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Autore: JeanGenie    30/05/2009    34 recensioni
C'è chi pensa che l'unico posto adatto al Joker sia una cella imbottita in fondo all'Arkham Asylum. La dottoressa Harleen Quinzel non è della stessa opinione.
Rigorosamente ispirata al Nolan-verse. Prima pubblicazione: 15 Agosto 2008.
(ON LINE L'ULTIMO CAPITOLO E L'EPILOGO)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier, Quasi tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Epilogo



"Clowns at Midnight"








We seduce the dark with pain and rapture
Like two ships that pass in the night
You and I, a whore and a bashful sailor
Welcome to a sunrise of a dirty mind

All you love is a lie
You one-night butterfly
Hurt me, be the one
Whoever brings the night

(Nightwish, Whoever brings the night)

Prove generali. Mr. J le ha chiamate così. Un costume efficace, la giusta scenografia tutto contribuisce al successo di una performance attoriale. Quella è la notte delle loro prove generali.
"Posso farlo io?" gli ha chiesto vedendolo mettere mano al cerone.
È un momento che ha atteso per giorni. Il risveglio dell'angelo diabolico e variopinto.
Lui le ha risposto "Va bene" e lei sa quanto peso abbiano i suoi rari "Va bene".
Dalla notte della fuga lui si è comportato come un lupo in gabbia, non condividendo affatto il suo entusiasmo per quella nuova cattività autoimposta che ai suoi occhi di arlecchina innamorata assomiglia a una travolgente luna di miele.
Quello non è il tugurio che si era aspettata. Non è neanche un romantico castello, però è pur sempre un vivace, eccentrico appartamento con i giusti tocchi d'autore che sono andati ad aggiungersi un po' per volta. Tanto per ingannare il tempo tra un giro sporadico e l'altro di incontri nelle bettole del quartiere, per gridare forte e chiaro che il Joker è tornato a reclamare il diritto di proprietà su Gotham.
Nessuno conosce il loro rifugio, anche perché il resto del palazzo cade a pezzi ed è deserto. Mr. J ha delle tane sparse in tutta la città, e quando lei gli ha chiesto perché abbia scelto proprio quel posto, le ha risposto con un ghigno diabolico.
"Mi sembrava il più appropriato per ospitare una ragazza. O il suo cadavere."
Poetico. Se avesse deciso di ucciderla, la sera della loro fuga, avrebbe conservato il suo corpo? L'avrebbe vestita di rosso e nero e l'avrebbe adagiata sul letto? L'idea le fa battere più forte il cuore. È terribilmente romantico. Ma lei è ancora viva, nonostante lui le ripeta ogni sera che il giorno dopo la ucciderà. Harley sa bene che quando lo farà davvero sarà per uno scatto di rabbia e non per una decisione pianificata.
E dopo ti dispererai, Pasticcino. E mi rimpiangerai. E mi vestirai di rosso e di nero e mi distenderai sul letto e il cerchio sarà chiuso.
Abbigliata come una bambola. Come in quel momento. Ha scelto lui quale Arlecchino far danzare quella sera, con una concentrazione straordinaria, come se dal suo futuro abbigliamento dipendesse la sanità mentale di entrambi. E non ha accettato proteste, come era prevedibile. Se avesse potuto, avrebbe deciso per il costume che ha indossato al party di carnevale, così comodo e originale. Ma Mr. J la pensa in altro modo. E, in fondo, non devono uscire, quindi meglio rendergli la serata piacevole ed essere semplicemente bellissima.
L'ambiente l'aiuta in questo. È quasi sicura che lì vivesse una prostituta di livello non troppo basso. C'erano ancora i resti della sua esistenza quando sono arrivati. In due giorni lei ha fatto finire tutto nei bidoni dell'immondizia.
Quasi tutto, pensa con un sorriso.
Non sa che fine abbia fatto la padrone di casa e quando ha chiesto a Mr. J "Chi ci vive qui?" lui ha risposto semplicemente "Noi" e lei non ha insistito ulteriormente. La renderà sempre più intima con il tempo, uno splendido rifugio per due clown in amore. Perché il suo J sia sempre felice di tornare nel loro piccolo nido. Lei si sente già perfettamente in parte.
Una bambola, sì.
Il bustino stretto, la camicia di pizzo, le spalle scoperte. La loro sarta è davvero straordinaria. E i codini alti, e il viso bianco, e il sorriso scarlatto… Una lugubre bambola di porcellana che gira su un lugubre carillon che suona una lugubre melodia. Solo per lui. Lui che si fa docile sotto le sue mani, come quando erano ad Arkham, una vita fa. E il suo volto diventa di gesso, man mano che lei compone la sua maschera tragica, dipingendo con le dita, il rossetto e i pennelli da trucco l'imitazione di un capolavoro già esistente. Rosso sangue sulle sue labbra e le sue guance. Il sorriso del giullare. E gli occhi che sprofondano in due neri abissi fino ad assomigliare alle orbite vuote di un teschio.
Quando l'opera è completa lei riesce a metterla a fuoco e rabbrividisce. Adesso lui è davvero se stesso, l'incarnazione del caos, del terrore cieco, del nichilismo distruttivo e della paura. Non indossa una maschera. L'ha appena tolta. E in quel momento lei si rende conto di essersi sbagliata. Credeva di non essere in grado di adorarlo di più di quanto non abbia fatto in quei mesi. Ora capisce di essere ancora all'inizio del percorso.
Sì, Pasticcino, abbiamo appena cominciato.

