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Autore: Najara    30/01/2017    19 recensioni
Un invito, un momento speciale, un bacio: le cose possono essere semplici, ma quando parliamo di Kara Danvers e Lena Luthor niente è davvero semplice.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Essere il suo punto debole'
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Per sempre

 

Si fermò davanti all’ascensore privato di Lena e prese un profondo respiro, poi racimolò il suo coraggio e premette sull’interfono.

“Sì?” Chiese la voce ricca di Lena.

“Sono io.” Riuscì a dire e le porte dell’ascensore si aprirono.

“Sali.” Le suggerì la donna e lei obbedì, le porte si chiusero e poi si riaprirono e lei si ritrovò ad osservare l’appartamento privato di Lena Luthor. Fu strano vedere tanta differenza con l’ufficio della donna e non esserne stupiti, come se fosse giusto così.

“Sono già stata qui.” Disse.

“Certamente.” Confermò Lena. Kara sfilò le scarpe e le lasciò vicino alla porta godendo della sensazione piacevole del legno caldo sotto i piedi, poi si guardò attorno.

Lena indossava degli abiti comodi, pantaloni e t-shirt, i capelli raccolti in una coda bassa, gli occhi che la seguivano osservando i suoi movimenti all’interno dell’appartamento come studiasse le sue mosse.

“Mi piace.” Mormorò Kara fermandosi davanti a un dipinto con un robottino che andava su di un’altalena. Poi si ritrovò le braccia di Lena attorno al corpo, la donna respirò il suo profumo e sospirò.

“Mi sei mancata.” Confessò. Kara ruotò all’interno del suo abbraccio arrivando a fronteggiarla.

“Dobbiamo parlare.” Disse con sguardo serio.

“Dobbiamo.” Confermò Lena, poi le catturò le labbra in un bacio. Qualche secondo e non fu più un semplice bacio. Le loro dita si aggrapparono al tessuto desiderando che sparisse, mentre i loro corpi spingevano alla ricerca di un contatto più profondo.

Lena si separò da lei con il fiato mozzo e nel notare che lei respirava ancora benissimo, rise.

“Avrei dovuto capirlo! Quanto puoi rimanere senza respirare?”

“Dobbiamo parlare.” Tentò di dire lei, ma, quando vide gli occhi di Lena brillare mentre la donna si mordeva il labbro, si ritrovò ad avere la bocca secca e il ventre teso dal desiderio.

“Prima dobbiamo finire il discorso iniziato l’altra sera.” Le mormorò lei nell’orecchio mentre iniziava a sbottonarle la camicetta.

“Lena!” Tentò lei, cercando di riprendere la situazione in mano, ma mise ben poca forza nella protesta. Infatti la donna non si lasciò fermare, invece le sfilò la camicia lasciandola cadere per terra. Le sue labbra scesero a baciarle il collo dandole dei brividi che le si riverberarono lungo il corpo. Lena si separò da lei e fece alcuni passi indietro senza distogliere gli occhi dal suo corpo. Alzò le braccia sfilando la t-shirt poi si tolse il reggiseno, Kara la seguiva ipnotizzata dai suoi movimenti e dal suo bellissimo corpo. Quando la donna sfilò i pantaloni erano in camera da letto. Senza attendere oltre Kara eliminò le distanze tra loro due spingendola sul letto e intrappolando le sue labbra con la sua bocca, mentre chiudeva una mano a coppa attorno al suo seno facendola gemere.

“Ti ho fatto male?” Chiese, sobbalzando preoccupata.

“No! Non ti fermare!” Le disse con veemenza Lena e lei scese con la bocca, assaporando il seno bianco e perfetto di Lena. Quando però continuò la discesa verso la sua pancia la donna la richiamò attirandola a sé, poi invertì le posizioni.

