiato in sicurezza. Twilight la accarezzò dietro la nuca

“Ottimo lavoro, Sunset” le disse, accarezzandole i capelli “Ottimo lavoro”

“Grazie...” rispose lei, quasi addormentandosi. Ma riaprì in fretta gli occhi e si alzò di scatto, quasi volando dalla sua sosia. Sembrava essere disorientata, ma vedere quelle due facce nuove dopo tutto quel tempo la faceva sorridere. Aveva capito anche senza dir nulla che di loro poteva fidarsi, quindi si mise a sorridere e si lasciò scorrere due rivoli di lacrime lungo le guance

“È tutto finito sul serio, adesso. Non devi più preoccuparti” disse, mettendo le mani sulle catene “Adesso... adesso ti liberiamo e ti portiamo fuori di qui”

Sunset utilizzò tutte le forze appena recuperate per tentare di aprire le catene. Non avevano un lucchetto, erano a morsa, ma tentare di liberarsi senza usare almeno due mani era impossibile, per questo lei non ci era mai riuscita. Ma Sunset da sola non riusciva ad aprirle, per questo, vedendola in difficoltà, anche Twilight si unì a lei per aprirle. Con tutta la forza disponibile, aprirono una ad una le quattro manette, liberando finalmente una ragazza da quattro anni di inferno

 

Con una Sunset che non riusciva a camminare sulle spalle, la sua sosia di Equestria e Twilight uscirono a rivedere l'appena arrivata sera di Oxford. Ormai, dopo aver preso i ricordi dell'uomo, Sunset non aveva certo paura di prendere quelli dell'altra se stessa. Infatti, anche se arrivarono come una bomba a mano al momento del contatto, scivolarono su di lei come l'acqua sulle squame di un serpente. Erano cose orribili, ma le aveva già viste tutte, empatizzando con lei più che con il suo rapitore. Larry era legato con il lazo di Applejack contro un muro del vicolo. Ciò che stupì di più Sunset, però, fu la presenza di Irving e delle amiche rimaste indietro

“Applejack? Fluttershy?” domandò lei, stupita “Come avete fatto ad arrivare fin qui?”

“Rarity ci ha detto che eravate nei guai” rispose Applejack “Quindi siamo corse fin qui. O meglio, Irving a corso fin qui. Era preoccupato perché non stavamo tornando e ci ha raggiunte seguendo Remington dal cielo, fino a casa di Emma. Un elefante in carica è davvero veloce! Il passaggio era un po' stretto, credevamo che avremmo dovuto farcela a piedi, ma ad un certo punto si è allargato all'improvviso”

“Deve essere stato quando mi sono trasformata...” teorizzò Twilight “La mia magia si è potenziata ed il varco si è allargato”

“Ma come avete trovato la strada? Non siete mai venute qui!” chiese nuovamente Sunset

“Quello è merito di Pinkie e di nuovo del signor Remington” rispose Fluttershy, carezzando le piume del volatile “Siamo rimaste al telefono con Rarity per tutto il tempo e ci siamo fatte spiegare come trovarvi. Pinkie poi ha fatto esplodere i brillantini in aria per segnalargli la posizione ed io guidavo Irving per le strade” poi, dato che era a mente fredda, si fece un po' insicura “Credo che ci abbia visto un po' di gente, però... spero che non abbiamo causato troppo caos...”

“È stato un enorme lavoro di squadra!” aggiunse Rainbow, prendendo sotto braccio Rarity “Soprattutto suo, che è così brava con quel telefonino!”

“Così mi fai sembrare inutile...” rispose lei, facendo la finta offesa. Sunset, in quel momento, ritornò ad essere dispiaciuta

“Ragazze, io... mi dispiace per quello che ho fatto. Non dovevo agire da sola, se non fosse per voi adesso chissà dove sarebbe finito lui... o cosa sarebbe successo a me...”

