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Autore: AudreyNiikura    29/01/2017    2 recensioni
Ashlee è una sopravvissuta all'apocalisse zombie, è rimasta sola con il suo cavallo, ma per fortuna qualcuno la trova e la porta in salvo...
-E’ morta?- la voce di un uomo.
-No, respira ancora e sento il battito. Tieni fermo quel cavallo prima che si faccia male e faccia del male a noi!-
Sentii delle mani toccarmi e spostarmi i capelli dal viso, poi qualcuno mi sollevò, mi portò fuori e poi mi fece sdraiare in quello che poteva essere il retro di un’auto. “Quindi sono viva, ma dove mi state portando?”
Sentii la macchina partire, poi più nulla.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Glenn, Michonne, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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“Dove sono?” Non ricordavo cosa fosse successo negli ultimi tempi, mi sentivo confusa, terribilmente stanca, volevo solo tenere gli occhi chiusi. Tutto sommato mi sentivo bene, me ne stavo sdraiata in un posto sconosciuto, al caldo, il mio corpo era come anestetizzato, non sentivo nulla. Dovevo essere li da un bel po’ di tempo. Ogni tanto qualcosa di molto grande e forte mi spingeva la testa sbuffando aria calda.
“Forse sono morta e questa è la sala d’attesa per l’aldilà. Se è così potete lasciarmi qui, non importa.”
Ad un certo punto qualcosa cambiò, entrò della luce e dell’aria gelida, la cosa vicino a me scatto facendo un gran rumore e nitrendo impaurito. “Cosa ci fa un cavallo qui? Oh, forse è il mio, è morto anche lui?”
-E’ morta?- la voce di un uomo.
-No, respira ancora e sento il battito. Tieni fermo quel cavallo prima che si faccia male e faccia del male a noi!-
Sentii delle mani toccarmi e spostarmi i capelli dal viso, poi qualcuno mi sollevò, mi portò fuori e poi mi fece sdraiare in quello che poteva essere il retro di un’auto. “Quindi sono viva, ma dove mi state portando?”
Sentii la macchina partire, poi più nulla.
 
Non saprei dire quanto tempo passò, rimasi in uno stato semincosciente a lungo; ogni tanto sentivo delle voci attorno a me, sia maschili che femminili.
-Come sta oggi?-
-Non ancora bene, ci vorrà ancora del tempo prima che riprenda conoscenza. Per fortuna ci sono dei segni di miglioramento, il battito è più regolare, la temperatura è salita e il colorito migliora di giorno in giorno-
La donna che si prendeva cura di me era sempre molto delicata, la sentivo sfiorami di tanto in tanto la fronte, tastarmi il polso e sussurrare al mio orecchio:
-Forza, inizi a stare meglio. Ce la puoi fare.-
Tutto questo si alternava, qualcuno entrava, chiedeva qualcosa, qualcuno rispondeva. Un giorno penso pure di aver sentito il pianto di un bambino piccolo, doveva essergli successo qualcosa. Un bambino! Era tantissimo che non ne vedevo uno, fin da quando ero partita prima che cominciasse l’apocalisse.
Passarono i giorni, poi una mattina, come fosse la cosa più normale del mondo, aprii gli occhi; me ne stavo in un letto d’ospedale, ma non ero in un ospedale, la stanza dove mi trovavo sembrava il salotto di una casa, con quadri appesi ai muri, tende semi trasparenti alle finestre, qualche libreria colma di libri. Da fuori filtrava una bella luce brillante, doveva essere una bella giornata, sentivo persino gli uccellini cinguettare. Cercai di mettermi a sedere, ma l’unica cosa che ottenni furono delle vertigini spaventose, quindi mi limitai a girare la testa per studiare la stanza.
Dopo qualche tempo si aprì una porta e comparve una ragazza robusta, bionda con un paio di occhiali sottili, quando vide che ero sveglia si illuminò e venne verso di me:
-Sei sveglia! Benissimo! Come ti senti?- mi posò una mano sulla fronte, riconobbi subito il suo tocco, era lei che si era presa cura di me per tutto questo tempo.
-Mi sento bene, però mi gira la testa.- sorrisi, ero felice, non sapevo dov’ero, non sapevo con che persone fossi capitata, ma il mio istinto mi rassicurava, forse ero capitata nel posto giusto.
-E’ normale, quando ti hanno trovata eri molto disidrata, quando sei arrivata qui eri in acidosi metabolica, eri a digiuno da molto tempo, per non parlare della temperatura…-
-I miei reni funzionano ancora? L’acidosi ha lasciato danni permanenti?-
La donna mi scrutò un po’ sorpresa, poi si sistemò gli occhiali e chiese:
-Come fai a sapere queste cose?-
-Sono…ero una specializzanda in cardio chirurgia al quarto anno. Sono un medico.-
Si illuminò nuovamente, prese uno sgabello e si sedette di fianco al mio letto.
