Per sempre
Si fermò davanti all’ascensore
privato di Lena e prese un profondo respiro, poi racimolò il suo coraggio e
premette sull’interfono.
“Sì?” Chiese la voce ricca di Lena.
“Sono io.” Riuscì a dire e le porte
dell’ascensore si aprirono.
“Sali.” Le suggerì la donna e lei
obbedì, le porte si chiusero e poi si riaprirono e lei si ritrovò ad osservare
l’appartamento privato di Lena Luthor. Fu strano
vedere tanta differenza con l’ufficio della donna e non esserne stupiti, come
se fosse giusto così.
“Sono già stata qui.” Disse.
“Certamente.” Confermò Lena. Kara sfilò le scarpe e le lasciò vicino alla porta godendo
della sensazione piacevole del legno caldo sotto i piedi, poi si guardò
attorno.
Lena indossava degli abiti comodi,
pantaloni e t-shirt, i capelli raccolti in una coda bassa, gli occhi che la
seguivano osservando i suoi movimenti all’interno dell’appartamento come
studiasse le sue mosse.
“Mi piace.” Mormorò Kara fermandosi davanti a un dipinto con un robottino che
andava su di un’altalena. Poi si ritrovò le braccia di Lena attorno al corpo,
la donna respirò il suo profumo e sospirò.
“Mi sei mancata.” Confessò. Kara ruotò all’interno del suo abbraccio arrivando a
fronteggiarla.
“Dobbiamo parlare.” Disse con sguardo
serio.
“Dobbiamo.” Confermò Lena, poi le
catturò le labbra in un bacio. Qualche secondo e non fu più un semplice bacio.
Le loro dita si aggrapparono al tessuto desiderando che sparisse, mentre i loro
corpi spingevano alla ricerca di un contatto più profondo.
Lena si separò da lei con il fiato
mozzo e nel notare che lei respirava ancora benissimo, rise.
“Avrei dovuto capirlo! Quanto puoi
rimanere senza respirare?”
“Dobbiamo parlare.” Tentò di dire
lei, ma, quando vide gli occhi di Lena brillare mentre la donna si mordeva il
labbro, si ritrovò ad avere la bocca secca e il ventre teso dal desiderio.
“Prima dobbiamo finire il discorso
iniziato l’altra sera.” Le mormorò lei nell’orecchio mentre iniziava a
sbottonarle la camicetta.
“Lena!” Tentò lei, cercando di
riprendere la situazione in mano, ma mise ben poca forza nella protesta. Infatti
la donna non si lasciò fermare, invece le sfilò la camicia lasciandola cadere
per terra. Le sue labbra scesero a baciarle il collo dandole dei brividi che le
si riverberarono lungo il corpo. Lena si separò da lei e fece alcuni passi
indietro senza distogliere gli occhi dal suo corpo. Alzò le braccia sfilando la
t-shirt poi si tolse il reggiseno, Kara la seguiva
ipnotizzata dai suoi movimenti e dal suo bellissimo corpo. Quando la donna
sfilò i pantaloni erano in camera da letto. Senza attendere oltre Kara eliminò le distanze tra loro due spingendola sul letto
e intrappolando le sue labbra con la sua bocca, mentre chiudeva una mano a
coppa attorno al suo seno facendola gemere.
“Ti ho fatto male?” Chiese,
sobbalzando preoccupata.
“No! Non ti fermare!” Le disse con
veemenza Lena e lei scese con la bocca, assaporando il seno bianco e perfetto
di Lena. Quando però continuò la discesa verso la sua pancia la donna la
richiamò attirandola a sé, poi invertì le posizioni.
La spogliò lentamente godendo del
piacere di scoprire poco a poco la sua pelle e dedicando la stessa attenzione a
ogni piccola porzione di lei. Quando fu nuda si liberò anche delle sue
mutandine e poi si stese sopra di lei, facendo sì che i loro corpi aderissero.
Quando iniziò a muoversi da entrambe sfuggì un gemito di piacere.