“Hey, non serve scusarti!” gli disse Rainbow, imbarazzata “È a questo che servono gli amici, no? E poi... beh, tu avevi ragione e noi torto. Almeno siamo pari, in un certo senso”

La Sunset di Equestria si limitò a sorridere, mentre la Sunset sulle loro spalle iniziò ad agitarsi

“Jess... sica... Steve...” biascicò lei, vedendo i suoi due amici. Loro, benché entrambi l'avessero vista, non si erano gettati su di lei per paura di come era ridotta. Credevano che gli avrebbero fatto male anche solo a sfiorarla, ma non riuscirono più a trattenersi. Steve, per primo, se la lasciò dare dalle due ragazze che prima la stavano aiutando e la prese lui in braccio, per poi far arrivare anche Jessica dall'altro lato. Lei non aveva la forza neanche per piangere ormai, ma loro due non si fecero scrupoli. E mentre Steve si trattenne dal gridare nuovamente, limitandosi a singhiozzare un po' mentre i lucciconi gli scendevano degli occhi, Jessica si lasciò andare come lui prima a scuola, appoggiando la testa al suo viso per poterla sentire ancora più vicina

 

Dopo pochi minuti, arrivò finalmente la polizia ed un ambulanza. Erano rimasti solamente Jessica, Steve e la Sunset umana. Le due amiche erano appoggiate in un angolo, fino a quando gli infermieri con la barella non arrivarono per portarla in ospedale. Li aiutò a caricarla sopra e poi si rivolse al bidello

“Io vado con lei” disse a Steve “Ti occupi tu del resto?”

“Certo, va pure, vi raggiungo più tardi” rispose l'anziano, sorridendole. Jessica sorrise in risposta e salì, assieme a Sunset, sul veicolo. L'autista partì a sirene spiegate, lasciando Steve da solo con la polizia, quasi interdetta di come quei due da soli avessero potuto risolvere il caso e catturare un uomo tanto corpulento

“Mi dica, signor... Steve Zokorvy, ho detto bene? Mi dica come sono andate le cose”

“Molto semplice” rispose lui “Io e quella ragazza che è appena andata via, Jessica, ci siamo incontrati per caso in questa pasticceria. Abbiamo sentito gridare da dietro il muro e ci siamo precipitati a vedere che cos'è successo. C'era Sunset, incatenata come un animale da questo miserabile. L'abbiamo liberata e lui ha cercato di scappare, ma senza guardare avanti ha preso in pieno un palo ed è svenuto”

Il racconto sembrava assurdo e molto stupido, in più faceva acqua da tutte le parti. Infatti non fu difficile per il poliziotto accorgersene

“E lei crede che io...” rispose l'uomo di legge, per poi interrompersi per un istante e riprendere subito dopo “Che... po... potrebbe venire a fare una deposizione anche in centrale?”

“Ma certo. Adesso però è un po' tardi, vi dispiace se vengo domani?”

“No... nessun... problema” rispose lui, quasi intontito “Adesso... può andare”

Steve, risolta la questione, si allontanò dalla scena e lasciò il resto del lavoro a loro. Appena allontanatosi di un paio di vie, lontano dagli occhi di tutti, poté dare il via libera

“Ok, sono solo, potete uscire!”

Al suo segnale, Rarity disattivò la barriera invisibile che aveva attivato per tutti, Irving compreso. Stavolta era stato un enorme lavoro per la ragazza che, ormai senza più forze, cadde a terra stremata. Ma per fortuna c'era Rainbow dietro di lei ad afferrarla

“Wow, calma, calma... niente più magia per oggi, intesi?” gli disse, facendola scendere dolcemente senza farle male

“Ma anche per la prossima settimana, direi...” scherzò lei, sorridendo in mezzo alla fatica

Sunset si avvicinò al bidello e lui subito si mostrò quasi stupito “Beh, wow, credere a quella storiella stupida... questa vostra magia è proprio utile!”

“Nah, è solo Twilight che è brava” spiegò, scompigliandole un po' i capelli, per poi tornare a rivolgersi a lui “Adesso sono molto più tranquilla. L'altra me è al sicuro e con la magia di Twilight abbiamo già fatto in modo che Larry si becchi l'ergastolo, senza possibilità di cambiare la pena”

“È il minimo” sottolineò Twilight, a cui Steve annuì. Poi mise una mano sulle spalle di entrambe

“Se non fosse stato per voi, non avremmo mai ritrovato la nostra Sunset. Vi dobbiamo molto” disse, prima rivolto a loro due e poi al resto del gruppo, con un enorme sorriso in volto “A tutte voi!”