-Allora siamo state proprio fortunate ad incontrarci. Comunque io sono Denise, tu chi sei?-
-Sono Ashlee. Piacere di conoscerti Denise. Posso sapere dove mi trovo?-
-Sei ad Alexandria, un posto sicuro. Ma non spetta a me farti le presentazioni del posto e chiederti informazioni sul tuo conto. Dovremo aspettare Rick, è il nostro leader. Ora vado ad avvisarlo, torno tra poco.- Si alzò dallo sgabello, prese la giacca da un appendi abiti poco distante e si diresse vero la porta d’ingresso, poco prima di uscire si voltò verso di me e disse:
-Comunque bentornata tra i vivi e benvenuta tra di noi!- uscì e chiuse la porta alle sue spalle.
Era strano ritrovarsi in un posto sicuro dopo tanto tempo, soprattutto era strano aver trovato delle persone che sembravano normali.
Rick non tardò a comparire sull’uscio, accompagnato da Denise e da altre 2 persone.
Entrarono tutti assieme, e vennero verso di me, Rick prese posto sullo sgabello su cui prima si era seduta Denise. Era decisamente un bell’uomo, ora che potevo osservarlo da vicino, gli occhi azzurri risaltavano in maniera splendida sul viso incorniciato dai capelli castani e la barba incolta.
-Io sono Rick, questa che vedi è parte della mia famiglia. Hai già conosciuto Denise. Lei è Michonne. – indicò una donna di colore con dei lunghi dreadlocks e un fisico da fare invidia ad un’atleta, lei mi fece un cenno con una mano.
-Loro due sono Daryl e Glenn.- Indicò due uomini che se ne stavano un po’ più indietro, Daryl aveva l’aria un po’ burbera, se l’avessi incrociato per strada non so se mi sarei fidata, sembrava un motociclista uscito da una gang, anche se devo dire che aveva un non so che di intrigante, avvolto nel giubbino di pelle, i capelli ribelli e gli occhi azzurro ghiaccio che ricordavano due lame affilate. Glenn invece sembrava una persona molto pacifica, a occhio e croce poteva essere Koreano o Giapponese, il fisico minuto forse poteva ingannare, ma nonostante tutto trasmetteva una forte sensazione di sicurezza.
Rick mi prese una mano e continuò:
-Tu ti chiami Ashlee giusto?-
Annuii.
-Ti abbiamo trovata quasi due settimane fa, eri in una specie di baracca abbandonata ad una ventina di miglia da qui. Eri quasi morta quando vi abbiamo trovato. Ah! Il tuo cavallo sta bene, l’abbiamo portato qui con noi, ora è al sicuro in una stalla improvvisata, mangia molto e sembra stare bene. E’ anche grazie a lui che sei ancora viva, ti ha tenuta al caldo.-
-Duke è vivo!? Pensavo di averlo perso…non immaginavo che sarebbe sopravvissuto. A dir la verità non ci contavo nemmeno su me stessa.- abbassai lo sguardo e la voce finendo la frase.
-Siete stati fortunati, sia a trovare quella baracca, sia a trovare noi. Vorrei chiederti tante cose, però immagino che tu sia stanca, quindi dimmi tu se ti va di parlare o meno.
-Ti racconterò quello che vuoi, però prima vorrei provare a mangiare qualcosa, l’alimentazione parenterale non offre molte energie.-
Rick mi scrutò, poi guardò Denise, la quale, risistemandosi gli occhiali sul naso disse:
-E’ un medico, per la precisione è un chirurgo specializzando.-
Rick tornò a guardarmi emettendo un lungo fischio:
-Wow! Di sicuro riuscirai a renderti utile qui da noi. Denise, puoi portare qualcosa da mangiare ad Ashlee?-
-Certo! Torno subito.-
Gli altri nel frattempo si erano accomodati qua e la per il salotto, Michonne mi parlò un po’ di come avevano convinto Duke a mangiare, all’inizio non si fidava molto, aveva annusato per molto tempo quello che gli avevano portato e, nonostante il suo stomaco brontolasse, non aveva mangiato per un altro giorno abbondante da quando ci avevano trovati.
-Ora però mangia tranquillamente, penso che abbia capito che non vogliamo fargli del male.-
-Duke è sempre stato sospettoso, non si fidava nemmeno di me all’inizio. L’ho comperato 4 anni fa, nonostante i mille impegni che comportava la mia specializzazione, ho sempre desiderato un cavallo mio. Da allora siamo sempre stati insieme, ancor di più da quando è scoppiato il finimondo.-
Rick colse la palla al balzo:
-A proposito di questo, da dove vieni? Come hai vissuto fino ad oggi?-
  
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