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Autore: Christine_Heart    26/01/2017    2 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 1: Incontro

 

Il Dottore, non riusciva a credere alle sue orecchie.
Aveva davvero sentito il pianto di un bambino, o quel posto gli stava giocando dei brutti scherzi???
La pioggia continuava con insistenza, e quello che sembrava un pianto disperato si fece più forte.
Il Dottore deglutì nervoso, ma si decise a seguire quella vocina lamentosa.
Rimase a bocca aperta, quando spostando i sottili arbusti di un cespuglio, si ritrovò davanti agli occhi, un bambino avvolto solo in una coperta leggera.
Si guardò attorno disperato, mentre il suo corpo continuava a proteggere il piccolo dalla pioggia battente. Chi aveva potuto osare tanto???
Quel vagito di supplica si alzò di tono, e gli occhi del Dottore tornarono su quel bimbo chiaro di pelle, dalla testolina appena colorata d'oro.
Strillava con forza, mentre grossi lacrimoni gli scendevano giù per le guance.
«Ehi....shhhh!» gli disse con dolcezza.
S'inginocchiò con lentezza, e con mani tremanti raccolse il piccolo, da quel terreno ormai umido e freddo. Lo sistemò con cura tra le braccia, mentre con calma ritornava in piedi. Strinse il piccolo contro il suo petto caldo, e con la stessa attenzione di prima sollevò un lembo del suo cappotto lungo per proteggere il volto del piccolo da altra acqua. Lo cullò appena, incantandosi di fronte a quel volto così piccolo e perfetto.
Si guardò attorno un ultima volta, nella speranza di poter vedere ancora qualcuno.
Ma la pioggia ormai era diventata insopportabile, e il Dottore non voleva rischiare di far prendere altro freddo a quel trovatello. Chinò il capo sul piccolo, gli concesse un tenero sorriso, e continuando a ripararlo dall'acqua iniziò a correre verso l'unica riparazione che conosceva bene.
Appena intravide la cabina blu, estrasse svelto la chiave, aprì rapido la porta e si fiondò dentro.
Richiuse con un tonfo l'anta del Tardis, e si fermò a riprendere fiato. 
Si passò una mano tra i capelli bagnati, finendoli così di scompigliare.
Sentì un nuovo lamento, e finalmente si rese conto di cosa stringeva a sé.
L'aveva fatto davvero??? Aveva preso con sé un bambino??? Ma poteva farlo senza complicare le sorti del tempo e dello spazio???
Il fagottino che stringeva contro i suoi due cuori, si lamentò di nuovo, con l'intento di riprendere a piangere, infatti il Dottore poteva già vedere due lacrime farsi strada tra le sue piccole ciglia.
«Ehi ehi...va tutto bene, non c'è bisogno di piangere.» gli disse piano, cullandolo di nuovo.
Gli sorrise con premura, e gli accarezzò piano la testa.
«Va tutto bene, ora siamo all'asciutto.» gli spiegò spostando il cappotto da lui.
Riprese a cullarlo, mentre con l'ausilio dei denti provava a togliersi almeno un lato del cappotto, afferrandolo dalla manica.
«Ecco...aspetta un attimo.» gli disse spostandolo sul braccio ormai libero.
Fece svolazzare l'altro lato del cappotto, e finalmente questo cadde per terra, con un sonoro splash, segno che era davvero zuppo.
«Hai visto alla fine ci siamo riusciti.» gli disse con un sorriso di vittoria.
Il piccolo singhiozzò ancora, chiudendo a pugno le manine.
Il Dottore si chinò, e raccolse il cappotto fradicio, che lanciò verso il suo solito posto.
Il bimbo lanciò un urletto di disapprovazione.
«Beh, che succede adesso?!?» chiese al piccolo avanzando verso i comandi del Tardis.
E rimase rapito quando incontrò gli occhi del bambino.
«Ma...» era complicato da spiegare, ne aveva viste tante di meraviglie, ma quella...