Il ritmo salì delicatamente fino a
quando Kara pensò che sarebbe stato troppo, ma Lena
si tolse da lei baciandole le labbra e scendendo tra le sue gambe dove prese a
baciarla, dandole nuove ondate di piacere. Kara si
aggrappò al letto, ma quando Lena la penetrò con la lingua dando colpi rapidi e
decisi perse il controllo, la sua testa si rovesciò indietro mentre il suo
corpo si separava dal letto. Lena riaprì gli occhi sorpresa, ma non lasciò la
presa che aveva attorno alle sue gambe, invece aumentò il ritmo e quando Kara gemette con forza capì che aveva raggiunto l’orgasmo.
Kara sentì l’onda arrivare, il suo corpo
non aveva più importanza, ma solo Lena e quello che le stava facendo, non aveva
più braccia o gambe, ma solo un cuore che batteva veloce e piacere, piacere
ovunque. Quando le mani di Lena si strinsero con più forza attorno alle sue
gambe e il ritmo aumentò non capì più nulla. La diga si ruppe e lei fu
travolta.
Annaspò alla ricerca di un ancora e
trovò il corpo caldo di Lena che scivolava contro di lei. Tenne gli occhi
chiusi mentre stringeva la donna, il mondo che girava follemente attorno a lei.
“Va tutto bene?” Chiese,
improvvisamente inquieta, Lena.
“Oh Rao…”
Mormorò lei, mentre il mondo tornava ad avere senso. Aprì gli occhi e guardò la
donna che con occhi chiarissimi la fissava preoccupata. “Siamo andate al
vernissage e mi hai baciato… e al Skydiving abbiamo
volato assieme e nei camerini… ma avevo paura di farti male così sono scappata
come un’idiota e poi, poi abbiamo fatto l’amore qua, in questo letto, Rao è stato dolce e perfetto, poi, poi hai scoperto che ero
Supergirl ed eri così arrabbiata e ti hanno rapita.”
Le prese il volto tra le mani, lacrime di gioia che si mescolavano a lacrime di
dolore. “Ti hanno rapita e io, io non potevo permettere che morissi, non
potevo!” Lena aveva gli occhi lucidi, ma interruppe le sue parole premendo le
labbra contro le sue.
“Sono qui ora.”
“Rao, Rao…” Mormorava Kara la mano sugli
occhi. “Ti amo, ti amo con tutta me stessa.” Lena sorrise poi la baciò di nuovo
infondendo in lei lo stesso sentimento.
“Lasciarti all’oscuro è stata la
decisione più stupida della mia vita.”
“Sì.” Affermò lei guardandola con
fermezza e scacciando le lacrime. “Sì, e se non fossi nuda e bellissima e se io
non ti amassi alla follia, ora sarei molto, molto arrabbiata con te.” Lena
sorrise.
“Sono stata una sciocca, ma ti amo.” Kara sentì il cuore sussultare di gioia. Ruotò e si mise
sopra alla donna.
“Dimmi che non farai mai più una cosa
così stupida.” Chiese, fissandola negli occhi con la fermezza di Supergirl. Lena si specchiò in quegli occhi seri e si
chiese come avrebbe potuto amare di più quella donna, perfetta e unica,
meravigliosa e piena di sorprese.
“Non lascerò che nessuno, mai più,
neppure me stessa, ci separi.” Kara scese sulle sue
labbra sigillando la sua promessa con un bacio, poi la sua lingua accarezzò le
labbra di Lena mentre il suo corpo si muoveva su di lei, risvegliando
dolcemente il desiderio.
Si svegliò perché un raggio di sole
colpiva il suo volto. Lena la guardava con aria sognante.
“Credevo che non ti stancassi così
facilmente…” Aveva un’aria divertita e Kara si
ribaltò sulla pancia alzando un braccio per accarezzarle il volto.
“Sei qui…” Mormorò e il sorriso sulle
labbra di Lena si spense.
“Mi dispiace…”
“Shhh.”