La spogliò lentamente godendo del piacere di scoprire poco a poco la sua pelle e dedicando la stessa attenzione a ogni piccola porzione di lei. Quando fu nuda si liberò anche delle sue mutandine e poi si stese sopra di lei, facendo sì che i loro corpi aderissero. Quando iniziò a muoversi da entrambe sfuggì un gemito di piacere.

Il ritmo salì delicatamente fino a quando Kara pensò che sarebbe stato troppo, ma Lena si tolse da lei baciandole le labbra e scendendo tra le sue gambe dove prese a baciarla, dandole nuove ondate di piacere. Kara si aggrappò al letto, ma quando Lena la penetrò con la lingua dando colpi rapidi e decisi perse il controllo, la sua testa si rovesciò indietro mentre il suo corpo si separava dal letto. Lena riaprì gli occhi sorpresa, ma non lasciò la presa che aveva attorno alle sue gambe, invece aumentò il ritmo e quando Kara gemette con forza capì che aveva raggiunto l’orgasmo.

Kara sentì l’onda arrivare, il suo corpo non aveva più importanza, ma solo Lena e quello che le stava facendo, non aveva più braccia o gambe, ma solo un cuore che batteva veloce e piacere, piacere ovunque. Quando le mani di Lena si strinsero con più forza attorno alle sue gambe e il ritmo aumentò non capì più nulla. La diga si ruppe e lei fu travolta.

Annaspò alla ricerca di un ancora e trovò il corpo caldo di Lena che scivolava contro di lei. Tenne gli occhi chiusi mentre stringeva la donna, il mondo che girava follemente attorno a lei.

“Va tutto bene?” Chiese, improvvisamente inquieta, Lena.

“Oh Rao…” Mormorò lei, mentre il mondo tornava ad avere senso. Aprì gli occhi e guardò la donna che con occhi chiarissimi la fissava preoccupata. “Siamo andate al vernissage e mi hai baciato… e al Skydiving abbiamo volato assieme e nei camerini… ma avevo paura di farti male così sono scappata come un’idiota e poi, poi abbiamo fatto l’amore qua, in questo letto, Rao è stato dolce e perfetto, poi, poi hai scoperto che ero Supergirl ed eri così arrabbiata e ti hanno rapita.” Le prese il volto tra le mani, lacrime di gioia che si mescolavano a lacrime di dolore. “Ti hanno rapita e io, io non potevo permettere che morissi, non potevo!” Lena aveva gli occhi lucidi, ma interruppe le sue parole premendo le labbra contro le sue.

“Sono qui ora.”

Rao, Rao…” Mormorava Kara la mano sugli occhi. “Ti amo, ti amo con tutta me stessa.” Lena sorrise poi la baciò di nuovo infondendo in lei lo stesso sentimento.

“Lasciarti all’oscuro è stata la decisione più stupida della mia vita.”

“Sì.” Affermò lei guardandola con fermezza e scacciando le lacrime. “Sì, e se non fossi nuda e bellissima e se io non ti amassi alla follia, ora sarei molto, molto arrabbiata con te.” Lena sorrise.

“Sono stata una sciocca, ma ti amo.” Kara sentì il cuore sussultare di gioia. Ruotò e si mise sopra alla donna.

“Dimmi che non farai mai più una cosa così stupida.” Chiese, fissandola negli occhi con la fermezza di Supergirl. Lena si specchiò in quegli occhi seri e si chiese come avrebbe potuto amare di più quella donna, perfetta e unica, meravigliosa e piena di sorprese.

“Non lascerò che nessuno, mai più, neppure me stessa, ci separi.” Kara scese sulle sue labbra sigillando la sua promessa con un bacio, poi la sua lingua accarezzò le labbra di Lena mentre il suo corpo si muoveva su di lei, risvegliando dolcemente il desiderio.

 

Si svegliò perché un raggio di sole colpiva il suo volto. Lena la guardava con aria sognante.

“Credevo che non ti stancassi così facilmente…” Aveva un’aria divertita e Kara si ribaltò sulla pancia alzando un braccio per accarezzarle il volto.