La caffettiera sul fuoco comincia a borbottare. Jim Gordon si augura che il risultato sia decente. Barbara trova sempre da ridire quando lui si offre di preparare quella che lei definisce 'acqua melmosa e stagnante'. Ma non può certo svegliare sua moglie perché si occupi del loro ospite. Si tratta di una faccenda da uomini.
Non sperava che lui avrebbe accettato quando lo ha invitato ad entrare, stanco di dovere parlare ogni volta ad un'ombra appollaiata su un tetto o nascosta in un vicolo. Invece adesso è seduto al tavolo della sua cucina, una figura granitica e oscura alla luce debole e bluastra del fornello, come se dovesse nascondersi anche da lui. Era tutto più facile, fino a qualche mese prima. Il segnale veniva acceso e lui arrivava. Ora chi collabora con lui è considerato suo complice. Complice di un pluriomicida.
Jim Gordon si rifiuta di pensarci. Prima o poi troverà il modo di sistemare tutto. Ma al momento hanno un problema più urgente.
"Zucchero?" gli chiede riempiendo al sua tazza.
"No" risponde il Pipistrello con la sua voce roca e Jim Gordon sorride.
Lapalissiano. Si vede a occhio nudo che non è il tipo da zollette.
Solo quando sono seduti uno di fronte all'altro il vigilante pone la sua prima domanda retorica.
"Sai che battere a tappeto i quartieri malfamati non servirà a nulla, vero?"
Jim se ne rende conto benissimo. Anche se il clown dovrà ripartire da zero, la figura del Joker rappresenta uno spauracchio notevole anche per i criminali più incalliti. Nessuno lo tradirà e lui non è così stupido. Ha pensato perfino che intendesse lasciare Gotham e per beccarlo ha fatto piazzare posti di blocco ovunque. Poi c'è stato l''incidente' dello zoo. Che cosa assurda… Assurda perfino per i suoi standard malati.
"Abbiamo ripescato la macchina della Quinzel dal fiume" spiega al suo ospite in nero, anche se probabilmente lui lo sa già. "Era l'unico aggancio che avessimo. Ora è come cercare un ago in un pagliaio."
La dottoressa Harleen Quinzel. Dannata stupida. Non credeva che sarebbe arrivata a tanto. Quando l'avrà fra le mani di motivi per arrestarla ne avrà a bizzeffe.
Tre omicidi in meno di quarantotto ore, due dei quali con tanto di firma artistica…
"Credi che sia ancora viva?" gli chiede il Pipistrello e quella domanda lo sorprende.
Non ci aveva riflettuto.
Ha subito pensato a lei come ad una complice, cosa che si è poi rivelata esatta quando hanno raccolto la testimonianza di Jeremiah Arkham. Ma non ha certezze circa la sua sorte.
"Arkham ha detto di sapere da tempo della loro tresca" spiega al suo ospite. "Dice che ha lasciato correre perché pensava che il paziente potesse beneficiarne. Ridicolo, vero? E se lo indagassimo per questo ne uscirebbe pulito perché non ci sono gli estremi per accusarlo di nulla. Ma non è lui che voglio. Che pensi a rimettersi in piedi, se mai ci riuscirà."
Jim Gordon reprime un brivido. Harleen Quinzel ha sparato alle gambe del suo capo. Può considerarsi fortunato. L'Ala Sud manicomio è stata dichiarata inagibile e i detenuti… i pazienti… trasferiti altrove. Si ricomincia, come un anno prima. Almeno stavolta i pazzi a piede libero sono solo cinque.
Più il Joker e la sua nuova partner, ovviamente…
"Se ci pensi…" continua Jim, poi esita. "È sensato pensare che si sia liberato di lei non appena ha smesso di essergli utile. È così che agisce, e lo sai. A meno di voler considerare l'ipotesi che davvero senta di avere una sorta di legame affettivo distorto con lei."