«Oh, ma sei bellissimo, dico sul serio!!! » affermò il Dottore rapito.
«Con tutto il trambusto di prima, non avevo visto, non li avevo notati...» cercò di spiegarsi.
«...Hai dei bellissimi occhi!» gli disse poi con tono meravigliato.
«Ma guardali....sono magnetici!» affermò il Dottore pizzicandogli appena la guancia.
«Lo dico con il cuore, e appropsito sono due...»
Il piccolo si lamentò di nuovo, e in quel momento una goccia d'acqua cadde dai capelli castani del Dottore, bagnando il faccino del bimbo.
«Scusa.» sussurrò il Dottore, asciugandola con il pollice.
«Hai ragione prima ci asciughiamo, e poi pensiamo ai complimenti.» disse annuendo, con un sorriso allegro in volto. Superò i comandi del Tardis, e con passo sicuro si diresse nella stanza accanto. Afferrò due o tre asciugami di spugna dal primo cassetto, e si avvicinò al letto.
Buttò gli asciugamani sulla superficie morbida, e sorreggendo la testolina del neonato, appoggiò un ginocchio sul letto, facendo leva su di esso, per sistemarsi.
«Eccoci qua.» disse adagiando con attenzione il piccolo al centro del materasso.
«Ora ci asciughiamo per bene.» disse sorridendo.
Prese il primo asciugamano, e con premura spogliò il bimbo dalla coperta bagnata. Con leggerezza, iniziò a passare il panno su quel corpicino, che non stava fermo un attimo.  Gli accarezzò con dolcezza e con urgenza il pancino, le braccine e le gambine. Poi con la stessa calma gli asciugò la testina e quei pochi capelli biondi.
«Ora va meglio, non è vero?!?» gli chiese avvolgendolo in un nuovo asciugamano morbido per tenerlo al caldo. E il piccolo con leggeri versi sembrava apprezzare.
«Però non posso tenerti così per sempre, ti devo vestire in qualche modo!» spiegò il Dottore, prendendolo di nuovo in braccio.
S'incamminò con passo sicuro verso l'enorme armadio del Tardis.
«Oh!!!» esclamò felice il Dottore.
«Bene...ora abbiamo solo l'imbarazzo della scelta!» scherzò divertito guardandosi attorno, mentre il piccolo con occhi sbarrati cercava di capire dove fosse finito.
Il Dottore rimase imprigionato in quel faccino dolce di meraviglia, e si ritrovò a sorridere intenerito, poi scosse appena la testa per ritornare in se, e si limitò ad osservare i capi.
«Allora...» disse mentre con le dita frugava in mezzo alle giacche.
«Chissà, dove sono andati a finire?!?» si domandò tra se e se, rovistando ancora tra quelli abiti, che in confronto al bimbo che teneva in braccio, sembravano vesti da giganti.
«Ah, forse qualcosa ho trovato!» esclamò sollevato, tirando fuori una maglietta minuta di colore rosso sgargiante, accoppiato con una serie di piccoli jeans.
Li mostrò al piccolo ondeggiando un po' i vestitini con un sorriso divertito in volto:
«Mhm, che ne dici, ti piacciono?!?» gli chiese inclinando un po' il capo.
Il bimbo li osservo allungo, sfiorando appena con una manina la maglietta a mezze maniche.
«Non ti convince, eh?!?» gli domandò ancora osservando il suo faccino confuso.
«Mhm, in effetti non piacciano molto neanche a me.» confessò guardandoli un ultima volta con disappunto scuotendo appena il capo, poi senza preavviso, li rigettò assieme alle altre magliettine e pantaloncini di piccola taglia.
«Vediamo un po' cosa abbiamo qui!» disse poi avvicinandosi ad un'altro capo.
Cercò con attenzione, mentre il piccolo cercava di conversare tramite piccoli e delicati versetti, che riscaldavano i cuori e il sorriso del Dottore.
«Eh lo so, hai ragione, dovrei mettere un po' in ordine qui dentro, ma sono un Signore del tempo io, quindi posso farlo con vera calma.» scherzò guardando il piccolo con un sorriso divertito.