Mormorò allora lei, poi sorrise. “Cosa dicevi sull’essere stanche?”
Fecero l’amore nel letto, poi durante
la doccia e lo avrebbero rifatto sul divano se Kara
non fosse stata chiamata da Alex per un’emergenza al DEO.
“Fai attenzione.” Le chiese Lena
accarezzandole il volto e poi baciandola.
“Certo.” Kara
sorrise poi spiccò il volo, volando da Alex e dalla minaccia alla città.
La porta si aprì e Lena entrò nel parlatoio. Dall’altro lato vi era solo un uomo, sulla mezza
età, molto meno elegante ora che era in tuta arancione.
Lena si sedette e lo guardò prendere
il telefono, un’aria rabbiosa sul volto, con deliberata lentezza prese a sua
volta la cornetta.
“Cosa vuoi? Non ti è bastato
rovinarci? Vuoi anche gongolare?” Lena fece un ampio sorriso che non coinvolse
i suoi occhi.
“Ti avevo avvertito, ho mandato in
carcere mia madre, credi davvero che avrei avuto delle remore a farci finire
voi?” L’uomo digrignò i denti rabbioso.
“Perché sei qui?”
“Volevo che sapessi quanto profondo è
stato il tuo fallimento, volevo vedere, con i miei occhi quanto tu fossi caduto
in basso. Insomma, volevo gongolare.”
“Ho mostrato al mondo il punto debole
di Supergirl, un giorno qualcuno raccoglierà quel messaggio
e riuscirà lì dove io ho fallito. Nessuno ha creduto che fosse tutto falso come
avete asserito.”
“La kryptonite?
Nessuno ha visto altro che un liquido verde…”
“No, non il minerale: tu!” Lena
inclinò la testa fissando negli occhi l’uomo che aveva tentato di uccidere
l’amore della sua vita.
“Io?” Chiese con sarcasmo.
“Sì, ho dimostrato che con te in
pugno lei obbedirebbe a qualsiasi ordine, persino quello di uccidersi.”
“Hai dimostrato che il suo cuore è
grande e pieno d’amore, hai dimostrato che non ha paura del sacrificio, hai
dimostrato che la speranza in lei non è soltanto un simbolo disegnato sul suo
petto.” Lena si avvicinò al vetro. “Hai dimostrato che nulla può ucciderla.”
Sorrise mentre l’uomo stringeva la cornetta nel pugno con forza tale da
sbiancarsi le nocche. “E per questo ti ringrazio.” Lena appoggiò la cornetta al
suo posto senza più sentire l’ex capo delle Famiglie che sbraitava e vomitava
odio e rabbia dall’altra parte della parete di vetro.
***
“Jess.”
“Miss Danvers.”
Pronunciò la donna con un cenno del capo.
“Kara.” Le
suggerì lei, come al solito, ma la donna non diede segno di cogliere il
suggerimento. Kara si strinse nelle spalle ed entrò
nell’ufficio di Lena.
“Cosa ci fai qui?” Chiese Lena
sorridendo, sorpresa, poi si alzò e fece il giro della scrivania per poterla
baciare.
“Sorpresa!” Disse lei, attirandola
contro di sé per un secondo bacio.
“Mmm… mi
piacciono queste sorprese…” Lena fece qualche passo indietro fino a ritrovarsi
contro la scrivania. Kara la sollevò immediatamente
facendosi spazio tra le sue gambe. Il loro bacio si fece più profondo,
coinvolgente, bagnato. “Continuiamo questo discorso sopra?” Chiese Lena
baciandole l’orecchio.
“Ho altri programmi…” Mugugnò Kara accarezzando le gambe di Lena che la circondavano.
“Programmi?” Chiese allora Lena
cercando il suo sguardo.
“Sì, per questo pomeriggio e questa
sera, ti ho preparato una sorpresa e ora ti rapisco dall’ufficio.”