“Sei qui…” Mormorò e il sorriso sulle labbra di Lena si spense.

“Mi dispiace…”

Shhh.” Mormorò allora lei, poi sorrise. “Cosa dicevi sull’essere stanche?”

Fecero l’amore nel letto, poi durante la doccia e lo avrebbero rifatto sul divano se Kara non fosse stata chiamata da Alex per un’emergenza al DEO.

“Fai attenzione.” Le chiese Lena accarezzandole il volto e poi baciandola.

“Certo.” Kara sorrise poi spiccò il volo, volando da Alex e dalla minaccia alla città.

 

La porta si aprì e Lena entrò nel parlatoio. Dall’altro lato vi era solo un uomo, sulla mezza età, molto meno elegante ora che era in tuta arancione.

Lena si sedette e lo guardò prendere il telefono, un’aria rabbiosa sul volto, con deliberata lentezza prese a sua volta la cornetta.

“Cosa vuoi? Non ti è bastato rovinarci? Vuoi anche gongolare?” Lena fece un ampio sorriso che non coinvolse i suoi occhi.

“Ti avevo avvertito, ho mandato in carcere mia madre, credi davvero che avrei avuto delle remore a farci finire voi?” L’uomo digrignò i denti rabbioso.

“Perché sei qui?”

“Volevo che sapessi quanto profondo è stato il tuo fallimento, volevo vedere, con i miei occhi quanto tu fossi caduto in basso. Insomma, volevo gongolare.”

“Ho mostrato al mondo il punto debole di Supergirl, un giorno qualcuno raccoglierà quel messaggio e riuscirà lì dove io ho fallito. Nessuno ha creduto che fosse tutto falso come avete asserito.”

“La kryptonite? Nessuno ha visto altro che un liquido verde…”

“No, non il minerale: tu!” Lena inclinò la testa fissando negli occhi l’uomo che aveva tentato di uccidere l’amore della sua vita.

“Io?” Chiese con sarcasmo.

“Sì, ho dimostrato che con te in pugno lei obbedirebbe a qualsiasi ordine, persino quello di uccidersi.”

“Hai dimostrato che il suo cuore è grande e pieno d’amore, hai dimostrato che non ha paura del sacrificio, hai dimostrato che la speranza in lei non è soltanto un simbolo disegnato sul suo petto.” Lena si avvicinò al vetro. “Hai dimostrato che nulla può ucciderla.” Sorrise mentre l’uomo stringeva la cornetta nel pugno con forza tale da sbiancarsi le nocche. “E per questo ti ringrazio.” Lena appoggiò la cornetta al suo posto senza più sentire l’ex capo delle Famiglie che sbraitava e vomitava odio e rabbia dall’altra parte della parete di vetro.

 

***

 

“Jess.”

“Miss Danvers.” Pronunciò la donna con un cenno del capo.

Kara.” Le suggerì lei, come al solito, ma la donna non diede segno di cogliere il suggerimento. Kara si strinse nelle spalle ed entrò nell’ufficio di Lena.

“Cosa ci fai qui?” Chiese Lena sorridendo, sorpresa, poi si alzò e fece il giro della scrivania per poterla baciare.

“Sorpresa!” Disse lei, attirandola contro di sé per un secondo bacio.

Mmm… mi piacciono queste sorprese…” Lena fece qualche passo indietro fino a ritrovarsi contro la scrivania. Kara la sollevò immediatamente facendosi spazio tra le sue gambe. Il loro bacio si fece più profondo, coinvolgente, bagnato. “Continuiamo questo discorso sopra?” Chiese Lena baciandole l’orecchio.

“Ho altri programmi…” Mugugnò Kara accarezzando le gambe di Lena che la circondavano.

“Programmi?” Chiese allora Lena cercando il suo sguardo.

“Sì, per questo pomeriggio e questa sera, ti ho preparato una sorpresa e ora ti rapisco dall’ufficio.”