Il piccolo sorrise allegro, aprendo di più le manine verso il Dottore.
Quest'ultimo sbirciò ancora tra gli abiti e poi...
«Ah, eccoli!!!» esclamò felice.
«Finalmente li ho trovati!!!» aggiunse poi quasi fiero.
E si ritrovò tra le mani, una tutina di piccola taglia, rosso quasi spento, dai polsini e il colletto dorati, e sul pancino un disegno che sembrava quasi rappresentare un infinito.
«Che ne dici, questo può andare?!?» domandò il Dottore.
Il bimbo inclinò appena il faccino, osservò un pochino lo strano disegno, e poi con una risatina cristallina, allungò le manine verso quel insolito pigiamino quasi a voler dire che l'adorava. Il Dottore sorrise soddisfatto della sua scelta, e contento disse:
«Bene, visto che abbiamo scelto...e che la cosa ti soddisfa quasi quanto a me, che ne dici....ci cambiamo?!?» chiese divertito.
La serie di versetti teneri che susseguirono, presto si trasformarono in un sì nella mente del Dottore.
«Va bene, allora ci mettiamo comodi, eh giovanotto?!» disse tranquillo.
Afferrò un vecchio cappotto, lo appoggiò con disinvoltura su il tavolo lì vicino. Lo aprì per bene, e con attenzione vi poggiò sopra il piccolo. Lo spogliò della copertina improvvisata, e con attenzione senza fargli male, avvolse prima intorno alla vita un largo pezzo di stoffa a mon di pannolino, poi iniziò a infilargli la tutina, partendo dai piedini, che felici si muovevano scattanti.
«Dai cucciolo, aspetta un attimo, altrimenti non vado bene.» gli disse con gentilezza mentre con evidente difficoltà provava a sistemargli l'altro piedino.
Il piccolo lo guardava in volto, e si lasciò uscire un piccolo versetto dolce.
«Lo so che è grande.» confermò sorridendo.
«Ma purtroppo non ho altro, e tu sei così piccino...» continuava a spiegargli, mentre gli copriva un braccino, e con dolcezza faceva uscire fuori la manina dal polsino largo.
«Abbiamo quasi finito.» gli disse il Dottore, mentre faceva aderire la tutina fin sotto il collo.
Gli sistemò un po' la base, così da far aderire la stoffa i piedini, e poi finalmente lo prese in braccio, sistemandolo su di un lato, per vedere meglio la tutina.
«E' davvero un po' grande...» affermò divertito il Dottore, sistemandogli un po' i polsini con alcuni risvolti, per fargli uscire fuori le belle manine.
«...ma almeno ti terrà al caldo.» gli disse, annuendo convinto.
Lo cullò ancora un po' accarezzandogli il pancino, tenendolo ben saldo su un solo braccio mentre il bimbo lo guardava curioso, e poi con dolcezza si spinse verso il suo collo.
«Oh! Fai piano così mi uccidi.» scherzò il Dottore stringendolo a sua volta, e accarezzandogli con dolcezza la schiena.
«Sì, anch'io ti trovo molto carino.» gli sussurrò all'orecchio, abbracciandolo con tenerezza.


Continua...

 

Note dell’autrice:
E continuiamo con questa avventura!!! ^^

Spiegazioni: 

-Occhi magnetici: Acheron ha gli occhi di color argento, spesso nel libro vengono paragonati al mercurio fuso e sono talmente penetranti che sembrano vorticare e attirarti proprio come un magnete.
-Armadio: Scena ispirata all'episodio speciale di Doctor Who:L'invasione di Natale. 
-
Tutina rossa: Mi sono imbattuta in alcune fanart in cui un baby Dottore indossava proprio una cosa simile in braccio ai suoi genitori. Poi siccome i Signori del Tempo vestono spesso in rosso e oro, la cosa potrebbe non essere del tutto sbagliata. Comunque mi è piaceva l'idea che il Dottore condividesse qualcosa di suo con il piccolo appena trovato.

 

  
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