Nel momento stesso in cui pronuncia quelle parole si rende conto di quanto siano inverosimili. Ha avuto abbastanza a che fare con quel folle per sapere che è assolutamente incapace di alcuna empatia con un altro essere umano.
Eppure c'è la faccenda dello zoo. Continuo ad avere la sensazione che ci fosse anche lei quella sera. Se è viva…
No, non deve. Non è una vittima indifesa. Deve pensare a lei come a una criminale. È oltre ogni possibilità di redenzione.
"Papà…"
Babsy, la sua Babsy, è ferma sulla porta. Jim Gordon prova un istante di panico che svanisce rapidamente. Sua figlia sa che Batman è innocente. Batman ha salvato anche la sua vita, la notte in cui Harvey Dent ha deciso di giocare alla roulette russa.
"Tesoro, perché non dormi?" le chiede. Domanda stupida. Babs ha il sonno leggero. "Torna in camera tua. Verrò fra un attimo a rimboccarti le coperte."
Lei non protesta. Di solito per una frase simile si fingerebbe offesa e gli ricorderebbe che ha quasi undici anni e non è più una bambina piccola. Ma Babs in quel momento sembra avere negli occhi solo la figura immobile di Batman. Gli si avvicina lentamente, con lo sguardo sognante di chi è rapito da un incantesimo.
"Io sono Barbara…" gli dice con la voce che trema leggermente.
"Lo so" le risponde Batman e per un attimo Jim Gordon ha l'impressione di vederlo accennare un sorriso.
"Io… io voglio diventare come te da grande. Diventare un eroe e combattere contro i cattivi e portare un mantello come il tuo e…"
"Io non sono un eroe, Barbara. Sono altri i modi per diventare un eroe" la interrompe il vigilante. ""Tuo padre e quelli come lui sono i veri eroi." Poi si toglie qualcosa dalla cintura e glielo porge. "Stai attenta a non farti male."
È un pipistrello metallico di quelli che lui usa come fossero stelle ninja. Non è un giocattolo e Babs potrebbe tagliarsi, ma Jim Gordon decide di non protestare anche se non è sicuro che sua figlia lo conserverà come un tesoro e non tenterà di usarlo.
Ma spero che quest'idea assurda di diventare un vigilante mascherato le passi in fretta. È uno strano modo per elaborare la conflittualità che ha con me…
In un istante il Pipistrello scompare. Jim Gordon non capirà mai come ci riesca. È bravissimo ad ingannare l'occhio ed estremamente veloce. Ma stavolta lui sa che è ancora nei paraggi. Raggiunge la porta d'ingresso e guarda in alto, verso il tetto più vicino.
"So cosa stai pensando" mormora al buio. "Ti conosco abbastanza per capire che tenterai di salvarla. Rinuncia. Se è viva, allora ormai è dall'altra parte della barricata. E se davvero il Joker…"
"Non farlo" gli risponde l'ombra. "Non usare la parola 'amore' quando parli di lui."
La sua voce trasuda una rabbia cieca. Jim Gordon si rende conto di quanto debba sentirsi tremendamente solo, ora che non può più contare su nessuno.
"Forse… Hai mai pensato di prenderti un socio? Qualcuno come te, qualcuno che ti aiuti…"
Per qualche istante c'è solo il silenzio. "Aspetterò che cresca tua figlia" gli risponde infine il guardiano in nero.
Sei dotato di una traccia di umorismo. Quante cose sto scoprendo stasera…
"Quanto alla dottoressa fuggiasca" continua il Pipistrello "Mi auguro che il Joker non provi niente per lei. Almeno sarà una morte rapida." Poi gli concede il frusciare del suo mantello, per annunciargli che sta andando via. Solo, esattamente come è arrivato, e ammalato di cinismo e malinconia.
E come dargli torto?

