Baciala!
I
Dopo un turno di dodici ore e una sveglia suonata nel cuore della
notte, Harry Potter desiderava solo una cosa: mettere sotto i denti qualcosa di
commestibile e dormire per almeno cinque ore. Se solo avesse
potuto, sarebbe andato in letargo, ma sapeva benissimo che sarebbe stato
impossibile, visto il periodo in cui si trovava. Quando aveva intrapreso la
carriera di Auror non si aspettava di vedere così
tanti casi a Dicembre, di certo si aspettava feste e brindisi, ma a Natale
erano tutti più buoni solo nei film. La realtà era completamente diversa.
Appena varcato l’uscio di casa, aveva capito che i suoi desideri si
erano trasformati in utopiche fantasie. La televisione era accesa e trasmetteva
videoclip musicali ad un livello di volume che avrebbe
sconvolto anche una persona dura d’orecchi. Non era difficile capire chi fosse
il suo ospite a sorpresa: Rose Weasley Granger si
rifugiava a casa sua quando litigava con la madre, così poi lui era costretto a
sentire le due versioni del loro battibecco, perché Hermione si sarebbe recata
da lui, una volta capito che sua figlia non si trovava nella sua stanzetta.
A soli quattordici anni, Rose era una ragazzina ribelle e sembrava non
aver preso nulla dai suoi genitori. Il suo zietto
preferito? Ovviamente George Weasley, che le
raccontava sempre tutte le marachelle che aveva fatto
con il suo amato fratello Fred, e che Rose cercava sempre di replicare. Era più
che logico vedere Hermione impazzire. In tutto ciò ci andava
sempre lui di mezzo, non George. Zio Harry era il confidente, l’unico che le
capiva, mentre in realtà lui non faceva altro che sedersi e ascoltarle, senza
emettere suoni.
Per loro era perfetto, perché tanto non avrebbero gradito un parere altrui, e
lui aveva capito come comportarsi già da anni. Mai impicciarsi nelle cose da
donne. Soprattutto se si parla non di una, bensì di
due Granger.
“Ciao zio!” Rose non si era nemmeno girata, lo aveva salutato senza
mai smettere di guardare la televisione.
“Tua madre sa che sei qua?”
“Ovviamente no, sono uscita dalla finestra e ho preso il bus per
venire qua.” Rose sapeva benissimo come fare infuriare
e gettare nel panico sua madre nello stesso tempo. Forse era meglio avvisare Hermione
prima che le venisse un gran spavento. “Abbassa il
volume! È davvero troppo alto, ma come fai a non impazzire?”
Aveva preso il telefono e composto il numero della sua amica. Dopo
qualche squillo aveva sentito la sua voce bella squillante. “Ciao, Harry.”
A quanto pare la scomparsa di Rose era stata già avvistata dalla
madre, visto il suo tono rilassato. “È qui, non ti preoccupare.”
“La vengo a prendere più tardi, va bene?”
E Harry aveva dovuto acconsentire, anche se in realtà era furioso e
davvero stanco. Si diresse verso la cucina e, dopo aver constatato
che non c’era nulla di pronto in frigo, prese del pane e della marmellata e
preparò il suo misero pranzo.
Si sedette a fianco di Rose che non esitò ad allungare la mano e a rubargli un
boccone di pane. “Sei a dieta, zietto?”
“Cosa è successo ancora?” le aveva domandato
con esasperazione.
La ragazza aveva mosso nuovamente la mano, ma
Harry aveva allontanato il suo pranzo. "Ehi, mi lasci mangiare in pace?”
“Uffa, che seccatura! Non è successo nulla di nuovo, mi ero stancata
delle urla di mamma e papà e me ne sono andata. Tutto qui.”
I suoi migliori amici avevano divorziato da più di un anno e la ferita
non sembrava guarire in fretta. Anche per lui era stato un trauma, non aveva
intuito nulla durante quegli anni e la notizia lo aveva lasciato alquanto
basito. Come era potuto succedere sotto i suoi occhi?