“Ci basta sapere che la Sunset di qui è in ottime mani, adesso!” disse subito Fluttershy “E da quello che abbiamo visto, è in mani fantastiche!”

“Appena torniamo indietro” spiegò Applejack “Porteremo le lettere che Larry spediva ad Emma. Non servono come prove dato che abbiamo usato la magia, ma almeno gonfieranno un po' la cartella del caso”

“Chissà come reagiranno Silk e Radius appena sapranno che abbiamo ritrovato la loro Sunset... sono impaziente di saperlo!” esclamò Pinkie, saltellando eccitata sul posto

“Ve lo farò sapere appena arrivano” gli disse Steve “Non credo saranno qui fino alla settimana prossima, comunque”

“Perfetto!” disse Sunset, per poi rivolgersi all'amica “Twilight, riesci ad aprire un portale qui?”

“Assolutamente si!” rispose lei, piena di sicurezza. Aveva conquistato molta più fiducia dopo aver dominato Midnight Sparkle, anche se per breve tempo. Infatti le ci volle un istante per aprire un portale che sbucava appena dietro la Canterlot High

Una ad una, tutte le ragazze passarono oltre il varco. Per Irving ci volle qualche momento per allargarlo, ma con un minimo di sforzo in più non fu un problema. Alla fine, rimase solo Sunset a salutare l'anziano bidello”

“Allora, arrivederci Steve. E... ancora scusa, se abbiamo sospettato di te. E ti abbiamo catturato”

“Ormai è acqua passata, non ci pensavo neanche più!” rispose lui, sorridente, voltandosi subito dopo “Adesso vorrei andare a vedere come sta la nostra Sunset. Jessica ti terrà informata!”

Dopo un ultimo saluto, Sunset entrò nel portale e Steve girò l'angolo, diretto velocemente all'ospedale

 

Passò circa una settimana di tempo. Irving era tornato allo Zoo, mentre Remington svolazzava tranquillo per i cieli della scuola. Tutte le ragazze erano radunate fuori dai gradini della Canterlot High, tutte eccetto Twilight, che era appena arrivata. Era corsa con i suoi portali ad Oxford con una serie di giornali del luogo, tutti quelli usciti in quella settimana. Erano interessate a tutte le notizie del caso, ed erano sparse un po' in giro

“Vediamo... a-ha!” disse Twilight, indicandone una “Ragazza rapita dopo quattro anni viene salvata da un bidello e da una sua amica!” disse, leggendo poi un pezzo con dentro l'intervista ai genitori “E sentite qua! Silk e Radius hanno detto “Ringraziamo non solo i suoi amici che l'hanno trovata, ma anche tutti coloro che, negli anni, hanno contribuito alla ricerca. In particolare, negli ultimi tempi. Grazie a tutti voi, ed alla magia che ci ha permesso di ritrovare nostra figlia”. È chiaramente rivolto a noi, che ne dite?”

“Credo proprio di si... oh” sospirò Twilight, andando avanti con la notizia “Appena possibile credo dovremo andare a trovarli. Sentite qui. La giovane salvata ha dichiarato tra le lacrime “Ringrazio dal profondo del cuore l'altra me stessa e le sue amiche e spero di rivederla presto”... qui i giornalisti hanno parlato di vaneggiamento dovuto alla brutta esperienza” disse sorridendo ed accarezzando Spike sulla testa “Ma noi sappiamo come stanno davvero le cose, non è vero?”

Spike non rispose, preferì lasciarsi coccolare un po' dalle mani della padroncina

“Cavolo, quasi mi dispiace di non aver potuto prendermi un po' di merito...” commentò Rainbow con tono ironico, ricevendo una gomitata amichevole da Rarity

“Piantala!” disse scherzando, per poi trovarne lei un'altra “Oh, ecco! Sequestratore subisce la pena massima, l'ergastolo, per un rapimento dalla durata mostruosa... mmhh... si, è Larry!” continuò, leggendo l'articolo per sicurezza

“Allora è andato tutto come previsto, la magia ha funzionato! E se li merita tutti quegli anni!” esclamò Applejack, rilassandosi. Guardando verso Fluttershy, la vide un po' rossa in viso e si preoccupò “Che hai? Tutto bene?”