Ride. Ride con una vocetta acuta che non è la sua ma che ha studiato ad arte per fargli piacere. Lui odia quella vocetta. Gli impedisce di pensare. Pensare alla gentaglia che si è presa il suo territorio, che ha allungato le zampe sulla sua città.
Hanno paura, adesso. La paura è l'arma più potente che lui possieda. Per provocarla senza bisogno di alzare un dito basta diventare un'icona. Un'icona su una carta in un mazzo di carte su un tavolo da poker ricoperto di carte. Scala reale massima. C'è un re da incoronare. E poi? E poi il re farà baldoria perché non vuole fare il monarca. Il re vuole essere il buffone di corte.
E la sua regina? Queen Quinn…
Che ride. E lo distrae.
Perché?
Non è una cosa sana. Non è una cosa sensata. Non porterà nulla di buon tenersi vicino una come lei, squilibrata e imprudente.
Sana… sensata… Che ti prende Jack O' Lantern?
Un po' di silenzio anche nella testa. Era Harvey quello con una schizofrenia latente. Non lui. Lui non è pazzo. Gli fa comodo che gli altri lo credano pazzo. Lei invece è pazza. Sa riconoscere una pazza quando la vede.
Trenta secondi per guardarla negli occhi e la trappola è scattata. Il piccolo pesce arlecchino ha nuotato subito nella sua rete.
Si attacca al passato, il suo tortino di zucca. Dice di averlo già incontrato. Dice, ripete, ricorda. Non ha ancora capito come funzionano le cose. Il passato non esiste, il futuro ti piomba addosso, il presente è quello che conta. Il passato è una gran cosa. Gli piace inventarlo ogni volta. Perché non esiste. Ma lei non lo capirà mai. C'è qualcosa che lei capisca?
Sei crudele, Jack.
Dov'è la novità? Gentaglia, appunto. Deve pensare alla gentaglia da far sparire. Effetto diserbante.
Perché non l'hai ammazzata, Jack?
Si comincia sempre con le mezze tacche. Una visita a Wallace Flint. Carambola. La 9 in buca. Quattro mesi in manicomio non gli hanno tolto il tocco.
"Avevo sentito che eri tornato, Joker. Ne avevo sentite tante. Sai cosa si dice in giro? Che hai perso la testa per una donna."
Risata. Scherno. Cose che lui approva. Ma non quando si ride di lui. Wallace Flint. Arrivare a toccargli il cervello con una stecca da biliardo passando per una narice è stata un'esperienza interessante e istruttiva.
Non hai risposto, Jack. Perché non l'hai uccisa? Non era quello il piano?
Piano? Sì, qualcosa di simile. Divertente, nel mondo circoscritto di Arkham. Piacevole. E poi basta. Fuori, e poi basta.
Ride, Harley. I campanelli sul suo cappello fanno un rumore irritante. Saltimbanco rosso e nero. Occhi adoranti.
Portami fuori di qui Harley Quinn. Ci vorrà tempo, Harley Quinn. Ma non puoi sfuggirmi, Harley Quinn.
Va bene. I piani sono leggermente cambiati. No, i piani non sono cambiati. È cambiata la prospettiva. Quando si è detto "È il momento di farle capire di che pasta sono fatto. È il momento di farle capire che non è autorizzata a tentare di fregarmi. È il momento di farle capire cosa penso di lei e degli strizzacervelli come lei." Tutto liscio. Un collo bellissimo da stringere, da spezzare. E poi quello sguardo delirante e pieno di un amore insensato.
Oh oh, Jack. È stato allora? È stato allora che ti sei giocato davvero il cervello?
Può bastare. Pensare a lei, continuare a pensare a lei è nocivo. Fra un attimo le dirà di tacere. Perché è invadente, rumorosa, insopportabile. E per questo smetterà anche di portarsela dietro agli incontri d'affari. Catalizza troppo l'attenzione. La guardano. E questo lo costringe a ucciderli tutti sul posto prima di poter concludere.