Era il confidente di entrambi e non aveva captato nulla, neanche un’ombra di
crisi. Un giorno di Dicembre Hermione era venuta a
fargli visita e aveva annunciato la sua imminente separazione. Così di punto in
bianco. E lui, il presunto migliore amico di entrambi, aveva dovuto accettare
la situazione senza intervenire, per timore di perdere l’uno a scapito
dell’altro. Alla fine, quella che ci aveva rimesso sia in passato che in quell’occasione era stata Hermione, che non aveva
scagliato incantesimi o piatti verso il futuro ex marito. Era rimasta seduta
sul suo divano a piangere per due lunghe ore, dopodiché aveva dichiarato con
orgoglio che doveva tornare a casa dai suoi figli.
“Perdonali, è dura anche per loro.”
Rose lo aveva guardato dritto negli occhi.
“Lo so, però questa volta è stato difficile rimanere bella tranquilla in
camera, quando avrei voluto scendere in salotto e
prendere a sberle mio padre.”
“Cosa ha fatto ancora?”
“Ha chiesto alla mamma se poteva portare una certa ‘Lav’ domenica. Sai per il nostro solito pranzetto in
famiglia...”
“Sei sicura che abbia detto proprio Lav?”
Harry aveva stretto i pugni. No, Ron aveva superato il limite questa volta.
“Sicurissima, anche perché mi ricordo il suo nome. Mamma me ne
aveva parlato quando aveva trovato una collana di dubbio gusto tra le cose di
papà. Guarda, è proprio uno stronzo.”
“Rose, non parlare così di tuo padre!” Anche se condivideva al cento
per cento l’opinione della ragazza non poteva
permettere che parlasse di Ron in quel modo. Il suo migliore amico era stato un
pessimo marito, ma stravedeva per i suoi figli e non aveva fatto mancare loro
niente.
“Lo è, zio. Sono venuta qua, perché altrimenti
sarei scesa e gli avrei scagliato qualche fattura. Non volevo finire in
punizione per un mese! Per fortuna lasci sempre la chiave per me sotto lo
zerbino.” Si era messa sulle ginocchia e gli aveva
dato un bacio sulla guancia. Sapeva benissimo come corromperlo e lui non poteva
resistere a quelle coccole da nipote, anche se poi non avevano alcun legame di
sangue. Si era abituato a essere appellato in quel modo da Rose e Hugo, e gli
piaceva essere lo zio di qualcuno.
“Ad ogni modo ho deciso cosa fare.”
“Sarebbe?” Aveva chiesto, sorpreso dal tono di voce che aveva usato.
Non era solo determinazione, c’era anche qualcos’altro. Stava combinando
un’altra marachella come al suo solito.
“Mamma non è più uscita con nessun uomo, da quando si è separata.”
Non poté che capire le ragioni di Hermione, con due figli a carico non
era poi così facile trovare uno scapolo che si facesse amare, anche da quelle
due pesti.
“Non è così facile, Rose.”
“E perché? Mia mamma è bella, è solo
trascurata.”
Ora sul volto di Harry c’era un sorriso sghembo. “Non
l’ho mai messo in dubbio. Dico soltanto che, alla nostra età, i migliori
sono stati già presi.”
“Tu stai aspettando me?” aveva chiesto maliziosamente la ragazza.
Harry era scoppiato a ridere. Ricordava benissimo le parole di Rose,
di appena sette anni, che gli chiedeva di aspettarlo,
perché avrebbe sposato lei e nessun’altra. Ed effettivamente aveva portato a
casa molte donne, ma con nessuna era riuscito a stringere un legame serio.
“Non credo che tuo padre approverebbe. Dovevi vedere gli sguardi
infuocati che mi lanciava quando stavo con Ginny…”
Sembrava essere passata un’eternità da quei giorni e da quei baci
scambiati prima che il loro mondo cambiasse definitivamente. Avevano cercato di
ricominciare, ma lui era cambiato troppo, la Guerra lo aveva segnato e niente
era più stato come prima. Neanche quell’amore appena sbocciato. “Quindi cosa hai combinato?” le aveva chiesto.
“Ho iscritto mamma ad un sito di incontri di
maghi.”
Lo aveva detto con una scioltezza disarmante, inconsapevole di quello
che aveva fatto. O della furia che avrebbe scatenato.
NdA:
…. ne vedrete delle belle! A lunedì
;)