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Autore: Briseide12    22/01/2017    2 recensioni
Come finisce una storia in chat ? Cosa spinge una ragazza/o ad iscriversi in un sito d'incontri? Ecco la mia storia, tratta dalla mia vita, affrontata con la comicità che ci vuole..
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quello che era successo qualche minuto prima, non mi andava più di trascorrere la serata con lui e per le 20:00, inventai una scusa e D mi riaccompagnò a casa.
Presi l’ascensore e mi guardai allo specchio, mentre stringevo il vasetto egizio che D mi aveva regalato, feci come quando ero bambina…mi avvicinai a un respiro dallo specchio e fissai dentro le mie pupille, quasi per chiedere a me stessa come stavo. Appena aprii il portone di casa, il calore della mia famiglia mi avvolse e capii che quello che volevo era sentirmi così, sentirmi a casa anche quando non lo ero; invece con D mi sentivo in balia delle onde.
Non so come fosse possibile, ma in quel momento dentro di me dimoravano gioia e tristezza insieme, erano distribuite così in egual misura da non sapervi dire, quale delle due potesse prevalere sull’altra. Sapevo solo che non volevo più che D, potesse farmi sentire così un’altra volta.
Il giorno dopo, ricevetti un messaggio in chat di D che mi diceva che era accaduto qualcosa di molto triste e che aveva bisogno di parlare con me, aggiunse che sapeva che la mattina ero dai miei parenti che mi facevano gli auguri per la laurea, ma comunque aveva bisogno di me. Io non attesi oltre, nonostante fossi nel mezzo del pranzo al ristorante, mi alzai dalla sedia e corsi nella sala reception. Lo chiamai subito con la compassione e il senso di paura di quello che poteva essere accaduto, nella voce. D mi rispose con la voce a pezzi e distrutta ed io sentivo il mio cuore palpitare dal senso di colpa di non poter essere lì a consolarlo, cercai di capire cosa avesse e gli posi domande indiscrete…immaginavo il peggio. D sospirando si faceva attendere e alla fine sputò il rospo, disse con ansia e fretta nella voce spezzata che il capitano della sua squadra di calcetto aveva accettato il posto presso la squadra di un altro paese (a 5 minuti di macchina dal suo) e lui non sapeva se seguirlo e abbandonare così i suoi tifosi (che come ben sapete, non lo riconobbero neanche all’ingresso dello stadio), oppure restare ma doversi pagare le eventuali trasferte per le partite da giocare.
Si, avete capito bene…era questo l’avvenimento orribile che gli era accaduto. Fui talmente sorpresa che gli chiesi se era “solo per questo” che mi aveva, in un certo senso, costretto a chiamarlo. D risentito mi disse che per lui non era una sciocchezza e che io essendo la sua fidanzata, avrei dovuto ascoltarlo sempre e consigliarlo.
Sapete, vi ho detto che sono una persona calma, non alzo la voce e cerco sempre di trovare un compromesso…in quel caso mi alterai davvero, ma una rabbia così lucida che mi svegliò del tutto, nel momento stesso in cui nacque. Ero totalmente assorta da quell’unico sentimento, non provavo più amore, tristezza, nulla. Sentii la mia voce diversa, mentre gli parlavo, gli dissi con la calma asettica di un computer che avrei voluto vederlo, perché gli dovevo parlare. D era agitato ed aveva ovviamente capito che qualcosa era cambiato in me e volle insistere che gli dicessi cosa. Io volevo dirglielo di persona, ma poi pensai che non fosse giusto che lui venisse da me e senza più esitare gli dissi che volevo lasciarlo. Mi pregò di pensarci un po’ e mi disse che mi avrebbe lasciata tranquilla a pranzare e che dopo mi avrebbe richiamata, acconsentii dicendogli che non sarebbe cambiato nulla.
Mi chiamò nel pomeriggio e gli dissi la stessa cosa e lui mi disse che sarebbe cambiato e che avrebbe controllato i suoi modi poco gentili. Io, (ormai vi ho detto ero solo un sentimento che urlava a gran voce), gli dissi quello che pensavo ovvero che le persone in fondo non cambiano e che lui per me era un debole.
Mi telefonò i giorni a seguire cercando di convincermi e mi urlò che sapeva che era per quella volta della rete ed io sospirando gli dissi che era per tante situazioni spiacevoli ed aggiunsi che io non potevo aiutarlo. Ci avevo provato con tutta me stessa, ma non potevo. La vita non scorre mai tranquilla, vi sono sempre dei problemi che siano piccoli o grandi ed avere affianco una persona che trasforma le sciocchezze in problemi e i problemi in situazioni impossibili, equivaleva a morire dentro.
Gli dissi che gli avrei inviato il regalo che mi aveva fatto a casa, ma lui insistette affinché me ne disfassi io, perché come subito aggiunse, non voleva certo restituirmi quelli che gli avevo fatto io (anche se ovviamente non gliel’avrei mai chiesto).
Non mi cercò per mesi anche se nel fondo del mio cuore, pensavo che se mi avesse dimostrato di avere il coraggio di parlarmi e presentarsi di persona, sarebbe stato un segno che cominciava ad essere diverso, ma come avevo previsto era una persona troppo debole per provarmi il contrario.
Quello che vidi, fu che mi bloccò su qualsiasi social, nonostante non avessi mai provato a contattarlo, anzi gli avevo tolto l’amicizia su Facebook e cancellato il suo numero, ma non l’avrei bloccato senza che me ne desse una ragione.
Il giorno del mio compleanno arrivarono tre rose rosse, con un bigliettino “alla stella più bella. D”; erano passati 3 mesi da quando avevamo chiuso ed io usai l’unico mezzo a disposizione (Skype) per dirgli che apprezzavo il pensiero, ma non volevo i suoi auguri.
Mi rispose molti giorni dopo, accusandomi di aver finto in quei mesi e che io non lo avevo mai amato e diverse cose del genere, ma sapeva anche lui che mentiva. Mi disse che i fiori me li aveva mandati perché era dolce e gli risposi che tutti sono dolci quando sono innamorati e lui uscii di scena con una risata….proprio come Joker di Batman.
Ho riflettuto spesso su questa esperienza e non mi recrimino nulla, ho seguito il mio cuore ed anche se potevo apparire debole, in certi momenti, era dovuto solo al fatto che volevo dargli una possibilità di essere la persona che potenzialmente poteva essere.
Le relazioni che non vanno, ci aiutano a capire cosa vogliamo veramente sia da noi stessi che dalle persone che decidono di passare la loro vita al nostro fianco, per questo non mi pento di nulla.
Vi ringrazio amici di avermi “ascoltato” fino alla fine…un bacio Briseide.
 
 
   
 
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