“Puoi rapirmi e portarmi di sopra…” Propose lei mettendole le braccia attorno al collo e guardandola con aria seducente. Kara si morse il labbro poi sorrise.

Rao, mi farai impazzire!” La donna rise mentre la ragazza la prendeva per mano e la accompagnava fuori dove, sotto lo sguardo della segretaria, cercava di essere seria per poi finire a baciarla con foga nell’ascensore e a fare l’amore con lei senza neanche avere il tempo di arrivare nel letto.

Coricata sull’elegante parquet in legno Lena osservava il corpo di Kara disegnando sul suo ventre dei cerchi e delle linee immaginarie.

“Ora possiamo andare dove desideri.” Pronunciò con aria divertita.

“Se fosse per te non usciremmo mai da questo appartamento.”

“Non è vero non ho nessun problema a fare l’amore nel tuo di appartamento e se tu non fossi così in imbarazzo lo potremmo fare anche nel mio ufficio, Jess non entrerebbe mai se le chiedessi di non disturbare.” Kara arrossì e Lena rise.

“Ma lo saprebbe!”

“Cosa credi che pensa che stiamo facendo quassù? Discutiamo di filosofia?” Lena continuò a ridere e nel vedere Kara arrossire ancora di più si alzò su di un gomito per baciarla.

“Adoro discutere di filosofia con te.” Ammise allora Kara facendola sorridere.

“Dimmi, dove andiamo adesso?”

“Sorpresa.” Affermò Kara.

“Davvero?”

“Sì.”

“Va bene.” Lena le sorrise, i suoi occhi tornarono penetranti. “Ma prima dobbiamo fare la doccia.” Si morse un labbro e Kara non ebbe bisogno di ulteriori istruzioni, sollevò la giovane senza nessuna fatica portandola fino al bagno, dove ridendo e giocando si ritrovarono ancora una volta a fare l’amore.

“I vantaggi di stare con una Super: non si stanca mai.”

“Neanche tu ti stanchi.” Le fece notare Kara e lei rise.

“Di te? Mai.”

 

“Sei pronta?” Lena annuì, Kara teneva le mani davanti al suo viso e per lei era tutto buio. “Adesso.” Mormorò lei e le permise di vedere: davanti ai suoi occhi vi era l’ologramma di una donna.

“Buon pomeriggio, Lena.” Disse l’ologramma.

“Buon pomeriggio…?” Guardò Kara perplessa, la giovane sembrava tesa o forse emozionata.

“Lei è mia madre… o almeno quello che rimane di lei. Non ha un gran cuore, ma… volevo che la conoscessi.”

“Oh…” Lena osservò quella donna elegante e seria, chiedendosi che tipo di madre era stata. Il tipo di madre che sacrificava il proprio egoismo per salvare la figlia anche se questo significava lanciarla nello spazio verso un futuro ignoto.

“Sono felice che Kara abbia trovato una compagna degna del suo amore.” Affermò l’ologramma e Lena rimase stupita da quell’affermazione.

“Quindi tu sai che io e Kara ci amiamo?”

“Certo, Kara passa un po’ del suo tempo a chiacchierare con me, non sono sua madre, ma so ascoltare come sapeva ascoltare lei e a volte posso offrire un punto di vista nuovo.”

“Capisco.” Allungò la mano intrecciando le dita con quelle di Kara, era triste pensare quanto dovesse mancarle sua madre, la sua famiglia, il suo pianeta. A volte dimenticava che Kara aveva vissuto per molti anni lontano dalla Terra.

“Grazie.” Disse Kara e l’ologramma si spense.

“Wow…” Affermò allora Lena. “Non mi aspettavo nulla di così…”

“Non è finito! Vieni.” La tirò per la mano fino a portarla davanti a una grande forma nascosta, con eleganza tolse il telo mostrando quello che copriva. “La mia navicella. Mi ha portata fino a qui. Kal l’ha rotta nel tirarmi fuori, ma tutto sommato è ancora perfetta. A volta ci entro quando mamma e papà mi mancano troppo.” Sorrise in leggero imbarazzo per quell’ammissione, ma Lena strinse un po’ più forte la sua mano, commossa per quello che la ragazza stava condividendo con lei, non solo oggetti, ma parti importanti della sua anima e del suo passato.