“Eh? Io?” domandò lei, distratta da una notizia. Le altre, vedendola anche loro, scoppiarono a ridere tutte assieme

“Oh... oh cielo... hahahaha!” si spanciò Pinkie, cercando di leggere la notizia “Visioni collettive: 130 persone denunciano un elefante in città! Hahahaha!”

Mentre tutte erano impegnate ed interessate alle notizie, Twilight si voltò a vedere perché Sunset non commentava. La verità era che lei si era messa in un angolino a scrivere per conto suo nel libro donatogli dalla Twilight di Equestria

“... ed è così che alla fine siamo riuscite a ritrovare e salvare la mia sosia di questo mondo. Fatto!”

“Hai finito?” chiese Twilight incuriosita, avvicinandosi a lei “È da ieri che sei piegata su quel libro”

Sunset, ora che aveva terminato l'enorme poema, chiuse il libro e le sorrise “Finito, si. Scommetto che non crederà ai suoi occhi, leggendolo”

“Invece ci ha creduto” gli rispose una voce proveniente dal giardino lì di fronte. Una voce familiare

Sunset si sporse dai gradini per vedere meglio e si ritrovò con la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Davanti a loro c'era Celestia, ma non la preside della scuola, bensì la principessa alicorno del mondo da cui veniva Sunset. Lei, almeno, la riconobbe da due cose. Dalla corona che portava in capo e dal fatto che non riuscisse a stare bene in equilibrio su due gambe

“Princess Celestia!” esclamò, saltando giù a darle una mano a stabilizzarsi

“Oh... oh cielo, Twilight aveva ragione a dire che è complicato! Haha!” sdrammatizzò lei, mentre Sunset la teneva per le mani

“Ma... cosa ci fa qui?!” chiese, estremamente stupita della sua presenza

“Sono qui per la tua storia” rispose, appoggiandosi alla statua dalla quale era arrivata “Ieri Twilight l'ha letta da sola, oggi invece ha voluto che anche io la leggessi. Ero da lei fino a poco fa. Siamo entrambe molto fiere di te, Sunset. Ed anche delle tue amiche” disse loro alzando la testa. Il gruppo di ragazze, che non sapeva come reagire alla presenza di una principessa, si limitò a salutare imbarazzato agitando una mano. Anche Sunset si imbarazzò, non credeva che anche Celestia avrebbe letto quello che aveva fatto

“La... la ringrazio molto” rispose, un po' rossa in viso

“Inoltre” continuò lei “Ho deciso che è giusto premiarti per i tuoi sforzi. Ormai sei molto cambiata da quando ti ho mandata in questo mondo” guardò poi sorridente il portale per Equestria “Non sono venuta da sola”

Appena lo disse, dalla statua saltarono fuori altre due persone. Anche stavolta, li riconobbero tutti. Una coppia di persone, anche loro in difficoltà a stare in piedi. La donna assomigliava molto a Sunset, che appena li vide non riuscì a trattenersi

“Non posso crederci! Mamma! Papà!” gridò lei, saltandogli addosso per abbracciarli e facendoli finire tutti a terra

“Tesoro!” esclamarono entrambi, stringendola a se da quella scomoda posizione. Il padre prese la parola per primo “Princess Celestia ci ha detto quanto ti mancavamo e ci ha invitati a venire qui per stare un po' con te”

“Non potevamo rifiutarci!” terminò Silk, mentre Sunset cercava di trattenere le lacrime

“Wow... non so cosa dire...” spiegò semplicemente Sunset, portandosi le mani sotto agli occhi

“Se avessi saputo prima che ti mancavano” spiegò Celestia cercando di stabilizzarsi “Avrei organizzato prima questa cosa. Non esitare più a parlarne con Twilight, intesi?”

“Intesi!” esclamò felicissima Sunset, per poi rivolgersi alla madre ed al padre sorridente “Vi va di fare un giro in città?”