E se poi cambia idea, Jack? Se, mentre non ci sei, infila la porta e se ne va?
Riflette, il clown, fissando il cielo che promette pioggia. Lei non andrà da nessuna parte. Lei è sua. Sua, sua, sua. E non l'ha uccisa perché…
Perché in realtà non vedevi l'ora che venisse il momento di una nuova seduta. Ti mancava quando non c'era e contavi i minuti. Avanti, Jack. Non c''è nulla di male. È carina. E ti sta a sentire. E ti considera un dio.
Sì, è carina. Ma lui non l'ha uccisa perché è meglio che resti viva. Perché si farebbe ammazzare per lui, perché non lo tradirà mai e perché lo tiene al caldo la notte. Perché è meglio di un fattorino per le commissioni. E perché…
"Grazie, Mr. J" gli dice con quel sorriso beato che l'ha perseguitato per mesi nelle interminabili ore notturne in cella. Grazie. Di nuovo. Perché anche lui è stato imprudente. Perché l'ha assecondata. Ma glielo aveva promesso.
"Dimmi se c'è qualcosa che desideri, piccolina, e te lo andrò a prendere."
E lui mantiene le promesse. E il motivo per cui la tiene con sé non ha forse anche a che vedere con il regalo che ha scelto?
Perché ti spiazza, Jack, e la cosa ti piace.
Niente gioielli per Harley Quinn. Lei non fa richieste banali. Lei non è banale.
Lei è straordinaria, Jack.,
La prima vera uscita del suo Arlecchino è stata allo zoo di Gotham. Un azzardo, senza un piano, senza avere le spalle coperte, con la polizia in piena mobilitazione. Ma lei ha voluto come regalo due cuccioli di iena. E lui le ha preso i due cuccioli di iena. E ha scoperto quanto sia grande il suo sadismo, quanto sia esaltante il suo sadismo. Ed è rimasto a guardarla incantato mentre, con un coltello, imitava i suoi gesti e deturpava le facce dei guardiani per far capire loro cosa fosse un vero sorriso. Impara in fretta e si diverte.
Ora ci sei più vicino, Jack.
Harley Quinn. La sua ingombrante, bellissima creatura, la sua vittoria. Che gli dice grazie mentre gioca con i suoi cuccioli di iena rincorrendoli tra la cisterna e lo stanzino degli attrezzi, sul terrazzo del loro rifugio. Felice. È felice. Glielo ha ripetuto fino a fargli provare il desiderio di farle male per far scomparire tutta quella gioia assurda. Ma a lei piace provare dolore ed è una cosa che lo manda in bestia.
L'hai detto, Jack. Abbandonala e soffrirà.
Si risponde di nuovo con un no.
Perché lei è mia.
Bizzarra. Ha ucciso due guardiani, ma la madre dei cuccioli ha voluto semplicemente narcotizzarla. Stava per mettersi piangere quando lui ha puntato la pistola alla testa dell'animale.
Che stupida. Non andrai lontano in questo modo, zucchina.
"Dovrò rapinare una macelleria al giorno per sfamarli" si lamenta e lei ride ancora, e le iene con lei.
Sono ideali come animali domestici. Lei li ha scelti mostrando un insperato senso dell'umorismo, purtroppo involontario.
Sembra ubriaca. E lui potrebbe tornarsene di sotto e ignorarla per il resto della notte. Potrebbe ma non lo fa, anche se lei gli impedisce di pensare. Per questo deve ucciderla. Domani. Domani sarà la prima cosa da fare. Però ora lei è seduta sul parapetto. Quindi ora basterebbe una spinta minuscola, leggera, e lei finirebbe sull'asfalto. E dopo lui potrebbe davvero occuparsi solo di Gotham, senza distrazioni o sensazioni strane nelle viscere. Terrebbe le due iene, certo. Sono un ottimo rimpiazzo per i cani dell'idiota russo, poveri cani… cattivo Batman. E anche il suo cappello per ricordo. O qualcos'altro.