“Puoi rapirmi e portarmi di sopra…”
Propose lei mettendole le braccia attorno al collo e guardandola con aria
seducente. Kara si morse il labbro poi sorrise.
“Rao, mi
farai impazzire!” La donna rise mentre la ragazza la prendeva per mano e la
accompagnava fuori dove, sotto lo sguardo della segretaria, cercava di essere
seria per poi finire a baciarla con foga nell’ascensore e a fare l’amore con
lei senza neanche avere il tempo di arrivare nel letto.
Coricata sull’elegante parquet in
legno Lena osservava il corpo di Kara disegnando sul
suo ventre dei cerchi e delle linee immaginarie.
“Ora possiamo andare dove desideri.”
Pronunciò con aria divertita.
“Se fosse per te non usciremmo mai da
questo appartamento.”
“Non è vero non ho nessun problema a
fare l’amore nel tuo di appartamento e se tu non fossi così in imbarazzo lo
potremmo fare anche nel mio ufficio, Jess non entrerebbe mai se le chiedessi di
non disturbare.” Kara arrossì e Lena rise.
“Ma lo saprebbe!”
“Cosa credi che pensa che stiamo
facendo quassù? Discutiamo di filosofia?” Lena continuò a ridere e nel vedere Kara arrossire ancora di più si alzò su di un gomito per
baciarla.
“Adoro discutere di filosofia con
te.” Ammise allora Kara facendola sorridere.
“Dimmi, dove andiamo adesso?”
“Sorpresa.” Affermò Kara.
“Davvero?”
“Sì.”
“Va bene.” Lena le sorrise, i suoi
occhi tornarono penetranti. “Ma prima dobbiamo fare la doccia.” Si morse un
labbro e Kara non ebbe bisogno di ulteriori
istruzioni, sollevò la giovane senza nessuna fatica portandola fino al bagno,
dove ridendo e giocando si ritrovarono ancora una volta a fare l’amore.
“I vantaggi di stare con una Super:
non si stanca mai.”
“Neanche tu ti stanchi.” Le fece
notare Kara e lei rise.
“Di te? Mai.”
“Sei pronta?” Lena annuì, Kara teneva le mani davanti al suo viso e per lei era tutto
buio. “Adesso.” Mormorò lei e le permise di vedere: davanti ai suoi occhi vi
era l’ologramma di una donna.
“Buon pomeriggio, Lena.” Disse
l’ologramma.
“Buon pomeriggio…?” Guardò Kara perplessa, la giovane sembrava tesa o forse
emozionata.
“Lei è mia madre… o almeno quello che
rimane di lei. Non ha un gran cuore, ma… volevo che la conoscessi.”
“Oh…” Lena osservò quella donna
elegante e seria, chiedendosi che tipo di madre era stata. Il tipo di madre che
sacrificava il proprio egoismo per salvare la figlia anche se questo
significava lanciarla nello spazio verso un futuro ignoto.
“Sono felice che Kara
abbia trovato una compagna degna del suo amore.” Affermò l’ologramma e Lena
rimase stupita da quell’affermazione.
“Quindi tu sai che io e Kara ci amiamo?”
“Certo, Kara
passa un po’ del suo tempo a chiacchierare con me, non sono sua madre, ma so
ascoltare come sapeva ascoltare lei e a volte posso offrire un punto di vista
nuovo.”
“Capisco.” Allungò la mano
intrecciando le dita con quelle di Kara, era triste
pensare quanto dovesse mancarle sua madre, la sua famiglia, il suo pianeta. A
volte dimenticava che Kara aveva vissuto per molti
anni lontano dalla Terra.
“Grazie.” Disse Kara
e l’ologramma si spense.
“Wow…” Affermò allora Lena. “Non mi
aspettavo nulla di così…”
“Non è finito! Vieni.” La tirò per la
mano fino a portarla davanti a una grande forma nascosta, con eleganza tolse il
telo mostrando quello che copriva. “La mia navicella. Mi ha portata fino a qui.