Lena passò la mano sui delicati intarsi della navicella immaginando la paura di Kara nell’entrarvi e nel salutare per sempre il suo pianeta natio e tutto ciò che conosceva, per andare verso un futuro ignoto.

“Sei la donna più coraggiosa che io conosca ed eri già una bambina coraggiosa.” Kara la baciò, commossa dalle sue parole.

“L’ultima sorpresa è a casa mia.” Lena non fece battute questa volta, era emozionata e annuì felice di avere una donna così speciale al suo fianco.

Raggiunsero l’appartamento di Kara poco più tardi e quando aprì la porta scoprì che non era vuoto: Alex la accolse con un sorriso, poi le fu presentata Eliza di cui aveva tanto sentito parlare, ma che non aveva mai incontrato, vi erano gli amici di Kara: Winn, James, Hank, Mon-El e Maggie che le fece l’occhiolino e le suggerì di tenersi forte perché la cena sarebbe stata una prova non da poco. Ma non fu difficile, Eliza era diffidente, ma gentile e si rilassò quando vide la felicità negli occhi di Kara e l’amore brillare in quelli di Lena ogni volta che il suo sguardo si posava sulla ragazza.

“Va tutto bene?” Le chiese Kara nel vederla osservare la stanza in cui si intrecciavano risate, scherzi e conversazioni.

“Sì.” Mormorò lei, mentre si rendeva conto di una cosa. Kara sorrise nel comprendere il suo pensiero e la strinse a sé.

“Ora hai una vera famiglia.” Affermò e sorrise nel veder brillare la commozione nei suoi occhi.

“Grazie.” Disse sentendo che niente poteva essere più perfetto.

“Un giorno ti presenterò Barry e i suoi amici.”

“Barry?” Chiese lei, cercando di combattere l’emozione.

“Viene da un’altra dimensione… non ti ho mai raccontato di quando ho viaggiato tra le dimensioni?”

“No!” Disse lei, stupita, voltandosi a guardarla.

“Magari ti ci porto… potrebbe essere la prossima sorpresa…” Lena scosse la testa poi sorrise.

“Non mi annoierò mai con te, non è vero?”

“Lo spero.” Il suo sorriso era ampio e luminoso.

Lena comprese che l’avrebbe amata per sempre.

 

 

FINE

 

 

 

Note: Ed eccoci arrivati alla fine della storia, non vi racconto della bellissima proposta di matrimonio né vi cito i titoli di giornale sul matrimonio più chiacchierato dell’anno tra l’unica Luthor fuori dalla prigione e una semi-sconosciuta reporter (non parliamo poi del regalo che fece loro miss Grant!). E neppure sto lì a dirvi dei cattivi che cercarono, inutilmente, di sconfiggere Supergirl, ormai diventata imbattibile grazie all’aiuto di una multimilionaria estremamente intelligente e creativa (nonché terribilmente sexy). Non vi racconterò di come siano andate a trovare Barry né di come Sara Lance si sia divertita a tentare di farle ingelosire, senza riuscirvi.

Insomma Kara e Lena vissero felici e contente ed ebbero dei figli che a loro volta vissero felici e contenti (ed ebbero tanti cuginetti grazie ad Alex e Maggie).

 

Spero che la storia vi sia piaciuta fino alla fine. Ci tengo a ringraziarvi per aver condiviso con me le vostre impressioni e i vostri sentimenti, lo so, mi ripeto, ma siete state fantastiche e continuerei a ringraziarvi ogni giorno se solo fosse possibile! J

 

Che dirvi ancora… alla prossima storia? Lo spero!

Ciao ciao.

  
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