La sua sciarpa? Già fatto. La sua foto? Anche? Una ciocca di capelli…
Sono bellissimi, i suoi capelli. Gli fanno venire voglia di strapparli. O solo di toccarli.
Negare per l'ultima volta prima che lei faccia l'idiozia di cadere.
"Mi sembra di volare, Mr. J."
Chiude gli occhi, la piccola folle. Si toglie il cappello e lo agita verso di lui, poi allarga le braccia e ride di nuovo.
Troppo… sbilanciata…
"Mi gira la testa… È bellissimo…"
Lasciarla cadere. Senza muovere un dito. No, così non va bene.
Decido io come. Decido io quando.
Con due passi arriva da lei, le passa una mano dietro la schiena, affonda le dita fra i suoi capelli avvolgendoseli intorno alle dita e mormora "Pazza…" È il momento ideale per chiederglielo.
Vuoi sapere delle cicatrici, Harley? Vuoi sapere la loro storia? Parecchi anni fa lavoravo in un circo… con i coltelli e… e un giorno arriviamo a Gotham… con tutto l'armamentario… e c'era una ragazza… una ragazza che lavorava in un bar… ed era bella e sorridente e gentile… e questa ragazza mi dice che vuole diventare un medico e…
No, neppure quello va bene. Non ha voglia di raccontarle quella storia, una delle tante, con lo stesso valore di tutte le altre. Perché lei potrebbe crederla vera. E non è il momento ideale per infilarle un coltello in bocca.
"Non puoi morire senza il mio permesso, Harley. E non puoi farti male. Tu sei mia."
Le sue braccia intorno al collo e quel modo soffocante di avvinghiarsi a lui che lo indispone, lo innervosisce e di nuovo gli fa venire voglia di liberarsi di lei.
"Hai ragione, Mr. J" sussurra nel suo orecchio. "Li chiamerò Bud e Lou. Non sono adorabili, i nostri bambini?"
Pazza.
Occhi rivolti verso l'alto e di nuovo quell'espressione delirante. "Guarda il cielo, Mr. J. Solo a Gotham la notte ha queste sfumature rossastre. Guarda come brilla… È bellissima…"
"È lo smog, Harley."
Gotham. Deve pensare a Gotham. Gotham è orfana. Gotham vuole accoglierlo. Gentaglia. Milioni di abitanti da prendere uno ad uno. Facile. La chiave di lettura è sempre quella. Sono tutti terrorizzati all'idea di perdere ciò che possiedono, la sicurezza, il denaro, i vincoli affettivi, la sicurezza su cui fondano le loro esistenze. Le armi che gli offrono su un piatto d'argento. Da domani Gotham ricomincerà a ridere a bruciare. Il messaggio arriverà forte e chiaro. Lo sentiranno tutti, dalla donna che ora crede di averlo comprato, ai mafiosi che vorrebbe surclassare, fino all'ultimo dei miserabili. Sarà facile. Perché lui, a differenza di ciascuno i loro, non ha…
Harley…
… niente…
Harley…
… da perdere.
Ride anche lui, in quella sera stonata, con due iene come compagnia e una ragazza fuori di tasta fra le braccia, mentre l'ultima verità, l'ultima certezza del Pipistrello si disintegra.
"Sei solo" ha sibilato con disprezzo, quattro mesi prima.
Solo. Nessuno con lui. Nessuno come lui. Solo.
Quanto ti sbagli… riflette guardando il viso del suo Arlecchino felice. Quanto ti sbagli, Batsy…
"A cosa pensi, Mr. J?"
Domande inutili. Sono le uniche che riesce a formulare. Lei e i suoi perché. Lei e la sua ricerca di conferme. Lei che è il suo riflesso, il suo doppio, il suo capolavoro.
Solo? Chi di noi due è solo, Batsy?
"Che non ti sopporto, Harley. Ecco cosa penso. Che dovrei liberarmi di te."
Ricorda benissimo la sua prima frase rivolta a lui, così ridicola, così buffa, così perfetta. "Io sono Harleen Quinzel. Gli amici mi chiamano Harley."
Harley…
"Ma non stasera. Stasera non ne ho voglia. Ti ucciderò domani."