Kal l’ha rotta nel tirarmi fuori, ma tutto sommato è
ancora perfetta. A volta ci entro quando mamma e papà mi mancano troppo.”
Sorrise in leggero imbarazzo per quell’ammissione, ma Lena strinse un po’ più
forte la sua mano, commossa per quello che la ragazza stava condividendo con
lei, non solo oggetti, ma parti importanti della sua anima e del suo passato.
Lena passò la mano sui delicati
intarsi della navicella immaginando la paura di Kara
nell’entrarvi e nel salutare per sempre il suo pianeta natio e tutto ciò che
conosceva, per andare verso un futuro ignoto.
“Sei la donna più coraggiosa che io
conosca ed eri già una bambina coraggiosa.” Kara la
baciò, commossa dalle sue parole.
“L’ultima sorpresa è a casa mia.”
Lena non fece battute questa volta, era emozionata e annuì felice di avere una
donna così speciale al suo fianco.
Raggiunsero l’appartamento di Kara poco più tardi e quando aprì la porta scoprì che non
era vuoto: Alex la accolse con un sorriso, poi le fu presentata Eliza di cui aveva tanto sentito parlare, ma che non aveva
mai incontrato, vi erano gli amici di Kara: Winn, James, Hank, Mon-El e
Maggie che le fece l’occhiolino e le suggerì di tenersi forte perché la cena
sarebbe stata una prova non da poco. Ma non fu difficile, Eliza
era diffidente, ma gentile e si rilassò quando vide la felicità negli occhi di Kara e l’amore brillare in quelli di Lena ogni volta che il
suo sguardo si posava sulla ragazza.
“Va tutto bene?” Le chiese Kara nel vederla osservare la stanza in cui si
intrecciavano risate, scherzi e conversazioni.
“Sì.” Mormorò lei, mentre si rendeva
conto di una cosa. Kara sorrise nel comprendere il
suo pensiero e la strinse a sé.
“Ora hai una vera famiglia.” Affermò
e sorrise nel veder brillare la commozione nei suoi occhi.
“Grazie.” Disse sentendo che niente
poteva essere più perfetto.
“Un giorno ti presenterò Barry e i
suoi amici.”
“Barry?” Chiese lei, cercando di
combattere l’emozione.
“Viene da un’altra dimensione… non ti
ho mai raccontato di quando ho viaggiato tra le dimensioni?”
“No!” Disse lei, stupita, voltandosi
a guardarla.
“Magari ti ci porto… potrebbe essere
la prossima sorpresa…” Lena scosse la testa poi sorrise.
“Non mi annoierò mai con te, non è
vero?”
“Lo spero.” Il suo sorriso era ampio
e luminoso.
Lena comprese che l’avrebbe amata per
sempre.
FINE
Note: Ed eccoci arrivati alla fine della storia, non vi racconto della bellissima proposta di matrimonio né vi cito i titoli di giornale sul matrimonio più chiacchierato dell’anno tra l’unica Luthor fuori dalla prigione e una semi-sconosciuta reporter (non parliamo poi del regalo che fece loro miss Grant!). E neppure sto lì a dirvi dei cattivi che cercarono, inutilmente, di sconfiggere Supergirl, ormai diventata imbattibile grazie all’aiuto di una multimilionaria estremamente intelligente e creativa (nonché terribilmente sexy). Non vi racconterò di come siano andate a trovare Barry né di come Sara Lance si sia divertita a tentare di farle ingelosire, senza riuscirvi.
Insomma Kara e Lena vissero felici e contente ed ebbero dei figli che a loro volta vissero felici e contenti (ed ebbero tanti cuginetti grazie ad Alex e Maggie).
Spero che la storia vi sia piaciuta fino alla fine. Ci tengo a ringraziarvi per aver condiviso con me le vostre impressioni e i vostri sentimenti, lo so, mi ripeto, ma siete state fantastiche e continuerei a ringraziarvi ogni giorno se solo fosse possibile! J
Che dirvi ancora… alla prossima storia? Lo spero!
Ciao ciao.