“Ma certo tesoro... ma prima, ci spieghi come si fa a camminare?” chiese la madre, cercando di tirarsi su

Le sue amiche osservarono da distanza ed in silenzio la scena, felici per quello che stava succedendo. Sunset era riuscita finalmente a rivedere i suoi veri genitori, e poteva passare un po' di tempo con loro. E, allo stesso tempo, Silk e Radius del loro mondo avevano ritrovato la loro bambina perduta. Ma, secondo Twilight, c'era ancora una cosa da fare... e considerando la differenza di orario, quel momento andava più che bene

“Io vado un secondo al bagno” disse alle amiche, allontanandosi ed andandosi a nascondere dietro al muro. Aprì nuovamente un varco per Oxford e si infilò dentro

 

Non conosceva bene la città, ma non le fu comunque difficile trovare la prigione seguendo qualche indicazione. Era appena calata la sera, il momento perfetto per qualcuno come lei. Sgusciò come un ombra in mezzo alle guardie, passando perfettamente nascosta dal buio della notte ed evitando i pochi raggi di luce lunare che potevano rivelarla. Cercava una persona in particolare e, come un cacciatore esperto, trovò la sua preda

Larry era rinchiuso nella sua cella. Era da solo, il che gli avrebbe permesso di agire indisturbata. E per di più già dormiva, cosa che le facilitava il compito. Anche se l'uomo non poteva vederla, Midnight Sparkle si palesò davanti a lui nella sua cella, intenzionata più che mai a fare giustizia alla sua maniera

“Dormi, dormi pure... finché puoi ancora farlo!” disse, andando a toccargli una tempia con il dito

Nel sogno, Larry non stava facendo nulla. In quel momento stava aspettando un autobus. Ma quando la magia di Midnight Sparkle iniziò ad agire, tutto cambiò. Dovette saltare via, perché la panchina sul quale era seduto cominciò a cercare di divorarlo. E quello fu solo l'inizio. Alberi, palazzi, persino il bus in arrivo, tutto assunse un aspetto terrorizzante ed iniziò a cacciarlo

Fu talmente stravolto che si risvegliò lanciando un grido di paura e con i sudori freddi. Fuori dalla finestra della cella, Midnight Sparkle osservava soddisfatta il suo lavoro

“Tu, che per quattro anni hai fatto soffrire così tante persone in una volta sola... vediamo come passerai il resto della tua vita, tormentato dai miei incubi!”

Ora che aveva compiuto il suo dovere l'oscura entità ritornò ad essere fumo e si diresse verso il varco creato in precedenza. Ma si fermò un istante, giusto per sentire ed assaporare una seconda volta le grida dell'uomo, ripiombato nuovamente nel sonno e quindi in uno degli spaventosi incubi della ragazza. Dopo aver riso di soddisfazione, varcò il portale e se lo chiuse alle spalle. Adesso poteva dirlo veramente. Giustizia è fatta

 

 

 

 

 

Salve a tutti ragazzi, qui MC Outlaw. Non potete immaginare quanto ci ho messo a scrivere sto finale. Oppure potete, non lo so, comunque sia ci ho messo molto anche per via delle feste di mezzo. E si, è molto lungo, volendo potevo dividerlo in altri due capitoli, ma non mi sarebbe piaciuto separare gli avvenimenti di questa parte. Per cui, beccatevi questo papiro infinito. Magari alcuni potrebbero criticarmi per come Sunset è arrivata alla soluzione... ma è da quando ho iniziato a scrivere la storia che volevo ci arrivasse così, e così è stato. Adesso, appena riuscirò a riprendere da dove mi ero fermato, finalmente andrò avanti con Alternative Dimension e My Little Vault, che francamente sono in pausa da troppo... TROPPO tempo. Non vorrei che qualcuno pensi che le ho abbandonate XD Anche quelle vedranno la fine, un giorno, ma di certo non le ho mollate. Detto ciò, spero che questa storia vi sia piaciuta, se mi verranno in mente altri misteri su cui si potrebbe indagare lo scriverò e ci vediamo alla prossima!

MC Outlaw

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony / Vai alla pagina dell'autore: MC_Outlaw