The Dark, created to hide the innocent white, the lust of night
Eyes so bright, seductive lies
Crimson masquerade where I merely played my part
Poison dart of desire

All you love is a lie
You one-night butterfly
Hurt me, be the one
Whoever brings the night

(Nightwish, Whoever brings the night)

























Note:



1) Il vestitino di Harley nella prima scena è quello dell'ultimo disegno di Sychophantwhore. Un omaggino dovuto. L'appartamento invece è quello che si vede nella graphic novel di Azzarello (sì, sono fissata).
2) Alla fine della fiera ho dovuto tagliare moltissimo. Ho dovuto lasciare a casa Zatanna, i Bertinelli, Sofia Falcone, un paio di scenette con Harl e J che avevo programmato fin dall'inizio e soprattutto tutta la parte riguardante i piani di Talia per mettersi sotto i tacchi quello che resta delle famiglie mafiose. Per questo la parte in cui appare il figlio di Salvatore Maroni, nel prologo, risulta un po' scollata dalle altre. A ma Barbara Gordon/Batgirl non ho voluto rinunciare. Fra le eroine positive è la mia preferita e sarebbe anche ora che la rimettessero in piedi. All'incontro di lei da bambina con Batman tenevo troppo, soprattetto perché Nolan l'ha trascurata in modo vergognoso a favore di Jim jr.
3) Bud e Lou sono finalmente a bordo. La famiglia è al completo.
4) Mr. J viene fuori piuttosto sdolcinato, alla fine. Chiedo scusa. Usare il suo punto di vista è un'esperienza tremenda. Ma la chiusura doveva essere sua.



Ringraziamenti:

Grazie di cuore (in ordine rigorosamente alfabetico) a. Aletheia89, BananaBerry (E allora?????? Amnèsia???), black_kisses_, Boopsie (mi spiace di averti fatta stare in ansia per i miei problemi di… gobba), chimeratech, Corvero, Dance, DarkStar, DemonGirl, Desme, Dragana, Elby, FrankieLou, giu91, GoodMiss, HARLEQUINofHATE, HarleyForever, Ilaria1993, Jokerina, killme, Kuji13 (la micia… la micia… voglio più capitoli con la micia… Ti scrivo in settimana, tesoro), Laura Sparrow (aspetto la tua versione di Mad Love. Me l'avevi promessa. ^^. Non riesco a contattarti tramite EFP. Puoi controllare il tuo indirizzo?) Lefteye (la compagna di merende e di ginnastica), MalkContent, Mimi93, Morgane, nameless, ofelia (e le sue opere d'arte ^_^), Pacific Soul, Red angel, sozzolina, Sychophantwhore (la mia artista personale, nonché una ragazza straordinaria con la quale è piacevolissimo chiacchiere in privata sede, anche se reputa 'carina' BrUttany Murphy e per questo merita di essere frustata), Syra44, The Mad Hatter e vicodin, che l'hanno recensita.

E, oltre a loro, Akatsuki No Hirameki, ale_lol, Ally_chan, amidala1202, aronny, Ayesha, Clody93, Cri_Eclipse, Dark Julius, DiraReal, Draias, Elisahq, Erena, Eurinome, Ewin, GaaRamaru, grey_autumn, Halibel, Hizu, Infect, Irish_Drinker_Twil, juliet_, Kagura88, Lady of Lorien, LadyCrystal, Laurie, Lawliet , Leia_the-witch, Lyla, Mangusta Ribelle, mhcm, Minerva, MissTypeA, Mokuren, morrigan89, rekichan , Rialle, Rin Hisegawa, Senboo_ , vernita, Warumono, winny_lally, Yuma_29, __April, che sono stati zitti ma l'hanno comunque messa fra i preferiti.

E a tutti coloro che l'hanno semplicemente letta.

Un abbraccio speciale a Stefano, Giordi, Atlantis Lux, Reader Not Viewer (e consorte batmaniano storico) e DK, perché senza di loro non ci sarebbe stata Amour Fou.

Grazie ai capoccioni della DC e della Warner Bros.
A Paul Dini che ha inventato Harley.
Al compianto Bob Kane che ha creato tutto questo
A Cristopher Nolan, per i suoi film meravigliosi.
A Heath Ledger, dovunque si trovi ora, per avere dato forma a qualcosa di più di un semplice personaggio.
A Kristen Bell che, per dieci mesi, ai miei occhi è stata Harley, rivelandosi una musa meravigliosa.
Ai suoi siti, www.kristen-b.net, www.kristen-bell.net, kristenbell-online.org, (ho saccheggiato le loro gallery per la grafica)
A Christina Hendricks che, per sei mesi circa, ai miei occhi è stata Poison Ivy.
Alla http://community.livejournal.com/jokerxharley/, e a tutti gli altri siti che ho continuato a visitare in modo ossessivo in questi mesi (e sarebbe troppo lungo elencarli uno ad uno)
A tutti coloro che si sono ispirati a questa storia.
A tutti coloro che l'hanno scopiazzata (sì, pure a voi)
A coloro con i quali ho litigato per questa storia (non avete idea della carica di energia che mi hanno dato questi scontri, e ne vado fierissima).
A quelli che l'hanno amata.
A quelli che hanno detto 'che schifo'.
Agli odiatori di Harley che vorrebbero un Joker tutto gay.
Agli odiatori del Joker che vorrebbero Harley con Ivy o con Eddie.
A JoshMcMahon, e ai suoi lavori con Kristen nei panni di Harley (la prima immagine che compare nell'epilogo è l'elaborazione di un suo lavoro).
Ai poveretti che vorrebbero Brittany 'Faccia di Botox' Murphy nei panni di Harley. Perché sono più civile di loro, che augurano una serie di disgrazie orribili ai sostenitori di Kristen, e perché rispetto le minoranze etniche, anche se assolutamente prive di buon gusto.
Ai sostenitori di Kristen.
A Mr. J in tutte le salse, dagli esordi a oggi, tranne che a quello di 'Una morte in famiglia' che non mi piace, se non nel momento in cui massacra a colpi di piede di porco l'odioso Jason Todd.
A chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui.
A chi ritroverò per altre storie.
A chi deve ancora arrivare
Precisazione a posteriori

A chi non si è accorto che oltre all'epilogo c'è un ultimo capitolo da leggere (la cosa è resa piuttosto evidente dal numero di letture). Come avrei potuto NON descrivere l'evasione per filo e per segno, figlioli cari? ;-) Quindi cliccate pure sulla freccina a sinistra e tornate indietro di un passo.


La vera Festa dei Folli comincia ora. Non per niente domani sarà il mio compleanno.

Arrivederci a presto

Jean


   
 
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